Archive for APC

Pulizia dell’acquedotto storico domenica 26 marzo!

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Domenica 26 marzo 2023 a partire dalle ore 9:00 le associazioni dell’acquedotto storico saranno impegnate nella pulizia di primavera del condotto!

La nostra associazione sarà impegnata al lavatoio di Staglieno e nella zona di San Bartolomeo a Staglieno!

Per chi volesse partecipare l’appuntamento è alle ore 9:00 sul sagrato della chiesa di Staglieno!

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Verbale riunione APC di febbraio 2023

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Distribuzione alimentare in piazza Adriatico

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Sabato 25 febbraio dalle 15 alle 17 in Piazza Adriatico si svolgerà una distribuzione alimentare straordinaria di spesa sospesa.

Per informazioni: 349 2377545

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Sabato 28 gennaio presidio a Molassana!

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Buon Natale dagli Amici di Ponte Carrega!

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Comunicato stampa: ancora una volta diciamo NO alla mancanza di partecipazione nei processi decisionali!

Insieme alla Rete Genovese dei comitati abbiamo sottoscritto questo comunicato per ribadire che le scelte della politica devono essere sottoposte a processi partecipativi che coinvolgano la cittadinanza.

In un periodo storico di crisi della rappresentanza, escludere degli attori dal processo democratico, significa scegliere di delegare le decisioni a un manipolo di soggetti, pubblici e privati, che rappresentano spesso interessi particolari o di settore.

Qui il documento della Filt CGIL oggetto del comunicato della Rete (capitolo sul Trasporto pubblico locale):

https://www.liguria.cgil.it/genova/filt-genova/notizie-filt-genova/documento-politico-conclusivo-del-xii-congresso-provinciale-della-filt-cgil-di-genova/

Qui il testo del comunicato alla Filt CGIL sottoscritta dai membri della Rete:

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Qui l’articolo comparso sul giornale online:

Genova24

Raccolta di generi alimentari promossa dall’Arci 7novembre per Natale!

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Il nostro grande ringraziamento va all’Arci 7 novembre della Ligorna che come lo scorso anno ha deciso, con tutti i soci, di raccogliere generi alimentari per le famiglie della spesa sospesa seguite dalla nostra associazione!

Vi invitiamo a partecipare agli eventi dell’11 e del 17 dicembre in viale dei Cipressi 2 (Ligorna)!

 

 

 

 

 

 

Domenica 18 dicembre “Giocattoli senza frontiere”!

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Ponte Carrega tra storia e sport

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La manifestazione di sabato 29 ottobre “Ponte Carrega tra storia e sport” è stata una bella occasione per condividere con il quartiere e la cittadinanza un pezzo di storia importante: la storia dell’antico stadio dei velocipedisti di Ponte Carrega, attivo tra il 1892 e il 1908 e testimone silenzioso delle prime partite di foot-ball (come veniva anticamente denominato il giuoco del calcio nell’età dei pionieri) e dei primi scudetti del Genoa (e anche del Milan).

L’iniziativa è stata promossa dalla Fondazione Genoa 1893 ETS – Museo del Genoa e Associazione Amici di Ponte Carrega con il Patrocinio del Municipio IV Media Val Bisagno – Comune di Genova e ha visto la partecipazione di personalità del mondo sportivo come l’ex giocatore e opinionista televisivo Claudio Onofri.

Oltre ai saluti del presidente del Municipio, Maurizio Uremassi e del Presidente dell’Associazione Amici di Ponte Carrega Fabrizio Spiniello, sono intervenuti gli storici Bruno Lantieri della Fondazione Genoa che ha raccontato la storia del campo storico del Genoa e Iolanda Valenti che ha illustrato la nascita e lo sviluppo dello sport in Val Bisagno proprio a partire dal campo dei velocipedisti di Ponte Carrega.

Vogliamo rivolgere un particolare ringraziamento a Giovanni Villani e a Giovanna Liconti per l’organizzazione dell’evento.

Condividiamo ora con voi alcune fotografie e il video girato da Fondazione Genoa 1893 della bella giornata di sabato 29 ottobre 2022.

Video della Fondazione Genoa 1893

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Ponte Carrega tra storia e sport: sabato 29 ottobre 2022 alle ore 11:30

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C’era una volta Ponte Carrega. Luogo simbolo della storia cittadina, ma anche della sua vita sportiva. Costruito nel 1788 per collegare le due sponde del Bisagno, nel 1800 fu protagonista della battaglia del Generale napoleonico Massena, che diede battaglia un reparto austriaco che assediava la città. Ma novantotto anni dopo, fu anche il luogo in cui, a pochi passi, si disputò la prima amichevole della storia del calcio italiano, tra il Genoa dei pionieri e una rappresentanza di squadre torinesi.

Sabato 29 Ottobre, alle ore 11.30, la Fondazione Genoa 1893 e l’Associazione “Amici di Ponte Carrega”, con il patrocinio del Comune di Genova e del Municipio IV Media Valbisagno, sveleranno la nuova segnaletica storico-turistica, a ricordo del campo sportivo del Genoa. Qui si disputarono dieci anni di gare, qui il Genoa costruì i primi anni delle sue vittorie e la sua leggenda, prima di trasferirsi sul campo di San Gottardo nel 1907. Il campo sportivo di Ponte Carrega, costruito sull’antico velodromo, rimase in attività tra il 1897 e i primi anni del Novecento, e sabato 29 la storia sportiva avrà un suo nuovo racconto.

La Fondazione Genoa 1893 e gli Amici di Ponte Carrega svelano la nuova segnaletica tra storia e sport Sabato 29 Ottobre, alle 11.30 sul Ponte Carrega.

Interverranno gli storici Bruno Lantieri (Fondazione Genoa 1893), Mauro Pirovano e Jolanda Valenti (Amici di Ponte Carrega).

Dopo saluti delle autorità locali verrà svelato testo della targa.

Seguirà un piccolo buffet nel BAR DIANA in via Lungobisagno Dalmazia 23r, Genova.

Qui il link al sito della fondazione: https://www.fondazionegenoa.com/2022/10/21/ponte-carrega-tra-storia-e-sport/

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Sabato 15 ottobre passeggiata sull’acquedotto storico da Struppa a Staglieno!

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Vi aspettiamo numerosi sabato mattina per la tradizionale passeggiata sull’acquedotto storico organizzata dalle associazioni della Federazione per la tutela e la valorizzazione dell’acquedotto storico.

Ci incontrerete nell’ultimo tratto della passeggiata!

 

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Skymetro – dalla rigenerazione urbana alla surmodernità

San Bartolomeo

Italia Domani lascerà una preziosa eredità alle generazioni future, dando vita a una crescita economica più robusta, sostenibile e inclusiva” – dal sito https://italiadomani.gov.it/it/home.html .

Per la Valbisagno questo spot “governativo” sembra uscito dal ministero della verità di George Orwell.

Nessun piano di rigenerazione urbano della Valbisagno potrà essere efficace se verrà realizzato lo Skymetro: la metropolitana sopraelevata sopra il Bisagno e lungo la sponda sinistra costruita su piloni e impalcati da Brignole a Molassana.

Lo Sykmetro è il monumento alla società liquida di Bauman, ai non luoghi di Marc Augè, nulla ha che fare con la rigenerazione urbana!

Lo Skymetro per concezione è una scelta divisiva, già si schierano i comitati del No e comitati del Si, favorevoli o meno all’opera.

La scelta divisiva prevede due società. Quella che sta sopra, che scorre veloce, che passa atomizzata sopra a ogni cosa, alla quale l’unico valore che conta è il tempo e dall’altra parte la società che sta sotto, che subirà l’opera, alla quale è stata negata l’identità del luogo, la luce, lo sguardo sui crinali monumentali, alla storicità dei paesaggi.

Una scelta divisiva non media l’esigenza di chi vuole raggiungere velocemente il centro con chi invece dovrà subire l’opera, magari senza averne alcun vantaggio.

Si poteva scegliere qualcosa di meno divisivo che portasse vantaggio sia alle esigenze di un trasporto pubblico veloce, sia a chi desidera preservare luce e paesaggio riqualificando perfino i luoghi in cui si abita.

Questa scelta sarebbe stata il tram. Il tram però occupa spazio e occorre sottrarlo alla mobilità privata, questo comporta togliere posteggi, imporre zone 30 e prevedere pedonalizzazioni diffuse, pratiche che non trovano molto consenso. La vera contrapposizione non è quindi tra chi vuole viaggiare ragionevolmente in modo veloce con il mezzo pubblico contro coloro che vogliono preservare un luogo vivibile senza piloni e impalcati. La vera contrapposizione è tra chi non vuole sottrarre spazio al mezzo privato a favore del trasporto pubblico, ovvero tra chi non vuole cambiare nulla dello stato di fatto.

Questa per noi è una spaccatura inconciliabile perché la rigenerazione dei luoghi passa per un trasporto pubblico che viaggia integrato nella società, non quello che la divide tra chi sta sopra e chi sta sotto. Il mezzo di trasporto pubblico deve diventare l’occasione per la valorizzandone di ogni aspetto ambientale, territoriale e paesaggistico. Non basteranno settemila pannelli fotovoltaici per rendere l’opera ecologica se poi l’opera ha il potenziale degenerativo di dividere e destinare la valle alla surmodernità.

La nuova sopraelevata non riqualifica la Valbisagno ma la proietterà verso un destino di “periferia per sempre”.

Per la Valbisagno la rigenerazione che avevamo auspicato era quella largamente definita già nel 2004 con il documento “Agenda 21 per la Valbisagno“.

Si prende atto che questa amministrazione ha scelto di ignorare vent’anni di progettualità scegliendo la strada peggiore, quella divisiva, quella che non favorisce i disabili, quella che prevede il trasporto pubblico lontano dall’abitato, la soluzione più costosa, la soluzione meno riqualificante, forse la soluzione più comoda per non scontrarsi con chi non vuole cambiare nulla ed è disposto a sacrificare la valle con una nuova sopraelevata.

Per questo abbiamo realizzato alcune cartoline della Valbisagno che spediremo, come si faceva una volta, per far conoscere al mondo la visione smart della Genova che verrà.

Cartolina Montesignano

San Bartolomeo

Staglieno

Alcuni articoli riguardante lo skymetro

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Pubblichiamo alcuni articoli riguardanti il progetto dello Skymetro e un nostro intervento

repubblica genova 2022 08 22 pag 5

Repubblica 23.08.2022

Skymetro, la metrò opportunista

Bisagno Feritore

Lo skymetro, il prolungamento della metropolitana in sopraelevazione è un progetto opportunista.

La proposta non è affatto una soluzione economia, ne razionale e nel suo genere è una soluzione senza precedenti al mondo!. Si tratta di una metropolitana sopraelevata a binario unico per i due sensi di marcia per intenderci come il trenino di casella dove i binari si raddoppiano solo in corrispondenza delle stazioni.

Riteniamo questa soluzione progettuale come “il progetto opportunista” perché la sua realizzazione è la più comoda possibile, anche se palesemente irrazionale, sia per i costi altissimi di realizzazione, sia per i costi di manutenzione, se rapportati al tipo di utenza che andrà ad intercettare.
Il progetto risponde bene ai luoghi comuni: Genova non ha gli spazi per il tram, Il tram è pericoloso per i motociclisti, Il tram sottrae spazio ai parcheggi e incide negativamente sulla viabilità privata, Il tram implica interminabili lavori per sistemare i sottoservizi. Tutti luoghi comuni che in parte trovano qualche riscontro oggettivo nella particolare morfologia genovese, ma non basterebbero per liquidare la soluzione tram se ci fosse una reale volontà politica di rivoluzione il trasporto pubblico secondo le migliori pratiche adottate in Europa con la reintroduzione del tram.
La soluzione opportunista adottata dalla amministrazione Bucci si evidenzia nel suo divenire: Le scelte del sindaco decisionista cambiano per ben sette volte: Tram, Ligh Tram, Filobus 18m, Autobus a batteria, Monorotaia, Skytram, Skymetro.
Dal divenire delle diverse tipologie di vettore si riconosce l’intenzione di evadere i problemi dovuti alla gestione del consenso che richiederebbe la soluzione tram, sotto questo profilo sicuramente la soluzione più critica perché è difficile mediare la diversa gestione degli spazi pubblici a favore del TPL: negozianti scontenti delle nuove aree pedonali, posti auto spostati o ridotti, corsie protette, zone 30. Soluzioni che oggettivamente è difficile gestire da un amministrazione populista che ha facilitato l’accesso alle auto nel centro storico e che non è riuscita in cinque anni nemmeno a pedonalizzare piazza Colombo in occasione restyling del mercato orientale.
Lo skymetro mette d’accordo tutti, ha una narrazione forte, quasi mitologica: raggiungere Molassana e poi in un futuro anche Prato in 10 minuti, letteralmente volando su impalcati e piloni fuori da caotico circuito stradale sottostante. A questa narrazione si aggiunge ovviamente un forte consenso dei costruttori che vedono nella soluzione più costosa la migliore opportunità di profitto. Anche AMT applaude a questa soluzione perché non dovrà fare alcun bando di assegnazione per ottenere la gestione del prolungamento della metro. L’assegnazione della gestione della tratta tramviaria invece, come è avvenuto a Firenze, dovrebbe passare attraverso un bando pubblico europeo di cui l’esito non sarebbe così scontato a favore dell’azienda di trasporti locale.
Applaudono i centauri che hanno così tanta paura di inciampare sui binari del tram, applaudono gli automobilisti che con questa soluzione non vedono penalizzata la loro scelta di continuare a utilizzare il mezzo privato, tra l’altro in centro si continuano a realizzare nuovi posti auto come nella pratica degli anni sessanta.
La scelta opportunista non guarda gli esempi virtuosi delle esperienze europee, ma afferma che ci saranno pannelli fotovoltaici a far marciare i treni, ma in questi termini non si prende in considerazione l’impronta ecologica dell’opera per essere realizzata, sospesa tra piloni e impalcati di cemento e ferro.
La scelta opportunista non guarda al bene delle generazioni future che dovranno subire gli alti costi di gestione e manutenzione. La scelta opportunista guarda ai bisogni della pancia, bisogni immediati che la soluzione campata per aria soddisfa e sazia pienamente. Nessuno può resistere alla narrazione forte dello skymetro e ai suoi 10 minuti per raggiungere Molassana. L’altra narrazione, quella del tram, è debole e fragile, si infrange nel dissenso di chi non vuole cambiare paradigma, si infrange nelle argomentazioni deboli come la conservazione del paesaggio e il rispetto del fiume che non deve essere ulteriormente cementificato. Si infrange nella difficile argomentazione di quanto o meno impatterà una nuova sopraelevata in vallata, quanto saranno estese le ombre e quanto saranno sgradevoli gli odori, i rumori sotto gli impalcati, che per il momento nessuno sembra voler intendere o immaginare.

Chi pagherà il prezzo della soluzione opportunista? Sarà come al solito l’alveo del Bisagno. È sempre stato così, a piccoli passi, stringi oggi e stringi domani, siamo arrivati a dover porci rimedio con lo scolmatore.

In questo procedere le cattive pratiche di porre altri piloni sull’alveo del Bisagno, i vizi sulla gestione dell’alveo, non si fermeranno di fronte alle nuove esigenze “populiste” del grande treno sopraelevato che tanto affascina per la sua corsa sopra al torrente addomesticato.

Qui potete scaricare il progetto preliminare depositato in comune dello skytram: clicca qui

Allegoria Del Bisagno – di Domenico Parodi – Affresco Palazzo dei Rolli Via del Campo 12 – Il Bisagno come un gigante che rilascia la sua “Meteora” d’acqua, con la sua spada ferisce e travolge tutto.

Domenica 17 luglio il festival dell’acquedotto a Ponte Carrega!

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Comunicato stampa

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La Valbisagno si racconta – ACQUEDOTTO STORICO

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30 e 31 maggio: assemblee pubbliche sul progetto Skymetro in Val Bisagno

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La Valbisagno si racconta – “UNO SGUARDO DAL PONTE” dal futuro al passato attraverso il presente

PassatoFuturo

Genova perde il tram

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Genova perde il tram, ecco cosa significa la realizzazione della nuova sopraelevata Skymetro in Valbisagno.

Noi da sempre siamo stati chiari sulle nostre posizioni, sulla necessità di avere in Valbisagno un trasporto pubblico veloce, efficiente, capillare, economico e sostenibile, in tendenza a quanto si sta realizzando in Europa nelle e nelle altre grandi città italiane. Questo trasporto pubblico si chiama tram.

Perdere il tram significa non arrivare in tempo, perdere l’occasione di un grande finanziamento che ora viene dirottato da questa amministrazione verso la realizzazione di un treno sopraelevato con pochissime fermate distanti e inaccessibili, realizzate sulla sponda sinistra dove c’è poca utenza e una scarsa densità abitativa.

generica-659595  Fotomontaggio tram a Gavette

Perdere il tram significa perdere un progetto condiviso da decenni, promesso alla Valbisagno e mai realizzato per mancanza di fondi.

Perdere il tram significativa mancare una profonda riqualificazione della vallata in senso sostenibile e di bellezza che ora viene seriamente compromessa dalla realizzazione di una nuova sopraelevata.

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Perdere il tram significa pagare tre volte di più per un opera costosa letteralmente campata in aria, con stazioni da sorvegliare, ascensori da mantenere, strutture da controllare, scale e gradini da dover superare.

Perdere il tram significa ostacolare i disabili perché saranno costretti ad attraversare il Bisagno per raggiungere le stazioni su sponda sinistra per poi attendere un ascensore che li accompagni a raggiungere il treno.

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Perdere il tram significa perdere lo spazio e la luce sotto gli impalcati delle sopraelevate, dei piloni, delle passerelle, delle strutture dei nuovi volumi per le stazioni.

Perdere il tram significa chiedere un altro finanziamento per arrivare a Prato

Perdere il tram significa credere che Genova non abbia la capacità di gestire gli spazi, significa non mantenere le promesse:dove ora c’è il bus ci sarà il tram” lo diceva il candidato sindaco Marco Bucci

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(vedi qui https://youtu.be/jQ8sKAW21w4)

La Grande Genova è stata pensata nel novecento immaginando il futuro con i mezzi della modernità: non c’è una fotografia della Grande Genova in cui non venga mostrato l’orgoglio di quel primato: il tram

Genova è una città Grande, ma vuole essere piccola e congestionata

Genova ha perso il tram

http://www.mondotram.it/un_tram_per_genova/

https://www.amicidipontecarrega.it/wp-content/uploads/2022/05/Genova-Perde-il-Tram.png