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Fare Rete – L’agricoltura Periurbana a Genova

FARE RETE – L’AGRICOLTURA PERIURBANA A GENOVA
Incontro di preparazione al Convegno, Incontro del 9.10.2014 – Arci S. Eusebio (Genova)


video completo

playlist singoli interventi

Scopriamo il convegno: fare rete e agricoltura periurbana

IL TERRITORIO COME BENE COMUNE
Domenica 11 gennaio dalle ore 9.30
Sala del Maggior Consiglio – Palazzo Ducale, Genova
FARE RETE
Fare rete è uno degli obiettivi che ci siamo posti come associazione ed è uno degli obiettivi che abbiamo voluto perseguire con questo convegno che è cominciato già due mesi fa con i 7 eventi preliminari attraverso i quali ci siamo formati e informati in vista di domenica: abbiamo invitato persone e associazioni, esperti e cittadini per parlare insieme a loro di tutto quel mondo di informazioni e conoscenze che formano la galassia dei Beni comuni e della tutela del territorio: ognuno ha dato un contributo che in parte ritroveremo domenica e che in parte ci servirà per il proseguo del percorso di cittadinanza consapevole e informata nei prossimi mesi.

ASPETTANDO IL CONVEGNO: SCOPRIAMO L’AGRICOLTURA PERIURBANA
Intanto Venerdì 9 gennaio siete invitati all’ultimo degli eventi che precedono il convegno e che racconta la volontà di fare rete con altre realtà che si occupano di tutela del territorio: all’Arci di Sant’Eusebio alle ore 19:00 scopriremo e conosceremo alcune esperienze di agricoltura periurbana a Genova e parleremo di esperienze e progetti di agricoltura periurbana in città, conosceremo le storie e le idee che stanno dietro a questa idea di territorio! E’ possibile un diverso modello di sviluppo per i nostri territori? E’ possibile la lotta al dissesto partendo dall’orto dietro casa? Con gli Amici di Pontecarrega ne parleranno Arci Genova , Terra! onlus, Rete Territoriale Sant’Eusebio, Le serre di San Nicola, Gas Bisagno, Gli Orti Di Staglieno e la Cooperativa Monte Di Capenardo.

Visita il sito Bioresistenze

http://bioresistenze.wordpress.com/

Breve storia dei GAS in Italia

La sigla G.A.S. sta per Gruppo di Acquisto Solidale

La storia dei Gruppi di Acquisto in Italia inizia nel 1994 a Fidenza e prosegue nel 1996 quando viene pubblicata la Guida al Consumo Critico dal Centro Nuovo Modello di Sviluppo, dove vengono rilasciate informazioni sul comportamento delle imprese più importanti al fine di guidare la scelta del consumatore. Nel 1997 nasce la rete di gruppi d’acquisto.

Perché le persone entrano a fare parte di un GAS?

Spesso alla base di questa esperienza c’è una critica profonda verso il modello di consumo e di economia globale, insieme alla ricerca di una alternativa praticabile da subito. 

Come funziona un GAS, com’è organizzato?

I partecipanti al gruppo definiscono in primo luogo i produttori selezionati attraverso determinati criteri, gli si richiede una lista di prodotti, in base a questa le diverse famiglie o persone compilano un ordine, quindi vengono raccolti e sommati per definire un ordine di gruppo che viene trasmesso al produttore. All’arrivo della merce, questa viene suddivisa tra le famiglie e persone che appartengono al gruppo e ognuno paga per la sua parte.

Quali sono i criteri per la scelta dei produttori?

1)     La vicinanza:  nell’economia globale i beni viaggiano da una parte all’altra del pianeta in seguito a considerazioni economiche sul costo della manodopera e delle materie prime nei diversi luoghi. Peccato che le aziende non tengono conto dei costi indiretti dei trasporti che sono scaricati sulla collettività, tali comprendono l’inquinamento, l’utilizzo delle strade, l’impiego di energia fossile, gli incidenti stradali, le perdite di tempo dovute al traffico congestionato. In assenza di questo sistema di attribuzione dei costi, possiamo supplire con la nostra intelligenza e preferire prodotti locali. I prodotti locali, inoltre, dovendo viaggiare di meno possono arrivare più freschi sulle nostre tavole e quindi richiedono meno conservanti.

2)     Le piccole dimensioni: è data la preferenza ai piccoli produttori, spesso a gestione familiare perché si ha la possibilità di conoscerne meglio il comportamento e vedere quali sono i metodi di lavoro. Questi produttori spesso, nonostante la bontà dei loro prodotti, faticano a trovare un mercato si vedono esclusi dai canali della grande distribuzione, che per sua natura preferisce aziende medie o grandi che possono garantire una certa produzione. Diverse persone trovano nella ricerca dei piccoli produttori della loro zona una soluzione positiva per tirarsi fuori dal circuito delle multinazionali e della grande distribuzione. 

3)     La genuinità dei prodotti: si scelgono quei produttori che rispettano la terra, le piante e gli animali, evitando di far uso di sostanze chimiche, fertilizzanti, pesticidi, etc. Consumare biologico contribuisce a non impoverire la ricchezza naturale del nostro pianeta, perciò è un consumo sostenibile nel tempo. Si riesce in questo modo ad avere prodotti più sani e più buoni, e ne guadagna la salute di chi acquista, inoltre si tenta un riavvicinamento ai ritmi naturali consumando i cibi solo quando è la loro stagione.  (A inquinare ci vuole un attimo, per bonificare decenni).

4)     Il rispetto del lavoratore: l’economia nell’era della globalizzazione e le multinazionali spostano la produzione dove i costi sono più bassi, la manodopera è sottopagata e i lavoratori non hanno diritti. 

I G.A.S. e il fisco

Il 5 novembre 2007 la Commissione di Bilancio del Senato ha approvato un emendamento alla legge finanziaria relativo agli aspetti fiscali dei GAS, secondo cui l’attività di acquisto e distribuzione agli aderenti svolta dai GAS costituisce attività “non commerciale”. Per una maggior completezza di informazione riportiamo i testi sopra citati:

  • Emendamento Approvato. Art 5
  • Comma 47 bis: Sono definiti “gruppi di acquisto solidale” i soggetti associativi senza scopo di lucro costituiti al fine di svolgere attività di acquisto collettivo di beni e distribuzione dei medesimi, senza applicazione di alcun ricarico esclusivamente agli aderenti, con finalità etiche, di solidarietà sociale e di sostenibilità ambientale in diretta attuazione degli scopi istituzionali con finalità etiche e con esclusione di attività di somministrazione e vendita.
  • Comma 47 ter: Le attività svolte dai soggetti di cui al comma 47 bis, limitatamente a quelle rivolte verso gli aderenti, non si considerano commerciali ai fini della applicazione del regime di imposta di cui al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972 n 633, ferme restando le disposizioni di cui all’art 4, settimo periodo del medesimo decreto, e ai fini dell’applicazione del regime d’imposta di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986 n 917.

I GAS quindi sono diventati formalmente “soggetti associativi senza scopo di lucro costituiti al fine di svolgere attività di acquisto collettivo di beni e distribuzione dei medesimi con finalità etiche, di solidarietà sociale e sostenibilità ambientale” (Legge Finanziaria 2008, art. 1, comma 268)