Archive for Fondazione San Marcellino Onlus

Alcune considerazioni dopo nove mesi di “Spesa sospesa”

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L’iniziativa “Spesa Sospesa” nasce in piena emergenza Covid, un’emergenza che ingenuamente si pensava fosse transitoria. Nasce come un servizio di bassissima soglia, per dare una risposta rapida a un bisogno – e un diritto – fondamentale, ossia il cibo.

La decisione di lanciarci in questa avventura nasce da anni di presidio e cura del territorio, una cura che non può prescindere dalla cura dalle persone che lo abitano e che si trovano ad affrontare serie difficoltà economiche dovute alla pandemia da Covid 19.

Con il passare dei mesi, l’esperienza si è consolidata e strutturata, ma sostanzialmente consiste in un piccolo gruppo di volontari che settimanalmente raccoglie, prepara e consegna borse di viveri non deperibili ad un numero variabile di famiglie, al momento 63, con una cadenza che da bisettimanale è diventata mensile. I beni non deperibili vengono raccolti nei supermercati del territorio, grazie alla solidarietà delle persone, con il prezioso supporto dei volontari.

Grazie all’impegno dei volontari e alla collaborazione con altri enti possiamo quindi assicurare un servizio continuativo che però, proprio perché conta sul volontariato delle persone, potrebbe doversi interrompere in qualsiasi momento se la situazione personale dei singoli dovesse cambiare.

Dall’inizio della pandemia (aprile 2020) abbiamo continuato l’attività di raccolta nei supermercati, preparato gli alimenti per le famiglie e consegnato quanto raccolto, tenendo traccia di quanto veniva donato e di quanto veniva consegnato. Dall’anno scorso come associazione abbiamo sostenuto in modo continuativo circa 30 famiglie, delle quali alcune segnalate dai servizi sociali, che non avendo risorse a disposizione ci hanno chiesto aiuto nel supporto alle persone più vulnerabili. Oggi con il prezioso supporto dei volontari del servizio civile (Cooperativa La Comunità e Legambiente) dei Circoli Operai, degli Scout del Genova48 e di Coserco riusciamo ad aiutare mensilmente 63 famiglie solo in Val Bisagno.

Complessivamente dallo scorso aprile sono stati raccolti:

1491 PACCHI DI BISCOTTI

576 TRA CONFEZIONI DI THE E CAFFE’

679 KG DI FARINA

1496.5 LITRI DI LATTE

1976 CONFEZIONI DI LEGUMI

562.5 LITRI DI OLIO

816 VASETTI DI OMOGENEIZZATI

2496.5 KG DI PASTA

1720 CONFERZIONI DI PELATI

881.5 KG DI RISO

1036.5 BOTTIGLIE DI SALSA DI POMODORO

2089 SCATOLETTE DI CARNE IN SCATOLA E TONNO

568 KG DI ZUCCHERO

357 TRA PRODOTTI PER LA CASA E IGIENE PERSONALE

Siamo consapevoli che quanto raccolto sopperisce solo in piccola parte al bisogno reale delle persone che abbiamo deciso di aiutare, e in modo maggiore rispetto ai bisogni dell’intera città. Bisogni che riteniamo non siano solo legati alla pura sussistenza. In un momento di fragilità e precarietà come questo le persone hanno bisogno di “relazione”, di comunità. È per questo motivo che la scorsa primavera abbiamo deciso di attivare dei numeri per le persone sole, che non hanno nessuno con cui condividere la propria quotidianità. Per lo stesso motivo prima di Natale abbiamo aderito all’iniziative del “Giocattolo sospeso”, ideato dai Circoli Operai. Grazie alla generosità delle persone e di alcuni negozianti abbiamo raccolto e distribuito giochi nuovi e usati alle famiglie coinvolte nella “Spesa sospesa” e a quanti si sono presentanti nelle giornate di distribuzione.

Crediamo fermamente che l’aiuto alle persone che in questo momento sono più fragili e in difficoltà non possa essere ridotto ad un mero sostentamento improntato sulla “carità”, dimenticandosi invece della complessità delle persone e delle situazioni che sono chiamate a vivere quotidianamente.

In una logica spesso troppo incentrata sul “fare” a volte non si trova il tempo di fermarsi e fare il punto su ciò che si sta facendo, su quali siano i punti forti e quali quelli critici del nostro agire.

Approfittando in qualche modo della libertà di espressione che la natura completamente volontaria del nostro impegno ci consente, ci siamo ritagliati alcuni momenti di pensiero e condivisione per osservare “dall’alto” la situazione particolare che stiamo vivendo. Come privati cittadini e come associazione di promozione sociale, riteniamo infatti fondamentale continuare a porci in maniera critica rispetto ai fenomeni sociali che osserviamo. Di seguito riportiamo quindi alcune riflessioni e constatazioni, non in ordine di importanza, che ci piacerebbe condividere con chiunque abbia voglia di conoscerci un po’ più da vicino .

Una prima constatazione riguarda proprio “l’osservatorio” della spesa sospesa: l’analisi ad un livello micro come quello del nostro quartiere ci dice molto sul contesto generale rispetto alle politiche del lavoro e al sostegno a quanti lo perdono, alla cura delle persone che per età o condizione non possono lavorare e più in generale rispetto allo stato dei servizi – in particolare sociali – e la visione della condizione di marginalità che vivono le persone, soprattutto nelle periferie come la nostra.

La risposta istituzionale alle necessità, impellenti, delle persone si limita ad un’azione emergenziale, una risposta carente e miope ai bisogni e diritti primari delle persone e basata su una logica di carità: redditi di emergenza – nella “migliore” delle ipotesi – buoni spesa – quando disponibili – e riferimento a realtà del volontariato o del terzo settore più o meno strutturate per accedere a servizi o beni che l’istituzione non è più in grado di fornire. È, quindi, chiara la debolezza dell’istituzione pubblica, in particolare di tutto l’apparato dei servizi sociali, che deriva da anni di risparmi sulla spesa pubblica e tagli che, nel momento di maggior bisogno di un’istituzione presente e forte, sono molto più evidenti. E dove l’istituzione manca ci si affida al territorio, al volontariato, al “buon cuore” delle associazioni e delle persone, in un meccanismo chiaramente improntato sulla carità.

E la stessa logica di affidamento alla persona si riflette in modo speculare nel nostro rapporto verso le istituzioni. Nella nostra esperienza c’è collaborazione e comunicazione con i servizi sociali del territorio perché c’è relazione col singolo operatore, ma non è abbastanza e le nostre reti di relazioni interpersonali sul territorio diventano fondamentali per continuare a fare quello che stiamo facendo.

Un altro aspetto su cui crediamo sia importante soffermarci riguarda il fatto che questa ultima crisi, come immaginabile, colpisce persone che già vivevano in situazione di fragilità: la quasi totalità delle famiglie che seguiamo era già conosciuta o in carico ai servizi e il nostro piccolo contributo si aggiunge ad una presa in carico istituzionale di anni a volte, indicatore del fatto che le risposte in essere prima della crisi probabilmente non erano abbastanza o abbastanza sostenibili.

Una terza riflessione è legata, come si menzionava sopra, al pensiero sulla persona in condizione di fragilità/marginalità: le famiglie e i singoli con cui ci rapportiamo non hanno diritto nemmeno a scegliere cosa mangiare, perché il contenuto delle borse dipende da cosa raccogliamo, dal “gusto” di terzi e da una suddivisione degli alimenti che giocoforza ci troviamo a fare per poter fronteggiare tutte le richieste. E sebbene chiediamo e cerchiamo quanto possibile di diversificare, o di rispondere ad alcune richieste puntuali, in questo sistema il “povero” non ha voce, né possibilità di azione: si limita a dover accettare l’aiuto concessogli, ringraziando noi che a nostra volta ringraziamo chi dona dei viveri perché sappiamo che grazie a questo potremo continuare ad assicurare un piccolo aiuto. Questo è svilente, prima di tutto per le persone con cui ci rapportiamo, e per noi volontari, che ci sentiamo bloccati in un meccanismo che si autoriproduce e da cui è difficile emergere.

L’ultima riflessione riguarda l’occasione di incontro e vicinanza che questa attività ci sta dando: in primis il rapporto con le famiglie, con cui ormai si è stabilita una certa confidenza, che si manifesta nell’invito a prendere un caffè o nella telefonata per chiedere un’informazione o capire come muoversi in una certa situazione: pagare le bollette, avere aiuti con gli affitti, trovare la cancelleria per la scuola dei figli. Il mercoledì sera è ormai fatto di piccoli riti nel passaggio di casa in casa e incontri preziosi. Arricchente e prezioso è lo scambio con le persone degli altri enti e associazioni che, a partire dai valori più diversi, sono impegnati in attività simili alla nostra, donando tempo, energie, braccia e kilometri e impegnandosi a collaborare per un obiettivo comune. Ci dà speranza, infine, incontrare una cittadinanza generosa, che continua a donare e a interessarsi, ed esercenti che continuano ad aderire all’iniziativa.

Ci chiediamo spesso se potremmo fare di più, strutturarci di più, interagire con altre realtà per poter dare una risposta più ampia ai bisogni con cui ci interfacciamo… certamente, organizzandosi è possibile fare tutto, ma non è questo il nostro compito.

Non vogliamo infatti diventare “professionisti della beneficienza”. Siamo presenti sul territorio e tra le persone che lo vivono, come comunità solidale, e vogliamo continuare a esprimerci liberamente rispetto a quello che facciamo, riportandone criticità e spunti di miglioramento.

Pertanto, vogliamo concludere riaffermando la necessità di risposte più complesse a situazioni complesse, come lo sono le vite delle persone, che escano da una logica emergenziale: è necessario coinvolgere le persone in una progettualità in cui siano protagoniste, in cui possano partecipare in prima persona, mettere a frutto le proprie competenze e conoscenze e attivarsi, per non rimanere schiacciate, per ripensarsi al di là della situazione di difficoltà che stanno affrontando. Nel nostro piccolo, stiamo cercando di coinvolgere quanti lo vogliano nelle attività dell’associazione nel quartiere, nel supporto alla spesa sospesa stessa e, quando il nostro sogno degli orti sociali diverrà finalmente realtà, ci auguriamo di riuscire a coinvolgere le famiglie che lo vorranno nella coltivazione di un piccolo orto.

Così come per i problemi legati al dissesto idrogeologico del nostro territorio, alla sanità o alla mobilità e i trasporti, anche per quel che riguarda i servizi sociali e il supporto alla persona crediamo fortemente che lo sguardo oggi debba andare oltre la gestione dell’emergenza. Occorre ripensarci come comunità, rimettere al centro le persone e le relazioni, per intraprendere un cammino di analisi e ci auspichiamo risoluzione di problematiche complesse come quelle sopra descritte.

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Lunedì 11 giugno alle ore 17 a Palazzo Tursi il secondo incontro di riflessione sulla città e le periferie di Urban@it

Frammenti

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Alcuni momenti della presentazione del terzo rapporto sulle città in Italia di Urban@it

Momenti

In attesa della pubblicazione del video del convegno, ecco alcuni momenti riguardanti l’evento del 19 maggio scorso, la presentazione del “Terzo rapporto sulle Città in Italia” di Urban@it, centro nazionale di studi per le politiche urbane, organizzato dagli Amici di Ponte Carrega a Palazzo Ducale in collaborazione con San Marcellino, Ass.Med.Com e Isf Genova e con il patrocinio dell’Università degli studi di Genova e dell’Ordine degli architetti di Genova.

Il rapporto Urban@it del 2018 è intitolato Mind the gap. Il distacco tra politiche e città. Sul sito di Urban@it sono disponibili i background papers: https://www.urbanit.it/rapporti-annuali/

La prima parte della mattinata si è svolta con l’introduzione di Fabrizio Spiniello, presidente dell’Associazione Amici di Ponte Carrega a cui è seguito l’intervento del vice Sindaco di Genova, Stefano Balleari. Sono poi intervenuti i docenti dell’Università degli studi di Firenze, Massimo Morisi e Camilla Perrone e di Avanzi, sostenibilità per azioni-Milano, Claudio Calvaresi.

Nella seconda parte della mattinata il focus si è poi spostato sulle politiche urbane genovesi grazie alla tavola rotonda condotta dal giornalista de La Repubblica Marco Preve a cui hanno partecipato il prof. Lombardini in rappresentanza dell’Università degli studi di Genova (era assente il prof. Bobbio inizialmente indicato dal Dipartimento), il prof. Gastaldi dell’Università IUAV di Venezia e l’arch. Stefano Sibilla, vice presidente dell’Ordine degli architetti di Genova.

Le associazioni e i comitati che si sono iscritti al gruppo di lavoro su Urban@it si incontreranno il 23 maggio e il 4 giugno prossimi per preparare l’evento del pomeriggio di lunedì 11 giugno nel Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi: in questa occasione, in cui sarà presente il prof. Morisi di Urban@it, le associazioni e i comitati presenteranno un breve documento di rielaborazione di quanto ascoltato all’incontro del 19 maggio al Ducale e lanceranno una proposta di lavoro aperta alla cittadinanza e alle associazioni per parlare del futuro della nostra città e delle sue periferie.

Vi aspettiamo alle ore 17:00 di lunedì 11 giugno in Via Garibaldi 9 per iniziare questo percorso di riflessione sulla città!

L'articolo pubblicato su La Repubblica del 19 maggio

L’articolo pubblicato su La Repubblica del 19 maggio

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L’intervento del prof.Morisi. Al suo fianco la prof.ssa Perrone e il dott. Calvaresi

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Il Vice Sindaco di Genova, dott. Stefano Balleari

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La tavola rotonda "Politiche urbane per Genova" con il prof. Gastaldi, Marco Preve,  Stefano Sibilla e il prof. Lombardini

La tavola rotonda “Politiche urbane per Genova” con il prof. Gastaldi, Marco Preve, Stefano Sibilla e il prof. Lombardini

Presentazione del terzo rapporto Urban@it a Palazzo Ducale

Urbanit

L’associazione Amici di Ponte Carrega quest’anno ha voluto essere protagonista di un importante evento culturale proponendo a Genova la presentazione del “Terzo Rapporto sulle Città” di Urban@it, Centro nazionale di studi per le Politiche Urbane, edito da Il Mulino editore di Bologna (sarà possibile acquistare il dossier durante l’evento).

Urban@it è un’associazione composta da tredici università italiane (non c’è Genova al momento) e si candida a costruire e consolidare un rapporto forte e di reciproca alimentazione tra il mondo della ricerca, il mondo delle istituzioni, il mondo produttivo e la cittadinanza attiva attorno al tema delle politiche urbane. Esso aspira a qualificarsi come think tank a servizio delle città e in primo luogo della pubblica amministrazione, proponendosi di convogliare la ricerca, universitaria e non, al fine di alimentare programmaticamente l’innovazione nelle politiche pubbliche. Questa iniziativa nasce in sintonia con la rinnovata attenzione verso i temi urbani che si registra in ambito internazionale. Nell’ottobre 2016 si è tenuto a Quito (Ecuador) Habitat III, la terza grande conferenza dell’ONU sugli insediamenti umani, mentre il 30 maggio 2016 è stato sottoscritto il Patto di Amsterdam sulla Agenda urbana per l’Unione Europea.

Il rapporto Urban@it del 2018 è intitolato Mind the gap. Il distacco tra politiche e città.

La prima parte della mattinata dalle 9:30 alle 10:45, dopo l’introduzione di Fabrizio Spiniello della Associazione Amici di Ponte Carrega, sarà dedicata alla presentazione del rapporto 2018. Per Urban@it parteciperanno il prof. Morisi, docente in Scienze dell’Amministrazione a Firenze, la prof.ssa Perrone, professore associato di Tecnica e Pianificazione urbanistica dell’Università degli Studi di Firenze e il dott. Calvaresi, senior consultant presso Avanzi Milano.

Dalle 10:45 e fino alle 13.00 è prevista invece la tavola rotonda “Le politiche urbane genovesi” a cui parteciperanno: Francesco Gastaldi, docente di Urbanistica dello Iuav di Venezia, l’arch. Sibilla, in rappresentanza dell’Ordine degli Architetti di Genova, un rappresentante della Amministrazione comunale (ancora da definire) e Roberto Bobbio, docente di Urbanistica del Dipartimento di architettura e design della Scuola Politecnica dell’Università degli Studi di Genova, oltre ai tre rappresentanti di Urban@it. La tavola rotonda sarà condotta dal giornalista de La Repubblica Marco Preve.

L’intento della mattinata è duplice: da una parte presentare il rapporto Urban@it, dall’altra portare l’attenzione sulle periferie e i quartieri genovesi attraverso il coinvolgimento di esperti e docenti di altissimo livello.

Inoltre in questa occasione vogliamo lanciare una proposta di lavoro per avviare una riflessione propositiva da parte di rappresentanze di base dei cittadini, associazioni e comitati. A questo scopo proponiamo alle associazioni e ai gruppi informali di cittadini dei quartieri un breve percorso di lavoro cooperativo.

Ogni gruppo/associazione interessata, tra quelle a cui è stato proposta l’idea, dovrà garantire la partecipazione con almeno uno o due rappresentanti all’evento del 19 maggio mattina iscrivendosi entro il 14 maggio 2018 inviando una mail a info@amicidipontecarrega.it . 

Non è previsto alcun costo.

In base al numero delle iscrizioni ricevute si verificherà la possibilità di avvio del percorso (numero minimo 10 gruppi/associazioni) e si formeranno i gruppi di lavoro sui seguenti ambiti: Territorio – Sociale – Salute – Sport – Cultura e verranno comunicati agli iscritti. Chi si iscrive deve lasciare un recapito e indicare 3 ambiti dei 5 di cui sopra, in ordine di gradimento.

L’Associazione di Mediazione Comunitaria metterà a disposizione un facilitatore per ogni gruppo di lavoro per aiutarlo a lavorare sul proprio tema nei modi che i membri sceglieranno (riunioni – social – ecc…)

Ogni gruppo dovrà preparare un intervento propositivo sul proprio tema, a partire da quanto ascoltato la mattina del 19 maggio, della durata di 15/20 minuti , nel quale riassumere le proposte e le considerazioni fatte nel gruppo di lavoro. L’idea che sta alla base di questo lavoro è quella di evitare un mero elenco di lamentazioni ma di concentrarsi sugli interessi e gli obiettivi comuni sforzandosi di andare oltre alle problematiche della singola parte di territorio da cui provengono.

Gli interventi saranno presentati in un ulteriore seminario previsto per il pomeriggio di lunedì 11 giugno presso il Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi, alla presenza del professor Morisi della rete di Urban@it e al quale saranno invitate a partecipare anche le istituzioni comunali.

L’evento si terrà sabato 19 maggio dalle 9:30 alle 13:00 presso la Sala del Camino di Palazzo Ducale ed è stato organizzato dagli Amici di Ponte Carrega in collaborazione con Urban@it, con la Fondazione San Marcellino, la Associazione di Mediazione Comunitaria, Isf Genova e la Fondazione per la Cultura di Palazzo Ducale. E’ patrocinato dall’Università degli Studi di Genova e dall’Ordine degli Architetti di Genova.

https://www.urbanit.it/genova-19-maggio-presentazione-del-terzo-rapporto-di-urbanit-mind-the-gap-il-distacco-tra-politiche-e-citta-ed-il-mulino/

https://www.urbanit.it/

Scarica qui il volantino

 

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Esperienze di Mediazione: Massimo Morisi presenta l’ultimo libro di Danilo De Luise e Mara Morelli

Cattura

Voci dal X Congresso mondiale di mediazione: presentato il libro!

X Congresso

Giovedì è stato presentato il libro che raccoglie le voci del X Congresso mondiale di mediazione comunitaria, svoltosi a Genova nel Settembre 2014.

ringraziamo Mara Morelli, Danilo De Luise e tutto lo staff per la pubblicazione e la citazione della associazione Amici di Ponte Carrega all’interno del libro.

La copertina del libro

La copertina del libro

La partecipazione dei cittadini e il caso Guglielmetti: il video del convegno

Dissesto

Pubblichiamo foto e video del convegno tenutosi Venerdì 27 marzo in una gremitissima Sala del Munizioniere di Palazzo Ducale, a dimostrazione del fatto che il tema è di molto interesse per la cittadinanza. Per le riprese e il montaggio video si ringrazia Ghettup TV, la televisione di quartiere del Ghetto. Si ringraziano inoltre, oltre al pubblico numeroso e attento, la Fondazione per la Cultura di Palazzo Ducale, la Fondazione San Marcellino Onlus, la Associazione di Mediazione Comunitaria di Genova, La Associazione Giovani Urbanisti, Incontri in Città, il professor Rosso del Politecnico di Milano, la professoressa Morelli dell’Università di Genova e il prof. Morisi dell’Università di Firenze. Si ringrazia anche la prof.ssa Marianella Sclavi per il video che purtroppo per un problema al cavo audio non siamo riusciti a mandare in onda durante il convegno e che pertanto pubblichiamo i questo post. Ringraziamo inoltre i membri delle associazioni e dei comitati cittadini e nazionali che hanno partecipato all’evento e risposto con entusiasmo al bisogno di partecipazione che questa città chiede oramai con forza e determinazione!

Qui di seguito riportiamo il documento condiviso dalla Associazione Amici di Ponte Carrega durante l’introduzione del convegno:

<<Dopo il convegno dell’11 gennaio è sorta in noi l’esigenza di approfondire il tema della Partecipazione e quindi di incontrarci una seconda volta, in una data abbastanza ravvicinata, per discuterne più approfonditamente insieme a chi potrà darci spunti su cui riflettere, sia a livello generale che per il caso concreto del nostro quartiere e quindi nel nostro caso specifico, per l’area ex Guglielmetti. Le ex Officine sono un ex spazio pubblico venduto dal Pubblico ai privati di Coop Liguria per fare cassa senza aver però tenuto conto di una qualche pianificazione armonica col contesto circostante di ciò che sarà l’impatto del nuovo insediamento sul futuro della vallata: anche le aree private secondo noi non devono sottrarsi al loro contesto pubblico. Qualcuno potrebbe dire che per questi ragionamenti è ormai troppo tardi, queste rivendicazioni andavano fatte nel 2010 quando le aree furono cedute dal pubblico al privato. Ma il discorso secondo noi non è ancora chiuso, da allora il proponente ha richiesto una variante al piano urbanistico per poter costruire su quelle aree un albergo molto impattante che al momento della vendita non era previsto. La variante al piano urbanistico deve ora passere da un approvazione del Consiglio Comunale. Si ripropone quindi una riflessione di rilevanza pubblica a cui noi chiediamo il diritto di poter partecipare con le nostre idee, il nostro contributo e le nostre critiche ad un processo di trasformazione che riguarda tutti e non solo il privato proprietario di quella specifica area. Per questo caso i proponenti, il comune e il municipio affermano che il percorso di partecipazione sia già stato effettuato. Non e’ cosi: dobbiamo distinguere ciò che è una semplice presentazione di un progetto in un’ assemblea pubblica da un reale percorso di condivisione di un progetto con il territorio e con tutti i portatori di interesse in un percorso definito e normato da regole. Crediamo sia necessario far crescere il dibattito sulla partecipazione, un tema vitale per la nostra città e per la nostra democrazia. Città è la metafora di Democrazia: la Città esiste nella misura in cui i suoi cittadini si riappropriano di essa, la democrazia esiste solo se i cittadini la fanno vivere contribuendo al dibattito e al confronto. Altrimenti avremo una città-cimitero e una democrazia altrettanto morente. Ecco perchè insistiamo nel dire che il tema della partecipazione sia vitale per la nostra democrazia e per la nostra città e perchè riteniamo sia un tema da affrontare sia da un punto di vista culturale, come stiamo facendo oggi, sia da un punto di vista giuridico che si concretizzi alla fine con una legge regionale sulla Partecipazione. Le scelte per lo sviluppo di questa città e di questa regione passano attraverso il contributo che i cittadini sapranno dare al dibattito politico e analogamente allo spazio che la politica darà loro, al di là dei soliti proclami pre elettorali, lasciando da parte (e questa è la parte forse più complicata) l’ autoreferenzialità e la scarsa capacità di ascolto e di autocritica della classe dirigente e politica. I cittadini esprimono una necessità, una volontà di intervenire nella trasformazione della città : forse non sempre hanno ragione ma crediamo che ci siano comunque sempre ragioni (e argomenti) da ascoltare. Il loro contributo creativo può trovare soluzioni concrete e alternative a quelle che la politica ci impone spesso senza cognizione di causa e senza l’ascolto del territorio.
 Siamo in una fase storica “interessante”, come direbbe un caro amico presente qui in sala oggi. La questione chiave, in questa disaffezione verso la democrazia rappresentativa, è la ricostruzione del concetto di cittadinanza inteso come quel processo che sappia legittimare le esigenze collettive espresse dai cittadini stessi. Questo processo secondo noi può essere solo la concertazione e la partecipazione condivisa “dal basso ”delle decisioni e può essere, a nostro modo di vedere, solo un elemento di arricchimento e di rinascimento sia per le nostre Città che per la nostra Democrazia>>.

Grazie a http://ghettuptv.net/ per le riprese

 


 

Il video della prof.ssa Marianella Sclavi, che con il suo consenso, avrebbe dovuto essere proiettato al convegno, ma che per un guasto tecnico non abbiamo potuto mostrarvelo

foto di L.Parigi per Palazzo Ducale

foto di L.Parigi per Palazzo Ducale

 

L’associazione Amici di Ponte Carrega porge i saluti all’apertura dei lavori del X Congresso Mondiale di Mediazione

La nostra associazione è stata scelta fra i molti comitati europei e italiani per porgere i saluti ai partecipanti del X Congresso Mondiale di Mediazione che si sta svolgendo al Palazzo Ducale di Genova, prima volta in Europa.

Per noi è stato un grande piacere aver avuto modo di porgere i nostri saluti a un Convegno così importante. Siamo presenti al Convegno dopo due anni di inteso lavoro alla ricerca di nuovi mezzi di comunicazione e di mediazione per: salvaguardare, proteggere, valorizzare il nostro territorio.

Ecco le riprese durante la proiezione del video nella Sala del Maggior Consiglio del Palazzo Ducale

 

Qui sotto postiamo il video proiettato

Viva la Piazza Viva! Il Congresso Mondiale di Mediazione sbarca a Genova e la Associazione Amici di Ponte Carrega è Istituzione Aderente!

Il percorso intrapreso due anni fa con la piattaforma della mediazione si appresta a vivere un passaggio di straordinaria importanza.

Al Palazzo Ducale di Genova dal 22 al 27 settembre il X Congresso Mondiale di Mediazione: “una via verso la cultura della pace e la partecipazione comunitaria” di cui sono organizzatori la Fondazione per la Cultura di Palazzo Ducale, la Fondazione San Marcellino e l’Università degli Studi di Genova.

La Associazione Amici di Ponte Carrega parteciperà attivamente ai lavori del Congresso Mondiale sia grazie ai workshop tenuti da esperti internazionali sul tema della mediazione, sia grazie ad iniziative che via via vi presenteremo e che saranno svolte sul nostro territorio o saranno dedicate al nostro territorio. Inoltre la nostra associazione avrà uno spazio dedicato nello spazio poster e comunicazioni e in questo ambito presenteremo la nostra attività e il nostro approccio con la mediazione.

L’evento approda per la prima volta in Europa, a Genova, da molti anni una delle piattaforme di maggior studio e interesse per i temi della mediazione. Noi ci siamo avvicinati a questo progetto più di due anni fa. Un giorno d’autunno comparve per Ponte Carrega e Piazza Adriatico un manifesto dal titolo curioso: “Viva la Piazza Viva” e poi la data e l’orario dell’incontro organizzato dai mediatori. Allora era per noi una realtà non conosciuta ma quel volantino ci colpì: un quartiere vivo era quello a cui anche noi puntavamo,ad un anno dall’alluvione del 4 novembre e sommersi dal cemento delle operazioni speculative incominciate nel nostro quartiere dopo l’alluvione. Così incominciò la nostra avventura con la piattaforma genovese di mediazione: insieme a noi furono coinvolti gruppi di altre realtà genovesi, di periferie (Sampierdarena,Certosa) e del centro storico “periferico” (San Bernardo, si può essere periferie anche in centro). Alcuni esperti, che oggi sono tra i congressisti del congresso che si apre la prossima settimana, giunsero appositamente da ogni angolo del globo,dalla Spagna al Sudamerica, in periodi differenti, per offrirci formazione e il loro contributo in termini di contenuti e di esperienza umana. Così abbiamo fatto tesoro degli incontri con Ramon, mediatore nei conflittuali Paesi Baschi e con Graciela, professoressa di Città del Messico, alle prese con le periferie di una delle città più difficili del globo.

Abbiamo fatto tesoro dei loro racconti che ci hanno arricchiti e hanno dato forza alle nostre lotte che non sono poi così distanti dalle lotte intraprese dai cittadini di tutto il mondo in un momento di forte crisi delle democrazie occidentali, dettato da una crisi del sistema rappresentativo: l’istanza comune che viene fuori dalle esperienze di Argentina e Messico è la stessa di Ponte Carrega e di altri chissà quante altre centinaia di simili esperienze in giro per l’Italia e l’Europa. I cittadini ci sono, non stanno alla finestra e vogliono partecipare ai cambiamenti, senza rimanerne spettatori passivi che delegano la loro vita e le proprie facoltà di scelta ai loro rappresentanti. La mediazione è lo strumento che fa fare il salto di qualità a queste istanze genuine e vitali. Mediare significa risolvere i contrasti e le controversie prima ancora che queste sorgano.

Gli strumenti della mediazione sono il dialogo e la competenza (la preparazione), ma anche la libertà di fare un passo indietro e di ascoltare l’interlocutore, capire la sua posizione e le sue esigenze. Mediare non significa arrivare a un compromesso ma giungere a una soluzione condivisa: così si supera la “democrazia per alzata di mano”con cui si rischia di lasciare una parte soccombente e una vincitrice e in cui la vittoria di uno può rappresentare la sconfitta dell’altro.

O si vince tutti assieme o si perde tutti assieme: è un ritrovare il senso di Comunità e il senso di civiltà superando il concetto stesso di minoranza. Allo stesso tempo abbiamo imparato a superare il concetto di periferia: innanzitutto abbiamo appreso che la periferia può esistere anche in centro (San Bernardo, Ghetto) e quindi abbiamo scoperto che questo concetto sia soprattutto uno stato mentale piuttosto che fisico. Essere periferia significa riconoscere con dignità il proprio ruolo e allo stesso tempo fare di questo ruolo una risorsa e non un fardello. Siamo periferia e siamo contenti di esserlo perchè anche la periferia, che ci crediate o no, ha i suoi pregi e la sua Bellezza. Riprendendoci il nostro ruolo nella città abbiamo quindi rifiutato il connottato settario del termine “periferia” così come inteso dal “centro” e lo abbiamo trasformato in qualcosa di positivo. Sono anche le esperienze vissute nel quartiere che fanno la bellezza del luogo; imparando a mediare stiamo imparando a difenderle!

Viva la Piazza Viva!

 

La nostra associazione è tra le Istituzioni Aderenti, al fianco di università e fondazioni di chiara fama: http://congresodemediacion.com/mdl/it-istituzioni-aderenti.html
Con gioia e spirito di apprendere e di arricchimento delle nostre competenze ed esperienze vi invitiamo a venirci a trovare al Congresso. Qui trovate il programma completo:http://congresodemediacion.com/mdl/index-it.html1010306_1456197304613030_1065930645_n

Mediazione comunitaria: prosegue il progetto!

Prosegue il progetto di mediazione comunitaria. Questa sera Invito Ducale mediazione 8-7l’Associazione Amici di Pontecarrega sarà a Palazzo Ducale con Luca Borzani, Danilo De Luise e Mara Morelli per ricominciare il percorso insieme a Fondazione Palazzo Ducale, Fondazione San Marcellino e Università di Genova!

Mediazione Comunitaria

PALAZZO DUCALE, 29 aprile 2013

Eccoci a presentare il NOSTRO PROGETTO per la riqualificazione di Piazza Adriatico e la messa in sicurezza del nostro quartiere. Un grazie particolare a tutti gli amici della MEDIAZIONE COMUNITARIA, speriamo di rincontrarci presto!

Comunicazione Comunitaria