
La manifestazione di sabato 29 ottobre “Ponte Carrega tra storia e sport” è stata una bella occasione per condividere con il quartiere e la cittadinanza un pezzo di storia importante: la storia dell’antico stadio dei velocipedisti di Ponte Carrega, attivo tra il 1892 e il 1908 e testimone silenzioso delle prime partite di foot-ball (come veniva anticamente denominato il giuoco del calcio nell’età dei pionieri) e dei primi scudetti del Genoa (e anche del Milan).
L’iniziativa è stata promossa dalla Fondazione Genoa 1893 ETS – Museo del Genoa e Associazione Amici di Ponte Carrega con il Patrocinio del Municipio IV Media Val Bisagno – Comune di Genova e ha visto la partecipazione di personalità del mondo sportivo come l’ex giocatore e opinionista televisivo Claudio Onofri.
Oltre ai saluti del presidente del Municipio, Maurizio Uremassi e del Presidente dell’Associazione Amici di Ponte Carrega Fabrizio Spiniello, sono intervenuti gli storici Bruno Lantieri della Fondazione Genoa che ha raccontato la storia del campo storico del Genoa e Iolanda Valenti che ha illustrato la nascita e lo sviluppo dello sport in Val Bisagno proprio a partire dal campo dei velocipedisti di Ponte Carrega.
Vogliamo rivolgere un particolare ringraziamento a Giovanni Villani e a Giovanna Liconti per l’organizzazione dell’evento.
Condividiamo ora con voi alcune fotografie e il video girato da Fondazione Genoa 1893 della bella giornata di sabato 29 ottobre 2022.
Video della Fondazione Genoa 1893
C’era una volta Ponte Carrega. Luogo simbolo della storia cittadina, ma anche della sua vita sportiva. Costruito nel 1788 per collegare le due sponde del Bisagno, nel 1800 fu protagonista della battaglia del Generale napoleonico Massena, che diede battaglia un reparto austriaco che assediava la città. Ma novantotto anni dopo, fu anche il luogo in cui, a pochi passi, si disputò la prima amichevole della storia del calcio italiano, tra il Genoa dei pionieri e una rappresentanza di squadre torinesi.
Sabato 29 Ottobre, alle ore 11.30, la Fondazione Genoa 1893 e l’Associazione “Amici di Ponte Carrega”, con il patrocinio del Comune di Genova e del Municipio IV Media Valbisagno, sveleranno la nuova segnaletica storico-turistica, a ricordo del campo sportivo del Genoa. Qui si disputarono dieci anni di gare, qui il Genoa costruì i primi anni delle sue vittorie e la sua leggenda, prima di trasferirsi sul campo di San Gottardo nel 1907. Il campo sportivo di Ponte Carrega, costruito sull’antico velodromo, rimase in attività tra il 1897 e i primi anni del Novecento, e sabato 29 la storia sportiva avrà un suo nuovo racconto.
La Fondazione Genoa 1893 e gli Amici di Ponte Carrega svelano la nuova segnaletica tra storia e sport Sabato 29 Ottobre, alle 11.30 sul Ponte Carrega.
Interverranno gli storici Bruno Lantieri (Fondazione Genoa 1893), Mauro Pirovano e Jolanda Valenti (Amici di Ponte Carrega).
Dopo saluti delle autorità locali verrà svelato testo della targa.
Seguirà un piccolo buffet nel BAR DIANA in via Lungobisagno Dalmazia 23r, Genova.
Qui il link al sito della fondazione: https://www.fondazionegenoa.com/2022/10/21/ponte-carrega-tra-storia-e-sport/
“Italia Domani lascerà una preziosa eredità alle generazioni future, dando vita a una crescita economica più robusta, sostenibile e inclusiva” – dal sito https://italiadomani.gov.it/it/home.html .
Per la Valbisagno questo spot “governativo” sembra uscito dal ministero della verità di George Orwell.
Nessun piano di rigenerazione urbano della Valbisagno potrà essere efficace se verrà realizzato lo Skymetro: la metropolitana sopraelevata sopra il Bisagno e lungo la sponda sinistra costruita su piloni e impalcati da Brignole a Molassana.
Lo Sykmetro è il monumento alla società liquida di Bauman, ai non luoghi di Marc Augè, nulla ha che fare con la rigenerazione urbana!
Lo Skymetro per concezione è una scelta divisiva, già si schierano i comitati del No e comitati del Si, favorevoli o meno all’opera.
La scelta divisiva prevede due società. Quella che sta sopra, che scorre veloce, che passa atomizzata sopra a ogni cosa, alla quale l’unico valore che conta è il tempo e dall’altra parte la società che sta sotto, che subirà l’opera, alla quale è stata negata l’identità del luogo, la luce, lo sguardo sui crinali monumentali, alla storicità dei paesaggi.
Una scelta divisiva non media l’esigenza di chi vuole raggiungere velocemente il centro con chi invece dovrà subire l’opera, magari senza averne alcun vantaggio.
Si poteva scegliere qualcosa di meno divisivo che portasse vantaggio sia alle esigenze di un trasporto pubblico veloce, sia a chi desidera preservare luce e paesaggio riqualificando perfino i luoghi in cui si abita.
Questa scelta sarebbe stata il tram. Il tram però occupa spazio e occorre sottrarlo alla mobilità privata, questo comporta togliere posteggi, imporre zone 30 e prevedere pedonalizzazioni diffuse, pratiche che non trovano molto consenso. La vera contrapposizione non è quindi tra chi vuole viaggiare ragionevolmente in modo veloce con il mezzo pubblico contro coloro che vogliono preservare un luogo vivibile senza piloni e impalcati. La vera contrapposizione è tra chi non vuole sottrarre spazio al mezzo privato a favore del trasporto pubblico, ovvero tra chi non vuole cambiare nulla dello stato di fatto.
Questa per noi è una spaccatura inconciliabile perché la rigenerazione dei luoghi passa per un trasporto pubblico che viaggia integrato nella società, non quello che la divide tra chi sta sopra e chi sta sotto. Il mezzo di trasporto pubblico deve diventare l’occasione per la valorizzandone di ogni aspetto ambientale, territoriale e paesaggistico. Non basteranno settemila pannelli fotovoltaici per rendere l’opera ecologica se poi l’opera ha il potenziale degenerativo di dividere e destinare la valle alla surmodernità.
La nuova sopraelevata non riqualifica la Valbisagno ma la proietterà verso un destino di “periferia per sempre”.
Per la Valbisagno la rigenerazione che avevamo auspicato era quella largamente definita già nel 2004 con il documento “Agenda 21 per la Valbisagno“.
Si prende atto che questa amministrazione ha scelto di ignorare vent’anni di progettualità scegliendo la strada peggiore, quella divisiva, quella che non favorisce i disabili, quella che prevede il trasporto pubblico lontano dall’abitato, la soluzione più costosa, la soluzione meno riqualificante, forse la soluzione più comoda per non scontrarsi con chi non vuole cambiare nulla ed è disposto a sacrificare la valle con una nuova sopraelevata.
Per questo abbiamo realizzato alcune cartoline della Valbisagno che spediremo, come si faceva una volta, per far conoscere al mondo la visione smart della Genova che verrà.
Sabato 9 aprile a partire dalle ore 9:30 si svolgerà, presso l’Auditorium di Molassana, il convegno organizzato dalla Federazione per la tutela e la valorizzazione dell’acquedotto storico, di cui la nostra associazione è parte, per raccontare progetti e idee per il nostro amato condotto.
Inoltre, al termine della mattinata, sarà anche premiata, insieme a Giordano Bruschi, anche la nostra socia Iolanda Valenti, con la seguente motivazione:
A riconoscimento dell’instancabile attività di ricerca e divulgazione portata avanti negli anni a favore dell’acquedotto storico genovese.
Un motivo in più per partecipare numerosi all’incontro di sabato!
Qui sotto il programma del convegno:
Lo scorso 16 dicembre Fabrizio Spiniello dell’Associazione Amici di Ponte Carrega è stato ospite dell’Istituto per il Turismo Firpo Buonarroti per parlare dei palazzi di villa della Val Bisagno.
L’iniziativa fa parte di un progetto di approfondimento che le classi quinte hanno intrapreso sotto la guida dei loro docenti e della prof.ssa Antonella di Benedetto, sulla val Bisagno e la sua storia.
Il nostro contributo è stato quello di introdurre il tema che sarà poi toccato anche da esperti e docenti e che porterà gli studenti a realizzare contributi scritti sul sistema delle ville della Val Bisagno.
La relazione di Fabrizio Spiniello ha trattato alcuni dei palazzi più importanti della vallata da Terralba a Struppa cercando di contestualizzare il loro ruolo nell’economia della vallata e della città.
Gli amici di Ponte Carrega da sempre approfondiscono la storia, le radici e la memoria della Val Bisagno ritenendo la ricerca storica come uno degli elementi chiave del proprio agire sul territorio.
Da alcuni anni l’associazione Amici di Ponte Carrega partecipa al progetto “Adotta un Documento” finanziando il restauro di un antico documento dell’Archivio di Stato di Genova che riguarda la Val Bisagno.
Quest’anno la curatrice Giustina Olgiati ha scelto di restaurare una pergamena di Santo Stefano, risalente al 1212 in cui è scritto che i comproprietari dei mulini Binelli, tra cui il monastero di Santo Stefano, e dei mulini de Insula Alta, tra cui lo stesso monastero, stabiliscono di dividere a metà le spese di riparazione, accollandosi inoltre, i primi, i due terzi delle spese di derivazione dell’acqua, e i secondi il restante terzo.
L’abbazia di Santo Stefano, che oggi sovrasta via XX Settembre, fu fin dal medioevo una delle fondazioni ecclesiastiche più venerate dai genovesi che la facevano spesso oggetto di lasciti e donazioni, tra cui numerosi terreni in val Bisagno.
La mostra è visitabile per tutto il mese di gennaio nelle giornate di mercoledì e giovedì fino alle 15:30.
Acrobazia: Alice Rende
Movimenti: Alessandra Vannucci in collaborazione con Questioni di Danza (direzione artistica di Silvia Nevoso)
Performers: Margherita Bianchi, Chiara Camilleri, Valentina Favilli, Letizia Liotta,
Asia Maccarelli, Diletta Pirovano, Marta Rinaldi, Margherita Rojas, Alessia Sorrentino
Proiezioni: Silvio Sgueglia, Teodoro Tabaton
Video editing: Samuele Würtz
Riprese live: SquaesyFilm
Ricerca e documentazione: Gaia Cambiaggi, Anna Positano, Nuvola Ravera, Nicolò
Servi: con la collaborazione di: Carmen Andriani, Lucia Bergamaschi, Francesca
Berni, Giovanni Besio, Antonio Bruno, Laura Castellano, Marco Colombini, Barbara
Costantino, Alice Giuliano, Elisa Giliano, Juan Lopez Cano, Elisabetta Carosio,
Matilde Orlando, Carla Peirolero, Marina Petrillo, Fabrizio Spiniello, Antonio
Tancredi, Maria Pina Usai e Associazione Amici di Ponte Carrega, Associazione
culturale Aegua Fresca, Genova NO FUMI NAVI NO INQUINAMENTO, Dipartimento
Sostenibilità dell’Università di Genova, Ufficio Resilienza del Comune di Genova
Grazie a: Diana Benghi, Paolo Cerruti, Marco D’Amico, Marco Ferini, Davide
Palmigiano, Pasquale Picardi, Stefano Pinasco, Pierfrancesco Redaelli, Roberto
Valcada per le visite allo scolmatore del Ferreggiano, al cantiere di copertura del
Bisagno e al cantiere del rio Molinassi
Per lo spettacolo al Teatro Nazionale ai ringraziano particolarmente: Valentina
Video nuova illuminazione di Ponte Carrega
L’associazione Amici di Ponte Carrega e la Civica biblioteca Saffi di Molassana hanno sottoscritto un progetto di collaborazione per agevolare il prestito bibliotecario sul territorio.
Il progetto ha per ora una durata semestrale: ogni mese sarà messo a disposizione dei soci dell’associazione una selezione di libri e periodici delle collezioni della Biblioteca Saffi e Campanella con particolare attenzione alla sezione di storia locale e di libri per bambini.
Ringraziamo la biblioteca Saffi e in particolare la responsabile delle biblioteche della val Bisagno Elena Ghigliani e Rossella Restivo.
Condividiamo con voi l’articolo di Rosangela Urso su La Voce di Genova sulla tesi di laurea in Architettura di Francesca Viani a cui abbiamo collaborato.
La tesi di laurea è incentrata sulla Val Bisagno e su un progetto di River Restoration che guarda a modelli europei e americani e a una riqualificazione leggera e flessibile che asseconda le stagioni e le piene del fiume.
Buona lettura
Nel 2018, dopo l’inaugurazione del percorso della memoria di Camillo Sbarbaro, l’Associazione Amici di Ponte Carrega istruì la pratica per la segnalazione della quercia del sagrato della chiesa di San Michele per chiederne il riconoscimento monumentale.
La segnalazione, accompagnata da un dossier di 24 pagine, fu inviata alla Regione Liguria.
Come già anticipato ( http://www.amicidipontecarrega.it/2020/08/28/la-quercia-del-sagrato-della-chiesa-di-montesignano-diventa-monumentale/) dopo due anni di attesa, la quercia del sagrato (Quercus ilex) è stata inserita dal Ministero delle Politiche agricole nella lista degli alberi monumentali d’Italia ai sensi della D.Dir. n. 9022657 del 24/07/2020.
Ora grazie all’architetto e amico Stefano Repetto, cultore di storia antica della val Bisagno e amante del bello, possiamo aggiungere qualche altro nuovo particolare a questa vicenda, grazie alla ricerca di archivio da lui fatta. Riportiamo quanto da lui raccontato e lo ringraziamo:
“Verso il mezzogiorno del 26 febbraio 1831 il massaro Luigi Ratto di Giovanni mise a dimora sullo spiazzo antistante la chiesa di San Michele due alberi di elce (leccio). La realizzazione dell’acciottolato sul sagrato fu terminata il 20 ottobre 1841, cioè 180 anni fa”.
Nelle prossime settimane sarà apposta una bella targhetta d’ottone a ricordo del vincolo posto.
Nel frattempo celebriamo questo bel riconoscimento per la nostra amata quercia con questo splendido video a cura di Mauro Pirovano e Lafilmaker: