Archive for ottobre 2014

Un parco per Terralba

Terralba

Siamo lieti di invitarvi alla mostra organizzata dalla Scuola di Architettura dell’ Università di Genova. Dopo mesi di lavoro viene presentato il lavoro dei ragazzi del Laboratorio del Paesaggio, laboratorio a cui la Associazione Amici di Ponte Carrega ha partecipato, con grande soddisfazione.

La stessa esposizione sarà esposta a Palazzo Ducale nell’ ambito del Convegno sul dissesto idrogeologico che stiamo organizzando insieme a WWF, No cementificazione Terralba, Protezione Bosco Pelato, Vivere in Collina, Giovani Urbanisti e altre realtà del territorio.

 Non mancate alla inaugurazione del 3 novembre

(scarica la locandina cliccando sull’immagine)

Titanic a Ponte Carrega

Il primato di Ponte Carrega

Installato fra il parco delle mura occidentali, fra l’acquedotto storico del 600, a due passi dal complesso monumentale di Staglieno e sotto a un sito di interesse comunitario (SIC)

ecco a voi il nuovo centro commerciale di 49.000 mq a 10m dal torrente Rio Mermi

Grande come due transatlantici RMS Titanic

(Lungo 300m x Largo 60m x Alto 40m)

TitaniCarrega

titanicAcarrega

alcune note di chi lo ha voluto:

Prima di stabilirci in un paese, cerchiamo innanzitutto di conoscere gli abitanti, lo stile di vita e l’habitat

quando apriamo un punto vendita, ne monitoriamo l’integrazione nell’ambiente e lavoriamo con le autorità locali

L’aspetto cromatico è vincolato al format che la catena (omiss) in Italia ripete per ogni nuovo negozio” dal documento istruttorio S467-DECR 1835 della Regione Liguria

Effettivamente, bisogna ammettere, non si poteva fare di più!

IL LAVATOIO DI SALITA ALLA CHIESA DI STAGLIENO

LavatoioCompagnaTruogolo

 

Pubblichiamo il link dell’articolo dell’associazione culturale più antica di Genova “a Compagna”, Anno XLVI: N. 4 – Ottobre-Dicembre 2014,  clicca sull’immagine per leggere l’articolo .

Guarda anche il servizio di Telenord con l’intervista a Iolanda Valenti e Ivan De Fazio (APC)

Genovirus – Genova dissesto idrogeologico opportunità mancata

Genova Virus – PAM PAM PAM

Con la partecipazione del Prof. Renzo Rosso e Prof. Giovanni Menduni,  interventi dei rappresentanti del WWF Genova, Amici di Ponte Carrega, Salviamo il Paesaggio.

Interessante il parere del Prof. Giovanni Menduni, sui centri commerciali: “..il centro commerciale che cosa fa? incrementa incredibilmente il valore e l’esposizione dei quell’area, per cui quell’area pericolosa che è stata per così dire resa sicura, diventa un attrattore di esposizione, quindi il rischio li, alla fine di questa vicenda, con le opere di sicurezza, viene pure peggiorato: è quello che viene chiamato effetto Los Angeles. A Los Angeles dove avevano un traffico pazzesco allargavano le strade, ma più allargavano le strade e più traffico avevano perché chiaramente la strada nuova era un attrattore di traffico.. così alcune opere per la mitigazione del rischio hanno alla fine l’effetto di incrementare il rischio…

Queste affermazioni sembrano incredibilmente simili alle nostre affermazioni sul nostro post del 23 dicembre 2013, si veda l’articolo il Valore esposto

 

LA FILOSOFIA DEL COMUNE DI GENOVA = CEMENTIFICARE DI PIU’ PER METTERE IN SICUREZZA I TORRENTI !

10.000 mq in più di superficie agibile in cambio della messa in sicurezza del torrente Mermi

F4Catturastralcio della relazione istruttoria della direzione sviluppo urbanistico e grandi progetti

DIREZIONE URBANISTICA, SUE E GRANDI PROGETTI

Sue

ECCO LA PROPOSTA DI PROGETTO DEFINITIVO DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE

Primocanale – il contributo degli APC a Borgo Incrociati, e il Prof. Renzo Rosso

“La prima cosa da fare…OCCORRE IL GRANDE SCOLMATORE DEL BISAGNO” non serve quello del Fereggiano, bocciato dal Consiglio superiore dei lavori pubblici. I soldi se c’è la volontà politica si trovano… ma soprattutto serve la cura dei versanti altrimenti qualsiasi opera idraulica finalizzata a risolvere i problemi delle coperture storiche non sarà efficace. Anche gli scolmatori si riempiono di tronchi e di detriti.

Guarda il servizio da Primocanale sreaming

Intervista Prof. Renzo Rosso Primocanale News

Burlando: Comunicato Stampa pubblicato sul XIX: dichiarazioni superficiali

Burlando

Con questo comunicato non volgiamo entrare nella polemica politica, non siamo esperti in idraulica, ma vogliamo sottolineare come un rappresentante delle istituzioni non possa permettersi, difronte a questi eventi, di essere superficiale e pressapochista come l’uomo qualunque.

Non lo può essere anche in relazione al fatto che il suo ruolo in questa vicenda è triplice: come Presidente della Regione, come Commissario straordinario per l’affidamento dei lavori e come ingegnere.

In tali vesti occorre parlare con competenza e professionalità senza illudere i cittadini, a maggior ragione se si è davanti agli organi di stampa e quindi a un vasto pubblico.  

In questa intervista si sottovalutata l’importanza della costruzione del Grande scolmatore del Bisagno così come previsto dal Piano di Bacino.

Nel comunicato il Presidente afferma: “La luce libera della nuova copertura è molto di più e quindi ci passa molta più acqua… se mentre si rifà la copertura si fa anche il deviatore..lo scolmatore del Fereggiano, che viene aggiudicato nei prossimi giorni,(1)… ecco che da una parte al bisagno gli togliamo l’acqua, quella del Ferreggiano e dall’altra gli diamo più spazio, e ci aspettiamo una sicurezza, che non sarà la millenaria, ma sarà la cinquecentennale..” 

L’intervista prosegue ancora…“.. questi lavori qui non saranno la millenaria, quella che viene scongiurata dallo scolmatore del Bisagno che costa 300 milioni, ma nell’ambito, come dire, della ragionevolezza, siamo di fronte a portate tali per cui è francamente inimmaginabile.. nessuno degli ultimi episodi è mai accaduto..”  

Ricordiamo al Presidente Burlando che la piena per cui serve il grande scolmatore, la piena che ritiene “inimmaginabile” è la “bicentenaria”, quella prevista da 1300 m3/s e solo regimando le acque a questa portata si può parlare formalmente di “messa in sicurezza” del torrente Bisagno, ovvero come previsto dal piano di Bacino.  Ricordiamo che tale “messa in sicurezza” è solo formale perché sappiamo che con il cambiamento climatico il periodo di ritorno della piena  è diventato assai più probabile e quindi più frequente.  

Non si tratta affatto di condizioni limite, come vuole far intendere parlando di piena cinquecentennale o millenaria, ma invece valori assai probabili anche statisticamente, infatti l’ultima piena di tale portata è quella del 1822, quindi con una attesa molto ravvicinata anche dal punto di vista probabilistico. Il fatto che non si sia mai più verificata, non significa che non si possa verificare nei prossimi anni anche con una certa frequenza. 

Occorre quindi ricordare al presidente di non illudere troppo i cittadini, il piano di Bacino andrebbe rispettato!, a cui si dovrebbe anche togliere la possibilità di derogare sulle distanze minime dai torrenti, che permete di costruire ed edificare intorno ad essi in modo scandaloso.

Lo scolmatore del Bisagno costa un decimo del costo della Gronda autostradale di Ponente, il costo complessivo del danno avuto dall’ultima alluvione supera i 300 ml di euro.

Quindi dobbiamo intendere che la priorità di questa regione è togliere il 18% del traffico autostradale da Genova ovest a Genova Voltri, piuttosto che salvare 2500 piccoli esercizi commerciali alluvionati ogni tre anni? Forese sarebbe meglio chiedere ai cittadini quale opera ritengono come prioritaria.  

Fonti

intervista al Presidente Burlando XIX

vedi fonte Regione Liguria

(1) Ricordiamoci che il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici si è espresso negativamente su questo intervento criticando anche il progetto. La Regione e il Comune hanno deciso comunque di portarlo avanti.

vedi fonte consiglio superiore lavori pubblici

 

Interventi degli Amici di Ponte Carrega

In questi giorni la nostra associazione è stata contattata da alcune emittenti televisive per parlare di dissesto e cementificazione del nostro territorio.

Pubblichiamo di seguito i link di due stralci delle interviste a TV2000 e La7 Piazza Pulita

Dati del sensore di rivelazione pluviometrico di Gavette a confronto

Gavette 2011-2014Nota: per la diversità dei fondo-scala dei due grafici, abbiamo sottolineato i livelli di picco massimi con una linea arancione per una migliore comprensione

 

A titolo di curiosità pubblichiamo i dati del sensore di rivelazione pluviometrico della località Gavette, dati a confronto fra quelli rilevati durante la settimana del 4 novembre 2011 e quelli della settimana scorsa  9-10 ottobre 2014.

Come rilevato nell’articolo di Meteogiornale.it, stupisce maggiormente l’esondazione del Fereggiano, perché la pioggia è arrivata con picchi intensi di 80 mm in un’ora, ma lontanissimi rispetto a quelli di 3 anni fa.

In particolare il sensore di Gavette ha rilevato la scorsa settimana una intensità massima di 75mm intorno alle ore 10:30-11:00 della notte fra il 9 e il 10 ottobre 2014, mentre il 4 novembre 2011 l’intensità massima è stata di 125mm, il 60% in più.

Questi eventi climatici saranno sempre più frequenti con il cambiamento climatico in atto, sono valori di pioggia folli e in nessuna parte del mondo abitato passano indenni. La cementificazione con la canalizzazione dei percorsi d’acqua aumenta la fragilità del sistema proprio difronte a fenomeni improvvisi e concentrati. L’effetto è quello di accelerare la dinamica con cui l’acqua arriva nel fondovalle e nell’alveo dei torrenti. E’ come se si volesse riempire una bottiglia da una damigiana utilizzando una canna e un imbuto. Se si versa l’acqua lentamente l’acqua può defluire sia nel tubo, sia nell’imbuto, l’acqua passa copiosa senza che ne sia rovesciata una goccia, ma se si versa l’acqua troppo velocemente lo sversamento dall’imbuto prima poi è garantito, anche per valori di acqua non elevati.

Un suolo permeabile assorbe l’acqua regolarizzando la dinamica con cui giunge al fondovalle, il torrente si gonfia lentamente e supera i picchi di pioggia. Diversamente anche solo la presenza di una strada asfaltata rappresenta uno scivolo, un percorso agevolato, con cui l’acqua defluisce più velocemente: la dinamica del torrente cambia congestionando il regolare deflusso, magari solo qualche minuto durante il massimo picco, ma sufficienti a causare una pericolosa esondazione e travolgere improvvisamente qualcuno. Calcolare questi eventi straordinari è sempre più complesso e forse le attuali norme di costruzione non sono nemmeno più adeguate per far fronte al cambiamento climatico in atto.

Questo è il motivo per cui non è accettabile barattare la “messa in sicurezza” dell’asta terminale di un torrente, secondo norme forse già ora inadeguate, con una maggiore impermeabilizzazione del suolo per costruendoci sopra.

In altri campi, se si hanno dei dubbi che una medicina abbia effetti collaterali pericolosi e se questi effetti sono anche dimostrati scientificamente, normalmente si applica un principio di precauzione. Se il farmaco non è stato ancora messo al bando, e forse ci manca poco, un medico che prescrive comunque quel farmaco non è un buon medico e dovrebbe essere cambiato, anche se a volte la medicina prescritta ha qualche effetto nell’immediato.

Guarda l’articolo di meteogiornale.it

 

Amici di Ponte Carrega su La Voce di New York

Im1La Associazione Amici di Ponte Carrega sbarca oltre oceano su La Voce di New York. Un reportage da questi giorni difficili, di Gino Martella e gli amici solidali di Se Io Fossi Acqua.

http://www.lavocedinewyork.com/Il-Bello-ritrovato-nella-Genova-devastata-dall-alluvione-e-dalla-brutta-politica/d/8101/

 

Servizio televisivo di Agorà – dove viene citato l’edificio Coopsette per conto Bricoman Italia

Ecco il link del servizio della trasmissione Nazionale “Agorà” dove si cita come pessimo esempio di urbanistica l’edificio costruito da Coopsette per conto di Bricoman Italia.

 

F1Cattura  F3Cattura

            LA FILOSOFIA DEL COMUNE DI GENOVA = CEMENTIFICARE DI PIU’ PER METTERE IN SICUREZZA I TORRENTI !

10.000 mq in più di superficie agibile in cambio della messa in sicurezza del torrente Mermi

PORTARE PIU’ AUTO LUNGO LE SPONDE DEL TORRENTE BISAGNO

+6000 auto incrementali per senso di marcia nella viabilità di sponda del torrente Bisagno

      F4Catturarelazione istruttoria della direzione sviluppo urbanistico e grandi progetti

F2Cattura

Vedi anche l’esposto in procura fatto dagli APC all’inizio dell’anno dalla ns. associazione

Vedi anche “Alluvione di Cemento”

E i prossimi interventi previsti sono…..

Albergo2

…. altri centri commerciali e alberghi davanti al fiume!

LA STORIA NON CAMBIERA!

 

 

La casualità non è contemplata….

La casualità non è contemplata…. la sicurezza è un’altra cosa!

Asfalto

Dal 4 novembre 2011 sono passati 1055 giorni, ovvero 2,9 anni, e un altro devastante fenomeno meteorologico ha colpito nuovamente la nostra città, affondandola nel fango.

Altre vittime, altre parole di cordoglio, scuse, accuse, altri proclami su come la “messa in sicurezza idrogeologica” sarà la prossima priorità dell’Amministrazione Comunale.

Intanto modelli matematici previsionali falliscono, incapaci di prevedere l’impossibile. Le solite accuse fra chi avrebbe dovuto prevedere e coloro che avrebbero dovuto agire.

La liturgia del dopo alluvione, infatti, prevede due atti sempre ben definiti, l’accusa a chi avrebbe dovuto prevedere e gestire e il compianto da parte degli amministratori per le opere che avrebbero dovuto essere eseguite, questa volta incentrato sul tema delle opere di “messa in sicurezza”, già previste e finanziate, ma fermate dal TAR o impantanate in cavilli amministrativi.  

Per quanto riguarda il primo atto, a coloro dai quali si pretende la previsione dell’imprevedibile va tutta la nostra solidarietà, perché dai modelli probabilistici non si può pretendere la certezza assoluta.

Ma, per quanto riguarda il secondo atto della liturgia, siamo sicuri che tali affermazioni siano effettivamente sufficienti ed esaurienti? Se queste opere in discussione fossero state eseguite non avremmo avuto danni o vittime?  Le cose stanno veramente così?

L’appalto “incriminato” in realtà è solo un breve tratto della “nuova” copertura del Bisagno, quella che va da C.so Buenos Aires a via Carlo Barabino, e non ci sembra propriamente un intervento risolutivo dato che quel tratto è poco più della metà della strada di copertura e il nodo più difficile è quello di Brignole.  

Il rifacimento della copertura del Bisagno fermato dal TAR è soprattutto un’opera di viabilità più che di messa in sicurezza del torrente, dato che le strutture della copertura degli anni 30 sono ormai logore e c’è il pericolo che prima o poi si apra una voragine, ma una volta terminati i lavori rimarrebbe comunque sempre il problema del sottopasso ferroviario di Brignole: portata massima c.a. 850 m3/s contro una piena del Bisagno che sappiamo può raggiungere i valori impressionanti di 1300 m3/s

L’altra opera sulla quale si recrimina è l’opera definita dagli Amministratori “primo lotto dello scolmatore del Bisagno”: si tratta in realtà del piccolo scolmatore, quello del Fereggiano, per il quale si dimentica di dire che il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ha bocciato il progetto in modo clamoroso. Lo ha bocciato perché i costi sono sottostimati, la copertura economica è molto carente, gli studi sono vecchi e non considerano l’impatto sul territorio, non si è certi che intercetterà tutta l’acqua ed anzi c’è il rischio che vada a creare problemi da altre parti (vedi la falda di Terralba). In aggiunta, il CSLP stigmatizza che è anche impropria la definizione di “primo lotto dello scolmatore del Bisagno”, in quanto è lampante che l’opera non abbia alcuna attinenza con il vero e proprio scolmatore del Bisagno.

vedi fonte Regione Liguria

vedi fonte consiglio superiore lavori pubblici

Per risolvere definitivamente il problema delle esondazioni del Bisagno infatti bisognerebbe impegnarsi per la realizzazione del “Grande scolmatore” del Bisagno, il cui progetto è già approvato nel 2007. Il piano di bacino del Bisagno prevede per una sicurezza “assoluta” una portata massima di 1.300 metri corrispondente alla piena bicentennale, e solo lo scolmatore può aumentare la portata di altri 450 metri cubi al secondo. Un’opera che però deve essere realizzata tutta d’un pezzo se si vuole che sia veramente efficace, ma la cui realizzazione si scontra con costo di realizzazione di circa 250-270 ml di euro, una cifra che per l’Amministrazione Comunale sembra impossibile da affrontate, anche se in realtà è solo un decimo del costo della Gronda autostradale di Ponente o ancora meno rispetto al costo del terzo valico, di cui i lavori sono già avviati.  Da notare che anche l’impegno profuso dai nostri amministratori sembra squilibrato a favore della realizzazione delle due opere infrastrutturali piuttosto che quella di una definitiva messa in sicurezza idraulica del Bisagno con il grande scolmatore. 

Le opere idrauliche comunque realizzate non basteranno.

Il clima cambia e le strade diventano torrenti, le scalinate diventano cascate, le piazze diventano laghi, con una frequenza fino a qualche anno fa inimmaginabile.

Nonostante questa consapevolezza si continua a costruire e cementificare in zone golenali, fondo valle spesso instabili e idrogeologicamente complessi.

2014-09-21 14.36.57

La “messa in sicurezza” idraulica di un torrente è solo una sicurezza formale,  significa che il torrente sarà regimato da nuove sponde teoricamente in grado di contenere una piena probabile statisticamente prevedibile entro un periodo di ritorno di 200 anni. Un modo di procedere analitico che tiene conto di una probabilità che con il cambiamento climatico non è più costante, ma si è sensibilmente ridotta, con il rischio di avere esondazioni molto più frequenti anche là dove si è costruito “a norma” ma con un periodo di ritorno ormai superato dai fatti.

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Per ridurre il rischio idrogeologico occorre intervenite riducendo il valore del danno esposto, che poi sono le vite umane, per non parlare delle cose. Significa decostruire e non cementificare più, ma questa è una pratica poco gradita alle amministrazioni perché impedisce di far cassa con la gestione del territorio.

Un esempio eclatante di questa cattiva gestione del territorio è rappresentato dal caso di Genova a Ponte Carrega dove nell’area Ex-Italcementi, dopo l’alluvione del 4 novembre 2011 ,anziché applicare un principio di precauzione, sono stati approvati interventi di edificazione con concessioni a edificare tre volte tanto rispetto alla situazione precedente, prevedendo grandi attività commerciali in grado di incrementare il traffico veicolare privato di oltre 6000 auto/giorno per senso di marcia, lungo la viabilità di sponda del torrente Bisagno in un fondovalle a forte rischio inondazione. 

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Prima di questo intervento il valore esposto intorno all’area di intervento era rappresentato solo da un vecchio fabbricato in disuso e poche persone residenti, ma con la nuova destinazione urbanistica migliaia di persone saranno attratte in questi luoghi con grave pericolo per la loro vita in caso di forti piogge, che come abbiamo potuto constatare non sempre sono prevedibili.

Inoltre anche con argini “messi in sicurezza” nessuno potrà scongiurare un imprevisto. Un albero che accidentalmente va ad ostruire l’asta terminale del torrente in prossimità di un sottopasso,  una frana che cade sul greto del torrente, un versante che cede e riversa fango e detriti nel letto del fiume ostruendolo. Nessuno di questi casi si può prevedere e abbiamo visto che nemmeno i sofisticati modelli matematici possono farci nulla.  E’ evidente che l’unico metodo efficace per ridurre il rischio idrogeologico è dunque quello di evitare che in siti così pericolosi siano attratte persone in gran numero.

Altri Carrelli

Un atro progetto “schizofrenico” proposto dalla nostra amministrazione, che da un lato lamenta i danni provocati dall’alluvione e dall’altra parte approva pesanti varianti urbanistiche con nuovi insediamenti e devastanti cementificazioni, è quello che prevede il restringimento del Bisagno con innalzamento degli argini per far posto alla Busvia. 

AsseProtetto

Questo restringimento è previsto a monte delle zone oggi alluvionate di Borgo Incrociati e del sottopasso ferroviario di Brignole, esattamente prima di Staglieno, tra Ponte Monteverde e Ponte Feritore.  Senza opportune opere a valle l’opera di restringimento con innalzamento della sponda non farà altro che aumentare la velocità dell’acqua.  A valle  la situazione diventerà ancora più critica, ma su questo tema abbiamo ancora molto da raccontare e sarà per la prossima puntata.

Contributi sul tema della partecipazione

Come mai in Liguria i rappresentanti politici non mettono al centro del discorso politico la necessità di veri processi di partecipazione per la gestione del territorio?

Non se ne sente la necessità? ..Un segno di autoreferenzialità della classe politica?

In prossimità delle nuove elezioni regionali questo argomento non è una priorità dell’agenda politica dei candidati…, forse la gestione del territorio non interessa ai politici della nostra regione?

Come mai invece nella Regione Toscana questo argomento è sentito di estrema attualità?

 

Link al sito della Scuola Superiore Normale di Pisa.

Politiche Pubbliche e Democrazia - il ruolo della partecipazione” – 24 settembre 2013 – Salvatore Settis –  Enrico Rossi – Massimo Morsi

Alberto Magnaghi, Partecipazione e governo del territorio – 24 settembre 2013

Massimo Morisi, Quale partecipazione per quale democrazia? – 24 settembre 2013

Alluvione di cemento…due anni dopo

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