Qualche giorno fa sul Secolo XIX (qui il link dell’articolo firmato da Anna Maria Coluccia)  è stato pubblicato un articolo che ha ricordato l’attuale “battaglia tra big” della grande distribuzione con l’intenzione di Coop di rilanciare il centro commerciale nelle aree ex Officine Guglielmetti.

Da tempo sapevamo che Coop avrebbe presto presentato il nuovo progetto del centro commerciale, questa volta senza la torre alberghiera e quindi senza la necessità di cambiare il piano urbanistico comunale. La nuova idea progettuale, pur non corroborata da rendering, è stata infatti presentata durante la scorsa assemblea annuale dei soci Coop.

I passi che Coop sta in questo momento compiendo, attraverso richieste di varianti, riguardano quindi soprattutto la questione idraulica (a cui già nel 2014 seguì l’incompatibilità con la VAS a causa del Piano di Bacino), prima ancora che le questioni di ordine politico. In particolare per varianti s’intendano varianti “orografiche”: le zone sotto il livello di piena verrebbero riempite e portare a livello strada così da poter superare, secondo il costruttore, un ostacolo dettato dal piano di bacino.

Dal 2014 sono passati quattro anni, e ne sono passati quasi dieci dai primi passi fatti da Coop per riconvertire l’ex officina comunale: un tempo più che sufficiente per rivedere un progetto che a nostro avviso, e non solo nostro, era nato con gravi errori di valutazione non sufficientemente contestualizzato nel tessuto urbano storicamente consolidato come quello di Pontecarrega.

Siamo convinti che la Coop avrebbe dovuto intraprendere un percorso di partecipazione e condivisione del progetto. Contrariamente lo staff dirigente Coop ha voluto intraprendere un percorso autoreferenziale senza tenere conto delle esigenze del territorio e dei cittadini presentando un progetto sostanzialmente già confezionato.

Siamo convinti che la riuscita o meno di questo intervento cambierà la sorte dell’intera vallata con il rischio di consegnarla a un destino di periferia per sempre. Questa mancanza di sensibilità verso il contesto del nostro quartiere e della vallata mal si concilia con il paesaggio circostante, già messo duramente alla prova dall’impatto dell’edificio Bricoman, ma ancora ricco di testimonianze storiche ed elementi di ricchezza, come ci ricorda il fatto che il percorso della Memoria di Camillo Sbarbaro sia stato inserito dal Ministero dei beni culturali e del Turismo nel calendario delle Giornate europee del Patrimonio. I luoghi di cui stiamo parlando e di cui Coop sembra non voler tenere conto sono storicamente l’elemento di congiunzione tra il complesso monumentale dei forti orientali con quello dei forti occidentali, crocevia tra il sistema dei forti e l’acquedotto storico, a pochi passi dal complesso monumentale di Staglieno.

Purtroppo edifici troppo grandi e decontestualizzati modificherebbero e comprometterebbero la percezione del territorio mortificandone la memoria storica, la bellezza e la possibilità di una migliore qualità di vita attraverso la piena fruibilità dei parchi.

L’idea di fondo che spesso sentiamo a sostegno di questo tipo di operazioni è sempre la seguente: al suo posto prima c’era un’ industria, il nuovo sarà meglio del vecchio : crediamo che continuare a sostenere questa tesi sia molto limitativo del tipo di ragionamento che cerchiamo di promuovere e rispondiamo che nel 2018 è necessario, vivendo in un contesto europeo e in un mondo post industriale, ambire ad una maggior qualità urbana ed architettonica: noi speriamo in un riuso intelligente del territorio, che non svilisca ulteriormente la bellezza della vallata e anzi possa migliorarne la sua qualità.

In definitiva, senza stancarci di ripeterlo, se non è possibile a causa del PUC vigente ridiscutere la destinazione urbanistica del nuovo insediamento, almeno crediamo sia possibile e soprattutto necessario ridiscutere la progettazione, la qualità progettuale del nuovo insediamento perché abbiamo già dimostrato, attraverso la presentazione della progettazione alternativa dello Studio Gallarati Architetti, che ciò è possibile e auspicabile (da un punto di vista politico): con la stessa destinazione d’uso basterebbe una diversa progettazione, una diversa distribuzione dei volumi.

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I progetti presentati da Coop in passato non si sono distinti in sensibilità ambientale nonostante i conclamati valori etici della cooperativa: da questo punto di vista la Coop Liguria si è comportata come un qualunque altro operatore economico.

SalutiDaTalea

A nostro avviso anche l’inquadramento storico che Coop ha utilizzato nella relazione illustrativa del suo progetto pone seri dubbi sul tipo di approfondimento che è stato svolto sui nostri luoghi.

Dalla relazione possiamo leggere “il versante sinistro della valle è assai scosceso e non esistono nuclei abitati storici.. solo in tempi più recenti l’espansione ha interessato la soprastante zona Piazzale Bligny (quartiere di Montesignano)

Particolare inquadramento storico

Stralcio Relazione illustrativa – Progetto Coop Guglielmetti – 2014

Invitiamo il proponente e i progettisti a studiare meglio la storia dei nostri luoghi:

Qui il link della nostra relazione paesaggistica in occasione della presentazione del Percorso Camillo Sbarbaro

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Particolare dell’affresco quattrocentesco rinvenuto nella Chiesa di S. Michele Arcangelo di Montesignano

Le prime notizie di nuclei abitativi in Montesignano risalgono, secondo i documenti conservati in Archivio di Stato, al 900 d.C. Il primo nucleo della chiesa di San Michele Arcangelo risale al XV secolo, così come la sua antica Confraternita, tuttora esistente. Montesignono è uno fra i nuclei più antichi della Val Bisagno.

Qui sotto il quadro del Baschenis del 1870 in cui sono riscontrabili i nuclei antichi del quartiere ancora oggi quasi tutti riscontrabili:

1674

AlbergoRenderSpondaDestra

Nostra ricostruzione di come poteva apparire la torre alberghiera nel contesto paesaggistico di Pontecarrega

In cinque anni l’attenzione e la sensibilità sulla percezione del nostro territorio per fortuna è molto cambiata.

Basti menzionare il fatto che il percorso Camillo Sbarbaro a Pontecarrega è stato inserito nel 2017 nelle Giornate europee del patrimonio da parte del Mibact.

Riteniamo che i valori storici del paesaggio e della memoria della Val Bisagno debbano essere tutelati e considerati come un requisito essenziale del progetto anche in relazione al Codice Etico di cui la stessa Coop Liguria si è dotata: “la Cooperativa si propone di contribuire a tutelare l’ambiente“. Per questo non è sufficiente rispettare la normativa e regolamenti edilizi, ma occorre procedere con una maggiore attenzione, un’ efficace azione (del fare bene) curando ogni aspetto critico che possa compromettere la comprensione del paesaggio, la vivibilità, la memoria e l’identità dei luoghi.

Questo è, secondo il senso comune, il punto discriminante tra un operatore eticamente consapevole e coerente e un operatore che, diversamente, utilizza slogan ben formulati esclusivamente per fare profitto e vendere scatolette. 

Chiudiamo questa libera dissertazione facendo infine riferimento ad altri due articoli che rappresentano la reazione, da parte delle due associazioni di categoria del commercio, ad una ulteriore apertura di spazi di grande distribuzione sul territorio genovese.

La risposta di Confesercenti: <LINK QUI> 

La risposta di Ascom: <LINK QUI>