Il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici evidenzia alcune criticità del progetto definitivo sul Mini scolmatore del Fereggiano. Il progetto, inoltrato ad agosto, ha ricevuto le dovute osservazioni a fine dicembre ed ora, grazie al professor Rosso e ad Antonio Bruno, siamo in grado di fornirvi il documento completo (69pagine) in formato pdf.

Uno dei passi che più sembrano confermare le tante critiche di cui questo progetto è stato oggetto fin dal convegno di novembre riguarda alcuni aspetti idrologici: in particolare il parere tecnico alla pagina 47 sottolinea come “la portata di dimensionamento dell’opera sia stata definita in maniera convenzionale senza sviluppare un apposito studio idrologico riferito ai bacini idrografici di interesse”. Come dire che sul bacino del Fereggiano, del Rovare e del Noce non siano stati effettuati studi adeguati ad un’opera del genere; un’opera, vogliamo sottolinearlo, dal valore di 45milioni di euro per la realizzazione del solo primo stralcio del primo lotto cioè la sola captazione del rio Fereggiano. La captazione del rio Rovare e del Rio Noce rappresenta il secondo stralcio del primo lotto e ha un costo aggiuntivo di 13 milioni e trecentomila euro per un costo complessivo del primo lotto pari a euro 58,3 milioni. Questo secondo stralcio del primo lotto è da destinarsi ad una seconda fase mediante l’impiego dei ribassi di gara (cfr pag. 29) mentre il secondo lotto è rappresentato dal prolungamento dello scolmatore fino alla Sciorba.

La relazione prosegue mettendo il dito su quella che sembra la più grave mancanza di questo progetto che sembra non tenere adeguatamente conto dei processi di cambiamento climatico in atto da diversi anni affermando che “le stime del tempo di ritorno della portata di progetto definiscono probabilmente in modo non sufficientemente preciso per il rischio residuo di inondazione per incapacità dell’opera di scolmo di convogliare la portata in arrivo da monte”. Se non si tratta di bocciatura, poco ci manca: il progetto viene accusato di essere stato fatto su stime, calcoli e previsioni dello scorso secolo (sulla base di tabelle vecchie di 30anni, cfr pag. 48)

Il Consiglio Superiore inoltre sottolinea un altro aspetto molto importante, da noi sottolineato durante il Convegno. Nella relazione geologica, a pagina 54, si sottolinea la necessità di valutare la interazione tra le possibili frane, già verificatesi durante l’alluvione del 4novembre, e lo scolmatore. Occorre pertanto prevedere “interventi mirati a mitigare l’erosione sui versanti e/o stabilizzare pendii a rischio di frana a causa di eventi pioggia eccezionali”: chiaramente la concomitanza, non così eccezionale come dimostrano i recenti esempi, di una frana e di una piena del fiume “comprometterebbe di fatto la funzionalità delle opere previste”.

Altro elemento che, a parere del Consiglio merita maggiori approfondimenti, è quello riguardante l’utilizzo dei materiali e la “durabilità della superficie interna del rivestimento di galleria con particolare riferimento ai possibili fenomeni di abrasione in relazione ai valori di scabrezza di progetto”: è previsto che lo scolmatore del Fereggiano lavori in maniera ottimale “in pressione” e che in caso di eventi meno rilevanti rispetto ad episodi di piena (quelli per intenderci con tempo di ritorno di 25-35 anni) il deflusso mostri comportamenti instabili sollecitando continuamente e pericolosamente la superficie di rivestimento della galleria (pag.49) e quindi portandola velocemente ad una sua rapida erosione e rovina. Per questo motivo sarebbe fondamentale a nostro avviso, che nel computo di spesa complessivo venisse già inserita una clausola recante un preventivo dei costi di gestione e di manutenzione di un’opera che per il suo corretto funzionamento avrà un alto costo di manutenzione.

Altro punto problematico evidenziato dalla relazione sembra essere quello dello sbocco a mare (pag 50): va

verificato infatti, si legge nella relazione, il funzionamento che consideri le portate contemporaneamente in arrivo dalla galleria Fereggiano e dalla galleria Bisagno, allo scopo di quantificare il rigurgito che può interessare questa ultima”.

Il fatto, poi, che lo scolmatore, funzioni in pressione (caso unico al mondo) può compromettere il corretto funzionamento dello stesso nel caso in cui la piena sia contemporanea ad eventi meteo marini intensi: per questo Il Consiglio Superiore chiede di approfondire questa criticità come era stato, del resto, già prescritto per il progetto definitivo dello scolmatore del Bisagno nel 2007 (pag.51).

Il Consiglio esprime ancora un’altra perplessità riguardo le opere di presa dello scolmatore originariamente previste in maniera ottimale nel progetto del 2007 attraverso numerose simulazioni e la prevista realizzazione di una vasca con gradino che aveva la funzione di trattenere i corpi flottanti e la gran parte dei solidi trasportati dalla corrente. Il progetto attuale invece prevede un ridimensionamento delle dimensioni generali e la conseguente sostituzione del gradino di fondo con il restringimento che, così come previsto oggi, non sarebbe più in grado di trattenere adeguatamente quanto trasportato dalla corrente.

(si ringraziano il Prof. Rosso del Politecnico di Milano e il cons.comunale Antonio Bruno)

Parere Tecnico del Consiglio Nazionale dei Lavori Pubblici sullo Scolmatore Fereggiano.