Il Comune di Genova ha deciso concedere l’aumento dei  forni crematori nel cimitero di Staglieno, un investimento privato da 6,5 milioni di euro per una concessione di utilizzo di 23 anni.

L’impianto sarebbe capace di cremare 4500 salme all’anno. Questa decisione ha suscitato la preoccupazione degli abitanti della Vallata.

L’aumento dei forni crematori rappresenta una nuova servitù molto impattante con inevitabili conseguenze negative per la vallata.

Uno dei principali problemi legati all’aumento dei forni crematori è l’emissione di sostanze inquinanti nell’atmosfera. Infatti durante il processo di cremazione, vengono rilasciati nell’aria gas molto inquinanti, come afferma anche una relazione dell’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente. (vedi qui

La combustione di materiali come per esempio il legno trattato, metalli presenti nei feretri e nelle protesi dei defunti, possono rilasciare sostanze tossiche, come mercurio e piombo. Recentemente per questo motivo il Consiglio di Stato il 3 gennaio 2022, ha classificato questi impianti come industrie inquinanti (vedi qui)  – leggi la sentenza (qui).

Il Sindaco Marco Bucci dice “Andiamo avanti, non c’è nessun problema“.  (vedi qui)

Ma forse il problema c’è: in assenza di una chiara normativa che regolamenti questo settore “industriale”, sarebbe opportuno, da chi è preposto alla tutela dei cittadini, abbia un approccio più cauto e prudente. 

Nonostante le rassicurazioni del Sindaco e della sua giunta, l’installazione di nuovi impianti crematori aumenteranno comunque il carico inquinante delle attività industriali già presenti nella nostra vallata. Un amministrazione più attenta ai bisogni dei cittadini avrebbe pianificato tali impianti su un territorio più ampio piuttosto che concentrarli tutti in un solo punto. Il fatto che l’amministrazione comunale non sia riuscita a delocalizzare i nuovi impianti per noi rappresenta una sconfitta politica del nostro municipio a diversità di quanto è avvenuto per il municipio della Valpolcevera. <vedi qui>.  

In Valbisagno si dovrebbe investire su attività sostenibili piuttosto che aumentare la potenzialità di attività inquinanti che andrebbero piuttosto delocalizzate e non più concentrate in un territorio così fragile come il nostro.

Il municipio dovrebbe farsi carico di queste preoccupazioni ma non vediamo per il momento azioni concrete  (vedi qui)

Purtroppo, quando si avanza alla cieca nei pantanosi terreni della realpolitik, quando il pragmatismo s’impossessa della bacchetta e dirige il concerto senza badare a cosa c’è scritto nello spartito, è più sicuro che la logica imperativa del degrado finisca per dimostrare che, in definitiva, c’era ancora qualche gradino da scendere…

– Le intermittenze della Morte José Saramago” –  

 

 

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