Archive for marzo 2014

Anche Oliviero Toscani per Ponte Carrega! C’era una volta il Bel Paese: il Bello e il Brutto raccontato per immagini come denuncia civile

oliviero-toscani-1 Il celebre fotografo Oliviero Toscani ha scelto per il blog “Fatto in Italia“, da lui curato per Il Fatto Quotidiano, anche una foto del cantiere Coopsette per il Bricoman di Ponte Carrega per raccontare per immagini cosa sta succedendo a quello che un tempo era considerato il Bel Paese. Una denuncia civile per testimoniare il Brutto e la fine del Bel Paesaggio all’italiana.

Questo nuovo riconoscimento del mondo della Cultura rafforza le nostre idee circa il tema del Cambiamento e il Valore del Bello. Le cose possono essere fatte con criteri che rispettino la dignità delle persone che abitano nelle aree di trasformazione ovvero senza questo tipo di percorso a cui corrisponde, inevitabilmente, un conflitto. Se la trasformazione viene confrontata con la cementifera nella sua piena attività è chiaro il miglioramento, ma se confrontata con i parametri e la tendenza europea allora si evidenzia l’inopportunità e l’arretratezza di certe scelte, un “costruire sul costruito” che prevede una riedificazione di tre volte il volume demolito: noi contestiamo il metodo con il quale sono state prese queste decisioni, non ascoltando a sufficienza la popolazione, senza una adeguata informazione e condivisione. Il contesto urbano e ambientale in cui si sviluppano le nostre esistenze dovrebbe essere la prima preoccupazione di un operatore che sceglie di investire in un’area di trasformazione, non solo il mercato. La preoccupazione delle Amministrazioni dovrebbe essere quella di farsi mediatrice tra i diversi interessi tutelando soprattutto la parte più debole, i cittadini, cercando di trovare una soluzione condivisa, non solo fare cassa con gli oneri di urbanizzazione, tanto più è grande l’opera e tanto più è l’incasso.

Riportiamo di seguito il link dove poter guardare le altre foto scelte dal celebre fotografo.

link al fattoquotidinao

Quae optima sunt, esse communia

2014-03-04-19 Così recita Seneca, “Le idee migliori sono di tutti”: è proprio così passeggiata-convegno e osserviamo che le nostre idee piacciono, tanto da essere ripetute e copiate anche in altre parti della città.

La nostra passeggiata ci venne consigliata dagli amici del Cima Research Foundation; quest’ultima targata Pd non avrà preso spunto dalla nostra esperienza, ma le assomiglia molto! Bene: è giusto prendere spunto da esperienze che funzionano e cercare di migliorarsi.

Buona passeggiata!

Visita il sito Bioresistenze

http://bioresistenze.wordpress.com/

Domani all’Arci 1°maggio “Recuperare la campagna invisibile”

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Per non dimenticare..

Non dobbiamo dimenticare: per questo vi offriamo la lettura automatica e il testo della delibera di Consiglio Comunale del 20 settembre 2011 nella quale venne approvata la variante urbanistica per il progetto Coopsette anche per conto del Bricoman Italia. La responsabilità di questa operazione va sempre riconosciuta e ricordata.

Clicca qui per avviare la lettura automatica della delibera consigliare:  https://www.amicidipontecarrega.it/documenti-pubblici/ConsiglioComunale34.mp3

Clicca sull’immagine per scaricare il documento integrale

Delibera34

Ricordiamo gli interventi più significativi di chi ha argomentato e contrastato l’approvazione del progetto  

…In particolare voglio rilevare che questi cittadini non sono stati auditi neppure dal Municipio e che due ex Presidenti della maggioranza erano presenti e hanno contestato sul piano del metodo proprio questo fatto. Ricordo, peraltro, che in questa zona insistono molte attività commerciali e artigianali. …” GRILLO G. (P.D.L.)

“…Indipendentemente dalla circostanza che questa delibera venga approvata da questo Consiglio, resta questo problema e durante il recente sopralluogo della Commissione Urbanistica abbiamo tutti avuto modo di ascoltare i timori dei residenti ma anche degli ex Presidenti dell’allora Circoscrizione, vecchi esponenti storici della sinistra locale, in merito alla inadeguatezza delle previsioni di questo progetto…” BERNABÒ BREA (GRUPPO MISTO)

“…Prima di tutto l’occupazione dell’area, che va senz’altro risanata ma che potrebbe andare a comportare degli oneri pesanti sulle attività analoghe in zona. A tale proposito abbiamo il parere nettamente contrario della Confesercenti, peraltro ripreso dall’Ascom. Esiste poi un problema di sicurezza del rivo e ci sono poi tante altre situazioni sulle quali ci siamo già intrattenuti in Commissione…” “…Non so bene come impatto come si rapportino i 14 mila metri quadrati ai visitatori che accederanno a quel sito, ma suppongo alcune migliaia al giorno. Siamo in una zona già densa di grandi mercati, mercati alimentari; prossimamente la zona della Guglielmetti sarà interessata da un’altra media struttura di vendita di tipo alimentare; poco più avanti verrà probabilmente installato il mercato del pesce; c’è tutta una serie di concessionarie auto che partono da Staglieno e arrivano a Molassana…. insomma, in buona sostanza è una zona già particolarmente caotica e densa di traffico e questo insediamento fra la struttura di vendita e le attività artigianali che sono previste andranno a implementare ulteriormente questo traffico…” BASSO (L’ALTRA GENOVA)

“..Intervengo per mozione d’ordine. Io vorrei sapere di cosa stiamo parlando perché l’assenza del Sindaco, che ha la delega all’Urbanistica, è un’assenza pesante: stiamo parlando di riconversione di un’area industriale e la Sindaco non è in aula! Vorrei sapere perché ha la delega all’Urbanistica!” CECCONI (P.D.L.)

Durante la discussione in Commissione è emerso, e comincia ad emergere anche dalla discussione di oggi in aula, che su questa pratica c’è stata scarsa partecipazione e che il parere del Municipio è stato espresso nel ristretto della Giunta del Municipio stesso. A questa osservazione l’assessore Vassallo ci ha detto che nel regolamento del Municipio non è specificato se debba essere una delibera di Giunta o di Consiglio: però, la regola è che quando una norma non è specificata si rinvia alle norme di carattere generale…” COSTA (P.D.L.)

Se questa pratica fino ad ora mi è sembrata fumosa il consigliere Cortese mi ha chiarito meglio perché ritengo sia assolutamente da rinviare. Come ha già spiegato il collega Costa, non è stata fatta la giusta procedura, e inoltre questa pratica per me è un “cavallo di Troia” perché dietro il nobile atteggiamento della Sinistra di dare spazio alle attività artigianali, viene creato un enorme centro commerciale [..], dimenticando che la Valbisagno sta cercando di risorgere, nonostante la crisi, da zona depressa per diventare una zona riqualificata: lo stesso comune, la stessa Comunità Europea hanno sovvenzionato questa zona, dando soldi ad ogni singolo negozio…. e ora voi cosa fate? nel tentativo nobile di ristrutturare una zona importante della città ammazzate tante piccole attività commerciali!..” “…avete già fatto l’errore con la Fiumara, ammazzando via Cantore, via Buranello, tutti i piccoli commercianti, a favore della grande Fiumara… e cosa è successo? via Cantore e via Buranello ormai non sono più strade per passeggiare perché sono diventate una sorta di bronx!” …“Voi sapete quello che state facendo, ed è per questo motivo che io chiamo questa pratica “cavallo di Troia”, perché dietro il nobile intento di dare lavoro e posto a nuovi artigiani, di cui non si sanno ancora i nomi, si vuole creare in realtà un nuovo grande centro commerciale!” LAURO (P.D.L.)

..Intanto l’ennesima variante: è comprensibile che qualunque piano abbia delle varianti di tanto in tanto, un’eccezione conferma una regola, ma un’eccezione continua significa che la regola non c’è più. Allora, proprio pensando ai commenti che la Sindaco ha reso nei giorni scorsi sul fatto della necessità di maggiori regole nella pianficazione del territorio, serve anche che quando le regole ci sono non siano oggetto di continue richieste di varianti perché allora il disegno che ne scaturisce evidentemente non è più un disegno come dovrebbe scaturire da un piano ma il collage di tante iniziative diverse. Spesso, peraltro, iniziative dei privati: noi siamo evidentemente favorevoli all’iniziativa privata ma quando i privati sono sempre gli stessi e altri privati vengono sempre scoraggiati..” “Altra questione di carattere generale sulla pianificazione è il tema del costruire sul costruito: cosa si può pensare quando una variante come questa prevede che si passi a costruire 50 mila metri quadrati su un costruito di 15 mila? Cioè quando da costruire è un fattore 3 rispetto al costruito? Non stiamo più costruendo sul costruito, la linea verde la stiamo barattando con qualche milione di oneri di urbanizzazione, peraltro in gran parte asserviti ad opere accessorie a quella stessa che è oggetto della proposta di variazione in esame. C’è quindi uno sconfessare del principio del costruire sul costruito, e al tempo stesso c’è surrettiziamente, nascosto ma neanche tanto, un cambiamento di destinazione d’uso perché è pur vero quello che dice l’assessore Vassallo, ossia che il 70% rimane area produttiva, sì ma il 70% di una superficie che viene moltiplicata per tre! Il 30% che invece va al commerciale corrisponde esattamente a 15 mila metri quadrati che sono l’esistente. Allora questa è in realtà una modifica di destinazione d’uso dall’industria al commerciale.” MUSSO (L’ALTRA GENOVA)

“..Le esperienze che abbiamo avuto nella Commissione Consiliare in loco ci ha mostrato chiaramente come vi siano dei problemi che come minimo la Giunta ha sopravvalutato: la viabilità, l’aumento incredibile di volumetria su cui si è espresso molto chiaramente il collega Musso. Se questo significa costruire sul costruito, veramente siamo rovinati, avremo un mare di cemento che colerà ovunque! BERNABÒ BREA (GRUPPO MISTO)

Bricoman Genova Ponte Carrega 1

Esito della votazione della proposta n. 42/2011: approvata con n. 25 voti
favorevoli, n. 18 voti contrari (G. Misto; P.D.L.; L’ALTRA GENOVA; U.D.C.;
L.N.L.).

 

Pontecarrega è arrivato fino alla Sorbonne di Parigi! Incomincia una importante collaborazione con l’università francese

Giorno per giorno l’interesse intorno alla nostra associazione cresce.

sorbonne

passarola Come riporta il titolo, i nostri tweet (che ci auguravamo arrivassero lontani, ma non speravamo così tanto!) le nostre attività sono arrivate in Francia, a Parigi.

Con grande sorpresa ed emozione abbiamo ricevuto la telefonata del prof. Sebastien Jacquot, ricercatore presso la più antica e più importante Università di Francia, la Paris 1-Sorbonne.

Jacquot si occupa di banlieu parigine e di periferie e già da alcuni anni studia per motivi accademici il Caso Genova e nel particolare il centro storico. Incuriosito dal nostro sito e dal nostro Manifesto (https://www.amicidipontecarrega.it/?page_id=460) e consigliatogli da chi ci segue da vicino, ha voluto incontrarci per farsi raccontare a viva voce la nostra storia, la nostra lotta di “periferia che vuole superare la periferia”: ne è scaturito un incontro che darà interessanti frutti e che pone le basi per una importante collaborazione internazionale che rafforza la nostra posizione e la nostra credibilità nello sforzo di estendere la nostra conoscenza e la nostra formazione culturale il più ampiamente possibile.

Questo incontro rende evidente a tutti il fatto che i temi da noi affrontati e discussi siano sempre più ascoltati e discussi. Noi descriviamo un caso piccolo e particolare come è il “caso Pontecarrega e della Val Bisagno”: si potrà quindi pensare a temi ristretti ai tipici argomenti da “comitato”, ma non è così.

Analizziamo il caso particolare per giungere a conclusioni generali e globalmente valide e condivise, anche in ambito accademico e in ambito europeo.

La famosa Agenda21 e la Carta di Aalborg, le chimere da cui dovevano ripartire Genova e la Val Bisagno del nuovo secolo, sono nate in Europa e rappresentavano il punto di inizio di un nuovo tipo di sviluppo per la città. Questo dettato è stato tradito e disatteso e ora incominciamo a pagarne le conseguenze, anche in termini di “pace sociale”. Parliamo di temi la cui sensibilità cresce di giorno in giorno: la cura del territorio e dei propri versanti, il lavoro di qualità e qualificante, il superamento del concetto di periferia e la Riscoperta del Bello, la democrazia partecipata.

Temi generalmente nuovi, o poco affrontati, di cui spesso si sente parlare solo in campagna elettorale. Come uno di quei frutti esotici di cui si vuole provare la polpa almeno una volta ma poi si scopre che non corrisponde ai propri gusti: così questi temi. Tutti devono almeno provare a parlarne ma poi si scopre che non vanno bene coi propri gusti. Come può sposarsi l’esotico gusto della sostenibilità con l’impellente bisogno di cementificare per dare lavoro agli amici costruttori? Come può abbinarsi il tema del lavoro di qualità e legato al territorio se bisogna favorire a tutti i costi determinati operatori che però sposano contratti di tipo flessibile o iterinale. Come poter sposare il gusto del Bello se come oneri di urbanizzazione chiediamo un parcheggio?

- Questione di gusti? -

Anche, ma è anche una questione di coerenza: quando si promuovono interessi particolari come si può pensare di essere credibili nel proporre interessi generali? Noi crediamo che non abbia alcun peso un percorso partecipato se non ci sono autorità garanti in grado di bilanciare le forze; infatti chi garantisce contro un’amministrazione che potrebbe favorire una particolare clientela piuttosto che il bene comune?

La partecipazione è soprattutto una questione culturale.

Essere periferia è uno stato mentale, come lo è essere provincia. L’amministrazione locale si pone, in un contesto europeo, con la sufficienza propria della provinciale, senza respiro di innovazione dovuto soprattutto ad un ritardo culturale e d’informazione. Il politico deve essere un bravo studente, deve aggiornarsi come un bravo professionista. Soprattutto a livello locale e decentrato il politico dovrebbe concentrarsi sui problemi del suo territorio: cosa serve discutere di politica monetaria internazionale se poi non si è in grado di risolvere i problemi più piccoli o peggio ancora se non li conosce neppure!

 

Due chiacchere con i ragazzi di Architettura

logounige La nostra associazione si caratterizza da sempre per la ricerca arch1 delle competenze. Siamo cittadini normali che si formano e cercano il confronto costruttivo con terzi, istituti di ricerca e università. Il nostro percorso è caratterizzato da questa impronta: anche oggi si è verificato questo e grazie all’amico Alessandro siamo entrati in contatto con il Dipartimento di Architettura della Scuola politecnica della Università degli Studi di Genova e la mattina del 19 marzo siamo stati invitati a tenere un seminario sulla Val Bisagno nell’ambito della lezione di Laboratorio di Progettazione del Paesaggio.

Abbiamo illustrato agli studenti la nostra attività, abbiamo descritto loro il nostro territorio e le operazioni speculative di cui noi e il nostro territorio siamo testimoni. Abbiamo descritto la Val Bisagno e Pontecarrega in un contesto europeo, quello descritto dalle linee dell’Agenda 21 e della Carta di Aalborg: lo abbiamo fatto nella consapevolezza che quella direzione è stata tradita e disattesa e che il modello di sviluppo proposto per la Val Bisagno sia oramai un modello superato e non più attuale (da alcuni decenni secondo noi). E’ stimolante parlare di questi contenuti davanti a studenti di diverse regioni e differenti origini, è stimolante parlarne davanti a ragazzi e professori la cui visione guarda all’ Europa e non alla provincia e agli “interessi particolari”.

Il ritardo culturale di Genova (e dell’Italia) di fronte a certi temi è allarmante. L’università è uno dei pochi luoghi dove permane un certo dinamismo intellettuale e con grande entusiasmo abbiamo colto l’occasione di poter incominciare a collaborare anche con loro, per un reciproco scambio di idee e confronto.

Sostenere che il futuro possa sostenersi sulle stesse basi di ieri significa due cose: non voler vedere l’evidenza di questa crisi strutturale della nostra economia; ovvero non essere in grado di vedere il cambiamento a cui la nostra economia si sta indirizzando, inevitabilmente, per cause macroeconomiche di portata mondiale.

Per questo riteniamo che sia auspicabile un ritorno progressivo all’utilizzo del territorio come risorsa che, allo stesso tempo, possa produrre ricchezza, posti di lavoro di qualità (qualificati e qualificanti) e possa porre un rimedio alla grande problematica del dissesto idrogeologico (che così, come affermato nel convegno di novembre scorso, può diventare una “risorsa per la città”).

Rispetto a questa visione si pongono in contraddizione le grandi operazioni speculative che deturpano e depauperizzano il nostro tessuto commerciale e sociale creando insanabili ferite per il nostro territorio: è il gigante che sferra l’attacco prima di crollare. Con la chimera di posti di lavoro (ma quali tipi di contratto?) e senza tenere conto che determinati tipi di attività non andranno a creare nuovi posti di lavoro ma andranno solamente a ricollocare impiegati in esubero da altre attività similari, si mantiene in vita un modello di sviluppo oramai sorpassato e in declino. Il futuro è già tracciato e va in direzione opposta rispetto ai grandi centri commerciali; la grande industria è oramai un lontano ricordo della Genova che fu ed è un futuro che non appartiene più a Genova (e forse all’Italia e a gran parte dell’Europa per cause macroeconomiche) e la grande distribuzione non potrà sostenersi in un mondo in cui si produce sempre meno e si consuma sempre meno (impoverimento della classe media; aumento dei pensionati in una città composta in grande maggioranza di over 65 con un potere di acquisto che via via sarà sempre minore a causa dell’abbassamento progressivo delle pensioni come conseguenza di contratti di lavoro non di qualità, mal retribuiti e flessibili). Oggi godiamo ancora dell’ultima parte di questa “golden age” ma bisognerebbe già pensare con la testa rivolta al futuro, al momento in cui il gigante sarà immobile e a terra, esanime. Per questo consideriamo le operazioni sul nostro territorio come il frutto di una miope visione politica che guarda agli effetti immediati (e nemmeno bene, a dire la verità!) piuttosto che a lungo termine. Una visione legata ad idee vecchie e ormai sorpassate. Idee legate a doppio filo ad un imperante provincialismo (più che all’Europa e ai nostri vicini) e all’inalterato mantenimento degli equilibri di potere e degli interessi di mercato dei soliti noti.

Con i futuri architetti e con i loro professori abbiamo voluto discutere anche della Responsabilità dei Tecnici: un architetto ha le stesse responsabilità degli amministratori. Per questo abbiamo voluto porre l’accento sulla mancanza di percorsi di condivisione con la cittadinanza. Siamo voluti partire dal nostro caso concreto e dalla mancanza di partecipazione nei processi decisionali legati al nostro territorio per dire che non si deve arrivare a scontri e conflitti insanabili ma che va fatto un percorso di mediazione per arrivare a soluzioni condivise tra tecnici, amministratori e cittadinanza. La mediazione va fatta da un’autorità garante che sia autorevole per entrambi le parti e che bilanci i rapporti di forza, da un lato un enorme potere politico-finanziario e dall’altra i cittadini.

“Non il possesso della conoscenza, della verità irrefutabile, fa l’uomo di scienza, ma la ricerca critica, persistente e inquieta, della verità”  – Karl Raimund Popper

Il sito web dopo un anno

googleanalytics La nostra associazione si basa sul volontariato e l’autofinanziamento. Nonostante questo limite, abbiamo  ritenuto necessario affrontare i costi e gli oneri per l’acquisto di un dominio di primo livello in grado di gestire, con piene funzionalità, tutte le funzioni di un sito web professionale.

All’inizio nessuno di noi aveva precise esperienze di come si doveva fare e solo grazie alla pazienza di alcuni soci, amici, e sostenitori, abbiamo potuto acquisire le competenze necessarie per poterlo gestire. web1anno

Qualche difficoltà l’abbiamo avuta, ma ora dopo un anno di attività, 172 articoli (la media di un articolo ogni due giorni), 29 pagine tematiche, 13 categorie, e  17.628 visualizzazioni di pagina (certificate da Google Analytics da maggio 2013), con un Returning Visitor del 49,7%, considerato che siamo un associazione di quartiere, possiamo ritenerci più che soddisfatti! trend1anno

 Il successo del nostro sito, legato a una piccola associazione di quartiere, meraviglia anche noi.

Crediamo che il successo ottenuto non è solo legato a una questione di metodo, ma anche al fatto che gli argomenti trattati hanno un interesse collettivo che supera i confini del nostro quartiere e della nostra città.

associazionemanifesto Il modello di trasformazione del territorio, la sua gestione, il rispetto dei valori culturali e ambientali, proposto e portato avanti da alcuni partiti politici, dalle amministratori attuali e passate, dai proponenti e costruttori, dai principali attori ad essi legati, secondo noi era ed è sbagliato e insufficiente. Per motivare le nostre affermazioni da subito ci siamo resi conto che dovevamo svolgere una ricerca, non generica, ma avanzata con una metodologia; citando testualmente il manifesto: “..la ricerca non sarà condotta genericamente, ma altresì avanzata con metodo, individuando e ricercando di volta in volta le forze e le competenze necessarie per raggiungere  efficacemente tale obbiettivo”.

seguteci Per garantire il massimo scambio di vedute abbiamo dotato il nostro sito di un’alta capacità di interazione: un bolg nella pagina home con la possibilità di commentare qualsiasi articolo pubblicato, un link diretto alla pagina facebook, un link diretto al profilo twitter, un link diretto alla mail di servizio, due indirizzi di posta ordinaria e un indirizzo di posta certificata, un link diretto al nostro canale Youtube.

Oltre al sito e altri strumenti informatici, abbiamo divulgato le nostre idee, le nostre critiche, ma soprattutto le nostre proposte, con molti altri mezzi di divulgazione.  Questo fatto, senza dubbio, ha portato ad aumentare la  frequentazione del nostro sito web, delle pagine facebook, twitter, oltre le aspettative inizialmente prevedibili. Questa considerazione è suggerita dall’andamento grafico degli accessi nel tempo, con punte di circa 500 visite/giorno intorno ai periodi di evento. visite1anno

Gli eventi per noi più significativi sono stati la manifestazione su Ponte Carrega a luglio 2013 e il convegno di novembre sul dissesto idrogeologico, svolto in due giornate, la prima con un workshop intorno ai luoghi interessati alle trasformazioni (Ponte Carrega, Ferreggiano, Terralba), la seconda con un convegno durato otto ore al Palazzo Ducale di Genova che ha visto la partecipazione dei alcune importanti figure istituzionali e accademiche (non solo legate alla nostra città) oltre a diverse associazioni di quartiere e ambientaliste quali il WWF Genova. La capacità di come abbiamo condotto le manifestazioni, l’apertura al dialogo, la qualità dei contenuti, l’interesse che abbiamo saputo muovere sui temi proposti, hanno portato la nostra associazione, in meno di un anno, ad essere annoverata da LABUS (Laboratorio nazionale per la sussidiarietà) fra le più attive associazioni del territorio genovese nella tematica: “Beni Comune”. labsusapcmappa

Al termine di queste note, presentate con un certo orgoglio, abbiamo un solo rammarico: poca critica con cui confrontarci, a differenza della pagina Facebook, sono pochi i commenti ai post del blog, come poche sono le email ricevute, anche solo per correggere un contenuto, rettificare un’informazione, fare precisazioni. Purtroppo, per problematiche legate agli spam, i commenti possono essere pubblicati solo con qualche giorno di ritardo rispetto all’invio o possono essere confusi negli spam, nel caso vi invitiamo a rinviarli. Questo forse il motivo della diversa vivacità dei commenti postati fra la nostra pagina Facebook e il sito dell’associazione.

Rinnoviamo a tutti l’invito a scriverci, commentare di più i nostri articoli, le nostre iniziative, anche con critiche se necessario.

Pontecarrega oggi ospite alla Facoltà di Architettura dell’Università di Genova

logounige Oggi dalle 12:30 alle 13:30 la nostra Associazione sarà ospite del corso di Laboratorio di Progettazione del Paesaggio della Scuola Politecnica dell’Università degli Studi di Genova. Esporremo agli studenti del corso la nostra idea di Paesaggio e di Urbanistica Partecipata partendo dal Nostro amato ponte e dal nucleo storico del nostro quartiere: le operazioni e le costruzioni non condivise e che non rispettano il tessuto sociale di un quartiere offendono la dignità dei suoi abitanti.

TG3 Nazionale Fuori il TG, Ponte Carrega menzionato come cattivo esempio di urbanistica

Riportiamo lo stralcio della trasmissione TG 3 Nazionale del 18 marzo 2014 di Mezzogiorno che contiene un servizio sul nostro quartiere al minuto 17:00: http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-a1b4e6af-fbae-4f05-93e2-5a117ec58b34-tg3.html

Il servizio è particolarmente interessante soprattutto per l’autorevole intervento del Prof. Giovanni Spalla, noto professore architetto e urbanista, che spiega i motivi del dissesto idrogeologico e la mala urbanistica.

Riteniamo che non sia un caso se il servizio menziona le problematiche del quartiere di Ponte Carrega, fra la vicina valle del Rio Fereggiano e la costruzione della TAV del terzo valico. Particolarmente toccante sono gli interventi di due cittadini di Ponte Carrega che esprimono il disagio per aver affrontato tre alluvioni in quarant’anni e l’angoscia di vedere sorgere il nuovo ingombrante centro commerciale. – “Non mi piace, non lo vogliamo, non riusciamo ad accettarlo” – dice Susanna, ma questo è il pensiero diffuso nel quartiere, ormai forse anche il sentimento dell’intera vallata. Sappiamo che i lavori di messa in sicurezza dell’asta terminale del Rio Mermi non risolverà i problemi del quartiere che rimarrà comunque allagabile dal torrente Bisagno con le relative strade di accesso. Come ci hanno detto gli esperti, solo la costruzione del grande scolmatore potrebbe definitivamente risolvere il rischio idrogeologico, ma siamo lontanissimi dalla sua costruzione, nonostante questo si continua ad aumentare i volumi e le superfici agibili con nuove costruzioni con il risultato di aumentare il traffico e incentivare l’uso di mezzi privati. Come dicono gli stessi esperti intervistati nel servizio, occorrerebbe una inversione di tendenza con un piano di decostruzione e riduzione dell’abitato.

Secondo noi questi interventi urbanistici, pur regolarmente approvati, non vanno in questa direzione, rappresentano un incentivo all’uso dell’auto oltre alla dequalificazione del paesaggio con volumi che prima non c’erano. Al parere di questi tecnici, noi aggiungiamo che queste cose si sapevano perché già individuate nel 2004 dalla Provincia di Genova con la presentazione dell’agenda agenda 21 per lo “sviluppo sostenibile” per la Val Bisagno – che cita testualmente:

obbiettivo prioritario 2.3.1 “..incremento della qualità paesaggistica”

obbiettivo prioritario 2.3.3 “promozione di nuovi regolamenti edilizi orientati alla sostenibilità e all’uso di tecniche di bioedilizia”

obbiettivo prioritario – 3.1.2: “riduzione dei volumi di traffico dovuti a mobilità privata”

Ovviamente sono belle frasi, ma evidentemente se non trovano la giusta applicazione il risultato è lo sgomento, l’indignazione, fino ad arrivare alla ribalta della cronaca nazionale. Come associazione lavoreremo perché la nostra città non sia più menzionata in questi servizi.

Bricoman


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(Traffico a Ponte Carrega, in un giorno di pioggia)

Economia Circolare

economia-circolare

Grazie Renzo..ma ora vienici a trovare!

renzopianoperiferico Oggi il Fattoqutidiano pubblica una lunga intervista di Ferruccio Sansa al neo senatore a Vita Renzo Piano. L’intervista è sconcertante, sembra che il neo senatore abbia letto il nostro manifesto e lo abbia fatto suo.

Renzo Piano, dimentica di essere stato il consulente per l’urbanistica durante l’amministrazione Marta Vincenzi, l’ex sindaco con la delega all’urbanistica che lo ha voluto al suo fianco come consulente agli Urban Lab.[cvg-video videoId=’53’ width=’300′ height=’200′ mode=’playlist’ /]

L’amministrazione Vincenzi dopo i buoni propositi iniziali, riscontrabili nell’intervista, ha successivamente approvato le varianti per le trasformazioni in atto nelle aree ex-Italcementi ed ex-officine Guglielmetti. Operazioni legittime, ma che non riteniamo coerenti con lo sviluppo sostenibile per la Val Bisagno che fu delineato nel 2004 nella rispettiva agenda 21 (sottoscrizione carta di Aalborg).

Non ci risulta che l’architetto Piano abbia mosso un dito per contrastare queste trasformazioni, che ripetiamo, ci sembrano in palese contraddizione con le sue affermazioni. Secondo noi queste trasformazioni ci riportano nel medioevo del secolo scorso con una urbanizzazione, una cementificazione, degna di essere annoverata con quella degli anni 60-70, più che del nuovo secolo.

Ma ora il grande architetto e senatore a vita ha l’occasione di mettere in atto le sue affermazioni.

Lo invitiamo a “salvarci”, venga qui a Ponte Carrega a vedere i cantieri e gli interventi edilizi in fase di approvazione, vorremo avere un suo parere, soprattutto se questo è ciò che intende per “recuperare le periferie”.

Ci auspichiamo il cambiamento, ma è la credibilità dei soggetti, che si fanno portatori del cambiamento, che ci fa riflettere. Un gruppo dirigente forse con poche idee, forse troppo anziano o reclutato nelle stesse file di chi ha sempre fatto le stesse operazioni e altro non riesce nemmeno a immaginare.

La domanda che facciamo a Renzo Piano è la seguente: può una parte politica legata a questo tipo di economia e di sviluppo, farsi portatrice di un modello di sviluppo antitetico rispetto a quello fino ad oggi perseguito?

Riportiamo di seguito alcune affermazioni dell’intervista a Renzo Piano…

bricoman-genova-ponte-carrega-1 “Le periferie. Questa è la nostra grande sfida, dobbiamo recuperarle, renderle davvero parte della città .. non devono più essere qualcosa che sta intorno a un centro”

bricoman-genova-ponte-carrega-2 - Periferie. Qualcuno vorrebbe raderle al suolo – “Sarebbe un atto di violenza, di arroganza, simile a quello di chi le ha costruite”

bricoma-senza-amore - Come cancellare danni tanto profondi – “Le periferie sono state costruite senza amore, senza cura per chi doveva viverci. Ma non sono tristi. Come diceva Calvino nelle Città invisibili in ogni luogo c’è un bagliore, un angolo di bellezza” … “Le periferie sono la città che non sa di esserlo … dobbiamo impegnare tutte le nostre energie per recuperarle” … “non penso a interventi faraonici ma a quelli realizzati da piccole imprese, spesso guidate da giovani” … “Il Verde. Non è solo un fatto estetico o poetico, non è solo bellezza, per quanto importante. E’ assolutamente pratico, significa ridurre la temperatura d’estate di due o tre gradi” … “e si contribuisce al consolidamento del suolo, soprattutto dove come a Genova esiste un elevato rischio idrogeologico. In periferia c’è almeno un vantaggio, c’è più spazio, può essere occupato dal verde”

Noi Amici di Ponte Carrega lo abbiamo sempre sostenuto e non finiremo mai di ricordarlo.

Le sofferenze di molti cittadini nei confronti di certi cantieri e interventi urbanistici, anche se formalmente legittimi, sono causati dalla mancanza di una effettiva partecipazione da parte dei cittadini ai processi decisionali.

A chi pensa che la partecipazione sia solo la pratica di presentare un progetto, magari con qualche bella diapositiva, magari davanti a un pubblico poco informato, noi diciamo che non è così e per dire questo ci siamo informati.

Quest’anno il nostro obbiettivo, in conformità con il nostro statuto e manifesto, sarà quello di intraprendere un autorevole studio di come dovrebbero avvenire i percorsi partecipati per la gestione del territorio. Abbiamo per questo già preso contatti con il mondo accademico, istituzionale, e naturalmente culturale.

La mancanza di vera partecipazione fra i cittadini, istituzioni e proponenti, crea conflitti e tensioni che non giovano a nessuno e per questo riteniamo assolutamente necessario aprire un dibattito serio su questo argomento.

Il nostro riferimento, per il momento, è la proposta di Legge Regionale Toscana, in particolare crediamo che occorra un’autorità garante per la partecipazione e la comunicazione. leggeregionaletoscana

(manifesto della proposta di legge sulla gestione del territorio – Regione Toscana)

“La crescita in equità esige qualcosa di più. Lungi da me il proporre un populismo irresponsabile, ma l’economia non può più ricorrere a rimedi che sono un nuovo veleno…” da “Evangelii Gaudium” – Papa Bergoglio

La Passarola

passarola Il Signor A, anche in virtù di essere un grande negozio, comunica alla propria clientela le seguenti affermazioni:

“Per noi, lo sviluppo sostenibile si declina al plurale”

“Sviluppo sostenibile delle aziende, nei paesi, nelle città e nei quartieri in cui ci insediamo”

“Progettazione e costruzione dei nostri punti vendita nel rispetto dell’ambiente”.

“Coinvolgimento nelle iniziative locali e negli impegni cittadini”.

“Lo sviluppo sostenibile è sostenuto dalla sensibilizzazione dei nostri clienti nel mondo per quanto concerne l’ambiente. È in tal senso importante promuovere procedure corrette e comportamenti professionali corretti, considerando tutti i collaboratori”.

“Prima di stabilirci in un paese, cerchiamo innanzitutto di conoscerne gli abitanti, lo stile di vita e l’habitat.”

“Quando apriamo un punto vendita, ne monitoriamo l’integrazione nell’ambiente e lavoriamo con le autorità locali”.

“In questo modo, creiamo posti di lavoro sostenibili e nuove collaborazioni”.

“In tutti i paesi in cui siamo presenti, rispettiamo la cultura locale, al fine di essere più vicini ai nostri clienti”.

Il Signor B, a differenza del primo, è un piccolo negozio, non ha i mezzi e intenzione di affermare alcuna etica aziendale, con la crisi del settore è già tanto che non abbia chiuso i battenti e rimane sempre appena al disotto del limite consentito per legge, sotto la quale sarebbe in mora.

Con i suoi dipendenti applica contratti di lavoro sufficienti per essere in regola con i contratti di lavoro e le norme di sicurezza, i suoi punti vendita sono costruiti non oltre i requisiti minimi richiesti dalla legge. Il Signor B non partecipa e non può permettersi coinvolgimenti particolari nelle iniziative locali ne tanto meno negli impegni cittadini; a lui non interessa nulla di tutto ciò, deve sopravvivere.  

Immaginiamo una clientela mediamente formata, eterogenea, e di diversa estrazione sociale, fra questi ipotetici clienti alcuni saranno assolutamente insensibili alle tematiche sponsorizzate dal Signor A, per loro è assolutamente indifferente andare a comprare da un venditore o dall’altro, guarda solo il prezzo.

Tuttavia in un campione di clientela così diversificato è anche possibile che qualche cliente sia maggiormente sensibile alle tematiche sponsorizzate dal Signor A. Sono tematiche molto importanti e molte persone ne sentono un gran bisogno, sono le tematiche ambientali, di sviluppo sostenibile, di rispetto dei valori della cultura locale, della progettazione e della costruzione dei  punti vendita con una maggiore integrazione e rispetto per l’ambiente. 

C’è da aggiungere che queste attenzioni, così come sono sponsorizzare, nulla sembrano voler intendere con le normali attenzioni necessarie per legge, in tal caso non ci sarebbe nulla da sponsorizzare, sarebbe comunque obbligatorio, diversamente non potrebbe essere..

In questo scenario è facile immaginare che il Signor A intercetterà una clientela numericamente più vasta del signor B riuscendo ad attrarre dalla sua parte tutti coloro che sono maggiormente sensibili alle tematiche da lui sponsorizzate.

Ma se le affermazioni del Signor A fossero palesemente disattese e non corrispondessero al vero, cosa succederebbe?

Il cliente (sensibile) sarebbe palesemente imbrogliato, il servizio offerto non corrisponderebbe agli standard sponsorizzati, almeno nei metodi, e il soggetto B sarebbe palesemente danneggiato.

Per il momento al signor A abbiamo chiesto formalmente di giustificare ogni sua affermazione, attenderemo ancora qualche giorno in modo che il nostro uccellino arrivi a destinazione.

Per meditare….

“Questo popolo, che tanto si aspetta dal cielo, guarda ben poco in alto dove si dice che ci sia il cielo. La gente va a lavorare nei campi, nei villaggi, entra ed esce dalle case, va nell’orto, alla fonte, si accoccola dietro a un pino, solo una donna sdraiata su della stoppia con un uomo sopra di sé crede di vedere qualcosa passare nel cielo, ma pensa che siano visioni di chi sta tanto godendo” José Saramago – Memoriale del convento” – La figura mostra la macchina volante progettata da Padre Bartolomeo Lourenco, precursore dell’aereonautica 1709

La grande bellezza

 

la-grande-bellezza La primavera e’ vicina, il tepore di una giornata insolitamente calda sembra allontanare i preoccupanti rigurgiti dell’acqua che hanno caratterizzato un autunno finito alle porte della bella stagione.

C’è aria di rinnovato ottimismo con un oscar a un film italiano che è una “grande bellezza”, ma soprattutto abbiamo un nuovo governo che ci guiderà senza indugio verso la primavera perché, come a Ponte Carrega, è “cambiato il passo”.  

Nonostante l’aria che tira qualcuno non riesce ancora a digerire il cemento che è stato versato dopo il 4 novembre 2011. Sembra un butto sogno, o come un bambino che si è immedesimato in un racconto malvagio, quel fango spalato con fatica, ora sembra solidificarsi in colonne di cemento che la mente non riesce più a spazzare via. Il quartiere non si risolleverà, questo è certo,  non per l’alluvione ma per quello che è avvenuto dopo. In effetti il passo è stato cambiato, ma occorre capire in quale direzione, dato che il grande l’edificio un primato certamente lo ha, fin troppo ingombrante. Chi non e’ nato in questi luoghi, o chi non li ha frequentati, non può capire. Questo scempio edilizio continuerà a produrre sofferenza e a mantenere aperto un conflitto che non si placherà  perché fisicamente percepito come un’offesa agli abitanti. Il foresto si guarda intorno smarrito, non trova le differenze fra questa e tante altre periferie che ha trattato con uguale superficialità: ruggine e rottami, qualche traccia di antico vissuto, case popolari di operai senza lavoro e il degrado. Le grandi aree dismesse sono tutte uguali.

Il “nulla da riempire” deve essere stato il pensiero di  qualche tecnico, ingegnere o architetto che sia, spinto dagli indicatori di  sistema per massimizzare la speculazione e sfruttare il diritto a edificare.

Riguardo al fatto che la “cosa” poteva essere migliore, la risposta è sempre quella: il cliente ha sempre ragione altrimenti non si compra e non si vende. Questa è la convinzione ferma del mercante alla quale invece l’arte e il buon senso avrebbero consigliato la prudenza, il non buttar via secoli di storia, di cultura e con quello l’ultimo briciolo di umanità che avrebbe voluto far sorgere il bello, il buono e la giusta misura.

Persone, spinte da amorevole convinzione “cooperativa” non hanno esitato acquistare spazio a tre volte il suo valore, pur di non rischiare un concorrente.

Auto e carrello è il destino di tutti, altro non sanno pensare, perché se si abbassa, o si  restringe, il risultato è sempre quello: vieni a comprare.   altri-carrelli  

In tutto questo muover di concetti, propositi, riqualificazioni e speculazioni, piccoli rappresentanti del popolo s’aggirano smarriti al sorgere di un edificio che avevano inteso molto più piccolo e che ora invece appare grande il triplo.

Con il senno del poi, codesti personaggi, vorrebbero vederlo ridotto, ma è troppo tardi, ormai hanno concesso il titolo. Per dire di no, non hanno avuto la forza, perché più del popolo, rincorrono il partito, e in quello la base conta, ma il capitale di più, alla faccia di chi ci ha creduto! Il ponte intanto rimane li, a guardare queste cose, sempre avvezzo a sorprendere. Qualcuno lo vuole già spacciato e in quel posto vuole mettere un bel totem, segno di vittoria del mercato. totem

Ora i suoi abitanti sono già pronti con una colonna infame, di marmo o di cartone, questo non importa, a inaugurare gli incanti e questi sepolcri.  

Saranno gli abitanti di quei luoghi, i figli di nessuno, che in gran festa, ogni anno, davanti a quei mercati, sapranno rammentare i fatti: “S’ingannarono i miei occhi quella sera” e in terra dei franchi già vola un uccellino a rammentare le cose: di belle e di brutte qui se ne son viste di tutte.    

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Pontecarrega ad Architettura!

logounige Oggi alle 12:30 l’Associazione Amici di Pontecarrega, insieme al Comitato No cementificazione Terralba, sarà ospite della Facoltà di Architettura in Stradone Sant’Agostino per un seminario di studio sulla Val Bisagno e per una chiaccherata con gli studenti

Politecnico per Pontecarrega e Piazza Adriatico

politecnico-di-milano-concorsi Dopo quasi due mesi l’ufficio cartografico del Comune di Genova e la Protezione Civile ci hanno trasmesso i dati cartografici di Piazza Adriatico e Pontecarrega per poter finalmente cominciare il progetto insieme al Politecnico di Milano. Per ottenere un file in formato dwg e in scala 1:1000 abbiamo dovuto sudare più del previsto ma la nostra perseveranza alla fine ha ottenuto il tanto richiesto materiale digitale.
Ora può cominciare il lavoro dei ragazzi del corso di Rischio Idrogeologico e Protezione Civile del Politecnico di Milano che dalla prossima settimana e fino a giugno studieranno Piazza Adriatico e Pontecarrega facendo uno studio di prefattibilità sull’impiego di tecniche di flood proofing nel nostro quartiere!
Buon lavoro!