Archive for gennaio 2016

Diavoli del Fango

http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2015/03/31/ARMhgEzD-genova_angeli_fango.shtml

Studenti, precari, ultras, disoccupati, immigrati, centri sociali, giovanissimi: tutti ragazze e ragazzi che agli occhi dei giornalisti e dei politici sono diventati l’ennesimo slogan con cui riempirsi la bocca nell’ennesima strumentalizzazione di una storia già vista troppe volte negli ultimi anni. In attesa della Terra Promessa della cura e della tutela del territorio ferito l’amministrazione bifronte con una mano concede permessi edilizi e continua a consumare suolo e a non occuparsi di tutela del territorio contribuendo a peggiorare il problema del dissesto idrogeologico e con l’altra mano dedica una strada ai ragazzi e alle ragazze del fango, cercando di salvare la propria coscienza: questo atto ci ricorda le innumerevoli storie degli “angeli per un giorno”, presto dimenticati e ritornati negli altri 364 giorni ad essere i soliti poveri diavoli di sempre: i “violenti dello stadio”, gli “immigrati che sarebbe meglio aiutarli a casa loro”, i “giovani senza valori”, gli “sfaccendati perdigiorno”…

La storia della intitolazione di una via genovese agli “Angeli del Fango” è un modo per ricordarci di chi è quotidianamente disprezzato e umiliato ma che è trasformato dalla retorica politica e dai rotocalchi popolar-giornalistici della nostra Genova in un Angelo nel momento del bisogno, come a sottolineare la Pietà che si prova nei suoi confronti.

Se fosse la Solidarietà o il Rispetto a muovervi, piuttosto che l’imperante voyeurismo mediatico che sotterra il vostro spirito critico, non ci chiamereste angeli ma semplicemente ragazzi e ragazze che hanno fatto qualcosa di Giusto.

Aprile 2015

http://www.wired.it/attualita/2014/10/13/non-chiamateci-angeli-fango/

Lo scolmatore del diritto

GiustiziaScolmata

Negli ultimi giorni si è molto discusso sui giornali e nelle piazze del ricorso fatto al Tar contro la copertura del cantiere dello scolmatore del Fereggiano in Corso Italia. La nostra associazione ha voluto fare la seguente riflessione visto il tema delicato e da noi molto sentito come quello della sicurezza idrogeologica della città.
Eravamo indecisi se intervenire o meno proprio per il fatto che il ricorso non riguarda questioni idrauliche o di merito dello scolmatore (di questo ne abbiamo discusso ampiamente quando era il momento di farlo).  Infatti il ricorso riguarda esclusivamente la legittimità della copertura sorta sopra il cantiere di Corso Italia.
Ora, lo Stato, attraverso un suo organo giudicante, si dovrà esprimere su un quesito posto da alcuni cittadini e nel caso in cui la legge fosse stata violata, in uno qualsiasi dei suoi aspetti, prenderà i provvedimenti del caso.  Il ricorso può essere accolto o respinto, ma la sola presentazione del ricorso ha fatto molti gridare allo scandalo. Presentare una domanda alla autorità giudiziaria è legittimo. La domanda che molti cittadini si sono posti è invece un’altra: è opportuno? È moralmente accettabile? Noi crediamo di si. Tutti possono rivolgersi all’autorità giudiziaria se ritengono sia stato violato un diritto.

Semmai bisognerebbe discutere e dovremmo domandarci perché quei cittadini sono arrivati a chiedere all’organo giudiziario quanto hanno effettivamente chiesto; andrebbe chiesto il perché, nel caso in cui il ricorso venisse accolto, il comune o chi ha dato i permessi non abbia controllato il corretto procedere dei lavori che avrebbe potuto scongiurare fin da subito e senza esitazioni ogni tentativo di ricorso.
E infine bisognerebbe chiedersi se e in che modo, visto che si tratta di un conflitto che si vuol far passare come “di classe” o di “quartiere”, il ricorso potesse essere evitato ricorrendo a uno strumento di gestione partecipata del territorio, come un dibattito pubblico, un incontro pubblico o una mirata informazione e sensibilizzazione verso gli abitanti. Questi compiti la Pubblica Amministrazione li ha svolti?
Questi sono i quesiti che avremmo voluto ascoltare in questi giorni, non le contrapposizioni, le esasperazioni mediatiche che invece abbiamo letto sui giornali e che portano la discussione lontana  dai punti focali della questione.
Non si tratta di voler bloccare o meno il cantiere dello scolmatore. Il ricorso non entra nel merito di scelte tecniche o di opportunità della costruzione dello scolmatore. Si domanda al Tar di verificare che tutti i passaggi previsti per la costruzione della copertura del cantiere siano avvenuti in modo legittimo e rispettosi delle normative vigenti.

Se ciò non fosse avvenuto, dovremmo prendercela con i 9 ricorrenti che hanno tutelato un interesse legittimo tutelato dalla legge e dalla Costituzione, o dovremmo prendercela con chi, nel pieno delle proprie facoltà e dei propri ruoli, non ha vigilato per tempo e nei modi corretti sull’apertura e il procedere del cantiere?

Il Comune ha fatto tutto ciò che era nei suoi poteri per far procedere il cantiere in maniera corretta?

Noi crediamo di si, non lo mettiamo in dubbio: sarà compito del Tar a questo punto stabilirlo ma se il ricorso venisse accolto e ci ritrovassimo con un cantiere non a norma di legge e con possibilità concrete di ritardare l’esecuzione dell’opera allora di chi sarebbe la colpa? Dei ricorrenti o dei tecnici del Comune? 
A questo noi sappiamo dare una risposta. Ma la domanda che rimane senza risposta è un’altra: sappiamo rispettare le regole che uno stato di diritto comporta? Un potenziale ricorrente deve fermarsi di fronte a certe esigenze di interesse collettivo? Oppure va tutelata sempre e in ogni sua forma la possibilità del singolo individuo di  tutelare il proprio interesse legittimo, fino al giudizio, senza gogna pubblica?
Le discussioni di questi giorni sottolineano la immaturità del nostro dibattito politico sempre e solo basato sulle contrapposizioni politiche e sempre poco obiettivo.
Non si parla di pro scolmatori o contro scolmatori: è una discussione più ampia e generale che riguarda la nostra idea di interpretare e vedere la Giustizia e il Diritto.

L’unica cosa che possiamo dire con certezza e con forza è che questa faccenda non deve apparire così come è sembrato invece declinarsi sulle pagine dei quotidiani: una guerra tra poveri, tra cittadini delle zone popolari e cittadini delle zone ricche.

La discussione, comunque la si pensi sullo scolmatore del Fereggiano e del Bisagno è altra.

Riguarda la nostra idea di Stato di diritto, il diritto del cittadino a ricorrere allo strumento giudiziario per veder tutelato ciò che egli ritiene possa essere stato leso.

Infine possiamo “scolmare” o deviare il diritto? Possiamo in circostanze di interesse collettivo e di sicurezza derogare al diritto? La risposta è NO: in democrazia il maggior interesse collettivo che deve prevalere è quello che il diritto di ognuno sia sempre rispettato e soprattutto garantito dallo Stato.

Relazione incontro con Ufficio Tecnico del Municipio

Oggi abbiamo incontrato il geom. Maragliano dell’Ufficio tecnico del Municipio. Ecco alcuni aggiornamenti:

civico 6: è stata tolta l’erba cresciuta sul pluviale

Calderina civico 4 con tubi esterni: dovrebbe ripartire l’appalto per fare le crene negli appartamenti

Saranno ripristinati 18 appartamenti vuoti tra Piazza Adriatico e le casette di Lungo Bisagno Dalmazia (non quelli dei piani bassi naturalmente). L’appalto è stato vinto dall’azienda Teknika, stessa ditta che sta facendo i marciapiedi di lungo Bisagno.
I lavori che si stanno effettuando adesso sul marciapiede di Lungo Bisagno comportano la realizzazione di nuove bocchette dell’acqua per ciascuna casetta di Lungo Bisagno così che in caso di rottura della bocchetta rimarrà senza acqua solo la casetta con la bocchetta rotta e non anche tutte le altre come succede ora. Inoltre spostando le bocchette la competenza passa dal comune a Mediterranea delle Acque e in questo modo si potrà usufruire del loro pronto intervento. L’asfaltatura verrà fatta anche nelle piazzette interne, oltre che sul marciapiede.

A breve verrà tracciato il marciapiede a scendere di Piazza Adriatico ma il prossimo anno si tenterà di realizzare un vero e proprio marciapiede, al di fuori dei 93 mila euro che sono stati stanziati per la riqualificazione del quartiere.

Tombini Piazza Adriatico: stappato il tombino davanti alla chiesa ma non risultano altri tombini tappati. Non è stato possibile inserire una bocca di lupo nel marciapiede perchè il marciapiede non era abbastanza alto. Si attende rifacimento della intera rete bianca di Piazza che avverrà solo con i lavori del rio Torre.

Trogolo: arriveranno le luserne ordinate per la sostituzione delle lastre mancanti o danneggiate. Stesso discorso vale per la luserna danneggiata sul Ponte Carrega.

Infine Amiu metterà i cestini in piazza e a ponte Carrega.

Vogliamo ringraziare il Geom. Roberto Maragliano per la collaborazione!

Bisagno il fiume nascosto – Presentazione del libro del Prof. Renzo Rosso all’università di Cosenza

Bisagno il fiume nascosto
- Presentazione del libro del Prof. Renzo Rosso all’università di Cosenza -