La politica urbanistica di questa città continua a colpi di variante

grafico-eta-stato-civile-2018-genova

Ieri è andata in scena l’ennesima puntata di questa soap opera che, con la complicità di giunte sia di destra che di sinistra, dura ormai da troppi anni: Esselunga sbarca a San Benigno

 

Puntualmente, i piani urbanistici vengono derogati e stravolti ogni qualvolta si presentino operatori privati della grande distribuzione. Disturba che al benessere dei cittadini sia costantemente anteposto il profitto dei privati e degli oneri di urbanizzazione che garantiscono incassi alle casse comunali in perenne stato di carenza.

 

 

L’interesse pubblico ѐ sempre accantonato: non esiste una politica urbanistica di ampio respiro che consideri il momento critico di questa città che continua a perdere abitanti. Pianificare la ripresa per il prossimo decennio sarebbe l’unico modo per tentare di evitare che i giovani se ne vadano e per tentare di attrarre forze lavoro e professionisti qualificati che qui potrebbero costruirsi un futuro.

29 settembre 2007 – Come risultano vuote e sterili le parole del Senatore Architetto Renzo Piano e l’allora Sindaco Marta Vincenzi “..sia chiaro che non si tratta di demolire per ricostruire, si tratta di demolire per dare aria..

Purtroppo alle parole non seguirono i fatti; al 2021 non è cambiato nulla; non si è fatto altro che apportare varianti dove il costruito aumenta a favore delle grandi catene di vendita a spese del territorio e delle prossime generazioni.

Cambiano i colori ma i risultati restano invariati. Queste sono le parole dell’architetto Simonetta Cenci, assessore all’urbanistica della Giunta Marco Bucci all’edizione 2018 della #GenovaSmartWeek. “Genova Smart intesa come essere flessibili e veloci: tra le nostre migliorie che ci siamo proposti è far sì che le procedure per le imprese possano essere agevolate in tutte le procedure, sia urbanistiche che commerciali.” – e oggi si procede in tal senso a cambiare il PUC per Esselunga con una procedura d’urgenza.

Questa politica ѐ ovvia quanto shoccante: attraverso nuove colate di cemento, si aumentano i profitti dei privati e delle grandi catene a discapito della cittadinanza.

Davvero Genova ha bisogno dell’ennesimo centro commerciale? Possiamo discutere quanto volete sull’opportunità di questa ennesima operazione: la nostra posizione si sposa con quella di quanti affermano che l’impoverimento del tessuto commerciale di prossimità sia un danno di enorme portata per i nostri quartieri.

Oltre a quanto detto sopra non abbiamo ancora citato il vero grande nemico del commercio locale, anche della grande distribuzione: l’e-commerce, cresciuto del 40% sotto l’emergenza Covid19 e che rappresenta un processo inevitabile che avrà un ulteriore ruolo nella trasformazione urbanistica delle città con la diffusione di grandi centri logistici e di magazzini.

Ma qui vogliamo invece raccontare della continuità tra l’attuale giunta e le passate per quanto riguarda la modifica dei piani urbanistici a servizio della GDO: era successo anni fa, sotto la giunta Vincenzi, per l’area dell’ex Italcementi e per l’area delle ex officine Guglielmetti; è accaduto ultimamente per le piscine di Nervi, per lo Champagnat e oggi accadrà anche per le aree Biasotti a San Benigno: un proliferare di tutti i tipi di grande distribuzione, di ogni tipo (inutile parlare di colore politico: quando si parla di GDO l’unico colore che conta è quello degli oneri di urbanizzazione che il privato è tenuto a versare per legge nelle casse pubbliche per la realizzazione delle opere) da Levante a Ponente passando per le due vallate, che hanno pagato il prezzo più alto in questo scacchiere per spartirsi la clientela genovese: la Val Polcevera e la Val Bisagno.

Quanto andrà avanti tutto questo?

Non possiamo fare previsioni. La misura sembra a tutti ben colma, da troppo tempo, soprattutto per le piccole e medie imprese del commercio di prossimità, oramai stremate e pronte a una nuova debacle.

Ma la misura sembra anche colma per il tessuto urbanistico di questa città, “riqualificata” a colpi di nuovi insediamenti commerciali, soffocata dal traffico veicolare per permettere il funzionamento di questi centri di grande attrazione e soprattutto sempre più povera, di persone e capitali.

Come ormai tutti saprete, Genova perde abitanti: il saldo tra nuovi nati e morti è negativo da alcuni decenni.

grafico-eta-stato-civile-2018-genova

Per quanto possiamo ancora permetterci una urbanistica d’assalto come quella che ci viene ancora oggi presentata?
Chi pagherà il prezzo di insediamenti sempre più diffusi e sempre meno frequentati?

 

 

 

Territorio e Università: gli Amici di Ponte Carrega al workshop della laurea magistrale in Architettura sulla Val Bisagno

Lunedì scorso, 15 giugno, su invito dell’Università degli Studi di Genova abbiamo partecipato al workshop della Laurea magistrale in Architettura sulla Val Bisagno: è bello che il mondo dell’università coinvolga gli attori del territorio ed è bello che tra questi attori abbia scelto anche noi!

 

download

 

L’intervento, a cura di Fabrizio Spiniello, si è focalizzato su tre macro tematiche:

1. Perché parlare della Val Bisagno può essere interessante.

La realtà della Val Bisagno è rappresentativa di altre realtà e di problematiche a livello nazionale, sia di natura ambientale (il dissesto idrogeologico, l’abbandono del territorio coltivo periurbano, la cementificazione), sia di natura sociale e politica (la chiusura dei negozi di quartieri e la proliferazione della GDO, una popolazione in calo – la nostra città continua a perdere abitanti in maniera impressionante, circa 300.000 a partire da fine anni’70, con previsioni identiche anche per i prossimi venti anni – , sempre più fragile e anziana, la mancanza di servizi e di spazi urbani aggregativi, le poche idee sul futuro della valle e della città, la diaspora dei giovani verso Milano o altre realtà europee.

2. Accenni sulla storia del lavoro e dell’immigrazione in Val Bisagno.

Partendo dai caratteri della Val Bisagno di fine Ottocento, ancorata a una agricoltura di sussistenza, all’artigianato e a un’economia legata ai trasporti, si è tentato di delineare un profilo di sviluppo che, attraverso la realizzazione delle nuove strade e dell’annessione alla grande Genova, ha portato in pochi anni la vallata ad essere una zona fortemente legata all’industria e ai servizi per la città.

Attraverso la storia dell’immigrazione in valle si è raccontato di uno sviluppo urbanistico legato soprattutto alla realizzazione di quartieri popolari e di impianti industriali, questi ultimi via via ridimensionati e dismessi a partire dagli anni Ottanta del Novecento. Molti di questi stabilimenti industriali sono stati riconvertiti in spazi commerciali della grande distribuzione.

3. Alcune riflessioni e proposte sul futuro della Val Bisagno.

Il racconto si è protratto su alcune tematiche di grande attualità, come il dissesto idrogeologico (scolmatore, fondi PON  Metro, progetto sul versante di Piazzale Bligny, Rio Torre), quello della mobilità (la Val Bisagno è in attesa dell’approvazione o del diniego del finanziamento richiesto dal Comune al MIT sulla realizzazione di una rete di filobus, anche se il dibattito fino ad oggi era concentrato sulla realizzazione di una tranvia, mezzo scelto a seguito del Debat Public del 2010).

Anche la realizzazione di una pista ciclabile è tema molto dibattutto negli ultimi mesi:  https://www.amicidipontecarrega.it/2020/05/17/un-percorso-ciclabile-tra-borgo-incrociati-e-via-adamoli-e-possibile/

Un altro esempio: la proliferazione dei centri commerciali. Oltre all’area ex Boero e all’area ex Cementifera, rimane in sospeso il progetto sull’area ex Guglielmetti dove era prevista la realizzazione di un centro commerciale e di un albergo (https://www.amicidipontecarrega.it/tematiche/territorio/ex-officine-guglielmetti/page/3/).

L’intervento è proseguito con il tema della valorizzazione e la salvaguardia della Val Bisagno, con le sue bellezze e i tanti beni storici e architettonici del suo territorio, sono, in primis, uno strumento a favore degli stessi cittadini che vivono o lavorano n Val Bisagno per ridare dignità a questo territorio e proteggerlo da ulteriori speculazioni e rapallizzazioni.

L’obiettivo dei prossimi anni per la Val Bisagno deve essere quello di non perdere più occasioni di rilancio: migliorare la vivibilità e la fruibilità dei nostri spazi pubblici non può essere fatto con la realizzazione di ulteriori centri commerciali ma può essere realizzato solo riconoscendo valore a questo territorio.

Esiste un patrimonio urbano anche nelle periferie: ignorarlo non significa che non esista.

Per concludere si è voluto porre l’accento su alcuni esempi concreti e alcune aree destinate ad essere al centro, nei prossimi anni, di trasformazioni urbanistiche sulle quali si giocherà gran parte del futuro di questa parte di città e sulle quali gli studenti di Architettura potranno confrontarsi:

  • Ex Guglielmetti: è ancora attuale, con l’avanzare dell’e-commerce, sostenere la realizzazione di un grande centro commerciale? E’ possibile ripensare l’area utilizzando anche la parziale destinazione industriale prevista dal PUC, e immaginare una diversa destinazione rispetto invece di una nuova Fiumara?
  • Volpara: area attualmente occupata da AMIU e dal fangodotto per il trattamento dei rifiuti reflui che sarà spostato nelle aree ex Ilva di Cornigliano a partire dal prossimo anno. L’area in parte è occupata da altre officine comunali: l’attuale amministrazione comunale ha dichiarato una possibile dismissione dell’area dalle attuali servitù ma non ha tracciato linee guida in merito a una sua riconversione ad eccezione di una proposta di collocare qui il centro direzionale Amiu, oggi in via D’Annunzio;
  • Area di Ca’ de Pitta: pur essendo in parte attualmente occupata dal cantiere dello Scolmatore e dal Mercato all’ingrosso del Pesce è ancora una area enorme e molto appetibile da un punto di vista urbanistico;
  • Area ex Moltini: la piombifera dismessa nei primi anni duemila è un’altra area che potrebbe essere trasformata;
  • Ipotesi di scuola: l’area di Gavette occupata da Iren. Le antiche Officine del Gas sono oggi utilizzate da Iren: qualche anno fa insieme al Politecnico si era lanciata l’idea di riconvertire l’area in un campus universitario, riutilizzando le pregevoli costruzioni poste all’interno dell’area e utilizzando gli enormi spazi oggi usati come parcheggio mezzi e depositi materiali.

 

Non solo cemento, un’altra Val Bisagno è possibile

liguritutti

Pubblicato un nostro articolo sul sito Liguri Tutti, ideato da Marco Preve,  Ferruccio Sansa, Giovanni Ghersi

http://www.liguritutti.it/2016/10/15/non-solo-cemento-unaltra-val-bisagno-possibile/

liguritutti

Alcune osservazioni presentate al Municipio IV sul nostro quartiere

commisione

Il documento è stato inviato in Municipio alla fine di Luglio.

-sistemazione idraulica Rio Torre
In merito ai lavori di sistemazione idraulica del Rio Torre si chiede di aggiornare la cittadinanza circa l’inizio dei lavori. Al momento, come risulta dal sito internet del Comune di Genova l’avvio della procedura per la gara di appalto è prevista per ottobre 2016. Ciò rappresenta un ulteriore rinvio per l’apertura di un cantiere e di fondamentale importanza per il quartiere.
-rifacimento acque bianche Passo Ponte Carrega e Piazza Adriatico
 Come riferito dall’Ufficio Idraulica del Comune di Genova la somma destinata all’adeguamento idraulico del Rio Torre non è sufficiente a garantire anche la  fondamentale opera di rifacimento della rete di acque bianche di Passo Ponte Carrega e Piazza Adriatico. Rivolgiamo pertanto all’Amministrazione la richiesta di intervenire contestualmente ai lavori di adeguamento idraulico del Rio Torre (così da concentrare i lavori in un unico lotto) utilizzando fondi municipali o comunali destinati a questa categoria di opere e/o ribassi d’asta dovuti ai lavori di sistemazione idraulica del rio Torre.

-progetto rifacimento Piazza Adriatico: situazione dei fondi stanziati e della procedura presso Ass.Lavori Pubblici
A seguito degli incontri con il Municipio IV Media Val Bisagno e a seguito delle assemblee pubbliche di quartiere svoltesi nell’arco dell’estate 2015 sono state presentate, dai cittadini del quartiere, all’Ufficio dei Lavori Pubblici del Comune di Genova le linee guide per il rifacimento di Piazza Adriatico attraverso l’utilizzo dei fondi ricavati dalla mancata realizzazione del cordolo stradale e della progettazione di Piazza Adriatico derivanti dagli oneri di urbanizzazione del Bricoman.
Si intende chiedere conto all’Amministrazione di quanto presentato e protocollato dagli uffici, chiedendo di essere aggiornati sullo stato attuale della progettazione, facente riferimento all’Assessorato al Territorio del Municipio e all’Assessorato ai Lavori Pubblici del Comune di Genova-Direzione Lavori Pubblici-Settore Progettazione e Opere Pubbliche (Arch. Mirco Grassi). Analogamente si chiede all’amministrazione municipale di aggiornare la cittadinanza sugli esiti della richiesta da parte del Consiglio comunale di effettuare un sopralluogo della Commissione V Territorio presso Piazza Adriatico e Ponte Carrega.

-aggiornamento sui lavori di tracciatura della segnaletica orizzontale presso Via Fratelli Chiarella e realizzazione nuovo attraversamento presso Via Ponte Carrega
A seguito dei sopralluoghi dell’Ufficio tecnico del Municipio IV Media Val Bisagno e della Polizia Locale effettuati nel mese di giugno sulle problematiche relative alla viabilità di Via Ponte Carrega e Via Fratelli Chiarella era emersa la necessità di tracciare una nuova e più efficace segnaletica orizzontale all’inizio di Via Fratelli Chiarella e di installare un nuovo attraversamento pedonale presso i bidoni R.S.U. in Via Ponte Carrega. A seguito di tali iniziative chiediamo al Municipio IV Media Val Bisagno di aggiornare la cittadinanza.

(Su Via Chiarella è stato anche fatto presente, successivamente alla mail e all’incontro con l’Ufficio Tecnico che va rialzato lo scalino con il quale si accede ai civici di Via Fratelli Chiarella, come prima dei lavori. E’ inoltre stato fatto il sollecito ai Chiarella per la sfalciatura delle alberature sul lato sx di Via Fratelli Chiarella)

Risposta del Municipio: in attesa di aggiornamento da Aster

-aggiornamento sulla sistemazione delle aiuole di Ponte Carrega e sull’intervento di Amiu
A seguito del sopralluogo dell’Ufficio tecnico del Municipio, del dirigente di Amiu, del rappresentante dell’amministrazione del condominio Bricoman-Sogegross e dei giardinieri responsabili della manutenzione delle aiuole sono state installate nuove piante al posto di quelle seccate e si sta procedendo alla manutenzione del verde e dell’impianto di irrigazione, così come richiesto dal contratto di gestione delle aree verdi stipulato tra Comune di Genova e gestore dell’area suddetta, oltrechè dalle richieste della cittadinanza.
A seguito di ciò si vuole sottolineare, per permettere una più facile ed efficace manutenzione di tali aree, la necessità di installare dissuasori volti a impedire ai cani di accedere alle aiuole.
Si chiede anche all’Amministrazione municipale di aggiornare la cittadinanza circa una eventuale e auspicabile modifica del contratto di gestione delle aree che al momento non prevedono l’intervento di Amiu per quanto riguarda la pulizia del quartiere nelle aree di nuova realizzazione.
Allo stesso tempo si vuole esprimere vivo apprezzamento per l’installazione da parte di Amiu dei nuovi cassonetti in cemento dislocati in Piazza Adriatico e per la pulizia del verde della Creuza di Salita Terpi.

Risposta del Municipio: in attesa di modifica del contratto di gestione delle aree che avverrà nei prossimi mesi

-trogolo
Chiediamo all’amministrazione di aggiornare la Associazione, stipulante una convenzione di scopo con Questo Municipio per la gestione dell’area del lavatoio di Salita alla Chiesa di Staglieno, circa il proseguo dei lavori di sistemazione del muro di confine tra l’area del lavatoio e quella del Cimitero monumentale di Staglieno.
In assenza di questi necessari lavori di sicurezza, la nostra associazione è costretta a tenere chiusa l’area e a non poter proseguire i lavori di recupero dell’area pubblica.

-pali storici Ponte carrega
A seguito di richieste effettuate nel tempo al Presidente del Municipio IV Media Val Bisagno e all’Ufficio tecnico del Municipio si è chiesta, in passato, la possibilità di inserire nel capitolo di spese municipale riguardante la Illuminazione pubblica l’inserimento della illuminazione storica ai due estremi del Ponte Carrega. Chiediamo all’Amministrazione municipale di comunicarci l’eventuale adesione a questa progettazione già approvata dalla Soprintendenza e dagli Uffici competenti del Comune di Genova.

Inoltre la Associazione ha presentato altre tre segnalazioni al Municipio:

-la prima in data 1 agosto, mandata al Presidente del Municipio IV Gianelli, all’Ufficio Tecnico e alla Soprintendenza è stata poi trasmessa all’ing.Pinasco dell’Ufficio Idraulica del Comune di Genova riguarda lo stato di erosione della platea di Ponte Carrega. Qui di seguito il testo della mail:

Con la presente mail si vuole dare seguito alle segnalazioni fatte in precedenza in sede di audizione in Consiglio Comunale e Osservazioni al Piano triennale dei Lavori Pubblici circa la situazione di degrado ed erosione della platea in cemento armato del Ponte Carrega. Le armature sono oramai da molto tempo a vista e non risultano più essere coperte da cemento; la stessa base si presenta oramai molto erosa e scavata dalle acque. Dando seguito alle richieste dei cittadini riferiamo all’Amministrazione municipale i nostri dubbi e le nostre preoccupazioni per questa situazione e chiediamo al Municipio IV Media Val Bisagno di farsi carico della comunicazione all’Assessorato ai Lavori Pubblici del Comune di Genova affinchè i suoi tecnici possano eseguire un sopralluogo e possano quindi stabilire l’entità del problema e intervenire a salvaguardia del bene storico monumentale di Ponte Carrega, in accordo con la Soprintendenza competente, che legge in copia.
Si resta in attesa di risposta e si saluta cordialmente.

Questa la risposta del Municipio:

Spett. Associazione Amici di Ponte Carrega

In relazione alla Vostra segnalazione di cui sotto, qui pervenuta alla Segreteria del Presidente (prot. 268033/3.8.2016) e   per conoscenza   all’Area Tecnica municipale e ai Beni Culturali, si informa che la stessa,  come da Voi richiesto,  è stata inoltrata  alla Segreteria dell’Assessorato ai Lavori Pubblici del Comune di Genova.

L’Area Tecnica municipale, tramite il Responsabile Geom. Roberto Maragliano, si è peraltro prontamente attivata al fine di verificare, come di sua primaria competenza, quanto da Voi evidenziato, interessando gli Uffici competenti per gli opportuni sopralluoghi e le valutazioni in merito a quanto segnalato.

Cordiali saluti

Il Presidente del Municipio IV

Agostino Gianelli

Segreteria Organi Istituzionali

Municipio IV Media Val Bisagno

(Arrigo Gemignani)

-la seconda in data 9 agosto riguardate la movimentazione terra nel greto del Bisagno all’altezza delle Gavette. della quale l’assessore al territorio del Municipio IV, Gianni Bagnino, ci ha riferito quanto segue: “si tratta di una operazione autorizzata dalla Città Metropolitana e si tratta di terra prelevata da sotto la copertura dello Stadio di Marassi ( Aster sta effettuando la pulizia della parte sottostante la copertura del Bisagno in Piazzale Marassi), stoccata presso il greto all’altezza delle Gavette e in attesa di essere collocata all’altezza della briglia del ponte Monteverde a Staglieno”.

-la terza in data 10 agosto riguardante i lavori di ripristino della pavimentazione presso la rotonda di Ponte Carrega (laddove sono stati effettuati gli scavi per la realizzazione della bocca di lupo, guarda articolo precedente): al posto degli autobloccanti drenanti è stata fatta una asfaltatura del marciapiede. Abbiamo chiesto, tramite il Municipio e l’Ufficio tecnico, spiegazioni: Aster ci ha comunicato che l’asfaltatura è stata voluta perchè, a detta del geometra di Aster, “altrimenti si rischia che la forza dell’acqua si porti via i blocchetti”.  Crediamo che il Municipio possa trovare insieme ad Aster una soluzione diversa da quella oggi adottata e ripristinare la pavimentazione drenante in autobloccanti.

E’ stato poi fatto il punto sulla edicola votiva di Ponte Carrega. La nostra associazione insieme alla Parrocchia di Montesignano è in attesa degli ultimi rinnovi di autorizzazione per iniziare i lavori di riposizionamento dell’edicola.

Infine è stato fatto presente il problema della pensilina dell’autobus mancante in Via Terpi all’incrocio con Via Mogadiscio.

 

La Val Bisagno tira le orecchie al sindaco

Urbanistica

Venerdì 10 giugno siamo intervenuti al convegno organizzato da Comune di Genova e Circolo Sertoli intitolato “Un vestito nuovo per la Val Bisagno“. Abbiamo voluto esporre al Sindaco il nostro punto di vista e le nostre idee sul futuro della Val Bisagno. Su Il Secolo XIX dell’11 Giugno è comparso il seguente articolo nel quale sono riportati alcuni passaggi del dibattito.  <guarda l’articolo qui>

Oltre a quanto riportato dal quotidiano la nostra riflessione ha posto l’accento sui temi proposti dal sindaco: lavoro, ambiente, idea di città, resilienza, mobilità. Abbiamo riconosciuto l’impegno e i risultati della Giunta nel dare risposta alla tematica idrogeologica della città e l’apprezzamento per l’alt dato al progetto di restringimento degli argini ( ripetiamo però che senza un altrettanto forte impegno sul lato del ritorno alla cura dei versanti e della tutela del territorio si rischiano di vanificare le opere idrauliche). Tuttavia, abbiamo voluto esprimere le nostre perplessità sulla idea di città e di vallata proposta dal Sindaco. Soprattutto abbiamo voluto porre l’attenzione sulla mancata pianificazione della vallata: vediamo nascere operazioni che sono coerenti con una idea di sviluppo lasciata al mercato e alla speculazione ma che non rispondono alle esigenze di una città e di una vallata come la nostra, con le trasformazioni economiche e sociali di questi ultimi anni. Non c’è disegno, non vediamo pianificazione, non esiste un disegno urbanistico ben delineato se non quello delineato “a misura di mall” o a favore del privato investitore.

All’affermazione secondo cui “la città declina senza costruire” noi abbiamo voluto ribattere con alcuni esempi e alcune considerazioni e senza nemmeno fare riferimento alle tematiche ambientali abbiamo posto l’accento su un altro aspetto altrettanto importante: una città in decrescita come la nostra, che perde da 40 anni 16 abitanti al giorno e che tra vent’anni sarà grande come una città medio-piccola ha davvero bisogno di nuove costruzioni, nuove residenze? I segnali di crisi vanno avanti da anni, eppure l’idea di progresso per questa città deve essere ancora e sempre la stessa idea da “Boom economico”? Le torri sul Chiaravagna invendute, le Torri Faro invendute, la Coopsette fallita dopo l’operazione Bricoman: siamo sicuri che il mattone porti ancora lavoro (almeno nei termini di nuove costruzioni)? O forse è un tentativo di aggrapparsi al bel mondo antico che non c’è più? Di sicuro non riusciamo a imparare dalle esperienze europee e di altri contesti riconducibili al nostro. Soprattutto manca una visione politica a lungo temine: non abbiamo l’ardire di proporre alternative e di cercare nuove strade che possano rappresentare una opportunità per la città e per la vallata. Nel frattempo la città perde i suoi giovani. Non è questione di “non vendere sogni” come dice il Sindaco ma è questione di ascoltare le idee e le proposte che in questi anni gli sono arrivati dalla città, i segnali che sono giunti dal contesto economico e sociale, le idee che  sono state proposte. Non si risolverà tutto col lavoro nei centri commerciali, ne si risolverà tutto con il ritorno alla manutenzione del territorio: ma per evitare che questa città muoia ci vuole una visione politica, non la politica del “meno peggio”: di questo in Val Bisagno come in tutta la città siamo francamente stanchi. Ci vuole coraggio nel proporre idee nuove, nel cercare nuove strade. Infatti la Val Bisagno è sempre, con altri quartieri, periferia. Lo è diventata, come dice il Sindaco, anche in mancanza di una identità forte, che va ricostruita e rafforzata. E’ vero: per farlo però bisogna avere il coraggio di mettere la periferia al centro della nostra città. Nei programmi elettorali riesce sempre bene a tutti, nella realtà dei fatti è l’ultimo dei problemi delle amministrazioni. Non bastano gli slogan, investire sulla periferia significa avere il coraggio di cambiare la propria visione politica: affermare che gli spazi vuoti siano buchi neri da non lasciare vuoti e da usare non è sufficiente se alla fine non si riesce a governare la trasformazione di questi spazi lasciando tutto alla iniziativa dei privati.

Non si sono fatti passi avanti in questi anni: il mondo cambia ma l’antico regime rimane sempre uguale a se stesso.

11:6:2016

Sopralluogo 7 Giugno, Aiuole nuove

Sopralluogo

Durante la mattina del 7 Giugno 2016 si è svolto il sopralluogo per lo stato di manutenzione e pulizia delle nuove aiuole di Ponte Carrega. Oltre alla Associazione Amici di Ponte Carrega era presente l’ufficio tecnico del Municipio, Amiu, il gestore del Bricoman-Sogegross e il giardiniere che ha preso in carico la manutenzione.
Su Bricoman e Sogegross grava, per i prossimi 9 anni, la cura del verde e la irrigazione delle aiuole: per questo motivo sono tenuti a piantumare di nuovo gli alberi e la vegetazione seccata ( abbiamo chiesto di mettere qualcosa di più resistente). Al momento la pulizia spetta invece al Comune: che dovrà sottoscrivere un contratto con Amiu. Solo allora potranno essere sistemati anche i cestini per il quartiere. La manutenzione dei giardinetti nuovi spetta, al momento, al Comune. A Bricoman-Sogegross spetta la illuminazione, la irrigazione e la manutenzione del verde dei giardinetti, ma non la loro pulizia, esclusa dal contrattp di gestione, che spetterebbe quindi al Comune.
Il Municipio si farà carico di chiedere al Comune di modificare il contratto di gestione e di chiedere ad Amiu di occuparsi della pulizia delle nuove aree. 
Si ricorda inoltre che la prima parte dei parcheggi del Bricoman è privato ad uso pubblico, utilizzabile da tutti. Nel frattempo ci aspettiamo da parte del Bricoman-Sogegross un miglioramento del decoro e della manutenzione delle aiuole e degli spazi verdi.

Qui di seguito il volantino che sarà distribuito per informare i cittadini dei due sopralluoghi svolti nella ultima settimana: informativa 3:2016 pdf

informativa 3:2016

13418701_1632532580406257_2887172292678445542_n

Informative alla cittadinanza

Info
n.1/2016

n.1/2016

n.2/2016

n.2/2016

Le idee del quartiere per migliorare Piazza Adriatico!

Idee

Dal mese di giugno le associazioni e i cittadini di Ponte Carrega e Piazza Adriatico si sono incontrati più volte per scegliere e discutere insieme cosa proporre alla Pubblica Amministrazione per il miglioramento di Piazza Adriatico. A seguito di alcune commissioni consiliari il Municipio e il Comune hanno messo a disposizione del quartiere una somma di circa 100 mila euro derivanti dagli oneri di urbanizzazione dell’edificio per il Bricoman e più precisamente dalla mancata realizzazione di un cordolo stradale e della mancata progettazione del restyling di Piazza Adriatico: briciole rispetto ai milioni di euro di investimento complessivo del centro commerciale e agli oneri di urbanizzazione versati nelle casse del comune (andati per metà a bilancio e per l’altra metà nei lavori di viabilità e di adeguamento idraulico del Mermi) ma pur sempre una somma di fondi utile per iniziare a lavorare al miglioramento del quartiere, in attesa soprattutto dei lavori di adeguamento idraulico del rio Torre e di rifacimento delle reti bianche, attesi da decenni. Il territorio ha cercato e voluto fortemente questa somma, anche se sicuramente insufficiente per affrontare un discorso di sistemazione più complessivo, e le realtà associative e aggregative del quartiere hanno quindi pensato che il modo migliore per scegliere cosa fare di quei soldi fosse quello di chiedere direttamente agli abitanti che vivono il territorio: il risultato di questi incontri e dell’ultima assemblea pubblica di sabato 9 gennaio è scritta in queste 8 pagine e negli allegati che illustrano le nostre idee.

Il “Documento condiviso per una progettazione partecipata di Piazza Adriatico” è stato oggi, 13 gennaio, consegnato in Municipio: oltre a singoli cittadini hanno partecipato e contribuito alla stesura del documento condiviso la Associazione Amici di Ponte Carrega, l’Arci Ponte Carrega, il Centro documentazione Val Bisagno e il Comitato di Piazza Adriatico.

Ora il documento affronterà il suo iter prima in Giunta Municipale (il Municipio è stato aggiornato degli incontri e ha organizzato una specifica commissione consiliare e una assemblea pubblica su questo tema) e infine in Comune dove la competenza spetta all’assessorato ai Lavori Pubblici.

L’idea emersa dagli incontri e che potete leggere nel documento in formato pdf qui sotto consiste principalmente nella pedonalizzazione della Piazza, in modo da rimettere al centro la socialità delle persone e dei rapporti umani limitando di conseguenza il passaggio delle auto nello spazio centrale del quartiere, un miglioramento dell’arredo urbano e della dotazione di giochi per bambini (con la individuazione di una seconda area per il gioco e la sostituzione del fondo del campetto con un nuovo fondo) e infine la delimitazione dell’area pedonale con una specifica pavimentazione drenante (tipo blocchetti o lastricato) che possa ridare permeabilità al suolo, migliorando la respirazione dell’impianto arboreo oggi presente e favorendo, anche solo per le piogge più leggere (perchè Piazza si allaga anche con piogge leggere!), l’assorbimento delle acque di caduta nel suolo (in attesa e ad integrazione di ben più importanti lavori di sistemazione idraulica come quelli sul Rio Torre, le reti bianche, regimazione acque dei versanti, scolmatore). La nuova pavimentazione contribuirà, secondo noi, a dare al nuovo spazio pedonale un aspetto di piazza pubblica e contribuirà al miglioramento estetico del quartiere.

Documento condiviso Piazza Adriatico definitivo 11 gennaio pdf

Allegato 1Allegato 2

Una delle assemblee: questa foto si riferisce alla riunione organizzata dal Municipio

Una delle assemblee: questa foto si riferisce alla riunione organizzata dal Municipio presso l’Arci Ponte Carrega

Tursi: “Mai più centri commerciali in aree industriali dismesse”

CentriCommerciali

Repubblica 2 Lunedì 7/12 la Repubblica ha pubblicato un articolo con il seguente titolo “Centri Commerciali lo Stop di Tursi, mai più in aree industriali dismesse” <Link qui>

La Repubblica, 7 dicembre 2015

La Repubblica, 7 dicembre 2015

Un titolo che annuncia un cambiamento di tendenza da parte delle nostre amministrazioni che fino poco tempo fa sostenevano il contrario: basta rammentare un altro articolo che sempre la Repubblica aveva pubblicato il 22 aprile 2014, non molto tempo fa: “Molassana,  Bricoman fa già discutere “Un mostro, ma porta lavoro“. A questo titolo occorre ricordare quanto affermato dal presidente del Muncipio media Val Bisagno, Agostino Gianelli: “Non sarà il massimo ma forse qualcuno ha dimenticato cos’era l’Italcementi“. Questo post lo scriviamo dopo che anche l’amministrazione comunale ha manifestato ufficialmente l’intenzione di cambiare rotta sulle scelte di riconversione delle zone industriali dismesse in grandi centri commerciali, come da tempo, portando anche esempi e contributi esteri (https://www.amicidipontecarrega.it/2014/07/02/la-morte-dei-centri-commerciali/), la Associazione Amici di Ponte Carrega sostiene. Con queste considerazioni vogliamo sottolineare che non abbiamo affatto dimenticato cosa era lo stabilimento Italcementi e soprattutto che cosa ci aspettavamo da una riconversione urbana decisa dopo circa cento anni di sacrifici imposti alla vallata con la presenza di uno stabilimento inquinante e invadente come quello dell’ex cementificio di Ponte Carrega. A queste considerazioni occorre sottolineare che non era solo questo perché certamente con il disagio c’era anche la produzione e con quella il lavoro a un indotto di migliaia di lavoratori. E’ proprio perché abbiamo memoria di questo fatto che la sua riconversione meritava un approfondimento più serio sul proprio destino.

Cementificio

Ingresso Ex Cementificio Italcementi

Senza dubbio l’aspettativa sulla riqualificazione era diversa da quella che lo stesso Sindaco Marco Doria nella trasmissione Report di Rai3 ha definito “un riutilizzo dell’area e non una vera e propria riqualificazione. Il cambiamento di rotta dell’amministrazione comunale ci ha sorpreso perché non dimentichiamo che fino a qualche mese fa, la stessa non sembrava contraria alla riconversione delle ex-Officine Guglielmetti in una nuova Coop con annesso albergo e posteggi “di interscambio” in bella vista sopra la copertura dei nuovi edifici. Questo progetto ora è stato bloccato dai tecnici del piano di bacino della Regione Liguria, per l’evidente allagabilità delle zone, ma non sfugge come questa prescrizione, che afferma un principio di precauzione a favore della sicurezza dei cittadini, non sia stata adottata prima. Ora ci aspettiamo un dibattito pubblico sulla destinazione di quell’area con il coinvolgimento della cittadinanza.

Viabilità a rischio inondazione

La rotonda di Ponte Carrega appena costruita e già allagata la primo evento di pioggia del 2015

Clicca <qui> per vedere il servizio di Report

Clicca <qui> per vedere il servizio di La7

Forse il cambiamento di rotta dell’attuale amministrazione comunale avviene dopo il palese fallimento del modello imposto come soluzione alla crisi industriale con la riconversione delle aree industriali in centri commerciali,

CentriCommerciali

Video di La7 sulla sorte dei centri commerciali in Italia

un modello che a Genova ha avuto il suo apice con la Fiumara, ma che poi si è rapidamente esaurito rendendo queste operazioni poco redditizie fino al suo naufragio simboleggiato dal mostruoso edificio di Ponte Carrega che ha la singolare forma di una nave, una scatola di c.a. 49.000 mq di superficie dalle dimensioni 300x60x40 m. appoggiata a pochi metri dal torrente Rio Mermi in un’area golenale di fondo valle. IMG-20150717-WA0001 Questo modello perpetuato dai costruttori senza una reale esigenza da parte del mercato immobiliare si è palesato di fronte alla crisi immobiliare: il costruito non si riesce a vendere (prezzi alti visto l’alto costo di produzione, altri magazzini vuoti in vallata, mancanza di un polo trainante, crisi economica) essendo palesemente inutile, inadeguato e sproporzionato alle esigenze richieste dal territorio. pertanto l’edificio rimane (per ora, in attesa di liquidazioni varie) invenduto e vuoto per 2/3 e risulta essere stato tra gli ultimi lavori della impresa costruttrice, Coopsette, che da questo lavoro e da altre operazioni similmente fallimentari, non si è più ripresa finendo infine il mese scorso in liquidazione coatta e lasciando a casa centinaia di lavoratori (55 a Genova). Questa tendenza a costruire a ogni costo senza una reale domanda, non è stata sufficientemente mitigata dalle autorità comunali che dovevano vigilare sulla pianificazione urbana e alla fine il risultato è stato un fallimento su molti fronti: aziendale, con errori di strategia aziendale non adattabili ad una crisi economica di questo genere (un edificio presumibilmente non progettato per la Val Bisagno, con tecniche di costruzione volte a salvaguardare rami d’azienda in difficoltà, nello specifico il comparto prefabbricati); politica, con la classe dirigente genovese che non è stata in grado di leggere la crisi (a dirla tutta molti non sono nemmeno stati in grado di leggere il progetto, “Pensavamo fosse più piccolo”!), nè di salvaguardare posti di lavoro favorendo un modello di sviluppo sorpassato e non adattabile alla crisi (e non contiamo, in questo ambito, i posti di lavoro perduti per la chiusura di piccoli rivenditori dei materiali edili etc, se ne contano già 3 in pochi mesi contro i nuovi contratti proposti da una catena multinazionale). E tutto ciò senza contare l’errore urbanistico e l’errore ambientale, frutto della stessa maggioranza politica che ora si strappa i capelli per un Piano Casa che non è certo peggiore di quello di stampo burlandiano sul quale nessuno aveva mai osato proferire parola e che dimostra ancora una volta come sia solo lo scontro ideologico a muovere la Politica e non l’interesse comune. Dietro a questi errori ci sono le necessità di incassare oneri di urbanizzazione da mettere nei bilanci di spesa corrente dei comuni. L’affermazione che questi “mostri” di cemento portano lavoro è palesemente falsificata dai dati reali e infatti le prime vittime di questo procedere sono stati proprio i costruttori che non si sono adeguati al cambiamento in corso imponendo alla collettività un costruito che poi non sono riusciti a vendere procedendo verso la strada del fallimento.

Il Secolo XIX, 30 ottobre 2015

Il Secolo XIX, 30 ottobre 2015

vedi: <articolo 7 novembre 2015 – il fatto quotidiano > Noi crediamo in un altro modello rispetto a quello propinato da anni da queste amministrazioni “paternalistiche” che in nome del “portare lavoro” hanno in realtà negato reali percorsi di partecipazione ai cittadini decidendo le sorti di molti quartieri nelle sedi ristrette di qualche partito. Un atteggiamento non democratico perché è la pratica della “dittatura della maggioranza”. Così dal nulla sono sorti i “mostri” come quello di Ponte Carrega, che contrariamente agli slogan propagandistici dei soliti partiti non hanno portato lavoro ma lo hanno solo spostato: <articolo 16 marzo 2015 – Genova24> Noi non crediamo affatto a questo tipo di sviluppo. Il lavoro, “quello vero”, lo si ottiene nella salvaguardia ambientale e nel rispetto della cultura e della bellezza in ogni sua forma. Sviluppo sostenibile e alla tutela dell’ambiente, arte e bellezza, queste le vere chiavi di svolta che potrebbero far crescere l’occupazione, anche nel settore dell’edilizia. Esiste un patrimonio immobiliare tutto da riqualificare, intere porzioni di città da rendere belle, fruibili, sicure, senza creare “nuovi mostri” visto che ci sono già sufficienti errori urbanistici da cancellare su cui lavorare per i prossimi cinquanta anni. Questo percorso di riqualificazione non può prescindere da una reale partecipazione e coinvolgimento dei cittadini e a una maggiore attenzione alle esigenze del nostro fragile territorio e delle nostre fragili, socialmente discutendo, “periferie”.   Tornando alla proposta dell’Assessore Piazza: questo cambio di prospettiva ci conferma  l’attualità e la preveggenza, da un punto di vista dello sviluppo economico e urbanistico, delle proposte della nostra associazione che da anni va ripetendo la necessità di un cambio di strategia della città, partendo dalle sue aree industriali dismesse e dai suoi vuoti urbani. Ciò che l’amministrazione comunale intenderà fare nell’area dell’ex Mercato di Corso Sardegna e della ex Caserma Gavoglio potrebbe andare in questo verso: sono due prove importanti, spartiacque tra passato e futuro della città. Se questo cambio di passo sarà portato avanti in modo inclusivo, insieme a tutta la cittadinanza, potrà essere una svolta nell’amministrazione della città e del futuro sviluppo della stessa. Gli elementi per valutare questo possibile cambio di strategia politica sono però ancora troppo pochi per dare un giudizio più completo sulle dichiarazioni della Giunta comunale: attendiamo un prossimo passo e soprattutto un serio dibattito, che tenga in considerazione sia gli aspetti economici che quelli urbanistici, sulle destinazioni d’uso delle aree dismesse della città. “Noi crediamo nel potere illimitato delle forze spirituali: Amore, Verità, Giustizia, Bellezza. Gli uomini, le ideologie, gli Stati che dimenticano una sola di queste forze creatrici non potranno indicare a nessuno il cammino della Civiltà“. (tratto da il mondo che nasce di Adriano Olivetti)

Il Fatto Quotidiano su Bricoman e Coop Guglielmetti

Cattura
Il Fatto Quotidiano del 20/10/2015

Il Fatto Quotidiano del 20/10/2015

Qui di seguito invece un articolo sempre del 20 ottobre comparso invece su Il Secolo XIX con al centro i dati ISPRA sul consumo di suolo in Liguria e il Piano Caso della Giunta Toti:

http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2015/10/19/ARPMooNG-territorio_consumato_avanzata.shtml