Quale modello di città scaturisce dai progetti di trasformazione portati avanti dall’attuale amministrazione del Sindaco Marco Bucci?

Cerchiamo di capire dove stiamo andando e se questa è la direzione che si desiderava veramente per la nostra città e per la nostra vallata, al di là degli slogan, al di là della narrazione della Genova Meravigliosa decantata dalla claque dell’Amministrazione e che agli occhi della stampa locale, incontra il consenso di tutti.

Il procedere di questa amministrazione si è caratterizzata da subito come  “un modo nuovo di fare politica”, contraddistinto da dinamismo e sovraesposizione mediatica : dalla “colazione con il Sindaco”, alla presentazione in pompa magna di progetti (molto spesso di iniziativa privata – pensate alle varie inaugurazioni di Supermercati a cui siamo stati abituati in questi anni – ) , render, apertura di cantieri con tanto di visite guidate, inaugurazioni anticipate anche quando, oggettivamente, c’era poco da inaugurare e così via. L’obiettivo è ostentare la “politica del fare, o almeno la “narrazione della politica del fare”. 

Questa ostentazione sembra volersi contrapporre a un’apparente procedere “lento” attribuito a tutte le precedenti amministrazioni venute prima del Sindaco Marco Bucci.

E se questo per alcune opere non può essere vero, fa lo stesso: le opere ereditate da precedenti amministrazioni, come lo scolmatore del Bisagno, vengono comunque bene nella narrazione del fare di questa Amministrazione .

Una narrazione che si è rafforzata dopo il tragico crollo del Ponte Morandi e la conseguente ricostruzione, avvenuto effettivamente in tempi rapidissimi, anche grazie alla nomina dello stesso Sindaco alla figura di Commissario per la ricostruzione del nuovo ponte. Una carica che gli ha permesso di operare con poteri straordinari, un sistema di deroghe sdoganato dal Governo Conte con il decreto Genova, il D.L .109/2018, che al comma 5 cita: “il Commissario straordinario opera in deroga ad ogni disposizione di legge extrapenale, fatto salvo il rispetto dei vincoli inderogabili derivanti dall’appartenenza all’Unione europea… <omiss> “.

In questa narrazione effettivamente la macchina amministrativa sembra aver preso un’ accelerazione rispetto alle precedenti amministrazioni. Oltre ai poteri straordinari forniti al “super Sindaco-Commissario”, un’ altra eccezionale combinazione di fattori ha fatto si che si concentrassero a Genova enormi finanziamenti, compresi quelli del PNRR.

I progetti vengono presentati come pronti a partire, ma spesso si scopre che non sono altro che una lista dei desideri. Un procedere a proclami e annunci in pompa magna che però a volte si scontrano con una diversa realtà. Buoni propositi iniziali cambiano così in corso d’opera: Il progetto per la viabilità in Valbisagno viene cambiato sette volte, passando prima dal tram, poi al ligh-tram (mezzo su gomma lungo 24m che in Italia non può circolare), poi si aggiunge una fantomatica monorotaia, lo skytram (una metro leggera a guida autonoma senza conducente) mentre gli annunciati tram diventano filobus. Lo skytram, dopo la bocciatura arrivata da Roma, diventa lo skymetro, ovvero il prolungamento dell’attuale metropolitana in sopraelevazione. Poi anche i filobus diventano autobus a batterie ma con una forma che deve ricordare un tram (così prevedeva il bando di acquisizione dei nuovi mezzi, poi ritirato dall’AMT perché il prezzo era troppo basso).

Un procedere che vede questi vettori come equivalenti, come se il cambio di vettore avesse lo stesso impatto sul tessuto urbano o sull’efficienza del trasporto pubblico, come se questi fossero intercambiabili. 

La realizzazione di una tranvia avrebbe dato, come ripetiamo da sempre, una precisa visione di trasformazione della città. Cambiando il vettore e inserendo una sopraelevata con un treno sopra, la città si trasforma in qualcosa di diverso. Come si può affermare che avevi una visione precisa? O non l’avevi o mentivi.

Anche il progetto del Waterfront, inizialmente presentato come un’opportunità eccezionale per la città, a ben vedere si è rivelato un’ importante operazione di marketing avvantaggiando soprattutto i privati. Sebbene le opere di bonifica siano state finanziate dall’amministrazione pubblica, la parte centrale del progetto consiste nella costruzione di un quartiere residenziale di lusso con appartamenti da 15.000 euro a mq. Il palasport subirà una riduzione così importante rispetto alle potenzialità iniziali che non potrà più ospitare eventi sportivi e di intrattenimento di rilievo, di fatto si è trasformato in un grande centro commerciale con 121 negozi e un ennesimo supermercato. (Vedi qui)

Anche considerato il parco che verrà realizzato nell’area del piazzale Kennedy, chi ne beneficerà saranno soprattutto i quartieri limitrofi che già hanno una vocazione di alta qualità residenziale da quando sono stati concepiti negli anni 30.

La riqualificazione del Parco dei Forti vede importanti allargamenti ai sentieri, rendendoli di fatto carrabili e dotandoli di servizi come acqua, luce e fibra ottica. Questa trasformazione insieme alla realizzazione della funivia dal porto a Forte Begato ha una precisa strategia: lo sfruttamento turistico intensivo del parco del Peralto. Per questo il patrimonio immobiliare dei forti è stato incluso nella piattaforma istituzionale “Opportunity Liguria”, creata dalla Regione Liguria per attrarre investitori interessati a utilizzare le risorse pubbliche per insediamenti produttivi, direzionali e logistici. Questi sono segnali chiari dell’operazione che si intende realizzare. (vedi qui)

Tornando allo Skymetro, inquadrato in questa visione di città, che punta a un turismo massivo mordi e fuggi, una città da consumare come il pesto e la focaccia, prevede necessariamente una sostituzione turistica degli spazi del centro storico. La città del centro e del waterfront dove si punta tutto sulla “visione meravigliosa” di una città felice e spensierata con tanto di attrazioni ludiche come i fuochi d’artificio e lo scivolo sull’acqua in via XX Settembre come una sorta di Disneyland in salsa verde pesto e salame di Sant’Olcese che ora si può vedere anche sul Tamigi con un enorme mortaio gonfiabile.  (vedi qui)  

In questa città gioiosa capita che si prometta un tram, ma che poi al ministero si presenti un progetto di prolungamento della metropolitana in sopraelevazione, come se niente fosse. Un progetto che passa sopra a un complicato e delicatissimo tessuto urbano e sociale innestato tra borghi storici, l’acquedotto storico, i crinali monumentali dei forti, il cimitero monumentale di Staglieno. In mezzo c’è anche il torrente Bisagno che si dice di voler rispettare, ma che nella realtà dei fatti viene ulteriormente mortificato, ricoperto di una serie di piloni, sovrastato da stazioni impossibili da raggiungere. Rampe e  scale aggettanti sul greto, sbarchi di ascensori che i tecnici rassicurano sono pensati anche per i portatori di disabilità, ma che in realtà sbarcheranno su pensiline in lontanissime strade di scorrimento. Tutto questo viene presentato con leggerezza senza una seria valutazione del rischio sociale e quindi mettendoci in pericolo, senza una analisi di contesto, senza sapere chi sono le persone che abitano i luoghi che verranno sovrastati dalla sovrastrutture, senza valutare il capitale economico, sociale, culturale di questo complicato contesto. Questo progetto prescinde da tutto questo.

 

Si dimentica in questi progetti che oltre al vantaggio della velocità ci saranno gli svantaggi: la distruzione del tessuto sociale e urbano che si voleva riqualificare “con il rammendo delle periferie” e che ora si scavalca sinuosamente con ponti e piloni sopra alla testa, davanti alle case, sfiorando le scuole, mortificando ogni visuale di luce sulla vallata. Sono questi i quartieri giudicati “sacrificabili” a cui è stata decisa dall’alto un altra vocazione, quella di “periferia per sempre”. Quartieri trasformati in non luoghi, sporchi e irraggiungibili, svuotati da ogni contesto, abbandonati da chi da questo degrado potrà fuggire. Si venderanno le case, in questi spazi svuotati troveranno rifugio i più deboli, la società che deve stare sotto e che non può permettersi di meglio, i deportati della sostituzione turistica del centro storico.  <vedi qui>

A questo punto abbiamo capito cosa sia “La città meravigliosa” del Sindaco Marco Bucci: la città classista a due velocità immaginata nel 1927 da Fritz Lang. La città che sta sopra a spese della città che deve stare sotto al servizio della prima. Una visione alla quale si ci può liberare solo con l’epilogo indicato nello stesso lungometraggio: una rivolta di popolo!

Vedi anche il <deserto dei tartari>