Sito degli Amici di Ponte Carrega

Alcune considerazioni sul volontariato

Il 2023 si è da poco concluso e da parte nostra è tempo di bilanci.

A dire il vero il pretesto ci è dato dall’ufficio tecnico del Municipio 4 che ogni anno richiede una rendicontazione delle attività effettuate annualmente dalle varie associazioni del territorio che sono sottoscrittrici dei vari patti di collaborazione con il Municipio.

Quindi ogni anno inviamo il nostro bilancio, fatto di fogli firme dei volontari con descrizione delle attività svolte, il numero e i nominativi dei volontari e il monte ore complessivo dedicato al volontariato.

La nostra associazione nel 2023 ha coinvolto un numero di 40 persone nelle proprie attività per un totale di 100 giornate e un totale di 1.388 ore di volontariato.

Le attività svolte nel corso dell’ anno appena passato sono state impiegate prevalentemente per le attività legate al progetto della Spesa Sospesa che prevede la raccolta e la distribuzione alimentare a sostegno delle persone in difficoltà del nostro territorio e per le attività di cura del territorio e in particolare dell’ acquedotto storico (l’ appuntamento ormai fisso del sabato dalle 9 alle 14 escluse le pause estive e invernali).

In particolare lo scorso anno i nostri sforzi sul territorio si sono rivolti alla creazione (working in progress!) di una nuova area di sosta per l’ acquedotto storico alla Chiappa, oltre alla manutenzione di quelle già esistenti (lavatoio di Staglieno ed area ex bocciofila) e alla realizzazione (ma siamo ancora nei lavori!) di un orto sociale e di un apiario.

Di questi progetti vi parleremo più diffusamente più avanti!

La cosa bella, che sottolineiamo, è che queste sono state le attività rendicontate per via dei Patti di collaborazione col Municipio e tutto ciò quindi non tiene conto del resto delle attività svolte dalla nostra associazione, come la partecipazione a convegni, dibattiti, assemblee, commissioni, riunioni, che sono il cuore della nostra attività politica sul territorio!

Inoltre va considerata tutta la rete di contatti e collaborazioni che queste attività hanno mosso.

Il progetto della Spesa Sospesa ad esempio vede il coinvolgimento di tante associazioni del nostro territorio (Il Leccio, Iron workers Sant’ Eusebio, Arci 7 novembre, ANPI, Circolo Sertoli, GAU, Scout, centri di ascolto ) e in particolare, per il nostro caso concreto, vede una collaborazione costante e quasi quotidiana con Genova Solidale e i circoli operai.

Così come per la manutenzione dell’ acquedotto storico il nostro progetto è inserito in un più grande progetto di rete insieme alla Federazione per la tutela e la salvaguardia dell’ acquedotto storico, di cui la nostra associazione è parte attiva e importante.

Infine la nostra rete coinvolge anche il Ministero della Giustizia e il Tribunale di Genova con il quale è attiva una convenzione per i lavori socialmente utili e la messa alla prova.

Da questi dati prendiamo spunto anche per una breve riflessione sul ruolo del volontariato sul territorio e sulla collaborazione con le istituzioni.

Da qualche tempo ci chiediamo infatti quanto la nostra attività sul territorio, in particolare quella con un respiro più “sociale” possa essere definita come un’attività di volontariato in collaborazione con l’amministrazione. 

Sicuramente è un’attività di volontariato, che svolgiamo in base alle nostre capacità e ai nostri mezzi. Ma quanto si può configurare come attività di collaborazione con l’ente pubblico? La collaborazione presuppone l’aiuto, l’assistenza, la cooperazione, la partecipazione a qualcosa in essere o in costruzione, mentre la nostra osservazione e azione sul territorio ci racconta di una buona collaborazione con enti simili ai nostri, che di fatto spesso operano in sostituzione di un ente pubblico spesso distante e che troppo spesso si limita ad indirizzare le persone in difficoltà al mondo del volontariato. Se questo, come testimonia la nascita del progetto Spesa Sospesa sul nostro territorio nel 2020, può funzionare nei momenti di emergenza, non può e non deve essere la norma, soprattutto se dall’opera dei volontari dipende la quantità di cibo che si sarà in grado di mettere sulla propria tavola.
Il volontariato dovrebbe essere un valore aggiunto rispetto all’azione delle politiche sociali: manca invece una cornice di senso.
 
È impensabile che le istituzioni si continuino a rivolgere al volontariato per supplire a loro mancanze e all’ inadeguatezza dei fondi stanziati per rispondere alle esigenze più basiche delle persone in difficoltà. È chiaro a tutti che in questo caso sia necessario un profondo ripensamento delle priorità della nostra politica. Ci sono persone che sono in forte difficoltà economica tanto da non riuscire a fare fronte al pagamento di bollette e affitto? Si, i dati lo confermano e la nostra presenza sul territorio lo testimonia. A questa constatazione dovrebbero seguire politiche pubbliche adeguate a dare risposte appropriate, cosa che invece non avviene.
 
Noi, come altri soggetti, semplicemente ci siamo dati da fare per cercare di dare una mano. Non è quello che vorremmo fare, e soprattutto non è quello che dovremmo fare.
 
Con la nostra azione vogliamo denunciare questa inadeguatezza e al contempo cercare di dare il nostro contributo e fare sentire la nostra solidarietà ai nostri vicini di casa.
 
Probabilmente accresciamo questo circolo vizioso e con la nostra azione alimentiamo l’ inerzia delle istituzioni, come da decenni (forse secoli) accade ma del resto non possiamo tirarci indietro:
ce lo impongono i valori di solidarietà a cui ci ispiriamo, e le relazioni che abbiamo instaurato con tante famiglie sul nostro territorio in questi anni.
 
Questo apparente conflitto, questa apparente contraddizione, deve essere rivolta al superamento della situazione di perenne emergenza che vive chi opera nel sociale e soprattutto deve avere come ultimo fine quello di provare a invertire lo smantellamento delle politiche sociali a cui stiamo assistendo da diversi anni.
 
Un discorso similare può essere fatto per quel volontariato di tipo ambientale, seppur con le dovute differenziazioni.

La nostra associazione opera anche in questo ambito, in particolare in quanto parte della Federazione di associazioni che si occupano della tutela e della salvaguardia dell’Acquedotto storico.

In questo caso la nostra azione a volte è di denuncia (ad esempio l’attualissimo caso dell’opposizione ad un’opera contestata come lo Skymetro o le azioni di denuncia sulla mancata manutenzione delle aiuole di Ponte Carrega), altre volte invece ci sostituiamo direttamente e consapevolmente al Comune andando a realizzare progetti che il Comune non ha interesse o desiderio di realizzare (come ad esempio proprio la manutenzione dell’acquedotto storico!).

Collaborare con le istituzioni mantenendo un posizionamento indipendente e critico non è semplice, e non sono mancate – e non mancheranno viste anche le scelte comunicative di Comune e Municipio incentrate sull’esaltazione di eventi, progetti e manifestazioni che spesso rappresentano l’impegno minimo che un’amministrazione dovrebbe assolvere nei confronti della cittadinanza (per esempio la celebrazione dell’attività di sfalcio) – situazioni problematiche e di conflittualità. 

Da una parte quindi le associazioni tentano di cercare spazi di manovra per realizzare e sviluppare i propri scopi statutari, dall’altra cercano una risposta, una sponda, da parte dell’Amministrazione, una collaborazione che però deve passare necessariamente attraverso un ripensamento delle politiche di partecipazione, ad oggi inesistenti.
Finché la partecipazione sarà vista come un ostacolo e finché verrà interpretata come mera consultazione, i rapporti tra pubblica amministrazione e una parte del mondo associativo saranno necessariamente improntati al conflitto.
La tendenza alla delega con cui le Amministrazioni abbandonano talune loro funzioni (come quelle appena descritte) è una tendenza malsana che rischia di trascinare l’associazionismo in una sfera di complicità colpevole da condividere con le Istituzioni.
Al di là di queste considerazioni che vogliono essere uno spunto di riflessione e di critica, proseguiremo le nostre attività di volontariato nel territorio, a sostegno delle persone fragili e di un territorio che necessita di cura.

Chi volesse prendere contatto con noi per partecipare alle nostre attività può venirci a trovare in Officina a Ponte Carrega o contattarci via mail (info@amicidipontecarrega.it) o Facebook.

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