Archive for settembre 2013

“Anniversari e tradizioni a Montesignano” questa sera con Mauro Pirovano nella Chiesa di San Michele

Questa sera Mauro Pirovano rinnova l’appuntamento con la tradizionale conferenza annuale nell’occasione della festa di S.Michele. Alle ore 20:30 la Chiesa Vecchia di Montesignano farà da cornice alla conferenza “Anniversari e Tradizioni a Montesignano”.

Rise Up, si parte!

Domani in occasione dell’evento nazionale di Legambiente Puliamo il Mondo inizia sul nostro territorio il progetto Rise Up-radici profonde. La prima squadra composta da 17 ragazzi si riunirà domattina alle ore 8:45 presso il piazzale della ex cementifera in Via Ponte Carrega.

Il progetto è una iniziativa di Arci, Auser e Legambiente sotto la regia del Municipio IV Val Bisagno e prevede interventi anche a Sant’Eusebio, Preli e Struppa in progetti ambientali, di documentazione storica e di iniziative sociali. I 100 volontari, divisi in gruppi di circa 15 volontari, saranno occupati da domani e fino al 27 ottobre per quanto riguarda la pulizia delle aree verdi individuate.

Inizialmente, come oramai tutti sapete, era stata scelta l’area della casetta di Salita Migliavacca come zona di intervento. In mancanza dei permessi necessari si è deciso di intervenire su altre zone e domani e domenica (pioggia permettendo) saranno ripulite le seguenti aree:

- Salita Migliavacca e sentiero della Torretta di Quezzi

-Orpea

-Salita Terpi

Il 5 e 6 ottobre prossimo si ripulirà invece il piazzale antistante la Torretta di Quezzi così da completare il recupero dell’antico sentiero, primo passo verso un lento recupero del nostro patrimonio di creuze e percorsi!

Simbolico il fatto che sono i giovani e i giovanissimi a incominciare questo percorso di riscossa e rivincita per il nostro territorio ferito.

Vi aspettiamo, con le maniche rimboccate o anche solo per due parole, nei lavori che domani si protrarranno fino alle ore 17:00: se vorrete darci una mano, sarete i benvenuti!!!

Presentazione del progetto di controllo periodico e manutenzione dei rivi della Media Val Bisagno

Tornati dalla riunione in Municipio in cui veniva spiegato il progetto “Controllo periodico, manutenzione e messa in sicurezza dei rivi” a cui la nostra associazione ha già aderito. Il prossimo 20 ottobre ci sarà una prova di come si lavorerà sui rivi.
Il progetto consiste in una collaborazione cittadini-associazioni-comitati con la regia del municipio, il cui ruolo sarà quello di coordinare e di richiedere i permessi ad intervenire alla Provincia, per i permessi e ad Amiu per lo smaltimento dei rifiuti e dei solidi.
Una volta completata la fase di adesione al progetto verranno formati zona per zona i gruppi di monitoraggio.
Questi gruppi dovranno:
1) monitorare periodicamente i rivi (a cadenza settimanale o mensile) e osservare l’alveo dopo le piogge per verificare la presenza di anomalie. Queste anomalie sono: frane, rifiuti ingombranti,grossi tronchi, alberi con diametro superiore ai 7 centimetri.
2) Segnalare le anomalie e gli interventi al Municipio che dovrà ottenere i permessi per intervenire e per scendere nel rivo da parte della Provincia. I volontari che hanno dato la disponibilità per intervenire in alveo si attiveranno quindi per fare la pulizia.
Non tutta la vegetazione va eliminata. Ad esempio le canne e le erbe alte non creano problemi perchè si piegano al passaggio dell’acqua e trattengono attraverso il loro apparato radicale il terreno evitando così l’erosione ed il conseguente aumento di trasporto solido. Certi interventi vanno evitati durante la stagione primaverile e di riproduzione per evitare che ci siano nefaste conseguenze sulla fauna e sulla flora, come avvenuto in tutti questi anni con interventi generalizzati e sommari. Va evitata l’utilizzazione di prodotti chimici antivegetativi.
Lo smaltimento va fatto di comune accordo con il Municipio che dovrà attivare Amiu, il quale a sua volta metterà a disposizione un cassone che verrà portato nella zona delle operazioni il venerdì sera per essere poi ritirato il lunedì mattina. Ogni volontario riceverà di volta in volta una copertura assicurativa da parte del Municipio.
3) i soggetti qualificati, Protezione civile ma non Aster, potranno effettuare operazioni più complesse.

Per richiedere informazioni o chiarimenti e per aderire si può contattare la Sig.ra Bruzzone del Municipio allo 0105578326

Il Secolo XIX – Ponte Carrega, occasione mancata

L’intervista effettuata ieri da Licia Casali de Il Secolo XIX ad alcuni membri della nostra associazione ed oggi in prima pagina su Il Secolo Web.
L’intervista è incentrata sul nostro appello-accusa a Renzo Piano, sulla cementificazione del quartiere e sulla mancanza di spazi e aree verdi e di aggregazione.

Ponte Carrega – occasione mancata

Questa è l’applicazione della tanto auspicata agenda 21 per la Valbisagno?

Questo è il risultato degli Urban-Lab di Marta Vincenzi e del Neo senatore Renzo Piano?

Nel video non è presente il nostro appello alla giunta per non approvare la variante di un ulteriore parcheggio in struttura di 6000mq. Appello ribadito davanti al Sindaco Marco Doria a Villa Bombrini domenica scorsa.

Il Sindaco e Vice Sindaco avevano promesso, qualche mese fa, che questo intervento che si andrebbe a sommare agli edifici in costruzione, non sarebbe fatto e anzi avrebbero richiesto di aggiungere alberi a medio e alto fusto per  mascherare l’edificio in costruzione.

(Clicca sull’immagine per vedere il video)

In visita al Politecnico di Milano per preparare il convegno di novembre

Oggi a Milano presso il campus di Piazza Leonardo da Vinci abbiamo avuto un nuovo incontro con i docenti coinvolti nel progetto di convegno sul dissesto idrogeologico che si terrà a Genova il prossimo 8 e 9 novembre. Abbiamo presentato la nostra proposta e ascoltato i suggerimenti del Prof. Rosso e del dott. Bignami (il prof. Menduni non era infatti presente), concordando gli interventi in pieno spirito di collaborazione e amicizia.

Il Politecnico di Milano

Il Politecnico di Milano

Slogan

Il carosello

Lo slogan è la moda dei nostri tempi, è una breve frase capace di esprimere un concetto in modo efficace e sintetico, il che lo rende particolarmente adatto alla propaganda e alla pubblicità.

Ma spesso lo slogan nasconde insidie e deviazioni dei concetti che sono in grado di assopire la coscienza e il buon senso dei cittadini, in questo modo è più facile fargli accettare cose che diversamente sarebbero respinte.

Per esempio si sosteneva che un ponte del 1788 era “fuori norma” e per questo occorreva abbatterlo, ma se accettassimo questa logica dovremo abbattere anche ponte vecchio di Firenze, e forse anche molti altri ponti romani o medioevali, certamente “non a norma” semplicemente perché a quel tempo non esistevano norme come quelle di oggi. 

Ma l’insidia degli slogan è molto più sottile e idoneo alla propaganda.

Per esempio un famoso slogan ancora oggi molto di moda che piace tanto è “costruire nel costruito” lasciando intendere che non è più possibile procedere con un consumo indiscriminato di suolo.

Solo un bene riconosciuto tale ha valore e quindi merita di essere perseguito dalla collettività. 

Costruire sul costruito” non è un bene a priori, basta pensare ai danni che la dittatura di Nicolae Ceaușescu’ ha fatto con la demolizione della capitale Bucarest, distruggendo il centro storico e demolendo capolavori medioevali per costruirci sopra enormi e anonimi palazzoni in stile sovietico.

Costruire sul costruito” non è un bene a priori!

costruire MENO superfici e volumetrie” non è un bene a priori, basta pensare cosa sarebbe del bel paese se i nostri maestri del rinascimento avessero applicato questa singolare regola. Non ci sarebbe la cupola del Brunellechi: chi sarebbe contrario a un’opera davanti a casa dove aprendo la finestra si mostrasse un capolavoro come Santa Maria Novella?

costruire MENO superfici e volumetrie” non è un bene a priori! è la qualità del costruito che fa la differenza!

 Anche “creare nuovi posti di lavoro” è uno slogan di moda e attualissimo. Ma anche in questo caso creare nuovi posti di lavoro non è un bene a priori. Se non si guarda alla qualità del lavoro creato, la società che massimizza questo slogan è la società basata sulla schiavitù, e questo certamente non è un bene.

creare nuovi posti di lavoro” non è un bene a priori!

Per rovesciare il senso comune di questi slogan basta riflettere su cosa sia veramente un bene e quindi porsi in quella prospettiva. Ovviamente in questa prospettiva emergono le visioni contrastanti, i conflitti di interessi, perché non è detto che un bene particolare, per esempio quello che massimizza un profitto o la strategia per non avere concorrenti commerciali, coincida con il bene comune, o comunque dei molti.

Un intervento di riqualificazione urbana, per essere un bene, deve porsi come obbiettivo il bene comune e mediarlo con il bene dei proponenti che hanno spesso obbiettivi contrastanti.  Derogare al bene comune, per un’amministrazione, significa porsi in una condizione d’ingiustizia a favore di una parte più forte che ha la capacità di imporla. 

Quali sono i beni che un’amministrazione dovrebbe tutelare?

La salute dei cittadini e delle generazioni future sono beni riconosciuti come tali e come tali hanno un valore.

Un ambiente sostenibile è un bene e come tale ha valore.

Il paesaggio e l’identità storica, sono un bene e come tale hanno un valore.

I posti di lavoro stabili e qualificati, sono un bene e come tale hanno un valore.

L’istruzione e l’intelligenza è un bene e come tali hanno un valore.

La mobilità, ovvero la possibilità di muoversi in città a basso costo è un bene e come tale ha un valore, ma spesso questo bene non coincide con nuovi parcheggi, tantomeno se sono parcheggi di interscambio: auto – carrello (della spesa).

Per giudicare i progetti di trasformazione occorre valutare se questi massimizzano il bene comune o diversamente sono compatibili solo con gli slogan e gli interessi dei costruttori.

Per perseguire il Bene Comune occorre darsi un Etica, non c’è altra via.

“Noi crediamo nel potere illimitato delle forze spirituali: Amore, Verità, Giustizia, Bellezza. Gli uomini, le ideologie, gli stati che dimenticheranno una sola di queste forze creatrici non potranno indicare a nessuno il cammino della civiltà. 

..ma il disordine ancora prevale. Ne siamo consapevoli quando incontriamo  – e la tristezza ci avvince – il diseredato, il disoccupato, quando nei rioni delle nostre città e nei borghi vediamo giocare in letizia nugoli di bambini che hanno soltanto a loro difesa il sole, caldo e materno, e nulla sappiamo del loro avvenire: è ancora disordine quando vediamo le nostre città crescere senza piani, senza spazi verdi, nel rumore e nella bruttezza.”  Adriano Olivetti, il mondo che nasce: dieci scritti per la cultura, la politica, la società.

 

 

Questa mattina a Palazzo Reale l’incontro con la Soprintendenza e il Fai

 

Palazzo Reale, sede della Soprintendenza ligure

Palazzo Reale, sede della Soprintendenza ligure

Questa mattina, accompagnati dal Vice Presidente del Fai Liguria arch. Gustavo Dufour, abbiamo incontrato a Palazzo Reale la Soprintendente responsabile del procedimento per la Val Bisagno, arch. Cristina Pastor. Si è trattato di un primo step necessario prima della presentazione del progetto di restauro a Milano del prossimo 10 ottobre. Il progetto rientra tra i progetti finanziabili nel bando de I Luoghi del Cuore, di cui Ponte Carrega fa parte.
D’accordo col Fai abbiamo illustrato i punti del progetto:
ripristino della illuminazione storica ottocentesca, riposizionamento della edicola votiva al centro del ponte (o nel suo intorno) integrazione delle lastre mancanti e restauro di quelle rovinate, inserimento di pannelli esplicativi e di elementi di arredo urbano.
Il progetto che verrà presentato al FAI di Milano avrà il sostegno della Soprintendenza, che valuterà le nostre proposte avallandole o respingendole a seguito di attenta analisi filologica.
Il progetto si comprende meglio se inserito in un mosaico più ampio che prevede il coinvolgimento del Fai, del Wwf, del Cai, dei comitati locali, del Municipio, dell’Arci e Legambiente (con il progetto Rise Up) per il recupero delle creuze e dei sentieri del parco dell’acquedotto, parco dei forti del lato occidentale e soprattutto del futuro parco dei forti del versante orientale (sabato prossimo incomincia la pulizia del sentiero che porta alla Torre Quezzi con il coinvolgimento dei ragazzi del Rise Up).

Infine la Soprintendenza ha voluto conoscere e vedere i progetti di trasformazione in atto nel quartiere, riservandosi di approfondire la questione nel limite delle competenze del proprio ufficio. In particolare ci è stato fatto notare che le costruzioni intorno a un bene monumentale come Ponte Carrega debbano essere adeguate al contesto e non lesive dell’ambiente e del decoro che merita un bene dichiarato monumentale.

art. 45 d.lgs 45/2004
Il Ministero ha facoltà di prescrivere le distanze, le misure e le altre norme dirette ad evitare che sia messa in pericolo l’integrità dei beni culturali immobili, ne sia danneggiata la prospettiva o la luce o ne siano alterate le condizioni di ambiente e di decoro.

La Città che Vogliamo – incontro con Marco Doria

 

 

Marco Doria a Villa Bombrini di Cornigliano il 22-09-2013 durante l’incontro “La Città che vogliamo”

Ieri pomeriggio, nell’ambito della iniziativa “La Città che Vogliamo” tenutasi alla Villa Bombrini di Cornigliano, abbiamo rivolto al sindaco Marco Doria alcuni quesiti:
– se era a conoscenza della vendita di uno degli appartamenti del primo piano di Piazza (con decreto di inagibilità e inabitabilità)
se una volta “messi insicurezza” i rivi Torre e Mermi gli appartamenti colpiti dal decreto suddetto saranno riassegnati e resi di nuovo abitabili e agibili, nonostante ci si trovi comunque sotto il livello del Bisagno.

- come pensa sia possibile rispettare l’impegno preso di fronte alla cittadinanza di piantare alberi ad alto fusto nel piazzale del Bricoman, se la sua Giunta approverà il progetto di variante che prevede la costruzione di un impalcato per il raddoppio dei parcheggi del supermercato
– se è previsto il superamento della ordinanza di sgombero delle famiglie che abitano ai primi piani in caso di allerta 1 e 2 con un piano di emergenza che venga curato insieme alCima di Savona

- se ci sono sviluppi sulla promessa area della Casetta, considerando che martedì 24 settembre alle 9:30 in Municipio si incontreranno Coopsette, Municipio e Patrimonio per definire il destino di quelloche noi vogliamo fortemente trasformare in un’area di aggregazione per il quartiere.Il sindaco non ha risposto alle domande e ha proposto, pubblicamente e di fronte all’assemblea, di rinnovare l’incontro del 7 maggio scorso venendo a Pontecarrega e in Piazza per rispondere alle nostre domande (e alle altre che vorremmo porgli, teatro dell’Ortica in primis).

La data dell’incontro sarà comunicata al presidente di Arci Liguria, Walter Massa.Il Sindaco è stato poi invitato al Convegno sul dissesto idrogeologico che si terrà il prossimo 8 e 9 novembre.Seguirà pubblicazione del video dell’intero incontro.

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>> Articolo di Annamaria Coluccia sulla Gazzetta del lunedì <<

La politica di urbanizzazione durante il regime Ceausescu

Bucarest

Stralcio dall’articolo della Dott.sa Anca Maria Mihaescu – “La politica di urbanizzazione durante il regime Ceausescu” cultura rumena – 2009

Con l’insediamento del cosi-detto “governo democratico” il 6 marzo 1945, assistiamo alla nascita del regime ateo-comunista in Romania. Con l’insediamento dei comunisti in Romania, iniziò un processo di ricostruzione del passato, della memoria, complesso ed esteso ad ogni settore della vita romena.

L’arrivo di Ceauşescu al potere nel 1967 come Presidente del Consiglio di Stato e, a partire dal 1974, come Presidente della Repubblica, trova nuovi profili dello Stato. Nel marzo 1974 è creata una nuova carica istituzionale: quella di Presidente della Repubblica, alla quale Ceauşescu è eletto all’unanimità dalla Grande Assemblea Nazionale. In questa occasione Ceauşescu sceglie di apparire con uno scettro. La sua qualità messianica, di eletto del destino, è materializzata in quella di un rappresentante del popolo.

La demolizione era evidentemente una passione di Ceauşescu, che aspirava ad operare giganteschi traslochi di spazi e di tempi, a spostare chiese e villaggi, a essere lo spedizioniere capo di una ditta di trasporti che imballa e trasloca lo scenario di secoli. Il progetto di Ceauşescu vuole estirpare la tradizione.

Fino alla caduta del regime di Ceauşescu nel 1989, almeno 29 città sono state completamente ristrutturate, mentre altre 37 erano in corso di ristrutturazione e la sistemazione rurale era già iniziata seriamente con la demolizione dei primi villaggi a Nord di Bucarest. La politica ufficiale prevedeva entro l’anno 2000 la demolizione di 7.000-8.000 villaggi dei 13.123 esistenti e la loro sostituzione con 500 centri agro-industriali.

Una tale politica ignorava il semplice fatto che la più grande risorsa di una nazione è il suo popolo, e che la soppressione del popolo attraverso la privazione di iniziativa non può far altro che dissipare questa risorsa.

Nel settembre del 1985 è stato ufficialmente dichiarato che entro l’anno 1990, il 90-95% degli abitanti di Bucarest avrebbe dovuto vivere in nuovi condomini, rendendo così la capitale un esempio per tutte le altre città della Romania. È stato simultaneamente annunciato che la ricostruzione dei villaggi avrebbe dovuto essere completata entro 15 anni.

Le cifre rilasciate in marzo e giugno 1988 parlavano della sparizione di approssimativamente 900 comuni dei 2.705 esistenti e la riduzione del numero di villaggi, dal presente livello di 13.123 ad un massimo di 5.000-6.000. In questo modo, approssimativamente 7.000-8.000 centri rurali sarebbero dovuti scomparire dalla carta geografica della Romania, mentre ai residui sarebbe toccato un intervento parziale, ma comunque estesissimo, in misura del 90-95%. Questo è il risultato di un processo iniziato negli anni del secondo dopoguerra.

Tutti gli sforzi fatti alla fine degli anni ’70 e durante gli anni ’80 per fermare la distruzione del patrimonio tradizionale non hanno dato che pochi risultati. Fino al 1989 al meno 29 città sono state distrutte fino al 90%: Suceava, Botoşani, Paşcani, Iaşi, Roma, Piatra-Neamţ, Bacău, Vaslui, Huşi, Bârlad, Tecuci, Focşani, Galaţi, Râmnicul Sărat, Buzău, Mizil, Ploieşti, Piteşti, Slatina, Craiova, Râmnicul Vâlcea, Giurgiu, Slobozia, Călăraşi, Medgidia, Tulcea, Constanţa, Mangalia e Baia Mare.

L’architettura e il tessuto urbano tradizionali sono stati cancellati e sostituiti dalle abitazioni collettive con tanti appartamenti e con una rete stradale diversa.

È sorto un nuovo mondo urbano completamente opposto a quello di prima e senza nessun collegamento con il passato, ma con monumenti storici isolati e pochi altri edifici mantenuti per essere nascosti tra le nuove costruzioni.

Gli ideatori di questi progetti promuovevano la nuova sistemazione, escludendo qualsiasi riferimento alla città precedentemente spianata.

Nel 1980 il centro civico di Bucarest fu proclamato come una realizzazione che rappresentava un’unica epoca storica, il più importante progetto di sistemazione e costruzione mai concepito in Romania. Una volta che la demolizione fu decisa non rimase nessuna possibilità di scelta per i cittadini. Gli ex-proprietari furono costretti a spostarsi in appartamenti di proprietà dello stato e diventare affittuari. I nuovi spazi abitabili furono affittati secondo i criteri fissati per legge: un monolocale per una persona o una famiglia senza bambini, senza riguardo alla casa o l’appartamento precedentemente espropriati e distrutti.

 

L’appello a Renzo Piano sul forum nazionale di Salviamo il Paesaggio

Il nostro reportage su cementificazione e dissesto idrogeologico con il nostro appello al neo senatore a vita Renzo Piano oggi in prima pagina sul Forum nazionale di Salviamo il Paesaggio.
Buona lettura!

Salviamo il paesaggio

http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2013/09/da-genova-un-appello-a-renzo-piano-fermiamo-la-cementificazione-prima-di-altre-tragedie/

Vedi anche articolo sul >> Corriere Mercantile del 19.09.2013 <<

Genovatoday.it sul rischio idrogeologico a Pontecarrega e Piazza Adriatico

http://www.genovatoday.it/cronaca/centro-commerciale-ponte-carrega.html

L’interrogazione regionale di Lorenzo Pellerano sul rischio alluvionale per Pontecarrega e Piazza Adriatico. La risposta dell’ass. Briano

 

la risposta dell'assessore Briano

la risposta dell’assessore Briano

 

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Quest’oggi l’interrogazione presentata dal Consigliere Regionale di Lista Biasotti Lorenzo Pellerano è stata discussa in Consiglio Regionale.
L’assessore all’ambiente Briano ha risposto sostenendo che sono state fatte opere di messa in sicurezza del Mermi e ha fornito quattro pagine di relazione sulla situazione del rischio idrogeologico del Mermi nel cantiere Coopsette. Alleghiamo la risposta dell’ass. Briano sul rischio idrogeologico del Mermi.

La risposta dell’assessore afferma che i lavori edilizi potevano iniziare contestualmente con la messa in sicurezza, ma purtroppo non dice nulla sullo stato attuale della situazione di rischio alluvionale, evadendo la domanda e rimbalzando la competenza sulle condizioni realizzative e di sicurezza alle materie di competenza del Comune. Emerge che solo con la fine dei lavori si avrà una sicurezza idraulica, ma non viene data risposta alla nostra domanda riguardo l’aumento della situazione di rischio durante lo svolgimento dei lavori.

Pertanto, in merito alle domande da rivolgere al Comune, aspettiamo la mozione che il gruppo Pd della Media Val Bisagno presenterà alla Giunta municipale il prossimo 30 settembre, impegnando la Giunta ad interpellare il Comune sul rischio idrogeologico attuale. 

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l’interrogazione regionale del consigliere Lorenzo Pellerano indirizzata all’assessore Briano

 

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Banchetto informativo alla festa del Leccio

Il nostro picolo banchetto informativo (per informare sulle nostre iniziative sociali e sulle operazioni Coop e Coopsette in atto nel nostro quartiere) alla Festa organizzata da Il Leccio di Sant’Eusebio nella bellissima piazza del paese…a proposito…sarebbe bello che anche il nostro quartiere avesse un angolo così vivibile!

Incontrando la Coop; il primo incontro con i costruttori.

nostra ipotesi con i render in nostro possesso sull'impatto dell'edificio sulla valle.

nostra ipotesi con i render in nostro possesso sull’impatto dell’edificio sulla valle.

Mercoledì 11 settembre abbiamo incontrato i tecnici responsabili del progetto di Coop Liguria e Talea per la riconversione delle Ex Officine Guglielmetti. E’ previsto un nuovo incontro per approfondire le tematiche e le problematiche emerse nel primo incontro.

L’incontro è stato cordiale e certamente interessante.

Ovviamente sono emersi i diversi punti di vista fra i proponenti e noi semplici cittadini residenti in questo quartiere.

Il punto di vista del proponente è quello di chi ha comprato un’area partecipando a una gara pubblica indetta dal gruppo AMI, braccio immobiliare dell’azienda di trasporti AMT, a circa tre volte il suo valore commerciale. Questo è avvenuto per evitare che la gara fosse vinta da un concorrente commerciale che si sarebbe potuto insediare in una area commerciale molto più grande della odierna Coop Superstore di Piazzale Bligny. La concorrenza fa bene ma non in questo caso e il proponente ha fatto capire che se non si fosse agito in questo modo forse avrebbero chiuso i battenti.

L’area del gruppo AMI è stata resa appetibile cambiando la destinazione d’uso delle aree. Maggiore capacità edificatoria, destinazioni d’uso di maggiore interesse, abbandono della destinazione industriale per la destinazione produttiva.

Questa è stata una scelta “politica”, diversamente nessuno avrebbe comprato quell’area. La storia è sempre la stessa: il comune non ha soldi e per monetizzare privatizza le aree che ha. Se non hanno valore si alzano gli indici edificatori e si cambiano le destinazioni d’uso. Occorre ricordare questa logica quando viene propagandato che vendere il patrimonio pubblico è una cosa sana e giusta, spesso veicolata come unica soluzione ai dissesti finanziari dello stato o dei comuni. Occorre capire che prima o poi qualcuno paga, magari i nostri figli o le generazioni future.

Chi ha comprato, ha tutto il diritto di edificare secondo i crismi e i regolamenti edilizi: altezze, superfici, volumi, ecc. Non importa se queste maggiori possibilità sono state concesse per scongiurare l’imminente baratro finanziario di AMT nel 2008, non per reale necessita di urbanizzazione del territorio.

Nonostante la buona volontà dei proponenti le aree comprate devono fruttare, è il mercato che lo richiede ed è comprensibile nell’ottica del costruttore, qualunque esso sia. La cooperativa di consumo, pur ispirandosi a valori sociali ed etici, deve agire nel libero mercato e in questo contesto deve operare per sopravvivere.

Il punto di vista dei cittadini è quello di poter vivere in un ambiente sano, non solo dal punto di vista salutistico, ma anche sociale, ambientale, paesaggistico. In una parola di poter vivere nel bello e non in una periferia decadente all’ombra di un centro commerciale. Questo diritto non deve essere riservato solo alle poche famiglie dei quartieri rinomati ma a tutti secondo un principio di sostenibilità ambientale e di conservazione delle risorse non rinnovabili. Questi indirizzi sono stati indicati preferenzialmente per la Val Bisagno nell’agenda 21 e sottoscritta dal Comune di Genova e Provincia già nel 2004, un riconoscimento dei valori storici e ambientali di questa valle, non solo per chi ci abita, ma per tutta la città come possibilità di un diverso futuro, quello auspicato per il 21° secolo.

Se da una parte il proponente indica un miglioramento delle aree, comunque in modo funzionale ai suoi modelli e interessi economici, dall’altra si chiede di mitigare l’impatto delle attività previste sulla popolazione residente.

La trasformazione imporrà modelli e comportamenti che abbiamo già visto in operazioni simili, una trasformazione che i cittadini non hanno chiesto direttamente, ne desiderato. I precedenti di queste operazioni sono desolanti, si veda l’area di Campi e di Sampierdarena.

Il progetto si profila complesso perché è impossibile far conciliare pienamente le due divergenti posizioni.

Occorre considerare che in tutto questo procedere, la parte debole siamo noi cittadini. Siamo stati prima abbandonati da un’amministrazione debole e ricattabile finanziariamente che ha abdicato ai suoi intenti per sanare temporaneamente un’imbarazzante fallimento di AMT. In queste scelte poco abbiamo contato e poco abbiamo da contrapporre se non la forza della nostra ragione.

Nonostante la nostra posizione, del tutto squilibrata fra le due parti, abbiamo fatto appello alla sensibilità e alla volontà, che non è mancata, dei proponenti, chiedendo loro di rivedere gli accessi delle rampe elicoidali, di spostare o limitare al massimo l’impatto e la forma dell’edificio alberghiero alto 35m, di utilizzare le migliori tecnologie per limitare la distruzione degli elementi del paesaggio (con interventi di ingegneria verde), di identità, e della qualità di vita del nostro territorio.

Non nascondiamo le preoccupazioni per l’aumento del traffico e delle sostanze inquinanti in sospensione perché il proponente ammette che, con l’avvio del nuovo edificio ex-Italcementi e la nuova Coop, saranno previste migliaia di autovetture in più rispetto ad ora e per questo sarà necessario aumentare il raggio della rotonda davanti a Ponte Carrega.

La forma, la collocazione e l’altezza dell’edificio alberghiero è quella che i proponenti indicano la più interessante commercialmente, dal loro punto di vista non è modificabile perché hanno sostenuto che non potrà essere diversamente venduto. Una posizione che riteniamo singolare dato che, se così fosse, al mondo non ci sarebbe altra forma d’albergo oltre a quella che loro sostengono e che assomiglia, secondo noi, a motel autostradale.

Di fronte a queste premesse, con amministrazioni che hanno barattato la qualità di vita di una intera valle in cambio del risanamento temporaneo di AMT o qualche interessante monetizzazione sugli oneri di urbanizzazione come per esempio le aree Italcementi, cosa possiamo aspettarci?

Anche se l’amministrazione è cambiata, è il “PASSO” doveva essere diverso, la tendenza sembra essere la stessa. Nonostante l’incontro con Sindaco, vice sindaco e Assessori, che hanno negato questa possibilità, l’amministrazione si prepara ad approvare una nuova variante che prevede un parcheggio in struttura e una nuova strada parallela a Viale Gambaro di Montesignano.

Cosa possiamo aspettarci domani?

Noi saremo presenti per raccontare questa storia, per ricordarla ai nostri figli e a chi presto perderà la memoria di chi ha voluto tutto questo. Lo ricorderemo a coloro che sventoleranno, solo a parole, la bandiera del cambiamento.

Chi pagherà il conto?

“Questa nuova urbanizzazione tende ad annullare l’equilibrio città-campagna, anzi infrange o nega ogni codice storico-culturale dello spazio perché è al servizio dell’industrializzazione, di cui adotta pratiche e strategie, ponendo il mercato al di sopra di ogni altro valore. La distruzione dei codici di organizzazione dello spazio, delle loro valenze storiche, memoriali e simboliche in favore di un’indiscriminata cementificazione al solo servizio del ‘dio mercato’ comporta una drammatica perdita di significati”.

Salvatore Settis, “Paesaggio, Costituzione, Cemento. La battaglia per l’ambiente contro il degrado civile”, Torino 2010.

Per correttezza sotto indichiamo alcune osservazioni del proponente dopo la pubblicazione di questo articolo

“…mi permetto di esprimere la mia opinione con franchezza, al fine di avere, se ciò può essere  utile, un confronto che faccia entrare  nel merito delle soluzioni proposte tutti coloro che ne hanno interesse; infatti penso che a questo devono servire i processi partecipativi che a mio avviso, devono rispondere sempre a criteri di interesse generale, in quanto “superiori”.

Ciò detto e con riferimento al verbale presente sul sito, mi pare che  l’informazione sul progetto sia un po’ incompleta e  non riporti  i contenuti della proposta di variante che, com’è noto, scaturisce da un approfondimento sull’idoneità dell’area  e del contesto circostante ad ospitare la funzione del cash and carry. Fermo restando ogni libero pensiero sull’opportunità e/o la possibilità di disporre di beni pubblici in modo diverso rispetto alle scelte già operate dalla Amministrazione Comunale, tuttavia credo utile rendere noto, per una discussione più ampia, che la  soluzione proposta è comunque meno impattante nelle funzioni  (albergo in luogo del cashandcarry) e di minore volumetria; complessivamente ci sono circa 8.700mq. in meno di costruito rispetto a quanto oggi legittimamente previsto  nelle aree di proprietà: oltre a ciò vanno valutati  altri elementi quale l’organizzazione e la dotazione  degli spazi pubblici e le scelte architettoniche che, vi confermo in assoluta buona fede, abbiamo cercato proprio per la riqualificazione del contesto.

Spero che venga percepita la massima buona volontà che anche personalmente ha messo chi ha lavorato al progetto, proprio per ricercare nella trasformazione (oggi inevitabile, anche se mi rendo conto, da voi poco gradita) una soluzione che dia un elemento di valorizzazione alla Vallata, che in parole povere migliorando  ciò che oggi c’è, si coniughi comunque con esigenze di l’interesse pubblico.

Con amicizia…”  e-mail Arch. Ferrari 17/09/2013

Parte il progetto Rise Up!

Tra oggi e giovedì parte il progetto Rise Up. I nostri ragazzi insieme a tanti loro coetanei saranno impiegati in opere di pulizia e cura del verde, di animazione sociale e documentazione per il nostro territorio che si vuole rialzare (appunto rise up in inglese!) dopo l’alluvione del 2011!
Questo il programma dei primi incontri per definire gli interventi. Ogni partecipante è stato inserito in uno dei seguenti gruppi:
MARTEDI 10 SETTEMBRE h. 17.30: GRUPPO MURALES E DECORAZIONE URBANA

MARTEDI 10 SETTEMBRE h. 18.30: GRUPPO ANIMAZIONI SOCIALI

GIOVEDI 12 SETTEMBRE h. 17.30: GRUPPO AMBIENTE E PULIZIA AREE VERDI

GIOVEDI 12 SETTEMBRE h. 18.30: GRUPPO DOCUMENTAZIONE.

La nostra associazione ha partecipato attivamente agli incontri preliminari e ha indicato agli organizzatori e al Municipio alcune criticità nel quartiere di Piazza Adriatico, Pontecarrega e Montesignano su cui si potrebbe intervenire.rise up

Progetto “Controllo periodico, manutenzione e messa in sicurezza dei rivi”

Il progetto; pag.1pag.2pag.3La nostra adesione al progettoLa nostra associazione vuole aderire al Progetto “Controllo periodico, manutenzione e messa in sicurezza dei rivi” promosso dal Municipio IV Val Bisagno. Non nascondiamo però la difficoltà del dover intervenire su due rivi (Mermi e Torre) che versano in grave emergenza e su cui sono previsti profondi interventi di manutenzione. Per questo riteniamo che la nostra adesione possa essere totale solo una volta completati i già preventivati lavori di “messa in sicurezza” del rio Mermi e del rio Torre. Senza questi lavori il nostro intervento sarebbe inefficace, inutile e forse dannoso, perchè darebbe l’illusione di una operosità e di una “messa in sicurezza” che da soli non siamo in grado di fare e che non possiamo prenderci in carico.

Il progetto è rivolto a tutti i cittadini. Per aderire è necessario inviare adesione a: municipio4presidente@comune.genova.it entro il 12 settembre. L’incontro in Municipio è previsto per il 26 settembre 2013 alle ore 20.30.


In queste settimane stiamo aspettando l’approvazione da parte della Provincia del progetto da 833mila euro per la manutenzione straordinaria del Rio Torre.

Analogamente stiamo aspettando che Coopsette metta mano al Mermi; nelle prossime settimane potrebbero esserci sviluppi dato che Coopsette ha convocato i proprietari di terreni lungo il Mermi per un incontro.

Il Comune ripensa un Piano di Emergenza

Come già da noi anticipato mesi fa il Comune sta preparando un nuovo piano di emergenza per le alluvioni. Bloccare il traffico, e quindi evitare che la gente si sposti o passi nelle zone a rischio con auto e moto creando ingorghi e affollamenti in zone esondabili è un bel passo avanti rispetto a prima. Auspichiamo anche il fatto che ogni esercizio commerciale sito nelle zone a rischio debba dotarsi di un piano di emergenza così da non farsi trovare impreparato in caso di allerta. Siamo anche ansiosi di vedere superata l’Ordinanza del Sindaco provvedimento N. 2012-POS-274 del 28/08/2012 che prevede un generico sgombero per gli abitanti che vivono nelle zone dichiarate a rischio in caso di allerta 1 e 2, ma non prevede, ad esempio, la chiusura della Coop Val Bisagno che si trova sotto il livello del Bisagno.

Durante il Convegno di novembre, che stiamo organizzando con il Wwf, parleremo anche dei Piani di Emergenza.

http://genova.repubblica.it/cronaca/2013/09/10/news/alluvione_rischio_ovunque_con_allerta_2_stop_alle_auto-66226507/

Il ministro Andrea Orlando la pensa come noi

Intervista del TG3 al Ministro dell’ambiente Andrea Orlando (alla festa del PD)

Per noi cambiare significa innovazione, sembra che il ministro sia in sintonia con noi!

La nostra associazione porterà la mentalità dell’innovazione in Valbisagno, cambierà questa ottusa mentalità per cui un ponte del 1788 è fuori norma e si deve abbattere.. la stessa mentalità per cui è stato possibile rilanciare un titolo edilizio per un edificio a fondo valle, dopo una alluvione catastrofica che ha visto sei morti e devastazione. Un edificio a fondovalle grande quanto due transatlantici come il RMS Titanic (lunghezza 269,90 m x 28 m) e il suo gemello Olympic, un edificio che deturperà in modo irrimediabile il paesaggio dei parchi dei forti e la quiete della nostra valle.

Un buon motivo per invitarlo al convegno sul dissesto idrogeologico che stiamo organizzando insieme al Wwf per il mese di novembre!

Il nostro sito supera le 20mila visite!

Il web è uno strumento potente, non c’è dubbio, ma nel nostro caso va ogni più rosea aspettativa! In pochi mesi, da quando abbiamo incominciato le pubblicazioni sul sito internet dell’associazione nel mese di Aprile, abbiamo superato le ventimila visite. E i numeri sono impressionanti se visti in connubio con le pagine Facebook che la scorsa settimana sono arrivate a una portata di 1521 visualizzazioni (con quasi 500 contatti nelle due pagine). La nostra informazione corre veloce per Genova e la Val Bisagno!

Visite a settembre

Dopo le nostre anticipazioni su Repubblica il progetto della Coop Guglielmetti

Oggi su Repubblica l’articolo di Donatella Alfonso sul progetto Guglielmetti di Coop Talea con il nostro punto di vista:http://genova.repubblica.it/cronaca/2013/09/06/news/valbisagno_c_l_hotel_guglielmetti_e_il_cemento_sceglie_di_autoridursi-65986434/
Una piccola osservazione a quanto riportato da Gianelli: finora nelle carte che abbiamo visto non c’è traccia del Teatro dell’Ortica, ma ci auguriamo che possa comparire, insieme al poliambulatorio. Per quanto riguarda l’impatto sul territorio non si dimentichi del quartiere che vive alle spalle della torre alta 35 metri: mediare diventa perciò fondamentale. Ma la condivisione con i cittadini va fatta prima dell’approvazione del progetto: fare un percorso partecipato a giochi fatti è solo una presa in giro per la democrazia e per i cittadini, oltrechè un oltraggio al buon senso.

Qui il nostro punto di vista sull’operazione: http://www.amicidipontecarrega.it/?p=1790

Per quanto possa essere considerato “innovativo” un modello di sviluppo basato sulla costruzione di un nuovo centro commerciale non ci opponiamo al “cambiamento”, ma chiediamo di mediare con il costruttore le migliorie indispensabili per il Nostro quartiere!

La variante di DESTINAZIONE d’uso ci piace!… ma NON abbiamo ancora espresso precise valutazioni sul progetto edilizio perché queste valutazioni non le facciamo sui render o sulle intenzioni, ma sulle tavole di progetto che chiederemo anticipatamente e sulle effettive collocazioni dei volumi, del loro effettivo impatto sul territorio e sul paesaggio, sulla viabilità, e sui calcoli delle emissioni di sostanze inquinanti in sospensione dovute alle nuove attività. Queste infatti potrebbero nascondere serie criticità per il quartiere e per la vallata.

Quindi vorremo che gli obbiettivi dichiarati dai proponenti come: costruire MENO superfici e volumi, siano accompagnate da un punto imprescindibile, molto più importante di tutti, senza il quale l’intento diventa solo uno slogan. Il progetto edilizio dovrà essere realizzato tenendo conto della sostenibilità ambientale e della conservazione del paesaggio, indicazioni raccomandate dalla  Carda di Aalborg e dall’Agenda 21 per la Valbisagno. Si auspica quindi una progettazione che valorizzi il grande patrimonio storico e ambientale del territorio in parte già compromesso.   

Gli indirizzi di pianificazione su come dovrebbero essere condotte le progettazioni sono ben note, in Europa e nei paesi avanzati sono applicate da anni con grande successo. Le stesse linee guida approvate genericamente dal Consiglio Comunale il 13/01/2009, …” qualora il passaggio fra costruito e ambiente verde sia caratterizzato da sviluppi periurbani disorganici, come nel caso di molti insediamenti congestionati nei fondovalle e disarticolati sui versanti, è opportuno consentire interventi urbanistici che garantiscano la riqualificazione dei tessuti insediativi, favorendo il potenziamento del verde, anche mediante l’uso di tecnologie ecosostenibili, bioingegnerie, tecniche edilizie volte al miglioramento ambientale (es. tetti verdi, muri verdi, ecc.);”

…”qualora la conformazione morfologica del territorio comporti l’incunearsi di superfici verdi articolate nel tessuto urbano, quali per esempio quelle dei crinali secondari, che si dipartono dal sistema principale, segnato dai forti genovesi, è necessario prevedere la salvaguardia di queste superfici verdi, sia dal punto di vista della percezione dalla città e dal mare, sia da quello della fruizione, privilegiando destinazioni a spazi pubblici o comunque garantendo fruizioni collettive“…

Sono questi i punti che ci interessano per vedere nella vallata il cambiamento tanto auspicato dalle amministrazioni…

Sono obbiettivi complessi che richiedono grande capacità, idee e innovazione, ci auspichiamo che il progetto definitivo possa soddisfare a pieno queste nostre richieste. Una sfida che lanciamo ai costruttori, architetti e tecnici che potranno pregiarsi di un opera ti tale rilievo.  

Coop, nel rispetto della sua carta dei valori, ha risposto positivamente a questo appello e sfida, si è resa disponibile a un confronto trasparente con i cittadini, noi nei limiti delle nostre poche competenze suggeriremo proposte e vigileremo sul suo operato.

Un punto di partenza importante e un inizio positivo.