Nell’assemblea pubblica di presentazione del progetto Skymetro, svolta il 7 novembre 23 presso il Municipio Bassa Valbisagno, l’assessore Campora, incalzato dalle forti critiche dell’Assemblea sulla sostenibilità del progetto skymetro, disse queste parole:

.. per quanto riguarda l’opera in se è stata valutata dal ministero dei trasporti, e questo lo ripeto, perché se uno dicesse: Campora se l’è valutata lei, la valutata l’ing. Scarlatti, ve la siete valutata voi due e avete detto che andava bene.. No nell’interlocuzione con Roma siamo andati avanti circa due anni, abbiamo dovuto passare tutte le strutture del ministero, e lo ripeto…,non c’era neppure il ministro tra virgolette “del partito”…, era un ministro assolutamente tecnico in quel caso, era il Ministro Giovannini, quindi la valutazione è stata fatta da organi tecnici, io in prima persona sono andato a esporre questo progetto come gli altri progetti che sono stati finanziati, è stato esposto al ministro dopo che c’è stata l’interlocuzione con tutte le strutture tecniche e si è arrivati a questo finanziamento, noi abbiamo presentato l’istanze.. e il ministero ha detto questo progetto è meritevole di finanziamento.” – Ascolta qui – 

In questo discorso l’ assessore Campora farebbe intendere che il progetto dello skymetro, così tanto impattante e contestato, sia stato altresì valutato positivamente dall’ex ministro che lo avrebbe per questo finanziato!.

Non è andata proprio così, l’ex ministro non era a conoscenza degli impatti che quest’opera avrebbe comportato e sulla stesura del progetto il ministro non ha avuto alcun ruolo. 

Per toglierci ogni dubbio abbiamo contattato direttamente l’ex ministro chiedendogli spiegazioni. 

Qui di seguito la lettera che abbiamo inviato all’ex Ministro Enrico Giovannini, a seguito della quale abbiamo ricevuto la sua risposta, che a nostro avviso mette sotto un’altra luce le affermazioni rese in Assemblea dall’assessore Campora e modifica in parte la narrazione dell’Amministrazione per cui questo sia stato un progetto fortemente sostenuto anche dalla parte politica che oggi si oppone al progetto, sottolineando invece, come sosteniamo da sempre, varie lacune, soprattutto per quanto riguarda il mancato coinvolgimento della cittadinanza in una progettazione di così ampio impatto:

in sintesi, nella sua breve risposta l’ex ministro ci dice che egli non ha avuto alcun ruolo alla stesura del progetto presentato dal Comune di Genova, e pur essendo a conoscenza delle accese discussioni intorno a quest’opera, si augura che il dibattito in corso venga svolto con modalità appropriate e conduca ad una soluzione adeguata dai vari punti di vista.  

Gentilissimo Prof. Enrico Giovannini,

La contattiamo come Associazione Amici di Ponte Carrega, un’associazione nata più di dieci anni fa a Genova in Val Bisagno, dopo la rovinosa alluvione del 2011.  Il nostro scopo sociale si distingue per diverse attività legate alla conoscenza del territorio, alla divulgazione scientifica sui temi del rischio idrogeologico, anche in collaborazione con l’università, pratiche di autoprotezione delle persone. Inoltre ci occupiamo di valorizzazione del patrimonio storico culturale locale con particolare attenzione all’Acquedotto storico di Genova. La nostra associazione fa parte dalla Federazione per la Salvaguardia e la tutela dell’Acquedotto storico della Val Bisagno, che riunisce venti associazioni del territorio con l’obiettivo di preservare e valorizzare l’antico condotto genovese.

Con questa premessa ci rivolgiamo a Lei, conoscendo l’attenzione e la sensibilità civica di cui ha dato prova,  anche nel suo ruolo di Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili nel governo Draghi.

Proprio in questo ambito recentemente è stato fatto il suo nome durante un’assemblea pubblica promossa dalla civica amministrazione genovese (Municipio Bassa Valbisagno 7 novembre 23) che aveva come intento di presentare il progetto di prolungamento della metropolitana di Genova in Val Bisagno.  Il progetto in questione è da qualche tempo oggetto di forti critiche sia da parte di molti cittadini e comitati, ma ormai anche da alcune forze politiche di opposizione come lo stesso Partito Democratico, compreso l’ex ministro dei trasporti Claudio Burlando, che recentemente ha preso una posizione di netta contrarietà perché si tratta di un’ opera invasiva e dispendiosa, proponendo una diversa alternativa.

Il progetto presentato dello skymetro ha richiesto una deroga regionale al piano di bacino e andrà a installare più di duecento piloni di cemento armato lungo l’argine del torrente Bisagno, circa dieci milioni di tonnellate di cemento, senza contare gli impalcati che rimarranno a una distanza di poco più di dieci metri dalle finestre del terzo piano per diversi chilometri di tessuto urbano.

Le critiche a questo progetto si stanno rapidamente diffondendo, il Geologo Mario Tozzi ha preso una posizione di netta contrarietà, pubblicando un video sui social dove chiede una marcia indietro al Governatore Toti responsabile di aver concesso la deroga al piano di bacino per permettere la realizzazione dell’opera. La trasmissione “l’aria che tira” di la7 e recentemente anche “Mi Manda Rai3” di diffusione nazionale,  hanno dedicato dei focus sullo skymetro all’ interno della trasmissione sul dissesto idrogeologico (agosto la7 e scorso 2 dicembre rai3).

Davanti a queste critiche, sempre più incalzanti, l’assessore ai lavori pubblici Matteo Campora, durante l’assemblea pubblica di presentazione del progetto, evidentemente senza più argomenti, ha sostenendo che il progetto è sostenibile perché la valutazione è stata fatta dagli organi tecnici del ministero, citando che all’epoca il ministero era presieduto da Lei, facendo intendere che lo ha giudicato meritevole di finanziamento.

Secondo noi parlare di sostenibilità di un progetto come questo, che prevede l’ installazione di dieci milioni di tonnellate di cemento, in deroga al piano di bacino, lungo l’argine di uno dei torrenti più pericolosi d’Italia è un passo indietro nel concetto stesso di sostenibilità ambientale, ed è impensabile proporlo come tale nel 2023, alla luce dell’ Agenda 2030.

Ci si chiede poi come il concetto di sostenibilità possa essere compatibile da un punto di vista dell’impatto sociale, soprattutto per chi subirà l’opera,  vedendo il proprio quartiere trasformato sotto l’ombra degli impalcati, nulla di più lontano dal concetto di rigenerazione urbana e sostenibilità in senso più ampio e moderno. Le alternative al progetto ci sono e coincidono tutte con una moderna rete tranvia, veicolo di rigenerazione urbana e con costi di realizzazione molto più bassi rispetto allo skymetro. Inoltre il tracciato dello skymetro è previsto sulla sponda meno urbanizzata, al di là del Bisagno, lontana dalle case e quindi dall’ utenza.
 
Inoltre , sempre per tornare ai punti indicati dall’ Agenda 2030, va detto che la tranvia era stata scelta nove anni fa a seguito di un percorso partecipato organizzato dall’università di Genova.
 
Ci chiediamo invece perché, per lo stesso motivo, per un’ opera come lo skymetro finanziata dal governo, non siano stati considerati i cittadini, mai coinvolti nel processo decisionale. Ovviamente noi non crediamo alle parole dell’assessore Campora, che per togliersi ogni responsabilità hanno attribuito al suo ministero la bontà di questo progetto.
Riteniamo che l’attuale amministrazione non abbia mai proposto una reale alternativa allo skymetro e che quindi non ci sia mai stata la possibilità del ministero, che Lei amministrava, di finanziare un progetto diverso e meno impattante. 

Riteniamo che una sua posizione a chiarimento di quanto successo sia auspicabile, 

Cordiali Saluti

Fabrizio Spiniello

Ecco la risposta dell’ex Ministro Enrico Giovannini:

Gentile Sig. Spiniello,

la ringrazio per il suo messaggio.

So bene che il tema è oggetto di accese discussioni, sulle quali preferisco non entrare visto che non ho alcun ruolo al riguardo, né conosco in dettaglio il progetto proposto dal Comune. Posso solo augurarmi che il dibattito in corso venga svolto con modalità appropriate e conduca ad una soluzione adeguata dai vari punti di vista.

Cordiali saluti

Enrico Giovannini