Archive for luglio 2013

Variante edificio per Bricoman

Il giorno 31 luglio 2013 una nostra delegazione è andata presso gli uffici del Comune per vedere le tavole della variante al progetto 270/2010, cioè l’edificio per Bricoman: non c’è traccia di casetta o verde pubblico, ma c’è spazio per un nuovo impalcato, senza aiuole, senza alberi, una bella piastra di cemento per metterci spora tante auto, e una nuova strada parallela a Viale Gambaro. La nostra associazione da almeno sei mesi continua a chiedere all’attuale amministrazione di operarsi per mitigare l’impatto dell’edificio in costruzione, come sappiamo approvato dalla scorsa amministrazione. Una maggiore richiesta di interventi di riqualificazione e verde non è una richiesta così insensata dato che anche la Regione Liguria, nell’istruttoria di valutazione dell’impatto ambientale, aveva suggerito: nel proprio parere il servizio di Tutela del paesaggio suggerisce, a titolo collaborativo, di prestare particolare attenzione al rapporto tra le nuove attività e le abitazioni poste in adiacenza…mantenimento o/e implementazione delle aree a verde”.

Per chi avesse la memoria corta ricordiamo un passo, a noi particolarmente caro, del programma PD, promosso durante la campagna elettorale del 2012: “Zona Guglielmetti/Italcementi: il processo di insediamenti commerciali e attività produttive-artigianali, è già stato avviato dall’attuale amministrazione (Marta Vincenzi) e i lavori sono già in corso. Il PD della Valbisagno ritiene, con fermezza, che questo debba essere l’ultimo insediamento commerciale della vallata e chiede che la progettazione di tale area si integri armonicamente nel contesto urbanistico e sociale nel quale è collocato“.

Con questa premessa, è naturale che i nostri interlocutori sono stati, sin dall’inizio, soprattutto gli amministratori e i rappresentanti di questo schieramento politico, anche perché finora, in Valbisagagno, hanno avuto sempre molto seguito, e ci aspettiamo che le promesse fatte vengano rigorosamente mantenute, molti di noi infatti hanno dato fiducia a queste intenzioni!

Da quando ci siamo costituiti in associazione abbiamo partecipato a molti incontri, formali e informali, e abbiamo tentato di interloquire costruttivamente per suggerire la mitigazione dell’impatto dell’edificio e del suo indotto con molte idee, fra le quali, una maggiore piantumazione di alberi intorno all’edificio, sia per ridurre l’impatto visivo di questo intervento, sia per ridurre l’inquinamento acustico causato dalla movimentazione dei moltissimi automezzi previsti in entrata e in uscita da quest’area.

Oggi che possiamo valutare la variante presentata, la domanda che sorge spontanea è questa: che tipo di mediazione hanno svolto i nostri interlocutori?  Ai costruttori sono state segnalate le esigenze espresse dalla nostra associazione e in generale dall’umore dei cittadini?

Ecco la motivazione della richiesta della variante….

Impalcato

(…) si è reso necessario incrementare il numero di posti auto pertinenziali realizzando un autorimessa in struttura su 2 piani di cui il piano terra anche parzialmente a cielo libero si estende per c.a. 6600 metri q. e ricalcherà le superfici del progetto concessionato (…) (…) per la necessità di reperire altri posti auto per raggiungere il numero richiesto dalla pubblica amministrazione ha portato alla realizzazione del piano primo (…)

Ma non è tutto, si dice che la variante non porterà significative modifiche alla viabilità, ma tuttavia viene realizzata una nuova via parallela a viale Gambaro! proprio sopra alle case (…) al fine di migliorare la fruibilità del piano primo e di quelli superiori (…) ovvero di tutto l’edificio (…) sarà realizzato un asse viario a senso unico che da via Fratelli Chiarella porterà ai piazzali antistanti le varie medie strutture di vendita…senza dover percorrere la strada interna garantendone un alternativa sia carrabile, sia pedonale (…)

Viabilità parallela a Viale Gambaro

E’ evidente che questa variante darà il definitivo colpo di grazia alla dequalificazione del nostro quartiere, che a questo punto non potremo accettare!

Riguardo l’impatto estetico dell’edificio, ecco la descrizione nella relazione della variante: un armonico impasto di forme geometriche e materiali completato da alternanze cromatiche decisamente definite
Ecco una foto del progetto dell’edificio, senza dubbio s’integra “armonicamente nel contesto urbanistico e sociale nel quale è collocato”, giudicate voi, si tratta di capire solo di quale contesto urbano si stia parlando!

Bricoman Foto Comune

La motivazione della variante è veramente inquietante: avevamo chiesto agli amministratori di richiedere alberi a medio e alto fusto nel parcheggio auto, in sostituzione ai previsti arbusti, proprio per mitigare il rumore e la visuale del grande parcheggio visto dall’alto, e invece, con sorpresa, la variante propone un lastricato di cemento in struttura nel quale non sono presenti nemmeno le aiuole con gli arbusti.

A cosa serviranno tanti posti auto in variante? Forse la stima di flusso veicolare nel progetto originario era sotto stimato? Se il flusso veicolare era originariamente sotto valutato, la valutazione dell’impatto ambientale sarebbe ancora valida? Le superfici drenanti richieste per mitigare il rischio idrogeologico, come saranno garantite da un’ulteriore struttura la dove era previsto un parcheggio a suolo drenante?

L’area verde pubblica richiesta dalla nostra associazione è stata indicata all’amministrazione per compensare, almeno in parte, la popolazione residente del grande disagio che dovrà affrontare prossimamente con l’apertura del nuovo centro commerciale in termini di traffico e rumore. Infatti il progetto in origine considerava solo in un piccolo spazio verde al margine di una delle due rotonde.

La nostra richiesta di un’area verde non deve considerarsi un baratto con la possibilità di edificare ulteriormente un parcheggio in struttura, consumando altro suolo, perché a quello possiamo francamente rinunciare.

Come promesso dagli amministratori e dai rappresentanti delle forze di maggioranza, con i quali abbiamo dialogato assiduamente, ci aspettiamo che “con fermezza” rispettino i loro impegni.

Diversamente potrebbe configurarsi la necessità di rivolgersi ad altri organismi istituzionali per far valere i nostri diritti di cittadini per ottenere un ambiente qualificato e vivibile anche a Ponte Carrega.

Per quanto riguarda il progetto 87/2013, cioè Guglielmetti. Siamo andati per visionare il progetto e farne copia ma non era disponibile: infatti il progetto in questione è stato ritirato da Talea (il ramo immobiliare di Coop Liguria) e ora sta discutendo un nuovo progetto, lo stesso che è stato presentato a Tursi la settimana scorsa all’assemblea dei capi gruppo. Per ora si sa solo che in Guglielmetti è prevista una riduzione della parte produttiva da 14 mila metri q. a 7 mila metri quadrati e la realizzazione di un albergo a 3stelle.
Presto maggiori aggiornamenti.

Il senso del bello e del paesaggio secondo le amministrazioni

Il senso del bello Bricoman
(Edificio di Coopsette per Bricoman a c.a. 1/3 della sua costruzione)

Il nuovo edifico, pur ricalcando prevalentemente la giacitura e gli allineamenti dei manufatti preesistenti, è stato traslato a Nord al fine di aprire la visuale verso la collina antistante caratterizzata peraltro da una folta vegetazione

“L’assetto cromatico è vincolato al format che la catena Bricoman in Italia ripete per ogni nuovo negozio” 

“Nel proprio parere il servizio di Tutela del paesaggio suggerisce, a titolo collaborativo, di prestare particolare attenzione al rapporto tra le nuove attività e le abitazioni poste in adiacenza…mantenimento o/e implementazione delle aree a verde”

Tratto dal documento – valutazione impatto ambientale – protocollo NP/11297 2011 Regione Liguria  

- guarda qui la galleria del verde che non c’è più –

INTORNO A QUELL’ALBERO. Osservazioni a margine del restauro di Ponte Carrega sul futuro della Val Bisagno

intorno a quell'albero..Queste osservazioni sono dedicate a un albero che forse nessuno avrà notato, trattandosi di una pianta priva di valore, nata spontaneamente là dove non avrebbe dovuto nascere.
Grazie al suo vigore stagionale ha allietato inconsapevolmente la nostra festa sul ponte, come una quinta al termine di una bella scena teatrale: quella pianta sarà presto rimossa e svelerà il vero contenitore.
Non sarà una piacevole sorpresa: il ricordo incantevole di quella festa, quasi campestre, con tante cose genuine, musica e canto, cesserà definitivamente nella nostra memoria lasciandoci un senso di tristezza.

Lo scenario che ci apparirà sarà quello di un enorme edificio per il quale l’amministrazione non ha esitato ad avallare lo sbancamento di una collina ancora intatta, in una zona ad alto rischio idrogeologico, nonostante le rassicuranti manifestazioni del “costruiamo nel costruito”.
Oggi le parole sono cambiate, “si cambia passo, questa sarà l’ultima volta! il ponte è un valore e si deve preservare!”.

Ma noi, nel culmine del successo della nostra manifestazione, riteniamo che la nostra valle sia ancora in grave pericolo, con l’abbattimento del ponte non ancora scongiurato in realtà, la profilatura degli argini del fiume e l’allargamento della sede stradale in previsione.

Non sarà una cosa immediata, ma tutto è stato deciso e programmato in anticipo, prevedendo anche la nostra eventuale  reazione per il mantenimento di Ponte Carrega.

Gli amici di Ponte Carrega saranno ricordati per essere stati dei bravi ragazzi che hanno fatto un bel lavoro, ma degli utopisti in fondo, dediti alla bellezza e privi di quel senso pratico che mostra le soluzioni veramente necessarie, e pertanto ora diventati un ostacolo allo sviluppo.

Tra un anno o poco più, il grande sipario sull’edificio Bricoman e Guglielmetti si alzerà, e con la loro apertura il traffico veicolare, già critico, si congestionerà definitivamente in modo irreversibile.
Sarà uno scenario critico per chi dovrà raggiungere zone periferiche: Prato, Davagna, Traso, Bargagli, diventeranno mete esotiche.
Qualche mese più tardi, spinti dalla rabbia di questi cittadini, l’amministrazione promuoverà l’allargamento della sponda destra con l’abbattimento dei ponti come originariamente previsto, e questa volta il progetto verrà applaudito e auspicato da tutti.
Sarà la rabbia dei cittadini stessi che si rivolterà contro di noi e contro tutti coloro che si opporranno alla realizzazione del progetto.

Al quel tempo noi appariremo ridicoli e nostalgici di quel piccolo mondo antico e di un torrente ancora vivo sotto il suo ponte.

Sarà una guerra tra i poveri, fra comitati di vedute opposte, tra chi vuole la qualità di vita del suo quartiere e chi è stato privato della possibilità di tornare a casa in tempi ragionevoli. Alla fine prevarrà la solidarietà verso chi è distante dal centro e a farne le spese saranno ancora una volta il torrente, il suo ponte e il suo nostro antico quartiere.

Chi avrà vinto ancora una volta a scapito della cittadinanza e della qualità della vita, saranno gli speculatori fondiari, le grandi catene di vendita, e non importa se gli orientamenti dichiarati dalle amministrazioni, attuali e precedenti, sono spiccatamente definiti di “sinistra”, attenti alle tematiche sociali – il Comune amico dei cittadini.

Così alla fine i responsabili e gli artefici di quella trasformazione della vallata che vede Ponte Carrega come nodo strategico di viabilità e servizio, saranno doppiamente meritevoli e gloriosi per aver dapprima preso posizione per il mantenimento del ponte e poi per aver saputo prendere la difficile decisione di abbatterlo, per assecondare “le magnifiche sorti e progressive” di sviluppo della valle, commossi e con molto dispiacere avvallando la richiesta del popolo!

“Divide et impera”

Ponte Carrega - Render

(render eseguito dal nostro staff tecnico come ipotesi di profilatura degli argini in località Ponte Carrega)

Adotta una fioriera!

adotta una fioriera!Parte la nuova iniziativa degli Amici di Pontecarrega: Addotta una fioriera! Informati presso l’officina Pontecarrega e prenota la tua fioriera con 15 euro. Noi la installeremo e metteremo la targhetta con il tuo nome! Poi sarai TU a renderla la fioriera più bella del Ponte!!!

C’eravamo tutti

Il primo passo: sopralluogo dei tecnici di Tassani Colori. Nella foto il sig. SaiaLa presentazione dei lavori a Telenordla presentazione dei lavori a TelenordPonte carrega_8.jpgPonte carrega_4.jpgPonte carrega_3.jpgPonte carrega_10.jpgIMG_1679.JPGIMG_1678.JPGIMG_1651.JPGIMG_1637.JPGIMG_1643.JPGPonte carrega_12.jpgPonte carrega_11.jpgIMG_1646.JPGIMG_1627.JPGIMG_1611Fest sul ponte

Presentazione alla cittadinanza dei lavori di restauro di Ponte Carrega.

Ieri sopra il ponte c’eravamo quasi tutti, anche chi aveva sostenuto il progetto del suo abbattimento.

E’ stata una festa splendida!

Più di 150 persone hanno assistito allo spettacolo del trio Pirovano-Cambri-Cravero e poi hanno dato vita a una bellissima festa sul Nostro Ponte Carrega! Una occasione fantastica di solidarietà e di cittadinanza. E’ stata la festa del buon senso, la festa dell’impegno civile, la festa della dignità di un quartiere che non si arrende al degrado. E’ stata la festa di chi pensa che il bello, la propria identità, l’ambiente in cui vive, vada preservato in modo sostenibile e che questo sia il vero patrimonio di tutti. E’ stata la festa di chi vuole valorizzare il luogo in cui vive contro chi vuole mortificarlo per renderlo un’aera di servizio, un parcheggio per gli ultimi, una periferia sociale.

L’idea di restuaro del ponte è la presa di coscienza della ns associazione e del nostro quartiere. Rappresenta il balzo in avanti verso una politica dei cittadini. Il filo conduttore che muove la nostra attività è quello della dignità: dopo l’alluvione il nostro spirito non è stato fiaccato nemmeno dalla cementificazione in atto nel nostro quartiere. Si pensi alla rabbia e al senso di ingiustizia e di abbandono quando nel nostro quartiere ancora sporco di fango sono incominciati i lavori di sbancamento della collina; si pensi alla rabbia e alla incredulità nel sentire dire che Ponte Carrega era un ponte non a norma! E’ un ponte del ‘700, come potrebbe essere a norma con le vigenti norme idrauliche? La nostra azione è stata quella di opporci a queste “visioni di valle” muovendo competenze. Così nasce la collaborazione con il Wwf, il Fai, con il Cima di Savona (ente di ricerca dell’università di Genova) e con il Politecnico di Milano. Il restauro di Ponte Carrega ha un significato più profondo, ma di più sottile interpretazione di quello che forse è apparso al di fuori: non è stata solo occasione di festa, ma atto di denuncia verso chi pensa di poter sconvolgere la vita del cittadino senza rendergliene conto. E’ atto di impegno civile che testimonia la volontà di sporcarsi le mani e di metterci la faccia. E’ atto di resistenza, in qualche modo, verso chi tende ad avere una visione mortificante del nostro territorio e del nostro ambiente, verso chi ha una mancanza totale di una idea di sviluppo della vallata e della città, che non sia quella del cemento e dei centri commerciali. Da un punto di vista logistico abbiamo coinvolto la cittadinanza nella maniera più totale: persone diverse che lavorano insieme come durante l’alluvione del 4 novembre: come allora scout, ultras Tito, anarchici, Acr, Arci. Pura solidarietà che ci rende orgogliosi di questo quartiere. Ci eravamo dati un mese per poter completare i lavori, ma sono bastati solo 4 giorni. Decine e decine di cittadini hanno apportato il loro contributo, anche solo offrendoci il caffè, o portandoci le bibite fresche durante i lunghi pomeriggi assolati. Fondamentale poi il contributo del Cai Bolzaneto, per i delicati lavori su corda per eliminare le infestanti e le piante di fico presenti ai lati del ponte e dello sponsor privato, il colorificio Tassani, che ha offerto la pittura anticorrosiva ferromicacea per dipingere la ringhiera (precedentemente carteggiata e preparata alla coloritura: circa 100 metri di ringhiera!). Il municipio ha offerto supporto logistico e ha offerto guanti e pennelli. Prossimo obiettivo a breve termine che ci siamo posti è quello di installare le fioriere a sbalzo in modo da addobbare il ponte: l’obiettivo è quello di far si che siano le famiglie del quartiere a adottare una fioriera e a tenerla in ordine! Il Fai, in tutte le sue forme, ha dato un contributo fondamentale in termini di visibilità (anche sul suo sito). Sia la sede genovese, che ligure, sia la sede nazionale milanese hanno preso a cuore le sorti del ponte segnalato con quasi 2.000 firme al censimento promosso dal Fondo ambiente “I Luoghi del Cuore”. Ponte Carrega è primo Luogo del Cuore di Genova ed è perciò tutelato e salvaguardato dal Fai. Stiamo per inviare un dossier a Milano che il Fai pubblicherà sul libro “SOS paesaggio” e che entrerà nell’archivio nazionale del Fai. Con il Fai si sta anche sviluppando un discorso di valorizzazione del ponte con il tentativo di installare panchine e lampioni d’epoca sul ponte per riportarlo all’antico splendore. Anche la settecentesca edicola votiva della Madonna delle Grazie rientra in questa operazione di valorizzazione: si sta valutando la possibilità di installare l’edicola marmorea sul ponte (dove anticamente era posizionata), invece che nel giardino posto a fianco della rotonda sul piazzale della ex-cementifera.

Festa di Ponte Carrega, primo luogo del cuore 2012 per Genova e Provincia

Presentazione dei lavori di restauro alla cittadinanza!

19 luglio2013, presentazione dei lavori di restauro di Ponte Carrega alla cittadinanza

Ponte Carrega su Era Superba!

http://genova.erasuperba.it/rubriche/ponte-carrega-val-bisagno-quezzi-associazione-lavori-restauro-volontari-luglio-2013

Dall’alluvione di tronchi all’alluvione di cemento

 

Sono passati circa 16 mesi da quando il 4 Novembre 2011 una così definita “bomba d’acqua” ha colpito la Valbisagno ed ha provocato l’esondazione dei rivi che portano le acque delle colline sino al torrente Bisagno. Infatti, come è noto, non è stato il grande torrente ad esondare ma sono stati i rivi laterali che lo riforniscono a non reggere la quantità d’acqua scaricata dal cielo. L’opera distruttiva delle acque è stata amplificata dall’incuria che purtroppo impera in questi periodi dove i soldi per la sicurezza sono sempre troppo pochi, se non inesistenti ed è molto più semplice e remunerativo intervenire solo dopo, in stato di emergenza. In quei giorni abbiamo imparato che l’amministrazione è impreparata e non svolge il suo ruolo principale, ovvero quello di preoccuparsi della sicurezza del cittadino! A distanza di quasi un anno e mezzo, qui è ancora tutto in forse e apparentemente lasciato al caso. Parliamo nello specifico di quello che è successo in Piazza Adriatico e Pontecarrega, due fra i quartieri maggiormente colpiti rimasti in ombra rispetto a via Fereggiano solo perché fortunatamente non è morto nessuno. Il fatto che non vi siano state vittime è stata solo una coincidenza fortuita dato che sono stati sommersi quasi completamente tutti fondi e i primi piani degli edifici; se l’evento si fosse verificato di notte invece che di giorno avrebbe trovato nel sonno decine di anziani ed invalidi. Diversamente e per fortuna con la luce del giorno sono riusciti a mettersi in salvo. Oggi la nostra Piazza è ancora ferita da quei giorni, una ferita aperta, perché fra di noi c’è chi ha perso la casa con tutto quello che essa rappresentava per la sua vita, e c’è chi ha visto amici e parenti disperati. Abbiamo perso quel poco che avevamo, come per esempio l’ARCI, un punto di incontro e di iniziative, ancora oggi in attesa di iter amministrativi da parte del Comune per consentirne l’apertura, pratiche che tardano o vengono rimandate. A fronte di questa disgrazia tuttavia abbiamo trovato la solidarietà di tutti i cittadini che sono scesi con noi per strada per darci una mano a ripulire e ripartire. Fu come riscoprirci fratelli nel nostro “ghetto” in cui ormai non siamo più disposti a farci relegare! E’ necessario che i quartieri dormitorio delle periferie escano da questo triste ruolo! La storia del nostro quartiere è sempre stata travagliata: inizia nel dopoguerra con l’installazione di alcune baracche di legno costruite urgentemente per dare alloggio alle famiglie senza tetto vittime dei bombardamenti del conflitto mondiale e soprattutto alle popolazioni di lingua italiana in fuga di massa dalla Dalmazia e dalla Jugoslavia. I nomi della nostra piazza e delle vie adiacenti ricordano quei tristi avvenimenti: “Adriatico, Istria e Dalmazia”. Solo successivamente vennero costruite le case in muratura, intorno agli anni 50, ma sciaguratamente i fondi e i primi piani delle nuove costruzioni vennero collocati a un livello inferiore rispetto gli argini dei torrenti Mermi, Rio Torre e dello stesso Bisagno. Queste abitazioni non hanno mai avuto una effettiva agibilità ma vennero assegnate d’urgenza per la contingente necessità di nuovi alloggi per le famiglie sfollate.

Durante gli episodi alluvionali del 1970 le case vennero gravemente danneggiate: questo episodio avrebbe dovuto far riflettere le istituzioni, mentre, solo qualche mese più tardi, nel 1971, esse derogarono nuovamente al buon senso e alla incolumità delle persone, ripristinando gli appartamenti per assegnarli forzatamente alle famiglie del quartiere di Via Madre di Dio. Una operazione riconosciuta oggi all’unanimità come “infame” che vide come protagonisti la diaspora e l’allontanamento dal centro di intere famiglie verso collocazioni disparate in degradanti periferie. Più tardi, intorno agli anni 90, il Comune riuscì a vendere un lotto di case sia agli stessi inquilini sia a una società immobiliare, la TONO Spa, con una operazione di vendita riuscita nonostante sulle abitazioni gravassero seri dubbi di sostanziale inagibilità. Ancora oggi ci sono contestazioni e cause legali aperte in merito alla legittimità degli atti di vendita: una situazione paradossale, dove il soggetto che vende le case è lo stesso che poi ne dichiara l’inagibilità per l’evidente rischio idrogeologico. Nonostante tutto questo agli inquilini ancora oggi è richiesto di continuare a pagare

il mutuo contratto per l’acquisto della casa. Questo paradosso denota la mancanza di coerenza, o volontà, di certe amministrazioni per risolvere queste situazioni. Un modo di procedere che rivela come la Valbisagno continui ad essere pensata come un’area di periferia, un parcheggio sociale al servizio della città, un territorio pensato come una entità astratta e indifferente rispetto al fenomeno umano. Un concetto che promuove l’idea di centro come mera collocazione geografica e per questo, per sua natura, necessariamente delimitata da aree periferiche di minore importanza. Per ribaltare la situazione basterebbe capire che “centro” non è una collocazione geografica, ma ogni luogo in cui si concretizza e sono favoriti l’armonia di relazione e l’incontro umano, modalità con le quali gli individui possono aspirare a diventare persone ed esprimere in pienezza la loro vocazione, quel soffio vitale che gli antichi greci chiamavano “ànemos” (anima). Con questa visione emergerebbe subito che l’idea di centro geografico è assolutamente inadeguata ad assurgere a questa funzione. La periferia vista come occasione “dell’anima” diventerebbe una risorsa per la città, non un parcheggio sociale o un area di servizio per qualcuno.

Non cʼè la volontà politica, probabilmente nemmeno la competenza, per cambiare questa situazione e le operazioni a cui stiamo assistendo e dovremo ancora assistere nei prossimi anni lo dimostrano. Pochi giorni prima dell’alluvione 2011 venne variato il PUC, (piano urbanistico comunale) e autorizzato il progetto per la costruzione di un grande edificio adibito a centro commerciale e artigianale di oltre 49.000 m2 (più grosso per intenderci del palasport del quartiere fieristico alla Foce), lungo circa 300 metri e alto 40 metri, un bell’ecomostro dove troveranno casa grosse catene di vendita, tra cui spicca “Bricoman”, colosso della vendita al dettaglio e allʼingrosso di materiali edili, idraulici, elettrici, bricolage, ferramenta, giardinaggio. Un colosso che fa capo alla multinazionale francese ADEO Groupe e che metterà in crisi il settore delle piccole distribuzioni dello stesso settore merceologico. Il tutto passato dopo il solito finto dibattito pubblico tenuto segreto ai più e per quelli che sono riusciti a saperlo, ben poco spazio di trattativa sulle migliorie o sulle opzioni.

A fianco di questo grosso complesso ne sorgerà un altro, nellʼarea delle ex officine Guglielmetti: qui sorgerà una nuova Coop con annessa galleria commerciale di proporzioni molto più grandi rispetto allʼodierno centro acquisti ValBisagno.

Il tutto infarcito dai soliti “non sapevo” delle istituzioni municipali che invece hanno posto in chiaro le loro firme su molti documenti autorizzativi, spinti dalla promessa che tutto questo porterà nuovi posti di lavoro sul territorio. Sappiamo sulla nostra pelle che i posti di lavoro promessi saranno a tempo determinato, contratti al ribasso a fronte della chiusura di centinaia di piccoli negozi che oggi vendono quello che andranno a proporre le multinazionali con costi estremamente più bassi in virtù dei giochi finanziari internazionali e salari spinti al ribasso. Insomma il solito regalo a chi già “sguazza nel denaro” a discapito di chi tira la cinghia per arrivare a fine mese.

Oggi tocca a Pontecarrega dover pagare un prezzo altissimo, ma domani toccherà allʼarea Moltini, poi allʼarea Boero e così via: tutta la Valbisagno può essere toccata da queste operazioni. Il rischio concreto è quello di veder eseguite in Valbisagno le stesse operazioni che sono state fatte nellʼarea Campi e in generale in Val Polcevera. Lʼex assessore al commercio Gianni Vassallo lo aveva detto rilasciando unʼintervista al secolo XIX ((24.01.2011) “un polo simile a quello che attira a Campi numerose persone”. A questo punto sorge spontanea un’altra domanda – il traffico? Oggi le strade sono molto trafficate e i tempi di percorrenza sono lunghissimi, una volta realizzati questi nuovi centri commerciali come si pensa di migliorare il traffico a fronte di unʼaffluenza giornaliera prevista di oltre 1200 autovetture in più per la sola area “Bricoman”? Secondo gli studi della

Regione sarà sufficiente inserire una rotonda in corrispondenza di Pontecarrega per migliorare il traffico di oltre il 30%. (S67-DECR-1835-2011).

E se i fatti non corrispondessero agli studi eseguiti che giustificano queste operazioni (quasi sempre succede che gli studi siano fatti con criteri che agevolano il costruttore e che non mettono in discussione la bontà del progetto), chi pagherà le conseguenze per un flusso di traffico incontrollato? facile, noi cittadini! Se non fosse sufficiente questo, a dimostrare come la Pubblica Amministrazione consideri la nostra vallata come una zona di servizio e i suoi cittadini di serie B, si aggiunge il progetto di demolire 5 ponti (Bezzeca, passerella gas Veronelli, Carrega, Guglielmetti, Feritore) per ricostruirne solo due di tipo carrabile prospicienti ai nuovi centri commerciali. Si prevede di restringere lʼargine destro di oltre 3m e alzarlo per un totale di 5m per una lunghezza di 1,8km per farvi transitare la “busvia”, il tutto per una cifra complessiva di 24 milioni di euro. Peccato che così facendo non si migliora la sicurezza del Bisagno e avremo sempre più traffico. Vogliamo opere di mitigazione degli impatti di tali edifici e un serio ripensamento di come giungere alla tramvia senza sfasciare ulteriormente la natura del torrente e la conformazione dellʼintera Vallata. Per questo i cittadini della Valbisagno da molti mesi si stanno mobilitando per promuovere incontri e chiedere un confronto con l’amministrazione. Vogliamo riprenderci la nostra Valbisagno e diciamo basta a chi decide del nostro futuro senza interpellarci! CITTADINI DI PONTECARREGA E DELLA VALBISAGNO

Programma del 19 luglio – Festival dell’acquedotto storico

Ecco nel dettaglio il programma del 19 luglio, giorno in cui è prevista una delle “stondaiate” del Festival dell’Antico Acquedotto che si concluderà su Ponte Carrega e sarà l’occasione per la presentazione dei restauri alla cittadinanza.

La stondaiata è uno spettacolo teatrale e musicale itinerante: i protagonisti della stondaiata saranno gli autori Mauro Pirovano, Marco Cravero e il musicista Marco Cambri.

Sarà presente il direttore artistico Mirco Bonomi.
La partenza è prevista alle ore 18:00 da Piazzale Resasco (cimitero di Staglieno, capolinea autobus numero  34). La passeggiata prosegue sull’acquedotto storico fino alle Officine del Gas (Sala Luzzati, fondazione Amga), dove si pensa di arrivare intorno alle ore 19:00. Ponte Carrega - Amici di ponte carrega - Festival Acquedotto
Il trasferimento su Ponte Carrega è previsto tra le ore 19:45 e le ore 20:00.
Il programma sul ponte prevede una breve digressione storica su Ponte Carrega da parte di Mauro Pirovano, il ringraziamento da parte dell’associazione Amici di Pontecarrega, la consegna di una targa ricordo al colorificio Tassani e al gruppo speleologico del CAI di Bolzaneto e l’inaugurazione della targa marmorea recante l’incisione della poesia Tramonto a Pontecarrega di Camillo Sbarbaro. Seguirà la foto ricordo dei bambini della Polisportiva Pontecarrega.
Per concludere verrà offerto ai presenti un rinfresco sul ponte.

Inizio del restauro di Pontecarrega – 29.06.2013

PER IL PONTE-restauro di Ponte Carrega , di Serena Gargani e Lorenzo Martellacci

Un portierone a difesa del ponte!

un portierone a difesa del ponte!

un portierone a difesa del ponte!

Cosa ci fa Christian Puggioni, il numero uno del Chievo Verona con la nostra maglia sul ponte insieme al nostro Simone? Facile rispondere: Christian, è un valbisagnino doc, e sostiene la difesa di Ponte Carrega!, Grazie Christian!

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Mediazione comunitaria: prosegue il progetto!

Prosegue il progetto di mediazione comunitaria. Questa sera Invito Ducale mediazione 8-7l’Associazione Amici di Pontecarrega sarà a Palazzo Ducale con Luca Borzani, Danilo De Luise e Mara Morelli per ricominciare il percorso insieme a Fondazione Palazzo Ducale, Fondazione San Marcellino e Università di Genova!

Anche il CAI ha offerto un prezioso contributo per il recupero di Ponte Carrega!

 

CAI SPELEOLOGIA SPELEO BOLZANETO

Ieri sera alle 18:00 con grande puntualità, gli amici della sezione speleologica del CAI di Bolzaneto hanno provveduto alla pulizia di Ponte Carrega dalle piante infestanti nate spontaneamente ai lati della struttura.

Esperti in progressione su corda i nostri amici non hanno avuto alcun problema a raggiungere ed estirpare la vegetazione infestante, disattivando i ceppi più grossi degli alberi che rischiavano di crepare ulteriormente la muratura nei punti più inaccessibili.

Ovviamente esprimiamo il nostro ringraziamento al gruppo speleologico del CAI di Bolzaneto per aver aderito così numerosi all’iniziativa di pulizia e che ovviamente invitiamo il 19 luglio sera all’inaugurazione.

CAI SPELEOLOGIA SPELEO BOLZANETO Speleo1 Speleo2 Speleo4 Speleo3         Speleo5

Prima e dopo PonteCarrega

>> CAI BOLZANETO GRUPPO SPELEOLOGICO <<

Il FAI celebra il recupero del primo luogo del cuore di Genova!

 

Il FAI nazionale dedica a Ponte Carrega un altro articolo sul proprio sito internet! Dopo l’intervento del Vice Presidente del FAI Liguria, Gustavo Doufur e del coinvolgimento della delegazione genovese ecco un altro motivo d’orgoglio per il Nostro Ponte!

Operazione compiuta!

Due giorni splendidi! Abbiamo lavorato sodo, con l’aiuto di tanti. Oltre 60 persone si sono avvicendate nei lavori per rendere più bello il nostro “bene non rinnovabile”, Ponte Carrega. E’ stato un forte momento di comunità e il quartiere si è unito in uno stretto abbraccio verso coloro che si sono sporcati le mani durante i lavori! Molti erano con noi il 4 novembre e lo spirito di solidarietà si è rinnovato anche ieri con grande gioia e forte commozione. Così vogliamo ringraziare quel signore che passando sul ponte ci ringrazia e ci stringe la mano, chi ci ha portato le bibite fresche e chi ci ha offerto la focaccia e i caffè! Vogliamo ringraziare coloro che sono venuti a fare le foto e coloro che sono venuti a sporcarsi le mani anche per poco tempo solo perchè stavano passando di lì e si sono voluti comunque fermare, in una calda e bella giornata d’estate, per affermare con l’opera e l’esempio che quel bene è anche loro ed è di tutti, patrimonio di tutti. A tutti noi, cittadini che non hanno perso il valore della testimonianza e dell’impegno, vogliamo dire grazie.
Da oggi, passando sul ponte, potrete dire che quel ponte è anche vostro o lo è un pochino di più rispetto a ieri. Toccate la ringhiera e accarezzatela poichè gli avete dato vita nuova!

E’ motivo di orgoglio della associazione e della cittadinanza essere riusciti a completare quasi definitivamente l’operazione di sverniciatura, carteggiatura e verniciatura di Ponte Carrega. Sabato prossimo termineremo l’ultima tranche e daremo una seconda mano di vernice più veloce, dopodichè verranno sistemate le fioriere fornite dal Municipio ed entro il 19 luglio (data dell’inaugurazione del restauro in occasione del Festival dell’antico acquedotto) verranno posizionate le targhe ricordo dell’operazione. Mercoledì 3 luglio invece sarà la volta dell’intervento del CAI di Bolzaneto: attraverso un intervento su corda verranno effettuati interventi sulle piante e gli alberi infestati presenti ai lati del ponte.

Un ringraziamento particolare va fatto al nostro sponsor privato, Tassani Colori, senza il cui aiuto non sarebbe stato immaginabile un intervento così importante.

 

Testimonial d'eccezione per l'operazione Ponte Pulito! Ugo Dighero, Mauro Pirovano e Mirco Bonomi alle prese con vernice e pennelli!

Testimonial d’eccezione per l’operazione Ponte Pulito! Ugo Dighero, Mauro Pirovano e Mirco Bonomi alle prese con vernice e pennelli!