4 novembre 2011: non possiamo dimenticare.

La locandina del convegno del 6/11/2021

La Associazione Amici di Ponte Carrega, nata proprio a seguito di quell’evento drammatico per la nostra città, promuove un momento di riflessione a dieci anni di distanza dall’alluvione del 4 novembre 2011.

L’appuntamento è fissato per sabato 6 novembre 2021 a partire dalle ore 09:00 nella sala Consiliare del Municipio Bassa Val Bisagno in piazza Manzoni, 1.

L’obiettivo del convegno è fare il punto sulla nostra vallata a dieci anni di distanza dal 4/11.

Partendo dal racconto di quella drammatica giornata si vuole portare la discussione sul futuro del nostro territorio, tra misure adottate, opere realizzate o disattese, progetti da realizzare.

Nel pomeriggio ci sarà un ulteriore momento di approfondimento grazie al progetto “Corpi idrici” e al laboratorio estetico politico di cittadinanza attiva che si svilupperà a partire dai temi emersi in mattinata. Il laboratorio prepara la partecipazione di cittadine/i allo spettacolo Corpi idrici al Teatro Ivo Chiesa -Teatro Nazionale il 13 novembre alle 21 (biglietto speciale: 1 euro), prodotto da Forevergreen.fm e Fondazione Giangiacomo Feltrinelli di Milano.

L’incontro del pomeriggio si terrà presso la sala consiliare del municipio Media Val Bisagno in piazza dell’Olmo, 3 a Molassana, dalle ore 15 alle 18.

Il convegno ha ricevuto il patrocinio del comune di Genova – Municipi Bassa Val Bisagno e Media Val Bisagno.

La capienza massima della sala consiliare è di 70 persone: l’ingresso sarà fino a esaurimento posti con la possibilità di prenotare il posto via whatsapp al 349 2377545 o via email a info@amicidipontecarrega.it.

Per accedere sarà necessario essere muniti di green pass.

La locandina del convegno del 6/11/2021

La locandina del convegno del 6/11/2021Uno

A sostegno del dott. Bogetti

Boghetti

Pubblichiamo qui di seguito la lettera inviata all’arcivescovo di Genova, Mons. Tasca a sostegno del dott. Bogetti, ex procuratore della Corte dei Conti e già presidente di Italia Nostra Genova querelato dal CDA dell’ospedale Galliera a causa delle sue dichiarazioni in merito al progetto del nuovo ospedale.

La associazione Amici di Ponte Carrega, insieme ad altre realtà genovesi, ha aderito a questo appello verso il nuovo arcivescovo metropolitano.

Qui di seguito trovate il testo della lettera e l’articolo di Repubblica con i dettagli della storia:

 

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Comunicato stampa in sostegno del dott. Bogetti

L’articolo de La Repubblica in seguito alla pubblicazione del comunicato stampa

 

Quando le parole non servono: una riflessione sulla spesa sospesa

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Pubblichiamo con grande piacere una riflessione scritta da Luna Scoglio, volontaria del Servizio Civile – Garanzia Giovani che si è appena concluso, sulla Spesa Sospesa:

Sono in piedi da due ore, e inizio anche ad avere un po’ freddo. Ci sono gli spifferi, e ogni volta che la porta scorrevole si apre, entra una folata di vento. Il mio umore non è dei migliori, chiunque abbia lavorato a contatto con il pubblico sa quanto le persone possano essere sgradevoli. All’ordine del giorno vi sono persone che non salutano, che ti ignorano malamente, scortesi, frettolose… E tu sei lì, e ti chiedi come si sia possibile fingere di non vedere una raccolta alimentare. Come si fa ad essere indifferenti sapendo che, se il carrello rimane vuoto, c’è qualcuno che rischia di non avere un pasto in tavola? Alle poche persone che si fermano a parlare, chiedendo informazioni, racconto che ci sono tante, troppe famiglie a beneficiare di questo aiuto. “Come fate a sfamarne così tante?”, mi chiedono i passanti. E io provo a raccontare che è uno sforzo collettivo, che ci sono tante persone come me che dedicano una parte del proprio tempo per fare questa raccolta. Una reazione frequente in cui mi imbatto e l’ammirazione, di sicuro. Eppure, il problema è proprio questo: come tradurre la buona volontà degli interessati in qualcosa di concreto? Come spingere le persone ad impegnarsi in prima persona? Mentre continuano a frullarmi in testa queste domande, arrivano varie persone: è quasi l’ora di punta e c’è un viavai di persone di tutte le età. Come sempre, porgo un volantino e invito a mettere qualcosa in più nel cartello, qualcosa da donare. Un signore mi passa davanti e mi fa un cenno, avvicinando le mani alla testa, come a voler dire “c’ho da fare, lasciami in pace”. Mi irrito all’istante, sento il fuoco divampare dentro. Il costo, sia in termini di denaro che in termini di tempo, per acquistare un bene in più facendo la spesa per casa propria, è pressocchè nullo! Con che coraggio le persone mi rispondono che non hanno tempo? E voglia? É inconcepibile, e la maleducazione, è la ciliegina sulla torta. Ovviamente lascio correre, non posso e non voglio discutere con nessuno. Ci rimango male, ma a questo tipo di manifestazioni di disinteresse, già dopo qualche ora, ci si fa l’abitudine. E invece, una gioia inaspettata. Il signore che due minuti prima mi aveva snobbata allegramente, mi si avvicina e mi porge un tesserino: «Ente Nazionale Sordi». In quel momento un’ondata di stati d’animo mi ha attraversato: lo stupore, l’imbarazzo, la curiosità. Quell’individuo che mi stava davanti, non solo non era stato scortese nei miei confronti, ma addirittura era tornato indietro per darmi spiegazioni. La comunicazione poi, è andata avanti, io non saprei descrivere come: gesti, suoni, dita che disegnano lettere sulle pareti lisce intorno a noi. La vita che sprizzava quest’uomo, mi ha contagiato: la voglia di comunicare, l’entusiasmo per quello che stavo facendo… Ha mostrato più interesse di tutte le altre persone incontrate quel pomeriggio messe assieme, ed è tornato, a spesa conclusa, con un intero sacchetto di cibo da donare. E non ho potuto fare a meno di rallegrarmi. Fare una qualsiasi attività di volontariato, comporta dei momenti in cui ci si ritrova a riflettere su quello che si sta facendo. Prima fra tutte, la consapevolezza che basterebbe un contributo minimo di tutti per ottenere un risultato grandioso. Sono davvero imprescindibili le immagini dei bambini con gli occhi grandi e i pancini gonfi per ricordare alle persone che c’è chi ha fame? Le pubblicità progresso? Non basterebbe invece elaborare la quantità di dati e informazioni che i media riportano sulla povertà crescente in Italia per rendersi conto che il problema è impellente? «Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo», diceva Gandhi. Le parole non servono, ma basta un buon cuore.

Luna Scoglio