La sigla G.A.S. sta per Gruppo di Acquisto Solidale

La storia dei Gruppi di Acquisto in Italia inizia nel 1994 a Fidenza e prosegue nel 1996 quando viene pubblicata la Guida al Consumo Critico dal Centro Nuovo Modello di Sviluppo, dove vengono rilasciate informazioni sul comportamento delle imprese più importanti al fine di guidare la scelta del consumatore. Nel 1997 nasce la rete di gruppi d’acquisto.

Perché le persone entrano a fare parte di un GAS?

Spesso alla base di questa esperienza c’è una critica profonda verso il modello di consumo e di economia globale, insieme alla ricerca di una alternativa praticabile da subito. 

Come funziona un GAS, com’è organizzato?

I partecipanti al gruppo definiscono in primo luogo i produttori selezionati attraverso determinati criteri, gli si richiede una lista di prodotti, in base a questa le diverse famiglie o persone compilano un ordine, quindi vengono raccolti e sommati per definire un ordine di gruppo che viene trasmesso al produttore. All’arrivo della merce, questa viene suddivisa tra le famiglie e persone che appartengono al gruppo e ognuno paga per la sua parte.

Quali sono i criteri per la scelta dei produttori?

1)     La vicinanza:  nell’economia globale i beni viaggiano da una parte all’altra del pianeta in seguito a considerazioni economiche sul costo della manodopera e delle materie prime nei diversi luoghi. Peccato che le aziende non tengono conto dei costi indiretti dei trasporti che sono scaricati sulla collettività, tali comprendono l’inquinamento, l’utilizzo delle strade, l’impiego di energia fossile, gli incidenti stradali, le perdite di tempo dovute al traffico congestionato. In assenza di questo sistema di attribuzione dei costi, possiamo supplire con la nostra intelligenza e preferire prodotti locali. I prodotti locali, inoltre, dovendo viaggiare di meno possono arrivare più freschi sulle nostre tavole e quindi richiedono meno conservanti.

2)     Le piccole dimensioni: è data la preferenza ai piccoli produttori, spesso a gestione familiare perché si ha la possibilità di conoscerne meglio il comportamento e vedere quali sono i metodi di lavoro. Questi produttori spesso, nonostante la bontà dei loro prodotti, faticano a trovare un mercato si vedono esclusi dai canali della grande distribuzione, che per sua natura preferisce aziende medie o grandi che possono garantire una certa produzione. Diverse persone trovano nella ricerca dei piccoli produttori della loro zona una soluzione positiva per tirarsi fuori dal circuito delle multinazionali e della grande distribuzione. 

3)     La genuinità dei prodotti: si scelgono quei produttori che rispettano la terra, le piante e gli animali, evitando di far uso di sostanze chimiche, fertilizzanti, pesticidi, etc. Consumare biologico contribuisce a non impoverire la ricchezza naturale del nostro pianeta, perciò è un consumo sostenibile nel tempo. Si riesce in questo modo ad avere prodotti più sani e più buoni, e ne guadagna la salute di chi acquista, inoltre si tenta un riavvicinamento ai ritmi naturali consumando i cibi solo quando è la loro stagione.  (A inquinare ci vuole un attimo, per bonificare decenni).

4)     Il rispetto del lavoratore: l’economia nell’era della globalizzazione e le multinazionali spostano la produzione dove i costi sono più bassi, la manodopera è sottopagata e i lavoratori non hanno diritti. 

I G.A.S. e il fisco

Il 5 novembre 2007 la Commissione di Bilancio del Senato ha approvato un emendamento alla legge finanziaria relativo agli aspetti fiscali dei GAS, secondo cui l’attività di acquisto e distribuzione agli aderenti svolta dai GAS costituisce attività “non commerciale”. Per una maggior completezza di informazione riportiamo i testi sopra citati:

  • Emendamento Approvato. Art 5
  • Comma 47 bis: Sono definiti “gruppi di acquisto solidale” i soggetti associativi senza scopo di lucro costituiti al fine di svolgere attività di acquisto collettivo di beni e distribuzione dei medesimi, senza applicazione di alcun ricarico esclusivamente agli aderenti, con finalità etiche, di solidarietà sociale e di sostenibilità ambientale in diretta attuazione degli scopi istituzionali con finalità etiche e con esclusione di attività di somministrazione e vendita.
  • Comma 47 ter: Le attività svolte dai soggetti di cui al comma 47 bis, limitatamente a quelle rivolte verso gli aderenti, non si considerano commerciali ai fini della applicazione del regime di imposta di cui al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972 n 633, ferme restando le disposizioni di cui all’art 4, settimo periodo del medesimo decreto, e ai fini dell’applicazione del regime d’imposta di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986 n 917.

I GAS quindi sono diventati formalmente “soggetti associativi senza scopo di lucro costituiti al fine di svolgere attività di acquisto collettivo di beni e distribuzione dei medesimi con finalità etiche, di solidarietà sociale e sostenibilità ambientale” (Legge Finanziaria 2008, art. 1, comma 268)