Archive for Università degli studi di Genova

Un progetto con l’istituto Firpo Buonarroti sulle ville della Val Bisagno

Uno stralcio delle slides proiettate a scuola

Lo scorso 16 dicembre Fabrizio Spiniello dell’Associazione Amici di Ponte Carrega è stato ospite dell’Istituto per il Turismo Firpo Buonarroti per parlare dei palazzi di villa della Val Bisagno.

L’iniziativa fa parte di un progetto di approfondimento che le classi quinte hanno intrapreso sotto la guida dei loro docenti e della prof.ssa Antonella di Benedetto, sulla val Bisagno e la sua storia.

Il nostro contributo è stato quello di introdurre il tema che sarà poi toccato anche da esperti e docenti e che porterà gli studenti a realizzare contributi scritti sul sistema delle ville della Val Bisagno.

La relazione di Fabrizio Spiniello ha trattato alcuni dei palazzi più importanti della vallata da Terralba a Struppa cercando di contestualizzare il loro ruolo nell’economia della vallata e della città.

Gli amici di Ponte Carrega da sempre approfondiscono la storia, le radici e la memoria della Val Bisagno ritenendo la ricerca storica come uno degli elementi chiave del proprio agire sul territorio.

Uno stralcio delle slides proiettate a scuola

Uno stralcio delle slides proiettate a scuola

“Val Bisagno sicura”: il video del convegno del 10/12/2021

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Un incontro pubblico sulla sicurezza idrogeologica della Val Bisagno

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Venerdì 10 dicembre alle ore 17:30 l’Associazione Amici di Ponte Carrega interverrà con Fabrizio Spiniello al convegno promosso dal Municipio 4 Media Val Bisagno sulla sicurezza idrogeologica della Val Bisagno.

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River restoration: un articolo de La Voce di Genova

Condividiamo con voi l’articolo di Rosangela Urso su La Voce di Genova sulla tesi di laurea in Architettura di Francesca Viani a cui abbiamo collaborato.

La tesi di laurea è incentrata sulla Val Bisagno e su un progetto di River Restoration che guarda a modelli europei e americani e a una riqualificazione leggera e flessibile che asseconda le stagioni e le piene del fiume.

Buona lettura

 

https://www.lavocedigenova.it/2021/04/06/mobile/leggi-notizia/argomenti/municipio-media-valbisagno/articolo/pista-ciclabile-e-spazio-da-vivere-la-nuova-vita-del-bisagno-nella-tesi-di-unarchitetta-genovese.html

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L’avventura del corallo a Genova (e in Val Bisagno) nel nuovo libro di Pierguido Quartero

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Siamo felici di comunicarvi l’avvenuta pubblicazione del volume divulgativo di storia del territorio di Pier Guido Quartedo e Enzo Dagnino intitolato “Genova e il corallo”. In attesa di poterlo presentare in Val Bisagno, vi invitiamo a leggere il volume che racconta le vicessitudini della lavorazione del corallo a Genova dal secondo Medioevo all’età moderna. L’associazione Amici di Ponte Carrega ha collaborato con gli autori per la parte riguardante la Val Bisagno. Per alcuni secoli infatti la Val Bisagno e in particolare Montesignano, Struppa e Fontanegli sono stati fiorenti centri della lavorazione di questo prezioso materiale. Gli autori avevano trovato sul nostro sito alcuni articoli e un video dell’archivio RAI in cui si parlava della tradizione corallifera della valle e in particolare della casa del corallo della Ligorna. Siamo stati quindi da loro contattati e abbiamo organizzato un incontro con gli attuali proprietari della casa del corallo grazie ai quali e grazie all’Università di Genova è stato possibile fare delle analisi scientifiche sulle rarissime cementine di corallo.

Non anticipiamo altro e vi invitiamo alla lettura di questo prezioso volume su questa particolare tradizione della nostra città. Per altre info sul tema: http://www.amicidipontecarrega.it/2016/08/23/storia-e-tradizioni-della-val-bisagno-fontanegli-e-la-lavorazione-del-corallo/

Buona lettura!

 

 

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River Restoration e il caso Ponte Carrega: una tesi di laurea

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Vogliamo fare i nostri complimenti a Francesca Viani che si è laureata alla triennale di Architettura all’Università di Genova con una tesi sulla “RiverRestoration” e il caso Val Bisagno.

Siamo felici di averle dato una mano e soprattutto siamo orgogliosi di essere stati inseriti nel suo lavoro di ricerca come un caso studio!
Grazie anche alla prof.ssa Katia Perini e al Dipartimento di Architettura per la continua attenzione e lo studio del nostro territorio!

Ospitiamo qui di seguito un breve intervento proprio di Francesca Viani sul contenuto della sua tesi:

La riqualificazione dei fiumi è un fenomeno che sta prendendo sempre più piede a partire dalle grandi metropoli fino alle città di dimensioni più ridotte.

Con il passare degli anni, la riqualificazione delle strutture sul nostro territorio e una presa di coscienza sulla parte verde delle nostre città diventa fondamentale per creare spazi di alta qualità.
Nella mia tesi “River Restoration and community involvement” ho analizzato come a partire dalle piccole realtà e da poche persone possano nascere delle associazioni che scelgono di prendersi cura del territorio che le ospita, in particolare parleremo di fiumi urbani.
Questo tipo di processo ha un nome, “Bottom-up”, e significa che le persone (Bottom) si uniscono e cercano di attirare l’attenzione degli enti governativi (Up) che trascurano i loro spazi, spesso a causa di scarsi interessi e investimenti nell’area in questione.
Sono stati presi in analisi alcuni fiumi urbani, europei e non, che in mano ad associazioni stanno o hanno recuperato uno stato simil naturale.
A partire da questi esempi sono stata messa in contatto dalla mia relatrice, Katia Perini, ricercatrice e professoressa presso la facoltà di Architettura di Genova, con l’associazione “Amici di Ponte Carrega”, che opera in Val Bisagno a Genova, un esempio molto vicino a me e decisamente attuale.
L’associazione non solo ha acconsentito a rilasciare un’intervista, ma mi ha coinvolto in discussioni riguardanti i loro obiettivi e su come muoversi per ottenere risultati.
L’aspetto che più mi incuriosiva era come si inizia a farsi sentire? Come essere ascoltati?
Così mi è stato spiegato che la diplomazia e l’informazione sono le due armi principali. Parliamo di persone che si sono trovate senza una casa di fronte alle alluvioni e di chi si è visto rovinare una valle bellissima nel corso degli anni a causa di costruzioni poco studiate e adattate al contesto, che hanno portato scarsi vantaggi per non dire nessuno alla vita dei cittadini. Lentamente si aggiungono persone, si cercano le motivazioni di determinate scelte prese dagli enti governativi.
Attrarre persone all’associazione vuol dire attrarre competenze e avere la possibilità di fare domande, mettendo in difficoltà chi non si aspettava reazioni ,ma solo silenzio.
Così la propria voce acquisisce importanza ,diventa difficile ignorarla e si modificano decisioni nelle quali inizialmente il cittadino non era coinvolto.
Ho partecipato con loro alla Clean Up del 26 settembre, durante la quale ho scattato alcune foto e ho compreso meglio lo spazio del letto del fiume.
Parlando del potenziale della valle abbiamo gettato le basi per un progetto di riqualificazione. La Val Bisagno potrebbe essere il territorio ideale per sperimentare la smart city di cui si parla tanto, bisogna solo comprenderlo e cercare di lasciarle spazio.

 

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Territorio e Università: gli Amici di Ponte Carrega al workshop della laurea magistrale in Architettura sulla Val Bisagno

Lunedì scorso, 15 giugno, su invito dell’Università degli Studi di Genova abbiamo partecipato al workshop della Laurea magistrale in Architettura sulla Val Bisagno: è bello che il mondo dell’università coinvolga gli attori del territorio ed è bello che tra questi attori abbia scelto anche noi!

 

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L’intervento, a cura di Fabrizio Spiniello, si è focalizzato su tre macro tematiche:

1. Perché parlare della Val Bisagno può essere interessante.

La realtà della Val Bisagno è rappresentativa di altre realtà e di problematiche a livello nazionale, sia di natura ambientale (il dissesto idrogeologico, l’abbandono del territorio coltivo periurbano, la cementificazione), sia di natura sociale e politica (la chiusura dei negozi di quartieri e la proliferazione della GDO, una popolazione in calo – la nostra città continua a perdere abitanti in maniera impressionante, circa 300.000 a partire da fine anni’70, con previsioni identiche anche per i prossimi venti anni – , sempre più fragile e anziana, la mancanza di servizi e di spazi urbani aggregativi, le poche idee sul futuro della valle e della città, la diaspora dei giovani verso Milano o altre realtà europee.

2. Accenni sulla storia del lavoro e dell’immigrazione in Val Bisagno.

Partendo dai caratteri della Val Bisagno di fine Ottocento, ancorata a una agricoltura di sussistenza, all’artigianato e a un’economia legata ai trasporti, si è tentato di delineare un profilo di sviluppo che, attraverso la realizzazione delle nuove strade e dell’annessione alla grande Genova, ha portato in pochi anni la vallata ad essere una zona fortemente legata all’industria e ai servizi per la città.

Attraverso la storia dell’immigrazione in valle si è raccontato di uno sviluppo urbanistico legato soprattutto alla realizzazione di quartieri popolari e di impianti industriali, questi ultimi via via ridimensionati e dismessi a partire dagli anni Ottanta del Novecento. Molti di questi stabilimenti industriali sono stati riconvertiti in spazi commerciali della grande distribuzione.

3. Alcune riflessioni e proposte sul futuro della Val Bisagno.

Il racconto si è protratto su alcune tematiche di grande attualità, come il dissesto idrogeologico (scolmatore, fondi PON  Metro, progetto sul versante di Piazzale Bligny, Rio Torre), quello della mobilità (la Val Bisagno è in attesa dell’approvazione o del diniego del finanziamento richiesto dal Comune al MIT sulla realizzazione di una rete di filobus, anche se il dibattito fino ad oggi era concentrato sulla realizzazione di una tranvia, mezzo scelto a seguito del Debat Public del 2010).

Anche la realizzazione di una pista ciclabile è tema molto dibattutto negli ultimi mesi:  http://www.amicidipontecarrega.it/2020/05/17/un-percorso-ciclabile-tra-borgo-incrociati-e-via-adamoli-e-possibile/

Un altro esempio: la proliferazione dei centri commerciali. Oltre all’area ex Boero e all’area ex Cementifera, rimane in sospeso il progetto sull’area ex Guglielmetti dove era prevista la realizzazione di un centro commerciale e di un albergo (http://www.amicidipontecarrega.it/tematiche/territorio/ex-officine-guglielmetti/page/3/).

L’intervento è proseguito con il tema della valorizzazione e la salvaguardia della Val Bisagno, con le sue bellezze e i tanti beni storici e architettonici del suo territorio, sono, in primis, uno strumento a favore degli stessi cittadini che vivono o lavorano n Val Bisagno per ridare dignità a questo territorio e proteggerlo da ulteriori speculazioni e rapallizzazioni.

L’obiettivo dei prossimi anni per la Val Bisagno deve essere quello di non perdere più occasioni di rilancio: migliorare la vivibilità e la fruibilità dei nostri spazi pubblici non può essere fatto con la realizzazione di ulteriori centri commerciali ma può essere realizzato solo riconoscendo valore a questo territorio.

Esiste un patrimonio urbano anche nelle periferie: ignorarlo non significa che non esista.

Per concludere si è voluto porre l’accento su alcuni esempi concreti e alcune aree destinate ad essere al centro, nei prossimi anni, di trasformazioni urbanistiche sulle quali si giocherà gran parte del futuro di questa parte di città e sulle quali gli studenti di Architettura potranno confrontarsi:

  • Ex Guglielmetti: è ancora attuale, con l’avanzare dell’e-commerce, sostenere la realizzazione di un grande centro commerciale? E’ possibile ripensare l’area utilizzando anche la parziale destinazione industriale prevista dal PUC, e immaginare una diversa destinazione rispetto invece di una nuova Fiumara?
  • Volpara: area attualmente occupata da AMIU e dal fangodotto per il trattamento dei rifiuti reflui che sarà spostato nelle aree ex Ilva di Cornigliano a partire dal prossimo anno. L’area in parte è occupata da altre officine comunali: l’attuale amministrazione comunale ha dichiarato una possibile dismissione dell’area dalle attuali servitù ma non ha tracciato linee guida in merito a una sua riconversione ad eccezione di una proposta di collocare qui il centro direzionale Amiu, oggi in via D’Annunzio;
  • Area di Ca’ de Pitta: pur essendo in parte attualmente occupata dal cantiere dello Scolmatore e dal Mercato all’ingrosso del Pesce è ancora una area enorme e molto appetibile da un punto di vista urbanistico;
  • Area ex Moltini: la piombifera dismessa nei primi anni duemila è un’altra area che potrebbe essere trasformata;
  • Ipotesi di scuola: l’area di Gavette occupata da Iren. Le antiche Officine del Gas sono oggi utilizzate da Iren: qualche anno fa insieme al Politecnico si era lanciata l’idea di riconvertire l’area in un campus universitario, riutilizzando le pregevoli costruzioni poste all’interno dell’area e utilizzando gli enormi spazi oggi usati come parcheggio mezzi e depositi materiali.

 

Alcuni momenti della presentazione del terzo rapporto sulle città in Italia di Urban@it

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In attesa della pubblicazione del video del convegno, ecco alcuni momenti riguardanti l’evento del 19 maggio scorso, la presentazione del “Terzo rapporto sulle Città in Italia” di Urban@it, centro nazionale di studi per le politiche urbane, organizzato dagli Amici di Ponte Carrega a Palazzo Ducale in collaborazione con San Marcellino, Ass.Med.Com e Isf Genova e con il patrocinio dell’Università degli studi di Genova e dell’Ordine degli architetti di Genova.

Il rapporto Urban@it del 2018 è intitolato Mind the gap. Il distacco tra politiche e città. Sul sito di Urban@it sono disponibili i background papers: https://www.urbanit.it/rapporti-annuali/

La prima parte della mattinata si è svolta con l’introduzione di Fabrizio Spiniello, presidente dell’Associazione Amici di Ponte Carrega a cui è seguito l’intervento del vice Sindaco di Genova, Stefano Balleari. Sono poi intervenuti i docenti dell’Università degli studi di Firenze, Massimo Morisi e Camilla Perrone e di Avanzi, sostenibilità per azioni-Milano, Claudio Calvaresi.

Nella seconda parte della mattinata il focus si è poi spostato sulle politiche urbane genovesi grazie alla tavola rotonda condotta dal giornalista de La Repubblica Marco Preve a cui hanno partecipato il prof. Lombardini in rappresentanza dell’Università degli studi di Genova (era assente il prof. Bobbio inizialmente indicato dal Dipartimento), il prof. Gastaldi dell’Università IUAV di Venezia e l’arch. Stefano Sibilla, vice presidente dell’Ordine degli architetti di Genova.

Le associazioni e i comitati che si sono iscritti al gruppo di lavoro su Urban@it si incontreranno il 23 maggio e il 4 giugno prossimi per preparare l’evento del pomeriggio di lunedì 11 giugno nel Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi: in questa occasione, in cui sarà presente il prof. Morisi di Urban@it, le associazioni e i comitati presenteranno un breve documento di rielaborazione di quanto ascoltato all’incontro del 19 maggio al Ducale e lanceranno una proposta di lavoro aperta alla cittadinanza e alle associazioni per parlare del futuro della nostra città e delle sue periferie.

Vi aspettiamo alle ore 17:00 di lunedì 11 giugno in Via Garibaldi 9 per iniziare questo percorso di riflessione sulla città!

L'articolo pubblicato su La Repubblica del 19 maggio

L’articolo pubblicato su La Repubblica del 19 maggio

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L’intervento del prof.Morisi. Al suo fianco la prof.ssa Perrone e il dott. Calvaresi

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Il Vice Sindaco di Genova, dott. Stefano Balleari

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La tavola rotonda "Politiche urbane per Genova" con il prof. Gastaldi, Marco Preve,  Stefano Sibilla e il prof. Lombardini

La tavola rotonda “Politiche urbane per Genova” con il prof. Gastaldi, Marco Preve, Stefano Sibilla e il prof. Lombardini

Presentazione del terzo rapporto Urban@it a Palazzo Ducale

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L’associazione Amici di Ponte Carrega quest’anno ha voluto essere protagonista di un importante evento culturale proponendo a Genova la presentazione del “Terzo Rapporto sulle Città” di Urban@it, Centro nazionale di studi per le Politiche Urbane, edito da Il Mulino editore di Bologna (sarà possibile acquistare il dossier durante l’evento).

Urban@it è un’associazione composta da tredici università italiane (non c’è Genova al momento) e si candida a costruire e consolidare un rapporto forte e di reciproca alimentazione tra il mondo della ricerca, il mondo delle istituzioni, il mondo produttivo e la cittadinanza attiva attorno al tema delle politiche urbane. Esso aspira a qualificarsi come think tank a servizio delle città e in primo luogo della pubblica amministrazione, proponendosi di convogliare la ricerca, universitaria e non, al fine di alimentare programmaticamente l’innovazione nelle politiche pubbliche. Questa iniziativa nasce in sintonia con la rinnovata attenzione verso i temi urbani che si registra in ambito internazionale. Nell’ottobre 2016 si è tenuto a Quito (Ecuador) Habitat III, la terza grande conferenza dell’ONU sugli insediamenti umani, mentre il 30 maggio 2016 è stato sottoscritto il Patto di Amsterdam sulla Agenda urbana per l’Unione Europea.

Il rapporto Urban@it del 2018 è intitolato Mind the gap. Il distacco tra politiche e città.

La prima parte della mattinata dalle 9:30 alle 10:45, dopo l’introduzione di Fabrizio Spiniello della Associazione Amici di Ponte Carrega, sarà dedicata alla presentazione del rapporto 2018. Per Urban@it parteciperanno il prof. Morisi, docente in Scienze dell’Amministrazione a Firenze, la prof.ssa Perrone, professore associato di Tecnica e Pianificazione urbanistica dell’Università degli Studi di Firenze e il dott. Calvaresi, senior consultant presso Avanzi Milano.

Dalle 10:45 e fino alle 13.00 è prevista invece la tavola rotonda “Le politiche urbane genovesi” a cui parteciperanno: Francesco Gastaldi, docente di Urbanistica dello Iuav di Venezia, l’arch. Sibilla, in rappresentanza dell’Ordine degli Architetti di Genova, un rappresentante della Amministrazione comunale (ancora da definire) e Roberto Bobbio, docente di Urbanistica del Dipartimento di architettura e design della Scuola Politecnica dell’Università degli Studi di Genova, oltre ai tre rappresentanti di Urban@it. La tavola rotonda sarà condotta dal giornalista de La Repubblica Marco Preve.

L’intento della mattinata è duplice: da una parte presentare il rapporto Urban@it, dall’altra portare l’attenzione sulle periferie e i quartieri genovesi attraverso il coinvolgimento di esperti e docenti di altissimo livello.

Inoltre in questa occasione vogliamo lanciare una proposta di lavoro per avviare una riflessione propositiva da parte di rappresentanze di base dei cittadini, associazioni e comitati. A questo scopo proponiamo alle associazioni e ai gruppi informali di cittadini dei quartieri un breve percorso di lavoro cooperativo.

Ogni gruppo/associazione interessata, tra quelle a cui è stato proposta l’idea, dovrà garantire la partecipazione con almeno uno o due rappresentanti all’evento del 19 maggio mattina iscrivendosi entro il 14 maggio 2018 inviando una mail a info@amicidipontecarrega.it . 

Non è previsto alcun costo.

In base al numero delle iscrizioni ricevute si verificherà la possibilità di avvio del percorso (numero minimo 10 gruppi/associazioni) e si formeranno i gruppi di lavoro sui seguenti ambiti: Territorio – Sociale – Salute – Sport – Cultura e verranno comunicati agli iscritti. Chi si iscrive deve lasciare un recapito e indicare 3 ambiti dei 5 di cui sopra, in ordine di gradimento.

L’Associazione di Mediazione Comunitaria metterà a disposizione un facilitatore per ogni gruppo di lavoro per aiutarlo a lavorare sul proprio tema nei modi che i membri sceglieranno (riunioni – social – ecc…)

Ogni gruppo dovrà preparare un intervento propositivo sul proprio tema, a partire da quanto ascoltato la mattina del 19 maggio, della durata di 15/20 minuti , nel quale riassumere le proposte e le considerazioni fatte nel gruppo di lavoro. L’idea che sta alla base di questo lavoro è quella di evitare un mero elenco di lamentazioni ma di concentrarsi sugli interessi e gli obiettivi comuni sforzandosi di andare oltre alle problematiche della singola parte di territorio da cui provengono.

Gli interventi saranno presentati in un ulteriore seminario previsto per il pomeriggio di lunedì 11 giugno presso il Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi, alla presenza del professor Morisi della rete di Urban@it e al quale saranno invitate a partecipare anche le istituzioni comunali.

L’evento si terrà sabato 19 maggio dalle 9:30 alle 13:00 presso la Sala del Camino di Palazzo Ducale ed è stato organizzato dagli Amici di Ponte Carrega in collaborazione con Urban@it, con la Fondazione San Marcellino, la Associazione di Mediazione Comunitaria, Isf Genova e la Fondazione per la Cultura di Palazzo Ducale. E’ patrocinato dall’Università degli Studi di Genova e dall’Ordine degli Architetti di Genova.

https://www.urbanit.it/genova-19-maggio-presentazione-del-terzo-rapporto-di-urbanit-mind-the-gap-il-distacco-tra-politiche-e-citta-ed-il-mulino/

https://www.urbanit.it/

Scarica qui il volantino

 

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Domani Amici di Ponte Carrega ospiti al Laboratorio di analisi e progettazione del paesaggio ad Architettura!

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Nuove mani nella città: ciclo di incontri sulla gestione responsabile del territorio

Memorie

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Ad Aprile in Val Bisagno si parlerà di partecipazione dei cittadini alla gestione del territorio. Lo faremo insieme ad altre associazioni e comitati della vallata riuniti in rete e lo faremo insieme ad esperti e docenti universitari delle università di Firenze, Genova, Milano (Politecnico) e Bilbao (Spagna). Gli incontri avranno una forma interattiva con il pubblico: non si sono voluti organizzare seminari cattedratici o lezioni magistrali ma incontri volti alla formazione e al confronto tra tutti i soggetti coinvolti. Per questo motivo i seminari sono rivolti a tutti, studenti, cittadini, associazioni, professionisti e politici.

Abbiamo scelto due luoghi simbolo: un municipio, per sottolineare il legame con uno dei luoghi simbolo del dibattito politico sul territorio e una scuola, per sottolineare la necessità di formazione di noi tutti e l’importanza dell’istituzione scolastica nella formazione dei cittadini.

Qui di seguito trovate il calendario degli incontri, vi aspettiamo!

Guarda <qui il calendario dei seminari>

NUOVE MANI NELLA CITTÀ, ciclo di incontri sulla gestione responsabile della città

GENOVA E I SUOI QUARTIERI COME RESPONSABILITÀ COMUNE

Patrocinio

Venerdì 1 Aprile 2016

“Il governo della città”. Ovvero: “Genova come destino comune” (M. Morisi)

Sala Consiliare Municipio IV Media Val Bisagno, Piazza dell’Olmo 3, ore 18:00-20:00

Giovedì 7 Aprile 2016

“La città nelle mie mani”. Ovvero: “La partecipazione dei cittadini nella formazione e nella messa in opera delle politiche locali.” (M. Morisi)

Sala Consiliare Municipio IV Media Val Bisagno, Piazza dell’Olmo 3, ore 18:00-20:00

Venerdì 15 Aprile 2016

Il valore dei luoghi. Ovvero, “La città come Bene Comune” (C. Calvaresi, R. Alzate, M. Morisi

Aula Magna Istituto Secondario Superiore Firpo-Buonarroti, Via Canevari 51, ore 18:00-20:00

Giovedì 21 Aprile 2016

“La città come responsabilità comune” (M. Morelli, M. Penco, L. Borzani)

Aula Magna Istituto Secondario Superiore Firpo-Buonarroti, Via Canevari 51, ore 18:00-20:00

I seminari sono condotti da docenti delle università di Firenze, Milano (PoliMI), Genova e Bilbao (SP):

Ramon Alzate professore di Mediazione, Educazione e Conflitto alla Università dei Paesi Baschi di Bilbao.

Claudio Calvaresi professore di Urban Conflicts Analysis al Politecnico di Milano.

Mara Morelli  professoressa di Iberistica all’Università di Genova, è presidente della Associazione di Mediazione Comunitaria di Genova.

Massimo Morisi garante della Partecipazione della Regione Toscana, è professore di Scienza Politica e Scienza della Amministrazione all’Università di Firenze.

Monica Penco si occupa di procedure deliberative e partecipative presso il Dipartimento di

             Scienza Politica dell’Università degli Studi di Genova.

Luca Borzani presidente Fondazione per la Cultura di Palazzo Ducale

Gli obiettivi dei seminari

Capire il reale significato del partecipare. Formare cittadini consapevoli dei propri mezzi e attivi nella gestione del territorio, emanciparli dal ruolo di spettatori per renderli attori delle trasformazioni della città. Apprendere le buone pratiche di governo del territorio al di fuori di Genova e della Liguria. Conoscere modelli positivi di gestione partecipata del territorio e delle periferie nel resto del Mondo. Risolvere le controversie evitando lo scontro.

Dove

La Val Bisagno. Perché, destati violentemente dall’alluvione, abbiamo reagito creando una rete territoriale di cittadini, associazioni e comitati, alla ricerca di nuovi strumenti di governo del territorio.

Per chi

I seminari sono indirizzati a tutti, cittadini, politici, associazioni, professionisti e studenti; sono svolti in forma interattiva con il pubblico e stimolano il confronto e il dialogo. Viene consegnato un attestato di partecipazione con almeno 3/4 delle presenze.

Le associazioni e i comitati organizzatori:

Associazione Amici di Pontecarrega

Attac – genova

Associazione di Mediazione Comunitaria – Genova

Associazione Comitato Acquasola

Comitato Contro la Cementificazione di Terralba

Comitato Gino Benazzi

Comitato Via Montello

FIAB Genova – Amici della Bicicletta

Forum dei beni comuni Genova

Ghettup Tv

Giovani Urbanisti

Gossypium

Gruppo per la riqualificazione dell’ex mercato di corso Sardegna

Ingegneria senza Frontiere –Genova

Legambiente- Circolo Nuova Ecologia

Comitato Protezione Bosco Pelato

Per approfondimenti ed iscrizione ai seminari:

e-mail segreteria: memoriabisagno@gmail.com

referenti: Fabrizio Spiniello 3492377545, Laura Tubelli 3483545816

Scopriamo il convegno: il dissesto idrogeologico

IL TERRITORIO COME BENE COMUNE
Domenica 11 gennaio dalle ore 9.30
Sala del Maggior Consiglio – Palazzo Ducale, Genova
IL DISSESTO IDROGEOLOGICO

La giornata di domenica 11 gennaio a Palazzo Ducale si concluderà con la relazione del gruppo di lavoro coordinato dal WWF Genova sul progetto di restringimento di sponda destra del Bisagno e sullo scolmatorino del Fereggiano e quello che poteva essere un progetto alternativo con costi nettamente inferiori e di più facile realizzazione che però l’amministrazione non ha voluto tenere in considerazione privilegiando la scelta di un canale scolmatore costosissimo e soprattutto ininfluente sul Bisagno! Italia Nostra Genova ci illustrerà poi gli ultimi aggiornamenti sullo stato dell’arte dei due scolmatori, sottolineando aspetti tecnici, costi e prospettive.
Infine avrà luogo la tavola rotonda “Il governo del rischio” a cui parteciperanno due tecnici idraulici (Prof. Renzo Rosso del Politecnico di Milano e Prof. Giorgio Roth, direttore del DICCA dell’Università di Genova) e due tecnici competenti per la parte geologica (Dott. Andrea Agapito del WWF Italia e Prof. Gerardo Brancucci dell’Università di Genova): in questa tavola rotonda abbiamo voluto mettere a confronto le due visioni dello stesso problema (IDRO e GEOLOGICO) per avere un quadro completo del problema e delle possibili proposte e soluzioni per la città e la vallata.
Tuttavia va anche valutata un terzo aspetto del problema, che fa da filo conduttore per tutta la giornata: il ruolo del cittadino. Le soluzioni tecniche infatti vengono spesso imposte dai tecnici, su diktat politici, senza che la popolazione venga informata o resa partecipe o consapevole di scelte che la riguardano molto da vicino.
Anche le soluzioni proposte dai tecnici dovrebbero essere, secondo la nostra visione di città, condivise con la cittadinanza. Per questo in questa tavola rotonda abbiamo voluto inserire anche una figura esperta in questo settore (la partecipazione della cittadinanza): il Prof. Massimo Morisi, della Università di Firenze e garante della comunicazione e della partecipazione della Regione Toscana.
Obiettivo di questa tavola rotonda è quello di proporre idee e soluzioni per il caso Genova ma è anche individuare un metodo di “governo” del territorio che metta al centro il cittadino come risorsa imprenscindibile per l’amministrazione, sia nella gestione del rischio, sia nella gestione della città.
A questa tavola rotonda sono stati invitati a partecipare a rappresentanza dell’istituzione: il Sindaco di Genova, Marco Doria, l’assessore ai Lavori Pubblici e Protezione Civile, Gianni Crivello e l’assessore all’ambiente Valeria Garotta. Nessuno di loro sarà presente per parlare di dissesto idrogeologico a Genova.

A partire delle ore 16:00
Il territorio come bene comune
Sala del Maggior Consiglio, Palazzo Ducale Genova
Domenica 11 gennaio 2015

Territorio come Bene Comune – Domenica 11 gennaio 2015 – Palazzo Ducale

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 Scarica il Volantino

Viva la Piazza Viva! Il Congresso Mondiale di Mediazione sbarca a Genova e la Associazione Amici di Ponte Carrega è Istituzione Aderente!

Il percorso intrapreso due anni fa con la piattaforma della mediazione si appresta a vivere un passaggio di straordinaria importanza.

Al Palazzo Ducale di Genova dal 22 al 27 settembre il X Congresso Mondiale di Mediazione: “una via verso la cultura della pace e la partecipazione comunitaria” di cui sono organizzatori la Fondazione per la Cultura di Palazzo Ducale, la Fondazione San Marcellino e l’Università degli Studi di Genova.

La Associazione Amici di Ponte Carrega parteciperà attivamente ai lavori del Congresso Mondiale sia grazie ai workshop tenuti da esperti internazionali sul tema della mediazione, sia grazie ad iniziative che via via vi presenteremo e che saranno svolte sul nostro territorio o saranno dedicate al nostro territorio. Inoltre la nostra associazione avrà uno spazio dedicato nello spazio poster e comunicazioni e in questo ambito presenteremo la nostra attività e il nostro approccio con la mediazione.

L’evento approda per la prima volta in Europa, a Genova, da molti anni una delle piattaforme di maggior studio e interesse per i temi della mediazione. Noi ci siamo avvicinati a questo progetto più di due anni fa. Un giorno d’autunno comparve per Ponte Carrega e Piazza Adriatico un manifesto dal titolo curioso: “Viva la Piazza Viva” e poi la data e l’orario dell’incontro organizzato dai mediatori. Allora era per noi una realtà non conosciuta ma quel volantino ci colpì: un quartiere vivo era quello a cui anche noi puntavamo,ad un anno dall’alluvione del 4 novembre e sommersi dal cemento delle operazioni speculative incominciate nel nostro quartiere dopo l’alluvione. Così incominciò la nostra avventura con la piattaforma genovese di mediazione: insieme a noi furono coinvolti gruppi di altre realtà genovesi, di periferie (Sampierdarena,Certosa) e del centro storico “periferico” (San Bernardo, si può essere periferie anche in centro). Alcuni esperti, che oggi sono tra i congressisti del congresso che si apre la prossima settimana, giunsero appositamente da ogni angolo del globo,dalla Spagna al Sudamerica, in periodi differenti, per offrirci formazione e il loro contributo in termini di contenuti e di esperienza umana. Così abbiamo fatto tesoro degli incontri con Ramon, mediatore nei conflittuali Paesi Baschi e con Graciela, professoressa di Città del Messico, alle prese con le periferie di una delle città più difficili del globo.

Abbiamo fatto tesoro dei loro racconti che ci hanno arricchiti e hanno dato forza alle nostre lotte che non sono poi così distanti dalle lotte intraprese dai cittadini di tutto il mondo in un momento di forte crisi delle democrazie occidentali, dettato da una crisi del sistema rappresentativo: l’istanza comune che viene fuori dalle esperienze di Argentina e Messico è la stessa di Ponte Carrega e di altri chissà quante altre centinaia di simili esperienze in giro per l’Italia e l’Europa. I cittadini ci sono, non stanno alla finestra e vogliono partecipare ai cambiamenti, senza rimanerne spettatori passivi che delegano la loro vita e le proprie facoltà di scelta ai loro rappresentanti. La mediazione è lo strumento che fa fare il salto di qualità a queste istanze genuine e vitali. Mediare significa risolvere i contrasti e le controversie prima ancora che queste sorgano.

Gli strumenti della mediazione sono il dialogo e la competenza (la preparazione), ma anche la libertà di fare un passo indietro e di ascoltare l’interlocutore, capire la sua posizione e le sue esigenze. Mediare non significa arrivare a un compromesso ma giungere a una soluzione condivisa: così si supera la “democrazia per alzata di mano”con cui si rischia di lasciare una parte soccombente e una vincitrice e in cui la vittoria di uno può rappresentare la sconfitta dell’altro.

O si vince tutti assieme o si perde tutti assieme: è un ritrovare il senso di Comunità e il senso di civiltà superando il concetto stesso di minoranza. Allo stesso tempo abbiamo imparato a superare il concetto di periferia: innanzitutto abbiamo appreso che la periferia può esistere anche in centro (San Bernardo, Ghetto) e quindi abbiamo scoperto che questo concetto sia soprattutto uno stato mentale piuttosto che fisico. Essere periferia significa riconoscere con dignità il proprio ruolo e allo stesso tempo fare di questo ruolo una risorsa e non un fardello. Siamo periferia e siamo contenti di esserlo perchè anche la periferia, che ci crediate o no, ha i suoi pregi e la sua Bellezza. Riprendendoci il nostro ruolo nella città abbiamo quindi rifiutato il connottato settario del termine “periferia” così come inteso dal “centro” e lo abbiamo trasformato in qualcosa di positivo. Sono anche le esperienze vissute nel quartiere che fanno la bellezza del luogo; imparando a mediare stiamo imparando a difenderle!

Viva la Piazza Viva!

 

La nostra associazione è tra le Istituzioni Aderenti, al fianco di università e fondazioni di chiara fama: http://congresodemediacion.com/mdl/it-istituzioni-aderenti.html
Con gioia e spirito di apprendere e di arricchimento delle nostre competenze ed esperienze vi invitiamo a venirci a trovare al Congresso. Qui trovate il programma completo:http://congresodemediacion.com/mdl/index-it.html1010306_1456197304613030_1065930645_n

Due chiacchere con i ragazzi di Architettura

logounige La nostra associazione si caratterizza da sempre per la ricerca arch1 delle competenze. Siamo cittadini normali che si formano e cercano il confronto costruttivo con terzi, istituti di ricerca e università. Il nostro percorso è caratterizzato da questa impronta: anche oggi si è verificato questo e grazie all’amico Alessandro siamo entrati in contatto con il Dipartimento di Architettura della Scuola politecnica della Università degli Studi di Genova e la mattina del 19 marzo siamo stati invitati a tenere un seminario sulla Val Bisagno nell’ambito della lezione di Laboratorio di Progettazione del Paesaggio.

Abbiamo illustrato agli studenti la nostra attività, abbiamo descritto loro il nostro territorio e le operazioni speculative di cui noi e il nostro territorio siamo testimoni. Abbiamo descritto la Val Bisagno e Pontecarrega in un contesto europeo, quello descritto dalle linee dell’Agenda 21 e della Carta di Aalborg: lo abbiamo fatto nella consapevolezza che quella direzione è stata tradita e disattesa e che il modello di sviluppo proposto per la Val Bisagno sia oramai un modello superato e non più attuale (da alcuni decenni secondo noi). E’ stimolante parlare di questi contenuti davanti a studenti di diverse regioni e differenti origini, è stimolante parlarne davanti a ragazzi e professori la cui visione guarda all’ Europa e non alla provincia e agli “interessi particolari”.

Il ritardo culturale di Genova (e dell’Italia) di fronte a certi temi è allarmante. L’università è uno dei pochi luoghi dove permane un certo dinamismo intellettuale e con grande entusiasmo abbiamo colto l’occasione di poter incominciare a collaborare anche con loro, per un reciproco scambio di idee e confronto.

Sostenere che il futuro possa sostenersi sulle stesse basi di ieri significa due cose: non voler vedere l’evidenza di questa crisi strutturale della nostra economia; ovvero non essere in grado di vedere il cambiamento a cui la nostra economia si sta indirizzando, inevitabilmente, per cause macroeconomiche di portata mondiale.

Per questo riteniamo che sia auspicabile un ritorno progressivo all’utilizzo del territorio come risorsa che, allo stesso tempo, possa produrre ricchezza, posti di lavoro di qualità (qualificati e qualificanti) e possa porre un rimedio alla grande problematica del dissesto idrogeologico (che così, come affermato nel convegno di novembre scorso, può diventare una “risorsa per la città”).

Rispetto a questa visione si pongono in contraddizione le grandi operazioni speculative che deturpano e depauperizzano il nostro tessuto commerciale e sociale creando insanabili ferite per il nostro territorio: è il gigante che sferra l’attacco prima di crollare. Con la chimera di posti di lavoro (ma quali tipi di contratto?) e senza tenere conto che determinati tipi di attività non andranno a creare nuovi posti di lavoro ma andranno solamente a ricollocare impiegati in esubero da altre attività similari, si mantiene in vita un modello di sviluppo oramai sorpassato e in declino. Il futuro è già tracciato e va in direzione opposta rispetto ai grandi centri commerciali; la grande industria è oramai un lontano ricordo della Genova che fu ed è un futuro che non appartiene più a Genova (e forse all’Italia e a gran parte dell’Europa per cause macroeconomiche) e la grande distribuzione non potrà sostenersi in un mondo in cui si produce sempre meno e si consuma sempre meno (impoverimento della classe media; aumento dei pensionati in una città composta in grande maggioranza di over 65 con un potere di acquisto che via via sarà sempre minore a causa dell’abbassamento progressivo delle pensioni come conseguenza di contratti di lavoro non di qualità, mal retribuiti e flessibili). Oggi godiamo ancora dell’ultima parte di questa “golden age” ma bisognerebbe già pensare con la testa rivolta al futuro, al momento in cui il gigante sarà immobile e a terra, esanime. Per questo consideriamo le operazioni sul nostro territorio come il frutto di una miope visione politica che guarda agli effetti immediati (e nemmeno bene, a dire la verità!) piuttosto che a lungo termine. Una visione legata ad idee vecchie e ormai sorpassate. Idee legate a doppio filo ad un imperante provincialismo (più che all’Europa e ai nostri vicini) e all’inalterato mantenimento degli equilibri di potere e degli interessi di mercato dei soliti noti.

Con i futuri architetti e con i loro professori abbiamo voluto discutere anche della Responsabilità dei Tecnici: un architetto ha le stesse responsabilità degli amministratori. Per questo abbiamo voluto porre l’accento sulla mancanza di percorsi di condivisione con la cittadinanza. Siamo voluti partire dal nostro caso concreto e dalla mancanza di partecipazione nei processi decisionali legati al nostro territorio per dire che non si deve arrivare a scontri e conflitti insanabili ma che va fatto un percorso di mediazione per arrivare a soluzioni condivise tra tecnici, amministratori e cittadinanza. La mediazione va fatta da un’autorità garante che sia autorevole per entrambi le parti e che bilanci i rapporti di forza, da un lato un enorme potere politico-finanziario e dall’altra i cittadini.

“Non il possesso della conoscenza, della verità irrefutabile, fa l’uomo di scienza, ma la ricerca critica, persistente e inquieta, della verità”  – Karl Raimund Popper

Pontecarrega oggi ospite alla Facoltà di Architettura dell’Università di Genova

logounige Oggi dalle 12:30 alle 13:30 la nostra Associazione sarà ospite del corso di Laboratorio di Progettazione del Paesaggio della Scuola Politecnica dell’Università degli Studi di Genova. Esporremo agli studenti del corso la nostra idea di Paesaggio e di Urbanistica Partecipata partendo dal Nostro amato ponte e dal nucleo storico del nostro quartiere: le operazioni e le costruzioni non condivise e che non rispettano il tessuto sociale di un quartiere offendono la dignità dei suoi abitanti.

Pontecarrega ad Architettura!

logounige Oggi alle 12:30 l’Associazione Amici di Pontecarrega, insieme al Comitato No cementificazione Terralba, sarà ospite della Facoltà di Architettura in Stradone Sant’Agostino per un seminario di studio sulla Val Bisagno e per una chiaccherata con gli studenti

Chi sono i docenti che partecipano al Convegno: il team di docenti per “Genova, dal dissesto idrogeologico un’opportunità per la città””

A pochi giorni dal Convegno “Genova, dal dissesto idrogeologico un’opportunità per la città” vogliamo presentarVi il piatto forte della nostra iniziativa: per parlare di alluvione e cultura del rischio siamo andati a cercare le migliori competenze in campo nazionale ed internazionale.

Siamo orgogliosi pertanto di poter presentare i profili accademici dei singoli relatori universitari che parteciperanno al convegno:

 

 

 

Logo_Politecnico_Milano

Il professor Renzo Rosso, http://www.diiar.polimi.it/cimi/persona.asp?id=21

è professore ordinario di Costruzioni Idrauliche e Marittime e Idrologia nel Politecnico di Milano.

E’ considerato uno dei massimi esperti di idraulica in Italia e in Europa. E’ stato insignito del prestigioso Henry Darcy Medal, il riconoscimento della European Geosciences Union, Division on Hydrological Sciences.

 

 

 

 

Il Professor Menduni http://www.diiar.polimi.it/cimi/persona.asp?id=96 è professore associato al Politecnico di Milano, ricopre ora la carica di Commissario delegato per l’emergenza conseguente all’evento sismico del 21 giugno 2013 in Garfagnana su incarico della Presidenza del Consiglio dei Ministri. E’ stato inoltre Segretario di Bacino del fiume Arno ed è autore di una recente pubblicazione http://libreriarizzoli.corriere.it/Perch-.-Le-ragioni-dell-Italia-dei-disastri-e-qualche-idea-per-cambiare-le-cose/KpqsEWcVQjsAAAE93W9mhAFv/pc?CatalogCategoryID=Q62sEWcW7XcAAAEryr0dhq_J&Root=eBook che sarà oggetto del suo intervento al convegno.

unigeIl Professor Giorgio Roth è da poco diventato Direttore del Dipartimento di Ingegneria civile, chimica e ambientale dell’Università degli Studi di Genova. E’ membro del Gruppo Nazionale per la Difesa dalle Catastrofi Idrogeologiche del CNR ed è autore di numerose pubblicazioni internazionali.

 

 

http://www.dicca.unige.it/ita/info/staff/persone/GiorgioRoth.php

 

Il professor Brancucci, http://www.arch.unige.it/per/doc/brancuccig/brancuccigw1.htm insegna Geomorfologia Applicata presso il DSA dell’Università degli Studi di Genova.

Ha svolto attività di ricerca compiendo studi relativi all’evoluzione morfo-climatica del territorio. In particolare ha concentrato la sua attenzione alle problematiche della variabilità climatica e della sua influenza sulla morfogenesi e morfodinamica del territorio.

 

Fondazione Politecnico di Milano

 Il Professor Daniele Fabrizio Bignami è professore a contratto di Rischio idrogeologico e Protezione Civile presso il Politecnico di Milano e Research Project Manager presso la Fondazione Politecnico di Milano: https://www4.ceda.polimi.it/manifesti/manifesti/controller/ricerche/RicercaPerDocentiPublic.do?EVN_ELENCO_DIDATTICA=evento&lang=IT&k_doc=18368&aa=2013&tab_ricerca=2&jaf_currentWFID=main

GENOVA, DAL DISSESTO IDROGEOLOGICO UN’OPPORTUNITA’ PER LA CITTA’. Presentazione del convegno dell’8 e 9 novembre prossimi

 

LA LOCANDINA DEL CONVEGNO DELL'8 E 9 NOVEMBRE PROSSIMI!Brochure

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Brochure

Dopo il lavoro svolto in questi mesi sul tema del dissesto idrogeologico nell’ambito del gruppo di lavoro promosso dal Wwf, l’Associazione Amici di Pontecarrega è orgogliosa di presentare il programma del Convegno che l’8 e il 9 novembre prossimi vedrà impegnati, tra la Val Bisagno e Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, alcuni tra i maggiori esperti di dissesto idrogeologico in campo nazionale e internazionale. Per parlare di dissesto idrogeologico in modo puntuale e scientifico, partendo dai cambiamenti climatici per arrivare nel caso particolare alla Val Bisagno.
I cittadini si muovono: appoggiata la vanga dopo il dramma del 4novembre, questo vuole essere il nostro modo per non dimenticare: vogliamo parlare di alluvioni, di piani di protezione civile, di cultura del rischio. Per farlo siamo andati a cercare il meglio: Fondazione Politecnico di Milano, Università di Genova, CIMA Research Foundation.

Con loro abbiamo costruito un convegno che parte dal basso e che vuole essere partecipato da tutta la cittadinanza e soprattutto dalle Istituzioni. Cerchiamo il confronto e non lo scontro e con umiltà abbiamo cercato di imparare qualcosa su questo tema che deve diventare di interesse quotidiano, in una città fragile come Genova: la convivenza con il rischio va insegnata e deve diventare un tema comune a tutti.

La solidarietà nata in quei giorni continua e dà i suoi primi frutti con un convegno nato da chi dal fango ha cominciato un percorso critico e di studio, analizzando cause e problemi e giungendo ad alcune proposte che saranno esposte durante la due giorni di convegno.

Il convegno è strutturato su due giorni:

 Venerdì 9 si svolgeranno quattro workshop con altrettanti Comitati o Associazioni impegnate nella problematica del rischio idrogeologico. I cittadini faranno da ciceroni guidando gli esperti nei quartieri a rischio, esponendo loro osservazioni e problematicità. Per una volta il ruolo si ribalta: il docente osserva e ascolta il cittadino, la sua esperienza sul campo.
Poi, nell’incontro residenziale presso il Municipio di Molassana in piazza dell’Olmo, il professore torna a parlare dalla cattedra esponendo le sue conclusioni in un documento condiviso che sarà esposto il giorno dopo a Palazzo Ducale.
La giornata si conclude con la proiezione

del film evento Se Io Fossi Acqua, alle ore 21:00 presso la Sala Punto di Incontro Coop Val Bisagno (qui tutte le info:https://www.facebook.com/events/211538622364485/?hc_location=stream ).
Sabato 9 novembre invece il convegno classico con i contributi di docenti, Istituzioni e cittadini nel più bel salotto della città: il Salone del Minor Consiglio di Palazzo Ducale per parlare del dissesto idrogeologico come di una opportunità che Genova non può permettersi di perdere: opportunità culturale per divulgare una cultura del rischio che ci renda consapevoli e attenti, opportunità per tornare a curare il nostro territorio e a prendercene cura.

Vi aspettiamo!

Gli Amici di Pontecarrega

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(musica di sottofondo: 1970 Alluvione a Genova, La chitarra di Bellafontana di Renzo Rosso – vedi il video su: http://www.youtube.com/watch?v=CV_mW7mC21U&feature=player_detailpage)