Oggi il Fattoqutidiano pubblica una lunga intervista di Ferruccio Sansa al neo senatore a Vita Renzo Piano. L’intervista è sconcertante, sembra che il neo senatore abbia letto il nostro manifesto e lo abbia fatto suo.

Renzo Piano, dimentica di essere stato il consulente per l’urbanistica durante l’amministrazione Marta Vincenzi, l’ex sindaco con la delega all’urbanistica che lo ha voluto al suo fianco come consulente agli Urban Lab.[cvg-video videoId=’53’ width=’300′ height=’200′ mode=’playlist’ /]

L’amministrazione Vincenzi dopo i buoni propositi iniziali, riscontrabili nell’intervista, ha successivamente approvato le varianti per le trasformazioni in atto nelle aree ex-Italcementi ed ex-officine Guglielmetti. Operazioni legittime, ma che non riteniamo coerenti con lo sviluppo sostenibile per la Val Bisagno che fu delineato nel 2004 nella rispettiva agenda 21 (sottoscrizione carta di Aalborg).

Non ci risulta che l’architetto Piano abbia mosso un dito per contrastare queste trasformazioni, che ripetiamo, ci sembrano in palese contraddizione con le sue affermazioni. Secondo noi queste trasformazioni ci riportano nel medioevo del secolo scorso con una urbanizzazione, una cementificazione, degna di essere annoverata con quella degli anni 60-70, più che del nuovo secolo.

Ma ora il grande architetto e senatore a vita ha l’occasione di mettere in atto le sue affermazioni.

Lo invitiamo a “salvarci”, venga qui a Ponte Carrega a vedere i cantieri e gli interventi edilizi in fase di approvazione, vorremo avere un suo parere, soprattutto se questo è ciò che intende per “recuperare le periferie”.

Ci auspichiamo il cambiamento, ma è la credibilità dei soggetti, che si fanno portatori del cambiamento, che ci fa riflettere. Un gruppo dirigente forse con poche idee, forse troppo anziano o reclutato nelle stesse file di chi ha sempre fatto le stesse operazioni e altro non riesce nemmeno a immaginare.

La domanda che facciamo a Renzo Piano è la seguente: può una parte politica legata a questo tipo di economia e di sviluppo, farsi portatrice di un modello di sviluppo antitetico rispetto a quello fino ad oggi perseguito?

Riportiamo di seguito alcune affermazioni dell’intervista a Renzo Piano…

“Le periferie. Questa è la nostra grande sfida, dobbiamo recuperarle, renderle davvero parte della città .. non devono più essere qualcosa che sta intorno a un centro”

– Periferie. Qualcuno vorrebbe raderle al suolo – “Sarebbe un atto di violenza, di arroganza, simile a quello di chi le ha costruite”

– Come cancellare danni tanto profondi – “Le periferie sono state costruite senza amore, senza cura per chi doveva viverci. Ma non sono tristi. Come diceva Calvino nelle Città invisibili in ogni luogo c’è un bagliore, un angolo di bellezza” … “Le periferie sono la città che non sa di esserlo … dobbiamo impegnare tutte le nostre energie per recuperarle” … “non penso a interventi faraonici ma a quelli realizzati da piccole imprese, spesso guidate da giovani” … “Il Verde. Non è solo un fatto estetico o poetico, non è solo bellezza, per quanto importante. E’ assolutamente pratico, significa ridurre la temperatura d’estate di due o tre gradi” … “e si contribuisce al consolidamento del suolo, soprattutto dove come a Genova esiste un elevato rischio idrogeologico. In periferia c’è almeno un vantaggio, c’è più spazio, può essere occupato dal verde”

Noi Amici di Ponte Carrega lo abbiamo sempre sostenuto e non finiremo mai di ricordarlo.

Le sofferenze di molti cittadini nei confronti di certi cantieri e interventi urbanistici, anche se formalmente legittimi, sono causati dalla mancanza di una effettiva partecipazione da parte dei cittadini ai processi decisionali.

A chi pensa che la partecipazione sia solo la pratica di presentare un progetto, magari con qualche bella diapositiva, magari davanti a un pubblico poco informato, noi diciamo che non è così e per dire questo ci siamo informati.

Quest’anno il nostro obbiettivo, in conformità con il nostro statuto e manifesto, sarà quello di intraprendere un autorevole studio di come dovrebbero avvenire i percorsi partecipati per la gestione del territorio. Abbiamo per questo già preso contatti con il mondo accademico, istituzionale, e naturalmente culturale.

La mancanza di vera partecipazione fra i cittadini, istituzioni e proponenti, crea conflitti e tensioni che non giovano a nessuno e per questo riteniamo assolutamente necessario aprire un dibattito serio su questo argomento.

Il nostro riferimento, per il momento, è la proposta di Legge Regionale Toscana, in particolare crediamo che occorra un’autorità garante per la partecipazione e la comunicazione.

(manifesto della proposta di legge sulla gestione del territorio – Regione Toscana)

“La crescita in equità esige qualcosa di più. Lungi da me il proporre un populismo irresponsabile, ma l’economia non può più ricorrere a rimedi che sono un nuovo veleno…” da “Evangelii Gaudium” – Papa Bergoglio