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La politica urbanistica di questa città continua a colpi di variante

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Ieri è andata in scena l’ennesima puntata di questa soap opera che, con la complicità di giunte sia di destra che di sinistra, dura ormai da troppi anni: Esselunga sbarca a San Benigno

 

Puntualmente, i piani urbanistici vengono derogati e stravolti ogni qualvolta si presentino operatori privati della grande distribuzione. Disturba che al benessere dei cittadini sia costantemente anteposto il profitto dei privati e degli oneri di urbanizzazione che garantiscono incassi alle casse comunali in perenne stato di carenza.

 

 

L’interesse pubblico ѐ sempre accantonato: non esiste una politica urbanistica di ampio respiro che consideri il momento critico di questa città che continua a perdere abitanti. Pianificare la ripresa per il prossimo decennio sarebbe l’unico modo per tentare di evitare che i giovani se ne vadano e per tentare di attrarre forze lavoro e professionisti qualificati che qui potrebbero costruirsi un futuro.

29 settembre 2007 – Come risultano vuote e sterili le parole del Senatore Architetto Renzo Piano e l’allora Sindaco Marta Vincenzi “..sia chiaro che non si tratta di demolire per ricostruire, si tratta di demolire per dare aria..

Purtroppo alle parole non seguirono i fatti; al 2021 non è cambiato nulla; non si è fatto altro che apportare varianti dove il costruito aumenta a favore delle grandi catene di vendita a spese del territorio e delle prossime generazioni.

Cambiano i colori ma i risultati restano invariati. Queste sono le parole dell’architetto Simonetta Cenci, assessore all’urbanistica della Giunta Marco Bucci all’edizione 2018 della #GenovaSmartWeek. “Genova Smart intesa come essere flessibili e veloci: tra le nostre migliorie che ci siamo proposti è far sì che le procedure per le imprese possano essere agevolate in tutte le procedure, sia urbanistiche che commerciali.” – e oggi si procede in tal senso a cambiare il PUC per Esselunga con una procedura d’urgenza.

Questa politica ѐ ovvia quanto shoccante: attraverso nuove colate di cemento, si aumentano i profitti dei privati e delle grandi catene a discapito della cittadinanza.

Davvero Genova ha bisogno dell’ennesimo centro commerciale? Possiamo discutere quanto volete sull’opportunità di questa ennesima operazione: la nostra posizione si sposa con quella di quanti affermano che l’impoverimento del tessuto commerciale di prossimità sia un danno di enorme portata per i nostri quartieri.

Oltre a quanto detto sopra non abbiamo ancora citato il vero grande nemico del commercio locale, anche della grande distribuzione: l’e-commerce, cresciuto del 40% sotto l’emergenza Covid19 e che rappresenta un processo inevitabile che avrà un ulteriore ruolo nella trasformazione urbanistica delle città con la diffusione di grandi centri logistici e di magazzini.

Ma qui vogliamo invece raccontare della continuità tra l’attuale giunta e le passate per quanto riguarda la modifica dei piani urbanistici a servizio della GDO: era successo anni fa, sotto la giunta Vincenzi, per l’area dell’ex Italcementi e per l’area delle ex officine Guglielmetti; è accaduto ultimamente per le piscine di Nervi, per lo Champagnat e oggi accadrà anche per le aree Biasotti a San Benigno: un proliferare di tutti i tipi di grande distribuzione, di ogni tipo (inutile parlare di colore politico: quando si parla di GDO l’unico colore che conta è quello degli oneri di urbanizzazione che il privato è tenuto a versare per legge nelle casse pubbliche per la realizzazione delle opere) da Levante a Ponente passando per le due vallate, che hanno pagato il prezzo più alto in questo scacchiere per spartirsi la clientela genovese: la Val Polcevera e la Val Bisagno.

Quanto andrà avanti tutto questo?

Non possiamo fare previsioni. La misura sembra a tutti ben colma, da troppo tempo, soprattutto per le piccole e medie imprese del commercio di prossimità, oramai stremate e pronte a una nuova debacle.

Ma la misura sembra anche colma per il tessuto urbanistico di questa città, “riqualificata” a colpi di nuovi insediamenti commerciali, soffocata dal traffico veicolare per permettere il funzionamento di questi centri di grande attrazione e soprattutto sempre più povera, di persone e capitali.

Come ormai tutti saprete, Genova perde abitanti: il saldo tra nuovi nati e morti è negativo da alcuni decenni.

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Per quanto possiamo ancora permetterci una urbanistica d’assalto come quella che ci viene ancora oggi presentata?
Chi pagherà il prezzo di insediamenti sempre più diffusi e sempre meno frequentati?

 

 

 

Territorio e Università: gli Amici di Ponte Carrega al workshop della laurea magistrale in Architettura sulla Val Bisagno

Lunedì scorso, 15 giugno, su invito dell’Università degli Studi di Genova abbiamo partecipato al workshop della Laurea magistrale in Architettura sulla Val Bisagno: è bello che il mondo dell’università coinvolga gli attori del territorio ed è bello che tra questi attori abbia scelto anche noi!

 

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L’intervento, a cura di Fabrizio Spiniello, si è focalizzato su tre macro tematiche:

1. Perché parlare della Val Bisagno può essere interessante.

La realtà della Val Bisagno è rappresentativa di altre realtà e di problematiche a livello nazionale, sia di natura ambientale (il dissesto idrogeologico, l’abbandono del territorio coltivo periurbano, la cementificazione), sia di natura sociale e politica (la chiusura dei negozi di quartieri e la proliferazione della GDO, una popolazione in calo – la nostra città continua a perdere abitanti in maniera impressionante, circa 300.000 a partire da fine anni’70, con previsioni identiche anche per i prossimi venti anni – , sempre più fragile e anziana, la mancanza di servizi e di spazi urbani aggregativi, le poche idee sul futuro della valle e della città, la diaspora dei giovani verso Milano o altre realtà europee.

2. Accenni sulla storia del lavoro e dell’immigrazione in Val Bisagno.

Partendo dai caratteri della Val Bisagno di fine Ottocento, ancorata a una agricoltura di sussistenza, all’artigianato e a un’economia legata ai trasporti, si è tentato di delineare un profilo di sviluppo che, attraverso la realizzazione delle nuove strade e dell’annessione alla grande Genova, ha portato in pochi anni la vallata ad essere una zona fortemente legata all’industria e ai servizi per la città.

Attraverso la storia dell’immigrazione in valle si è raccontato di uno sviluppo urbanistico legato soprattutto alla realizzazione di quartieri popolari e di impianti industriali, questi ultimi via via ridimensionati e dismessi a partire dagli anni Ottanta del Novecento. Molti di questi stabilimenti industriali sono stati riconvertiti in spazi commerciali della grande distribuzione.

3. Alcune riflessioni e proposte sul futuro della Val Bisagno.

Il racconto si è protratto su alcune tematiche di grande attualità, come il dissesto idrogeologico (scolmatore, fondi PON  Metro, progetto sul versante di Piazzale Bligny, Rio Torre), quello della mobilità (la Val Bisagno è in attesa dell’approvazione o del diniego del finanziamento richiesto dal Comune al MIT sulla realizzazione di una rete di filobus, anche se il dibattito fino ad oggi era concentrato sulla realizzazione di una tranvia, mezzo scelto a seguito del Debat Public del 2010).

Anche la realizzazione di una pista ciclabile è tema molto dibattutto negli ultimi mesi:  https://www.amicidipontecarrega.it/2020/05/17/un-percorso-ciclabile-tra-borgo-incrociati-e-via-adamoli-e-possibile/

Un altro esempio: la proliferazione dei centri commerciali. Oltre all’area ex Boero e all’area ex Cementifera, rimane in sospeso il progetto sull’area ex Guglielmetti dove era prevista la realizzazione di un centro commerciale e di un albergo (https://www.amicidipontecarrega.it/tematiche/territorio/ex-officine-guglielmetti/page/3/).

L’intervento è proseguito con il tema della valorizzazione e la salvaguardia della Val Bisagno, con le sue bellezze e i tanti beni storici e architettonici del suo territorio, sono, in primis, uno strumento a favore degli stessi cittadini che vivono o lavorano n Val Bisagno per ridare dignità a questo territorio e proteggerlo da ulteriori speculazioni e rapallizzazioni.

L’obiettivo dei prossimi anni per la Val Bisagno deve essere quello di non perdere più occasioni di rilancio: migliorare la vivibilità e la fruibilità dei nostri spazi pubblici non può essere fatto con la realizzazione di ulteriori centri commerciali ma può essere realizzato solo riconoscendo valore a questo territorio.

Esiste un patrimonio urbano anche nelle periferie: ignorarlo non significa che non esista.

Per concludere si è voluto porre l’accento su alcuni esempi concreti e alcune aree destinate ad essere al centro, nei prossimi anni, di trasformazioni urbanistiche sulle quali si giocherà gran parte del futuro di questa parte di città e sulle quali gli studenti di Architettura potranno confrontarsi:

  • Ex Guglielmetti: è ancora attuale, con l’avanzare dell’e-commerce, sostenere la realizzazione di un grande centro commerciale? E’ possibile ripensare l’area utilizzando anche la parziale destinazione industriale prevista dal PUC, e immaginare una diversa destinazione rispetto invece di una nuova Fiumara?
  • Volpara: area attualmente occupata da AMIU e dal fangodotto per il trattamento dei rifiuti reflui che sarà spostato nelle aree ex Ilva di Cornigliano a partire dal prossimo anno. L’area in parte è occupata da altre officine comunali: l’attuale amministrazione comunale ha dichiarato una possibile dismissione dell’area dalle attuali servitù ma non ha tracciato linee guida in merito a una sua riconversione ad eccezione di una proposta di collocare qui il centro direzionale Amiu, oggi in via D’Annunzio;
  • Area di Ca’ de Pitta: pur essendo in parte attualmente occupata dal cantiere dello Scolmatore e dal Mercato all’ingrosso del Pesce è ancora una area enorme e molto appetibile da un punto di vista urbanistico;
  • Area ex Moltini: la piombifera dismessa nei primi anni duemila è un’altra area che potrebbe essere trasformata;
  • Ipotesi di scuola: l’area di Gavette occupata da Iren. Le antiche Officine del Gas sono oggi utilizzate da Iren: qualche anno fa insieme al Politecnico si era lanciata l’idea di riconvertire l’area in un campus universitario, riutilizzando le pregevoli costruzioni poste all’interno dell’area e utilizzando gli enormi spazi oggi usati come parcheggio mezzi e depositi materiali.

 

Non solo cemento, un’altra Val Bisagno è possibile

liguritutti

Pubblicato un nostro articolo sul sito Liguri Tutti, ideato da Marco Preve,  Ferruccio Sansa, Giovanni Ghersi

http://www.liguritutti.it/2016/10/15/non-solo-cemento-unaltra-val-bisagno-possibile/

liguritutti

Alcune osservazioni presentate al Municipio IV sul nostro quartiere

commisione

Il documento è stato inviato in Municipio alla fine di Luglio.

-sistemazione idraulica Rio Torre
In merito ai lavori di sistemazione idraulica del Rio Torre si chiede di aggiornare la cittadinanza circa l’inizio dei lavori. Al momento, come risulta dal sito internet del Comune di Genova l’avvio della procedura per la gara di appalto è prevista per ottobre 2016. Ciò rappresenta un ulteriore rinvio per l’apertura di un cantiere e di fondamentale importanza per il quartiere.
-rifacimento acque bianche Passo Ponte Carrega e Piazza Adriatico
 Come riferito dall’Ufficio Idraulica del Comune di Genova la somma destinata all’adeguamento idraulico del Rio Torre non è sufficiente a garantire anche la  fondamentale opera di rifacimento della rete di acque bianche di Passo Ponte Carrega e Piazza Adriatico. Rivolgiamo pertanto all’Amministrazione la richiesta di intervenire contestualmente ai lavori di adeguamento idraulico del Rio Torre (così da concentrare i lavori in un unico lotto) utilizzando fondi municipali o comunali destinati a questa categoria di opere e/o ribassi d’asta dovuti ai lavori di sistemazione idraulica del rio Torre.

-progetto rifacimento Piazza Adriatico: situazione dei fondi stanziati e della procedura presso Ass.Lavori Pubblici
A seguito degli incontri con il Municipio IV Media Val Bisagno e a seguito delle assemblee pubbliche di quartiere svoltesi nell’arco dell’estate 2015 sono state presentate, dai cittadini del quartiere, all’Ufficio dei Lavori Pubblici del Comune di Genova le linee guide per il rifacimento di Piazza Adriatico attraverso l’utilizzo dei fondi ricavati dalla mancata realizzazione del cordolo stradale e della progettazione di Piazza Adriatico derivanti dagli oneri di urbanizzazione del Bricoman.
Si intende chiedere conto all’Amministrazione di quanto presentato e protocollato dagli uffici, chiedendo di essere aggiornati sullo stato attuale della progettazione, facente riferimento all’Assessorato al Territorio del Municipio e all’Assessorato ai Lavori Pubblici del Comune di Genova-Direzione Lavori Pubblici-Settore Progettazione e Opere Pubbliche (Arch. Mirco Grassi). Analogamente si chiede all’amministrazione municipale di aggiornare la cittadinanza sugli esiti della richiesta da parte del Consiglio comunale di effettuare un sopralluogo della Commissione V Territorio presso Piazza Adriatico e Ponte Carrega.

-aggiornamento sui lavori di tracciatura della segnaletica orizzontale presso Via Fratelli Chiarella e realizzazione nuovo attraversamento presso Via Ponte Carrega
A seguito dei sopralluoghi dell’Ufficio tecnico del Municipio IV Media Val Bisagno e della Polizia Locale effettuati nel mese di giugno sulle problematiche relative alla viabilità di Via Ponte Carrega e Via Fratelli Chiarella era emersa la necessità di tracciare una nuova e più efficace segnaletica orizzontale all’inizio di Via Fratelli Chiarella e di installare un nuovo attraversamento pedonale presso i bidoni R.S.U. in Via Ponte Carrega. A seguito di tali iniziative chiediamo al Municipio IV Media Val Bisagno di aggiornare la cittadinanza.

(Su Via Chiarella è stato anche fatto presente, successivamente alla mail e all’incontro con l’Ufficio Tecnico che va rialzato lo scalino con il quale si accede ai civici di Via Fratelli Chiarella, come prima dei lavori. E’ inoltre stato fatto il sollecito ai Chiarella per la sfalciatura delle alberature sul lato sx di Via Fratelli Chiarella)

Risposta del Municipio: in attesa di aggiornamento da Aster

-aggiornamento sulla sistemazione delle aiuole di Ponte Carrega e sull’intervento di Amiu
A seguito del sopralluogo dell’Ufficio tecnico del Municipio, del dirigente di Amiu, del rappresentante dell’amministrazione del condominio Bricoman-Sogegross e dei giardinieri responsabili della manutenzione delle aiuole sono state installate nuove piante al posto di quelle seccate e si sta procedendo alla manutenzione del verde e dell’impianto di irrigazione, così come richiesto dal contratto di gestione delle aree verdi stipulato tra Comune di Genova e gestore dell’area suddetta, oltrechè dalle richieste della cittadinanza.
A seguito di ciò si vuole sottolineare, per permettere una più facile ed efficace manutenzione di tali aree, la necessità di installare dissuasori volti a impedire ai cani di accedere alle aiuole.
Si chiede anche all’Amministrazione municipale di aggiornare la cittadinanza circa una eventuale e auspicabile modifica del contratto di gestione delle aree che al momento non prevedono l’intervento di Amiu per quanto riguarda la pulizia del quartiere nelle aree di nuova realizzazione.
Allo stesso tempo si vuole esprimere vivo apprezzamento per l’installazione da parte di Amiu dei nuovi cassonetti in cemento dislocati in Piazza Adriatico e per la pulizia del verde della Creuza di Salita Terpi.

Risposta del Municipio: in attesa di modifica del contratto di gestione delle aree che avverrà nei prossimi mesi

-trogolo
Chiediamo all’amministrazione di aggiornare la Associazione, stipulante una convenzione di scopo con Questo Municipio per la gestione dell’area del lavatoio di Salita alla Chiesa di Staglieno, circa il proseguo dei lavori di sistemazione del muro di confine tra l’area del lavatoio e quella del Cimitero monumentale di Staglieno.
In assenza di questi necessari lavori di sicurezza, la nostra associazione è costretta a tenere chiusa l’area e a non poter proseguire i lavori di recupero dell’area pubblica.

-pali storici Ponte carrega
A seguito di richieste effettuate nel tempo al Presidente del Municipio IV Media Val Bisagno e all’Ufficio tecnico del Municipio si è chiesta, in passato, la possibilità di inserire nel capitolo di spese municipale riguardante la Illuminazione pubblica l’inserimento della illuminazione storica ai due estremi del Ponte Carrega. Chiediamo all’Amministrazione municipale di comunicarci l’eventuale adesione a questa progettazione già approvata dalla Soprintendenza e dagli Uffici competenti del Comune di Genova.

Inoltre la Associazione ha presentato altre tre segnalazioni al Municipio:

-la prima in data 1 agosto, mandata al Presidente del Municipio IV Gianelli, all’Ufficio Tecnico e alla Soprintendenza è stata poi trasmessa all’ing.Pinasco dell’Ufficio Idraulica del Comune di Genova riguarda lo stato di erosione della platea di Ponte Carrega. Qui di seguito il testo della mail:

Con la presente mail si vuole dare seguito alle segnalazioni fatte in precedenza in sede di audizione in Consiglio Comunale e Osservazioni al Piano triennale dei Lavori Pubblici circa la situazione di degrado ed erosione della platea in cemento armato del Ponte Carrega. Le armature sono oramai da molto tempo a vista e non risultano più essere coperte da cemento; la stessa base si presenta oramai molto erosa e scavata dalle acque. Dando seguito alle richieste dei cittadini riferiamo all’Amministrazione municipale i nostri dubbi e le nostre preoccupazioni per questa situazione e chiediamo al Municipio IV Media Val Bisagno di farsi carico della comunicazione all’Assessorato ai Lavori Pubblici del Comune di Genova affinchè i suoi tecnici possano eseguire un sopralluogo e possano quindi stabilire l’entità del problema e intervenire a salvaguardia del bene storico monumentale di Ponte Carrega, in accordo con la Soprintendenza competente, che legge in copia.
Si resta in attesa di risposta e si saluta cordialmente.

Questa la risposta del Municipio:

Spett. Associazione Amici di Ponte Carrega

In relazione alla Vostra segnalazione di cui sotto, qui pervenuta alla Segreteria del Presidente (prot. 268033/3.8.2016) e   per conoscenza   all’Area Tecnica municipale e ai Beni Culturali, si informa che la stessa,  come da Voi richiesto,  è stata inoltrata  alla Segreteria dell’Assessorato ai Lavori Pubblici del Comune di Genova.

L’Area Tecnica municipale, tramite il Responsabile Geom. Roberto Maragliano, si è peraltro prontamente attivata al fine di verificare, come di sua primaria competenza, quanto da Voi evidenziato, interessando gli Uffici competenti per gli opportuni sopralluoghi e le valutazioni in merito a quanto segnalato.

Cordiali saluti

Il Presidente del Municipio IV

Agostino Gianelli

Segreteria Organi Istituzionali

Municipio IV Media Val Bisagno

(Arrigo Gemignani)

-la seconda in data 9 agosto riguardate la movimentazione terra nel greto del Bisagno all’altezza delle Gavette. della quale l’assessore al territorio del Municipio IV, Gianni Bagnino, ci ha riferito quanto segue: “si tratta di una operazione autorizzata dalla Città Metropolitana e si tratta di terra prelevata da sotto la copertura dello Stadio di Marassi ( Aster sta effettuando la pulizia della parte sottostante la copertura del Bisagno in Piazzale Marassi), stoccata presso il greto all’altezza delle Gavette e in attesa di essere collocata all’altezza della briglia del ponte Monteverde a Staglieno”.

-la terza in data 10 agosto riguardante i lavori di ripristino della pavimentazione presso la rotonda di Ponte Carrega (laddove sono stati effettuati gli scavi per la realizzazione della bocca di lupo, guarda articolo precedente): al posto degli autobloccanti drenanti è stata fatta una asfaltatura del marciapiede. Abbiamo chiesto, tramite il Municipio e l’Ufficio tecnico, spiegazioni: Aster ci ha comunicato che l’asfaltatura è stata voluta perchè, a detta del geometra di Aster, “altrimenti si rischia che la forza dell’acqua si porti via i blocchetti”.  Crediamo che il Municipio possa trovare insieme ad Aster una soluzione diversa da quella oggi adottata e ripristinare la pavimentazione drenante in autobloccanti.

E’ stato poi fatto il punto sulla edicola votiva di Ponte Carrega. La nostra associazione insieme alla Parrocchia di Montesignano è in attesa degli ultimi rinnovi di autorizzazione per iniziare i lavori di riposizionamento dell’edicola.

Infine è stato fatto presente il problema della pensilina dell’autobus mancante in Via Terpi all’incrocio con Via Mogadiscio.

 

La Val Bisagno tira le orecchie al sindaco

Urbanistica

Venerdì 10 giugno siamo intervenuti al convegno organizzato da Comune di Genova e Circolo Sertoli intitolato “Un vestito nuovo per la Val Bisagno“. Abbiamo voluto esporre al Sindaco il nostro punto di vista e le nostre idee sul futuro della Val Bisagno. Su Il Secolo XIX dell’11 Giugno è comparso il seguente articolo nel quale sono riportati alcuni passaggi del dibattito.  <guarda l’articolo qui>

Oltre a quanto riportato dal quotidiano la nostra riflessione ha posto l’accento sui temi proposti dal sindaco: lavoro, ambiente, idea di città, resilienza, mobilità. Abbiamo riconosciuto l’impegno e i risultati della Giunta nel dare risposta alla tematica idrogeologica della città e l’apprezzamento per l’alt dato al progetto di restringimento degli argini ( ripetiamo però che senza un altrettanto forte impegno sul lato del ritorno alla cura dei versanti e della tutela del territorio si rischiano di vanificare le opere idrauliche). Tuttavia, abbiamo voluto esprimere le nostre perplessità sulla idea di città e di vallata proposta dal Sindaco. Soprattutto abbiamo voluto porre l’attenzione sulla mancata pianificazione della vallata: vediamo nascere operazioni che sono coerenti con una idea di sviluppo lasciata al mercato e alla speculazione ma che non rispondono alle esigenze di una città e di una vallata come la nostra, con le trasformazioni economiche e sociali di questi ultimi anni. Non c’è disegno, non vediamo pianificazione, non esiste un disegno urbanistico ben delineato se non quello delineato “a misura di mall” o a favore del privato investitore.

All’affermazione secondo cui “la città declina senza costruire” noi abbiamo voluto ribattere con alcuni esempi e alcune considerazioni e senza nemmeno fare riferimento alle tematiche ambientali abbiamo posto l’accento su un altro aspetto altrettanto importante: una città in decrescita come la nostra, che perde da 40 anni 16 abitanti al giorno e che tra vent’anni sarà grande come una città medio-piccola ha davvero bisogno di nuove costruzioni, nuove residenze? I segnali di crisi vanno avanti da anni, eppure l’idea di progresso per questa città deve essere ancora e sempre la stessa idea da “Boom economico”? Le torri sul Chiaravagna invendute, le Torri Faro invendute, la Coopsette fallita dopo l’operazione Bricoman: siamo sicuri che il mattone porti ancora lavoro (almeno nei termini di nuove costruzioni)? O forse è un tentativo di aggrapparsi al bel mondo antico che non c’è più? Di sicuro non riusciamo a imparare dalle esperienze europee e di altri contesti riconducibili al nostro. Soprattutto manca una visione politica a lungo temine: non abbiamo l’ardire di proporre alternative e di cercare nuove strade che possano rappresentare una opportunità per la città e per la vallata. Nel frattempo la città perde i suoi giovani. Non è questione di “non vendere sogni” come dice il Sindaco ma è questione di ascoltare le idee e le proposte che in questi anni gli sono arrivati dalla città, i segnali che sono giunti dal contesto economico e sociale, le idee che  sono state proposte. Non si risolverà tutto col lavoro nei centri commerciali, ne si risolverà tutto con il ritorno alla manutenzione del territorio: ma per evitare che questa città muoia ci vuole una visione politica, non la politica del “meno peggio”: di questo in Val Bisagno come in tutta la città siamo francamente stanchi. Ci vuole coraggio nel proporre idee nuove, nel cercare nuove strade. Infatti la Val Bisagno è sempre, con altri quartieri, periferia. Lo è diventata, come dice il Sindaco, anche in mancanza di una identità forte, che va ricostruita e rafforzata. E’ vero: per farlo però bisogna avere il coraggio di mettere la periferia al centro della nostra città. Nei programmi elettorali riesce sempre bene a tutti, nella realtà dei fatti è l’ultimo dei problemi delle amministrazioni. Non bastano gli slogan, investire sulla periferia significa avere il coraggio di cambiare la propria visione politica: affermare che gli spazi vuoti siano buchi neri da non lasciare vuoti e da usare non è sufficiente se alla fine non si riesce a governare la trasformazione di questi spazi lasciando tutto alla iniziativa dei privati.

Non si sono fatti passi avanti in questi anni: il mondo cambia ma l’antico regime rimane sempre uguale a se stesso.

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Sopralluogo 7 Giugno, Aiuole nuove

Sopralluogo

Durante la mattina del 7 Giugno 2016 si è svolto il sopralluogo per lo stato di manutenzione e pulizia delle nuove aiuole di Ponte Carrega. Oltre alla Associazione Amici di Ponte Carrega era presente l’ufficio tecnico del Municipio, Amiu, il gestore del Bricoman-Sogegross e il giardiniere che ha preso in carico la manutenzione.
Su Bricoman e Sogegross grava, per i prossimi 9 anni, la cura del verde e la irrigazione delle aiuole: per questo motivo sono tenuti a piantumare di nuovo gli alberi e la vegetazione seccata ( abbiamo chiesto di mettere qualcosa di più resistente). Al momento la pulizia spetta invece al Comune: che dovrà sottoscrivere un contratto con Amiu. Solo allora potranno essere sistemati anche i cestini per il quartiere. La manutenzione dei giardinetti nuovi spetta, al momento, al Comune. A Bricoman-Sogegross spetta la illuminazione, la irrigazione e la manutenzione del verde dei giardinetti, ma non la loro pulizia, esclusa dal contrattp di gestione, che spetterebbe quindi al Comune.
Il Municipio si farà carico di chiedere al Comune di modificare il contratto di gestione e di chiedere ad Amiu di occuparsi della pulizia delle nuove aree. 
Si ricorda inoltre che la prima parte dei parcheggi del Bricoman è privato ad uso pubblico, utilizzabile da tutti. Nel frattempo ci aspettiamo da parte del Bricoman-Sogegross un miglioramento del decoro e della manutenzione delle aiuole e degli spazi verdi.

Qui di seguito il volantino che sarà distribuito per informare i cittadini dei due sopralluoghi svolti nella ultima settimana: informativa 3:2016 pdf

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Informative alla cittadinanza

Info
n.1/2016

n.1/2016

n.2/2016

n.2/2016

Le idee del quartiere per migliorare Piazza Adriatico!

Idee

Dal mese di giugno le associazioni e i cittadini di Ponte Carrega e Piazza Adriatico si sono incontrati più volte per scegliere e discutere insieme cosa proporre alla Pubblica Amministrazione per il miglioramento di Piazza Adriatico. A seguito di alcune commissioni consiliari il Municipio e il Comune hanno messo a disposizione del quartiere una somma di circa 100 mila euro derivanti dagli oneri di urbanizzazione dell’edificio per il Bricoman e più precisamente dalla mancata realizzazione di un cordolo stradale e della mancata progettazione del restyling di Piazza Adriatico: briciole rispetto ai milioni di euro di investimento complessivo del centro commerciale e agli oneri di urbanizzazione versati nelle casse del comune (andati per metà a bilancio e per l’altra metà nei lavori di viabilità e di adeguamento idraulico del Mermi) ma pur sempre una somma di fondi utile per iniziare a lavorare al miglioramento del quartiere, in attesa soprattutto dei lavori di adeguamento idraulico del rio Torre e di rifacimento delle reti bianche, attesi da decenni. Il territorio ha cercato e voluto fortemente questa somma, anche se sicuramente insufficiente per affrontare un discorso di sistemazione più complessivo, e le realtà associative e aggregative del quartiere hanno quindi pensato che il modo migliore per scegliere cosa fare di quei soldi fosse quello di chiedere direttamente agli abitanti che vivono il territorio: il risultato di questi incontri e dell’ultima assemblea pubblica di sabato 9 gennaio è scritta in queste 8 pagine e negli allegati che illustrano le nostre idee.

Il “Documento condiviso per una progettazione partecipata di Piazza Adriatico” è stato oggi, 13 gennaio, consegnato in Municipio: oltre a singoli cittadini hanno partecipato e contribuito alla stesura del documento condiviso la Associazione Amici di Ponte Carrega, l’Arci Ponte Carrega, il Centro documentazione Val Bisagno e il Comitato di Piazza Adriatico.

Ora il documento affronterà il suo iter prima in Giunta Municipale (il Municipio è stato aggiornato degli incontri e ha organizzato una specifica commissione consiliare e una assemblea pubblica su questo tema) e infine in Comune dove la competenza spetta all’assessorato ai Lavori Pubblici.

L’idea emersa dagli incontri e che potete leggere nel documento in formato pdf qui sotto consiste principalmente nella pedonalizzazione della Piazza, in modo da rimettere al centro la socialità delle persone e dei rapporti umani limitando di conseguenza il passaggio delle auto nello spazio centrale del quartiere, un miglioramento dell’arredo urbano e della dotazione di giochi per bambini (con la individuazione di una seconda area per il gioco e la sostituzione del fondo del campetto con un nuovo fondo) e infine la delimitazione dell’area pedonale con una specifica pavimentazione drenante (tipo blocchetti o lastricato) che possa ridare permeabilità al suolo, migliorando la respirazione dell’impianto arboreo oggi presente e favorendo, anche solo per le piogge più leggere (perchè Piazza si allaga anche con piogge leggere!), l’assorbimento delle acque di caduta nel suolo (in attesa e ad integrazione di ben più importanti lavori di sistemazione idraulica come quelli sul Rio Torre, le reti bianche, regimazione acque dei versanti, scolmatore). La nuova pavimentazione contribuirà, secondo noi, a dare al nuovo spazio pedonale un aspetto di piazza pubblica e contribuirà al miglioramento estetico del quartiere.

Documento condiviso Piazza Adriatico definitivo 11 gennaio pdf

Allegato 1Allegato 2

Una delle assemblee: questa foto si riferisce alla riunione organizzata dal Municipio

Una delle assemblee: questa foto si riferisce alla riunione organizzata dal Municipio presso l’Arci Ponte Carrega

Tursi: “Mai più centri commerciali in aree industriali dismesse”

CentriCommerciali

Repubblica 2 Lunedì 7/12 la Repubblica ha pubblicato un articolo con il seguente titolo “Centri Commerciali lo Stop di Tursi, mai più in aree industriali dismesse” <Link qui>

La Repubblica, 7 dicembre 2015

La Repubblica, 7 dicembre 2015

Un titolo che annuncia un cambiamento di tendenza da parte delle nostre amministrazioni che fino poco tempo fa sostenevano il contrario: basta rammentare un altro articolo che sempre la Repubblica aveva pubblicato il 22 aprile 2014, non molto tempo fa: “Molassana,  Bricoman fa già discutere “Un mostro, ma porta lavoro“. A questo titolo occorre ricordare quanto affermato dal presidente del Muncipio media Val Bisagno, Agostino Gianelli: “Non sarà il massimo ma forse qualcuno ha dimenticato cos’era l’Italcementi“. Questo post lo scriviamo dopo che anche l’amministrazione comunale ha manifestato ufficialmente l’intenzione di cambiare rotta sulle scelte di riconversione delle zone industriali dismesse in grandi centri commerciali, come da tempo, portando anche esempi e contributi esteri (https://www.amicidipontecarrega.it/2014/07/02/la-morte-dei-centri-commerciali/), la Associazione Amici di Ponte Carrega sostiene. Con queste considerazioni vogliamo sottolineare che non abbiamo affatto dimenticato cosa era lo stabilimento Italcementi e soprattutto che cosa ci aspettavamo da una riconversione urbana decisa dopo circa cento anni di sacrifici imposti alla vallata con la presenza di uno stabilimento inquinante e invadente come quello dell’ex cementificio di Ponte Carrega. A queste considerazioni occorre sottolineare che non era solo questo perché certamente con il disagio c’era anche la produzione e con quella il lavoro a un indotto di migliaia di lavoratori. E’ proprio perché abbiamo memoria di questo fatto che la sua riconversione meritava un approfondimento più serio sul proprio destino.

Cementificio

Ingresso Ex Cementificio Italcementi

Senza dubbio l’aspettativa sulla riqualificazione era diversa da quella che lo stesso Sindaco Marco Doria nella trasmissione Report di Rai3 ha definito “un riutilizzo dell’area e non una vera e propria riqualificazione. Il cambiamento di rotta dell’amministrazione comunale ci ha sorpreso perché non dimentichiamo che fino a qualche mese fa, la stessa non sembrava contraria alla riconversione delle ex-Officine Guglielmetti in una nuova Coop con annesso albergo e posteggi “di interscambio” in bella vista sopra la copertura dei nuovi edifici. Questo progetto ora è stato bloccato dai tecnici del piano di bacino della Regione Liguria, per l’evidente allagabilità delle zone, ma non sfugge come questa prescrizione, che afferma un principio di precauzione a favore della sicurezza dei cittadini, non sia stata adottata prima. Ora ci aspettiamo un dibattito pubblico sulla destinazione di quell’area con il coinvolgimento della cittadinanza.

Viabilità a rischio inondazione

La rotonda di Ponte Carrega appena costruita e già allagata la primo evento di pioggia del 2015

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Forse il cambiamento di rotta dell’attuale amministrazione comunale avviene dopo il palese fallimento del modello imposto come soluzione alla crisi industriale con la riconversione delle aree industriali in centri commerciali,

CentriCommerciali

Video di La7 sulla sorte dei centri commerciali in Italia

un modello che a Genova ha avuto il suo apice con la Fiumara, ma che poi si è rapidamente esaurito rendendo queste operazioni poco redditizie fino al suo naufragio simboleggiato dal mostruoso edificio di Ponte Carrega che ha la singolare forma di una nave, una scatola di c.a. 49.000 mq di superficie dalle dimensioni 300x60x40 m. appoggiata a pochi metri dal torrente Rio Mermi in un’area golenale di fondo valle. IMG-20150717-WA0001 Questo modello perpetuato dai costruttori senza una reale esigenza da parte del mercato immobiliare si è palesato di fronte alla crisi immobiliare: il costruito non si riesce a vendere (prezzi alti visto l’alto costo di produzione, altri magazzini vuoti in vallata, mancanza di un polo trainante, crisi economica) essendo palesemente inutile, inadeguato e sproporzionato alle esigenze richieste dal territorio. pertanto l’edificio rimane (per ora, in attesa di liquidazioni varie) invenduto e vuoto per 2/3 e risulta essere stato tra gli ultimi lavori della impresa costruttrice, Coopsette, che da questo lavoro e da altre operazioni similmente fallimentari, non si è più ripresa finendo infine il mese scorso in liquidazione coatta e lasciando a casa centinaia di lavoratori (55 a Genova). Questa tendenza a costruire a ogni costo senza una reale domanda, non è stata sufficientemente mitigata dalle autorità comunali che dovevano vigilare sulla pianificazione urbana e alla fine il risultato è stato un fallimento su molti fronti: aziendale, con errori di strategia aziendale non adattabili ad una crisi economica di questo genere (un edificio presumibilmente non progettato per la Val Bisagno, con tecniche di costruzione volte a salvaguardare rami d’azienda in difficoltà, nello specifico il comparto prefabbricati); politica, con la classe dirigente genovese che non è stata in grado di leggere la crisi (a dirla tutta molti non sono nemmeno stati in grado di leggere il progetto, “Pensavamo fosse più piccolo”!), nè di salvaguardare posti di lavoro favorendo un modello di sviluppo sorpassato e non adattabile alla crisi (e non contiamo, in questo ambito, i posti di lavoro perduti per la chiusura di piccoli rivenditori dei materiali edili etc, se ne contano già 3 in pochi mesi contro i nuovi contratti proposti da una catena multinazionale). E tutto ciò senza contare l’errore urbanistico e l’errore ambientale, frutto della stessa maggioranza politica che ora si strappa i capelli per un Piano Casa che non è certo peggiore di quello di stampo burlandiano sul quale nessuno aveva mai osato proferire parola e che dimostra ancora una volta come sia solo lo scontro ideologico a muovere la Politica e non l’interesse comune. Dietro a questi errori ci sono le necessità di incassare oneri di urbanizzazione da mettere nei bilanci di spesa corrente dei comuni. L’affermazione che questi “mostri” di cemento portano lavoro è palesemente falsificata dai dati reali e infatti le prime vittime di questo procedere sono stati proprio i costruttori che non si sono adeguati al cambiamento in corso imponendo alla collettività un costruito che poi non sono riusciti a vendere procedendo verso la strada del fallimento.

Il Secolo XIX, 30 ottobre 2015

Il Secolo XIX, 30 ottobre 2015

vedi: <articolo 7 novembre 2015 – il fatto quotidiano > Noi crediamo in un altro modello rispetto a quello propinato da anni da queste amministrazioni “paternalistiche” che in nome del “portare lavoro” hanno in realtà negato reali percorsi di partecipazione ai cittadini decidendo le sorti di molti quartieri nelle sedi ristrette di qualche partito. Un atteggiamento non democratico perché è la pratica della “dittatura della maggioranza”. Così dal nulla sono sorti i “mostri” come quello di Ponte Carrega, che contrariamente agli slogan propagandistici dei soliti partiti non hanno portato lavoro ma lo hanno solo spostato: <articolo 16 marzo 2015 – Genova24> Noi non crediamo affatto a questo tipo di sviluppo. Il lavoro, “quello vero”, lo si ottiene nella salvaguardia ambientale e nel rispetto della cultura e della bellezza in ogni sua forma. Sviluppo sostenibile e alla tutela dell’ambiente, arte e bellezza, queste le vere chiavi di svolta che potrebbero far crescere l’occupazione, anche nel settore dell’edilizia. Esiste un patrimonio immobiliare tutto da riqualificare, intere porzioni di città da rendere belle, fruibili, sicure, senza creare “nuovi mostri” visto che ci sono già sufficienti errori urbanistici da cancellare su cui lavorare per i prossimi cinquanta anni. Questo percorso di riqualificazione non può prescindere da una reale partecipazione e coinvolgimento dei cittadini e a una maggiore attenzione alle esigenze del nostro fragile territorio e delle nostre fragili, socialmente discutendo, “periferie”.   Tornando alla proposta dell’Assessore Piazza: questo cambio di prospettiva ci conferma  l’attualità e la preveggenza, da un punto di vista dello sviluppo economico e urbanistico, delle proposte della nostra associazione che da anni va ripetendo la necessità di un cambio di strategia della città, partendo dalle sue aree industriali dismesse e dai suoi vuoti urbani. Ciò che l’amministrazione comunale intenderà fare nell’area dell’ex Mercato di Corso Sardegna e della ex Caserma Gavoglio potrebbe andare in questo verso: sono due prove importanti, spartiacque tra passato e futuro della città. Se questo cambio di passo sarà portato avanti in modo inclusivo, insieme a tutta la cittadinanza, potrà essere una svolta nell’amministrazione della città e del futuro sviluppo della stessa. Gli elementi per valutare questo possibile cambio di strategia politica sono però ancora troppo pochi per dare un giudizio più completo sulle dichiarazioni della Giunta comunale: attendiamo un prossimo passo e soprattutto un serio dibattito, che tenga in considerazione sia gli aspetti economici che quelli urbanistici, sulle destinazioni d’uso delle aree dismesse della città. “Noi crediamo nel potere illimitato delle forze spirituali: Amore, Verità, Giustizia, Bellezza. Gli uomini, le ideologie, gli Stati che dimenticano una sola di queste forze creatrici non potranno indicare a nessuno il cammino della Civiltà“. (tratto da il mondo che nasce di Adriano Olivetti)

Il Fatto Quotidiano su Bricoman e Coop Guglielmetti

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Il Fatto Quotidiano del 20/10/2015

Il Fatto Quotidiano del 20/10/2015

Qui di seguito invece un articolo sempre del 20 ottobre comparso invece su Il Secolo XIX con al centro i dati ISPRA sul consumo di suolo in Liguria e il Piano Caso della Giunta Toti:

http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2015/10/19/ARPMooNG-territorio_consumato_avanzata.shtml

Le osservazioni sul Rio Torre e sul Rio Mermi presentate in Conferenza dei Servizi

BFS

Pubblichiamo qui di seguito le osservazioni prodotte in sede di Conferenza dei Servizi per il progetto di adeguamento idraulico del rio Torre di Quezzi, accompagnate dalle osservazioni sui problemi idrogeologici del quartiere e da alcune osservazioni sul rio Mermi. Le seguenti osservazioni saranno presentate anche al Consiglio comunale.

Visto il Progetto definitivo dei Lavori di sistemazione idraulica della tombinatura del “Rio Torre di Quezzi “ (GULP 12496), visto il Verbale della Conferenza dei Servizi Referente del 9 settembre 2015 e visto il Rende Noto allegato con cui si comunica l’avvio del procedimento, I cittadini di Piazza Adriatico e Ponte Carrega riuniti in assemblea insieme all’Associazione Amici di Ponte Carrega, all’ Arci Ponte Carrega e al Comitato di Piazza Adriatico producono le seguenti osservazioni chiedendo che vengano raccolte in sede di Conferenza dei Servizi deliberante:

-Considerato il fatto che anche dopo i lavori sul Rio Torre permarrà nella zona il rischio esondazione, anche per portate inferiori alla duecentennale (T200), chiediamo agli Uffici del Comune, in previsione della riperimetrazione delle aree di esondabilità che potrebbero trasformare Piazza Adriatico in area Gialla di non concedere l’abitabilità agli alloggi posti al pian terreno di Piazza Adriatico civici 3; 4; 5; 6; 7; 11; 12; 17; 18; 19 e 20, visto e considerato anche il permanere dell’obbligo di sgombero delle famiglie in caso di allerta 1 e 2 come previsto da Ordinanza Sindacale n 2012-258 del 12/09/2012.

-Considerato il fatto che il progetto interessa solo la parte pubblica della copertura di Passo Ponte Carrega si chiede al Comune di Genova di sollecitare la Regione Liguria a intervenire per la sistemazione idraulica anche della tombinatura in concessione demaniale, corrispondente al tratto a nord del civico 24 di Passo Ponte Carrega fino al salto a cielo aperto posto a monte della strada stessa. Riteniamo infatti che intervenire solo nella parte a valle sia insufficiente come evidenziato anche in Pag.16 della Relazione Idraulica (PO25-13-I-RE-IDR-001-C) dove si legge: “(…) permane la criticità legata all’insufficienza del franco idraulico per il tratto tombinato a monte”.

-Si domanda poi che vengano inserite nella progettazione anche opere di regimazione delle acque a monte della vasca e griglie di contenimento per evitare che l’opera idraulica venga occlusa dai materiali di trasporto solidi come alberi e massi. -Per quanto riguarda la valvola antireflusso di tipo W.5 posizionata nel punto più basso di Piazza Adriatico si ritiene che questa rappresenti una ulteriore sicurezza per il quartiere, nonostante non si siano mai riscontrati problemi di reflusso. Tuttavia per facilitare l’attività di svuotamento riteniamo sia essenziale a monte della valvola antireflusso collocare una pompa idrovora in modo da evitare che la Piazza si allaghi a causa dell’acqua di caduta e in arrivo da altre direzioni, considerato anche il fatto che, come evidenziato dalla Relazione Idraulica in Pag.16, permarrà la criticità legata all’insufficienza del franco idraulico per il tratto tombinato a monte del rio Torre.

-ll progetto non prende in considerazione il rifacimento delle reti bianche in Piazza Adriatico, nonostante l’insufficienza e la vetustà dell’attuale rete. Si ritiene assolutamente necessario e imprescindibile intervenire in tal senso e in tempi ristretti.

-Analogamente si sottolinea che, nonostante i lavori degli oneri di urbanizzazione del progetto 270/2010 (Edificio per il Bricoman) la rete bianca delle vie Ponte Carrega e Passo Ponte Carrega risultino ancora gravemente insufficienti. Come mostrano le foto in allegato, nel corso delle piogge di agosto e settembre 2015 si sono verificati allagamenti, che risultano tanto più paradossali se consideriamo che sono avvenuti a soli pochi mesi dal collaudo dell’opera. Come già evidenziato in sede di Sopralluogo Commissione V Territorio del Comune di Genova e come ampiamente denunciato si nota che questo tratto di strada sia gravato dalle acque che scendono a valle dai versanti intorno al nuovo edificato del Bricoman, dalle vivagne e dai versanti di via Terpi, Via Mogadiscio e Via Fratelli Chiarella e che il nuovo tratto di strada, sprovvisto in alcuni punti di adeguate pendenze, bocche di lupo e griglie di raccolta delle acque superficiali, sia un tratto di strada soggetto a gravi allagamenti.

-Constatiamo anche il fatto che su Lungo Bisagno Dalmazia non è previsto nulla in sostituzione alle pesanti paratie metalliche poste sull’argine sinistro dopo l’alluvione del 2011 e che dovrebbero far defluire l’acqua in caso di allagamento della strada, ne sono previste attualmente bocche di lupo lungo la strada.

-Per quanto riguarda la viabilità interna a Piazza Adriatico si chiede in dettaglio come questa verrà regolata, considerando il numero dei veicoli in ingresso e in uscita; vorremmo inoltre avere rassicurazioni circa il fatto che il traffico venga limitato ai residenti e ai mezzi di soccorso e che il traffico commerciale sia disciplinato e limitato allo stretto necessario. Non risulta chiaro se siano state previste modifiche alla regolazione semaforica di Piazza Adriatico: nelle ore di maggior traffico infatti, con un aumento dei veicoli che insisteranno su Piazza Adriatico, si potrà assistere alla creazione di code anche all’interno della Piazza stessa, con conseguente aumento di problemi legati all’inquinamento e alla sicurezza dei pedoni.

-Per quanto riguarda le criticità idrauliche legate al Rio Mermi si fa presente quanto segue: ITEC ha redatto uno studio idraulico sul Rio Mermi, codice P160-08-1 -RE-IDR -002-A.DOC. La Provincia di Genova, competente per quanto riguarda la tutela del vincolo idrogeologico, con atto n. 2416 del 26/04/2012, ha autorizzato l’intervento subordinatamente all’osservanza di precise condizioni fra cui l’adozione di tutti i possibili accorgimenti per l’ ottimale regimazione delle acque superficiali e profonde, sia in corso d’opera che a lavori eseguiti. Come poi si evince dalla relazione geologico-ingegneristica resa nel proc. penale n. 38335/11144 – Procura della Repubblica presso il Tribunale di Genova ,dai Prof. Alfonso Bellini (geologo), Dr. Marco Masetti (geologo), Ing. Siviglia (docente presso il Politecnico di Zurigo) e Prof. Marco Tubino (ordinario di idraulica presso l’Università di Trento), dalla quale si rilevano le componenti geologiche del territorio che circonda l’ambito oggetto dell’intervento Bricoman, la stazione di riferimento per l’analisi delle piogge dei bacini del rio Mermi e del Rio Torre è quella di Ponte Carrega; le piogge considerate per l’analisi sono quelle critiche per tali bacini, di durata intermedia tra l’ora e le tre ore. Dall’analisi statistica condotta da ARPAL emerge che l’evento registrato nel 2011 su base oraria ha un periodo di ritorno variabile tra i 30 e 90 anni, mentre su base tri-oraria tra i 60 e i 150 anni, a seconda del metodo utilizzato per la sua valutazione. Dal confronto con la serie storica disponibile per questa stazione si riscontra che i dati registrati sono quelli più alti della serie, mentre dal confronto con i dati degli eventi intensi delle zone limitrofe si evince che per l’evento orario i dati sono paragonabili a quelli dell’evento registrato nella stazione di Monte Gazzo nell’Ottobre del 2010; per quanto riguarda l’evento tri-orario, sia l’evento dell’Ottobre 2010, sia l’evento dell’Ottobre 1970 hanno fatto registrare intensità maggiori. Detto ciò, i periti concludono che i rivi Mermi e Torre sono stati soggetti, per quanto riguarda le durate brevi, a un evento piovoso di notevole ma non straordinaria entità. Ora, si consideri che in merito ai recenti eventi alluvionali della notte fra il 9 e il 1O ottobre 2014 i dati pluviometrici di Arpal, per quanto riguarda il sensore di Gavette, hanno rilevato una intensità massima di 75mm intorno alle ore 22.30-23.00, mentre nel precedente evento del 4 novembre 2011 l’intensità massima è stata di 125mm, quindi il 60% in più. Il 13 settembre 2015 i dati pluviometrici di Arpal hanno registrato una intensità massima di 70,4mm. Conseguentemente, viene da chiedersi:

1) se l’attuale tombinatura del tratto terminale del Rio Mermi che sfocia nel Bisagno, alla luce dei lavori effettuati in concomitanza con le opere di riconversione dell’area ex Italcementi, che non hanno interessato detto tratto tombinato se non per il rifacimento dei muri d’argine, rispetta il franco idraulico previsto dalla normativa vigente per la piena duecentennale del Rio Mermi (e se si ritiene che tale piena duecentennale corrisponda alla piovosità attuale alla luce dei cambiamenti climatici ormai confermati dai climatologi mondiali);

2) se la nuova edificazione, eseguita su un sedime a quota artificialmente più elevata rispetto allo stato iniziale, può comportare un peggioramento delle condizioni di inondazione, sia per quanto riguarda il tirante idrico, sia la velocità di impatto nelle zone circostanti, tenuto conto che la pendenza realizzata condiziona la direzione delle acque al suolo rendendo più vulnerabili le zone allagabili delle abitazioni, delle attività commerciali, di box e cantine circostanti;

3) se nei parametri di piena duecentennale del Rio Mermi è stato anche calcolato che:

a) l’acqua delle vivagne che prima dei lavori di riconversione dell’area ex Italcementi confluiva e veniva assorbita dagli orti, poi sbancati per la costruzione dell’imponente edificio Bricoman e trasformati in piazzali totalmente impermeabili, è ora convogliata nel Rio Mermi per mezzo di tubazioni;

b) la mancata captazione delle acque di caduta che si riversano da via Fratelli Chiarella, via Terpi, Via Mogadiscio e viale Gambaro, va ad aggravare la portata del Rio Mermi;

c) le acque dei parcheggi interni ed esterni al lotto Bricoman ora sono convogliate nel Rio Mermi per mezzo di tubazioni;

-Si allegano anche le osservazioni dell’ing. Daniele Fabrizio Bignami del Politecnico di Milano che ha effettuato uno studio sulle reti bianche del quartiere e uno studio di prefattibilità per la installazione di barriere anti alluvione insieme alla Associazione Amici di Ponte Carrega:

Dopo aver visionato il progetto “lavori di sistemazione idraulica della tombinatura del rio Torre di Quezzi”, avendo letto le considerazioni fatte dall’associazione Amici di Ponte Carrega a tale proposito, avendo visionato le opere realizzate contemporaneamente all’edificazione del Bricoman e avendo riscontrato quanto avvenuto durante l’evento meteorologico di metà settembre, con le seguenti riflessioni speriamo di poter essere utili al processo decisionale in corso nella comunità genovese, offrendo alcuni spunti, di seguito riportati:

•Valutare la sostituzione dei ponti in calcestruzzo armato presenti sul rio Mermi, realizzati in occasione della costruzione del Bricoman, con delle strutture completamente a griglia, per esempio in materiali metallici, che evitino l’incanalamento dell’acqua proveniente dalla strada e dai versanti a monte di via Ponte Carrega nel quartiere di Ponte Carrega;

•In alternativa agli attraversamenti a griglia, dotarsi di barriere temporanee sui medesimi ponti da installare durante le fasi di allertamento (tecniche di emergency flood proofing: es. Noaq, Watergate), organizzando apposite squadre di volontari, coordinati dalla protezione civile (potrebbe essere un progetto pilota interessante da valutare ed estendere ad altre zone della città, in caso di successo);

•Comunque garantire un servizio di scrupolosa pulizia e manutenzione periodiche dell’alveo, soprattutto per i tratti tombinati e la rete di drenaggio, al fine di evitare un eccesivo aumento della scabrezza di fondo e la formazione di possibili occlusioni;

•Comunque garantire la predisporre di un presidio idraulico effettivo da attivare nelle fasi di allertamento al fine di monitorare in tempo reale l’evolversi della situazione e garantire un adeguato preavviso in caso di allarme; tale presidio dovrà essere intensificato durante la fase di transitorio in cui avverrà la realizzazione dell’opera in esame, che non può che rappresentare particolare motivo di apprensione;

•Comunque valutare il più ampio impiego di tecniche di floodproofing nel quartiere, anche dopo l’ultimazione dei lavori di sistemazione idraulica della tombinatura del rio Torre di Quezzi;



•Per quanto riguarda la valvola antireflusso da installare in piazza Adriatico richiedere garanzie sulla sua affidabilità nel tempo (corretta installazione, facilità di pulizia e manutenzione che venga scrupolosamente svolta secondo le indicazioni fornite dal costruttore) e sulla sua effettiva necessità (altezze idrauliche attese nel Bisagno);

•Favorire, con bocche di lupo, griglie, canalini, tecniche temporanee di floodproofing ecc. il deflusso delle acque dal lungo Bisagno all’alveo del Bisagno stesso;

•Valutare la possibilità di aumentare le dimensioni della vasca sghiaiatrice e trasformarla in una piccola cassa di espansione in linea con lo scopo di ridurre la portata transitante a valle e far sì che il franco sia verificato anche per il tratto tombinato di monte non interessato dal progetto;

•Dotarsi per tempo e disporre, in fase di allertamento, barriere temporanee (tecniche di emergency flood proofing: es. AquaDike) intorno alla vasca sghiaiatrice e all’apertura intermedia (a monte di piazza Adriatico) al fine di contenere eventuali fuoriuscite di acqua;

– CONCLUSIONI:

-Si fa notare inoltre la necessità di non realizzare i prioritari lavori idraulici in concomitanza con i lavori di riqualificazione di piazza Adriatico (come esprime la Delibera di Giunta comunale del 31/07/2014 n.171) .Le precedenti osservazioni sono dettate esclusivamente dalle esigenze e dalle esperienze passate,dall’osservazione degli ultimi eventi alluvionali che hanno colpito il quartiere e hanno l’obiettivo di migliorare la sicurezza, la vivibilità e la salvaguardia del quartiere e dei cittadini.

Genova, 9 ottobre 2015

Notte fra il 13 e il 14 settembre 2015

Viabilità a rischio inondazione

La nuova viabilità a Ponte Carrega, la rotonda costruita per accedere al nuovo centro commerciale nelle aree ex-Italcementi.  Tutto qui è nuovo: strada, tombini, caditoie perfettamente pulite, pendenze, tutto appena collaudato.

Eppure nonostante questo è evidente che la viabilità per raggiungere il nuovo centro commerciale è ancora facilmente allagabile. Non è stata una notte facile ma nemmeno eccezionale se raffrontata con il 2011.

Intanto il Rio Torre aspetta da troppi anni i lavori si adeguamento idraulico. Non si può più aspettare oltre, anche questa notte la Piazza stava andando sott’acqua.

(La foto è stata realizzata dalla rete di monitoraggio di LIMET)

Viabilità a rischio inondazione

Aggiungiamo alla foto notturna di LIMET un’altra foto scattata al mattino da un residente, si notano cumuli di fango lungo la nuova viabilità del centro commerciale. Perché in quel punto si sono accumulati quantitativi significativi fango? Da dove viene questo materiale? Perché una strada appena finita di costruire, dichiarata sicura, presenta segni così evidenti di ruscellamento?

Vedi anche il nostro precedente post: < qui >

Fango

Contrariamente a quanto indicato da alcuni giornali, queste foto non significano che sia esondato il Rio Mermi a valle del nuovo centro commerciale, su questo in tal senso non ci sono testimonianze. Quanto è avvenuto è comunque un indicatore importante perché a fronte di imponenti opere di mitigazione spesi in oneri di urbanizzazione, si è concesso di costruire tre volte l’edificato precedente e si sono realizzate nuove strade che permettendo ora di frequentare nuovamente luoghi da tempo abbandonati e che forse dovevano rimanere tali una volta bonificati. Evidentemente, nonostante tutte le opere realizzate, queste zone continuano ad essere in qualche modo allagabili o comunque investite da gravi fenomeni di ruscellamento proprio per la loro delicata collocazione di fondovalle. Nonostante i lavori siano stati eseguiti e collaudati a regola d’arte meno di un anno fa, qualcosa non ha funzionato.

Rai Report a Ponte Carrega

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La trasmissione condotta da Milena Gabanelli ha fatto tappa a Genova per un servizio sul dissesto idrogeologico. La troupe ha sostato anche a Ponte Carrega dove si è parlato di cementificazione e dove si è svolta l’intervista al professor Rosso del Politecnico di Milano (nella foto in basso). Tra i temi affrontati quello della costruzione dei centri commerciali, del restringimento della sponda destra del Bisagno e dello scolmatore della Sciorba. Tra gli interventi, oltre a quello della Associazione Amici di Ponte Carrega,  citiamo anche quello del professor Brancucci dell’Università di Genova sullo stato dei versanti e della manutenzione dei fiumi del bacino del Bisagno.
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Il ponte liberato

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Questa mattina gli abitanti della Val Bisagno e di Ponte Carrega si sono svegliati con un una brutta sorpresa: Ponte Carrega, bene monumentale vincolato ai sensi del DDR n. 27/13 del 19/04/2013, bene tutelato dal Fondo Ambiente Italiano, primo luogo del Cuore della Provincia di Genova nel 2012, era stato oltraggiato con delle bandierine commerciali.

Il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio all’art. 49 cita testualmente che “è vietato collocare o affiggere cartelli o altri mezzi di pubblicità sugli edifici e nelle aree tutelati come beni culturali. Il collocamento o l’affissione possono essere autorizzati dal soprintendente qualora non danneggino l’aspetto, il decoro o la pubblica fruizione di detti immobili”.

Questo codice dovrebbe essere ben conosciuto dalle aziende che si dichiarano attente al rispetto dell’ambiente, tale rispetto infatti si deve intendere esteso, secondo la Commissione Europea, anche nei confronti dei “beni che formano il patrimonio culturale e gli aspetti caratteristici del paesaggio”.

Dopo la nostra segnalazione, la Soprintendenza ha fatto immediatamente rimuovere le bandiere commerciali che evidentemente erano state collocate sul ponte con infrazione al codice sopra citato.

La tutela e il decoro del bene monumentale di il Ponte Carrega non può essere svenduto a fini commerciali.

Ringraziamo la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Liguria, il Municipio media Val Bisagno, nonché i Carabinieri del nucleo Tutela Patrimonio Culturale che sono intervenuti per far rimuovere rapidamente le bandiere minimizzando il danno all’immagine del nostro quartiere.

L’immagine sottostante mostra il bene monumentale oltraggiato dalle insegne pubblicitarie e la rimozione avvenuta in tarda mattinata dopo la nostra segnalazione alle autorità competenti.

In basso la festa sul ponte svolta nel 2013 dopo la proclamazione di Ponte Carrega Bene Monumentale

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Differenze

Ponte Carrega – Invasioni digitali

InvasioniDigitali

Ponte Carrega, recentemente salvato dall’abbattimento, il Trogolo di Staglieno, strappato al degrado, l’Acquedotto Storico, una potenzialità ancora da recuperare in pieno, saranno le tappe di questo percorso. Una festa, un incontro, una scoperta, una breve e facile escursione accompagnati dagli Amici di Pontecarrega, da Mauro Pirovano, Luciano Rosselli, Matteo Marino e da alcuni abitanti della vallata che illustreranno gli aspetti storici, architettonici e ambientali dei tre manufatti e del contesto che li circonda. Quest’invasione propone così una spontanea passeggiata in un itinerario ad anello con tre tappe:

Domenica 3 maggio, ore 9 – Ponte Carrega ore 10 – Acquedotto Storico (ponte rio Preli) ore 11 – Trogolo di Staglieno

E’ possibile partecipare all’invasione che si preferisce o effettuare il percorso insieme. Vi aspettiamo numerosi! Tutti gli aggiornamenti qui sull’evento.

#invasionidigitali

#digitalinvasions

#genova2015

#id_pontecarrega

#id_acquedottostorico

#id_trogolodistaglieno

#id_valbisagno

Info mail: ilfocato@gmail.com

info@amicidipontecarrega.it

http://www.invasionidigitali.it/it/invasionedigitale/invasione-valbisagno-ponte-carrega-acquedotto-storico-trogolo#.VSqk3uHkUlN  Nota:

invasioni digitali

Lungo il percorso si potrà toccare con mano anche gli effetti della recente cementificazione: la così detta “riqualificazione urbana” del quartiere di Ponte Carrega, ovvero il grande edificio “ex-italcemtneti”, 3 volte il costruito grande come due RMS Titanic (300x40x60m) collocato a 10m dal torrente Rio Mermi, oltre a poter ammirare le aree del prossimo intervento di “riqualificazione” delle aree “ex-officine Guglielmetti”, altro intervento che impatterà sul paesaggio con i grandi volumi previsti per la costruzione di una grande torre alberghiera.

Qui sotto il nostro impegno alla ricerca della bellezza in Val Bisagno: ultimi preparativi per l’evento: la messa a dimora del nuovo cancello in tondino di ferro all’ingresso del recuperato truogolo di Salita alla Chiesa di Staglieno.

(Ringraziamo tutti coloro che hanno partecipato con la loro donazione per comprare il materiale, si ricorda che la vernice è stata gentilmente offerta dallo stabilimento colorificio Tassani nel 2013, scorte che avevamo ancora dalla verniciatura della ringhiera di Ponte Carrega)

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Guarda anche il sito di Luciano Rosselli: http://www.lavatoigenovesi.altervista.org/117.html

Guarda anche il percorso dell’acquedotto storico del ‘600 intorno al quartiere di Ponte Carrega: Itinerario N°8

Luca Mercalli a Ponte Carrega: un caso nazionale di cementificazione visto da 1,5 milioni di spettatori in Italia

Sabato 21 marzo su Rai 3 è andato in onda il servizio della trasmissione condotta da Luca Mercalli, Scala Mercalli. Il tema trattato durante il programma è stato quello dei disastri ambientali, della gestione del rischio, dei danni provocati dalla cementificazione. Nel suo viaggio intorno al mondo Luca Mercalli ha fatto tappa in Val Bisagno. Insieme all’Associazione Amici di Ponte Carrega, a Giordano Bruschi e ai professori Renzo Rosso e Gerardo Brancucci ha voluto soffermarsi su questo caso nazionale, indugiando naturalmente sul dissesto idrogeologico e sulla cementificazione, sottolineando le contarddizioni di questa città che continua ad andare sott’acqua e allo stesso tempo continua a costruire.

Il riferimento ai centri commerciali di Ponte Carrega è stato poi oggetto di richiamo per il proseguo della trasmissione dove si sono analizzati i problemi dati dal consumo di suolo, in particolare in Italia, nell’analisi del professor Pileri.

Al di là di questo, al di là della gravità di quanto sta accadendo a livello locale e nazionale in termini di rischi alluvionali e di cementificazione selvaggia, non possiamo negare l’emozione di aver portato a conoscere ad altri 1,5 milioni di italiani la situazione della nostra vallata e della nostra città e in particolare del nostro quartiere.

Vedere Luca Mercalli che passeggiava su Ponte Carrega sulle note di De Andrè ci ha fatto emozionare e soprattutto speriamo abbia fatto riflettere, in tutta Italia, su quanto viene fatto a Genova, un esempio infelice di governo e gestione del territorio.
Ma la storia continua…..in attesa del nuovo centro commerciale Coop Liguria.

I proponenti vorranno continuare a fare ancora tutto da soli oppure aprirsi a un reale percorso di condivisione del progetto con la cittadinanza?

Che questa occasione diventi opportunità per tutto il territorio, il suo paesaggio e la mitigazione del rischio,  non solo l’ennesimo esempio di autoreferenzialità e speculazione.

Link della trasmissione su Rai Replay > qui <

Qui sotto incorporiamo lo stralcio del servizio andato in onda su Rai Tre

Qui Sotto riportiamo l’iconografia del libro del Prof. Renzo Rosso: “Bisagno, il fiume nascosto”, menzionato nel servizio di Luca Mercalli

La morte dei centri commerciali in Italia

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Vi ricordate un nostro articolo di qualche mese fa, ripreso dal prestigioso periodico britannico The Guardian, sulla morte del modello del centro commerciale, del grande Mall, in Usa? L’articolo elencava i motivi della crisi dei centri commerciali e preannunciava una rapida diffusione di questa “malattia” anche in Italia: https://www.amicidipontecarrega.it/?p=5293

Come vediamo in questo nuovo articolo, la cui lettura ci è stata suggerita dal professor Francesco Gastaldi, la previsione si è dimostrata ampiamente corretta anche per l’Italia e non così prematura come molti ci avevano voluto fare intendere fino ad oggi. Nell’articolo di cui sotto si parla della fine del boom degli ipermercati nella regione del Friuli Venezia Giulia, una regione che ha un Pil procapite superiore rispetto a quello della Liguria (da 27,397 a 31,689 euro mentre il Pil procapite ligure va da 22,063 a 27,396 euro. Dati Istat, 2012).

http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2015/03/15/news/e-finito-il-boom-degli-ipermercati-negozi-vuoti-ampliamenti-sospesi-1.11044560

 

Tornando al caso concreto del nostro quartiere, in attesa di conoscere gli sviluppi, anche legati al Piano di Bacino in elaborazione in Regione con i dati delle alluvioni del 2014, del futuro centro commerciale e albergo nell’area ex Guglielmetti, vi presentiamo un trafiletto comparso qualche giorno fa su Il Corriere Mercantile sulla imminente chiusura del Brico Io presente oggi nel centro commerciale Bisagno di piazzale Bligny a vantaggio della apertura del nuovo Bricoman che si terrà il prossimo 27 maggio. Ciò a sostegno della tesi che il nuovo centro rischia solo di SPOSTARE lavoro piuttosto che crearne di nuovo. Torneremo più avanti sul saldo tra le vecchie attività che andranno a chiudere e le nuove assunzioni (e il tipo di contratto) della nuova attività. L’unica certezza, detta dall’A.d. del Bricoman Italia in commissione Sviluppo Economico del Comune a settembre è quella che il Bricoman pensa di fatturare qualcosa tra i 15 e i 20 milioni di euro all’anno: secondo Ascom Edilizia il fatturato annuale di tutto il genovesato è di 35 milioni in totale e se i conti sono questi vi lasciamo immaginare le conseguenze e le altre innumerevoli chiusure dei piccoli esercizi. Si creerà nuovo lavoro o i lavoratori del settore si limiteranno a spostarsi, almeno quelli più fortunati tra loro, verso le nuove attività “ammazza piccole”?

Il Corriere Mercantile

Il Corriere Mercantile

Non è il relitto di del Titanic

Non è il relitto di del Titanic o di un’altra nave in fondo al mare!… si tratta dell’enorme edificio per il Bricoman di Ponte Carrega in fase di costruzione. Sempre di un naufragio si tratta: il naufragio dell’agenda 21 per la Val Bisagno e della Smart City.

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Per coloro a cui piace il nuovo edificio per il Bricoman nulla da dire, ognuno sceglie, aspira, immagina il suo futuro come meglio crede. Questa è anche la visione politica delle amministrazioni che fino ad oggi ci anno traghettato fino a questo punto.

Il post non è un giudizio sulla qualità del manufatto, che parla da solo, oggi è quasi completato, ma è l’intendo di ricordare un dato di fatto: con questo tipo di intervento è definitivamente naufragato il progetto dell’agenda 21 per la Val Bisagno. Per chi non sa cosa sia questo progetto, ma esprime un giudizio sul fatto che “qualcosa si doveva pur costruire e che l’area è decisamente migliorata rispetto a prima”, significa che ignora queste linee guida.

L’agenda 21 sono linee guida per il ventunesimo secolo, furono stabilite dopo la sottoscrizione del Comune di Genova alla carta di Aalborg. Il post esprime quindi un dato di fatto, non una opinione: questo intervento pregiudica e va nella direzione opposta alle linee di intervento dell’agenda 21 e della carta di Aalbrog.

Non accaso la prestigiosa rivista americana “WIRED” (in edizione italiana) riferendosi a Genova, pubblica un articolo con questo titolo “Così annega una smart city“, citando proprio la cementificazione di Ponte Carrega.  La riqualificazione per essere tale deve essere qualificante. Deve andare verso una direzione di sostenibilità, verso la diminuzione del traffico privato, consumo di suolo zero, verso un vero benessere delle persone.

Quindi la questione è se volgiamo essere una città che viaggia nella direzione europea o no: altrimenti perché abbiamo sottoscritto la carta di Aalborg? Perché vogliamo essere una città smart? Perché abbiamo speso soldi per definire l’agenda 21 se poi non viene rispettata? Queste amministrazioni ci hanno fatto ripiombare negli anni 60-70 con un consumo di suolo incontrollato (qui si è costruito tre volte il costruito)

Ci dicono che prima c’era una industria inquinante, ma non dicono che era dismessa da 20 anni. Un quartiere squartato per più di mezzo secolo con un cementificio polveroso e inquinante. Questo quartiere si aspettava una vera riqualificazione nel senso indicato dall’agenda 21, non una nuova area CAMPI. 

 

Foto da Google Earth

Il convegno è on line! Se non hai partecipato guardalo qui!

Grazie a ai tecnici di GenoVirus, che si sono offerti gratuitamente per prestare il loro servizio tecnico al Convegno, abbiamo la possibilità di poterlo riascoltare o seguire in differita streaming.


Dissesto
GenoVirus è un blog multimediale basato totalmente sul volontariato e la passione di chi, come noi, preferisce adoperarsi per il bene comune tutto l’anno e non solo durante l’emergenza impugnando la pala per qualche giorno per spalare il fango. Il fango va rimosso durante l’emergenza, ma soprattutto dopo, tutto l’anno, rimuovendo le cause che lo hanno provocato, per farlo ci sono molti modi,  ognuno con le proprie competenze, senza retorica, senza essere angeli. Aiutare a diffondere la cultura del Bene Comune è uno di questi modi.

 


(per la visone a schermo intero impostare la modalità adoperando il tasto [ ] in basso a destra sul pannelo del video)

Menzionati su WIRED! – Come annega una smart city

Wired è una delle riviste più diffuse a livello mondiale, compare anche nel cartone animato americano de I Simpson

Wired è una delle riviste più diffuse a livello mondiale, compare anche nel cartone animato americano de I Simpson

 

WiredTerstat

La prestigiosa rivista americana Wired (edizione italiana di dicembre 2014) – dedica un articolo alla nostra città, citando la nostra associazione e il caso di Ponte Carrega. L’articolo evidenzia le contraddizioni tra il voler essere una Smart City e la realtà dei fatti. Un amministrazione indolente che non sa imparare dai propri errori.

(Un articolo a firma della giornalista Carola Frediani, autrice del libro Deep Web)

WIRED

Non è un caso che la famosa giornalista esperta del web e la prestigiosa rivista americana Wired prenda come cattivo esempio il caso di Ponte Carrega per descrivere le contraddizioni di una città che pretende di essere “Smart” ma poi avvalla progetti di trasformazione edilizia devastanti dimostrando in tal senso di navigare a vista senza una effettiva strategia.  Evidentemente l’intervento CoopSette – Bricoman e ora anche Coop Liguria – Talea per le aree delle ex-officine Guglielmetti, rappresentano un caso emblematico non solo per la nostra città ma per il nostro paese: qui si continua a costruire e si è “costruito sul costruito” passando da 15.000 mq a oltre 49.000 mq.

Evidentemente ci sono interessi superiori a uno sviluppo “Smart” della città e questi attori sono in grado di condizionare la politica a loro esclusivo vantaggio, sanno già che i loro progetti hanno la strada spianata.  L’articolo riportato sul XIX secolo di oggi(http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2014/12/10/ARc5blpC-ultimatum_rimessa_guglielmetti.shtml ) mette in evidenza come ci siano opacità negli  accordi tra la politica di sempre e l’interesse privato di sempre. In particolare per il caso Coop Liguria e le aree delle ex Officine Guglielmetti sembrano essere state vendute con un contratto di vendita che avrebbe al suo interno una clausola con la quale il proponente ora minaccia la restituzione dei soldi se non verrà approvato il suo devastante progetto. Ricordiamo che Coop Liguria, contrariamente ai suoi principi etici di tutela per l’ambiente e del paesaggio, ha presentato un progetto completamente estraneo al contesto in cui si inserisce con una torre alberghiera innalzata davanti al borgo storico di Ponte Carrega e alla chiesa di Montesignano, una struttura di vendita che prevede un enorme parcheggio in copertura che dequalificherà completamente gli insediamenti storici urbani consolidati. Saranno previste migliaia di autovetture che andranno ad aumentare il traffico in queste zone ad alto rischio di inondazione. Una città che non sa valorizzare le sue risorse, svendendo con esse anche la sua memoria storica.

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