L’alluvione del 4 Novembre 2011 ha cambiato la storia della nostra città.

Da quel fatidico, tragico, evento si sono susseguiti altri avvenimenti, molte parole e un altro evento alluvionale, quello del 14 Ottobre 2014, dopo il quale è stato possibile accedere ad alcuni importanti finanziamenti per la realizzazione di opere idrauliche fondamentali per la nostra città.

In particolare lo scolmatore del Bisagno sarà un’opera molto importante per il nostro territorio, un’opera che doveva essere già realizzata a partire dal 1971 con la commissione Marchi in merito ai postumi dell’alluvione del 7 Ottobre 1970. Siamo consapevoli che il raggiungimento del rischio zero sia impossibile e siamo anche sicuri del fatto che andranno realizzate altre opere indispensabili per migliorare la sicurezza idrogeologica dei nostri quartieri (sistemazione idraulica degli affluenti, cura dei versanti, ecc).  Nulla però sembra cambiato per quanto riguarda altri temi, specialmente nella nostra vallata: la mobilità e la viabilità, la diffusione di centri commerciali, il destino dell’area ex Guglielmetti, l’attrattività del sistema Genova nel suo complesso, nonostante gli ottimi numeri del turismo che sono quasi triplicati nel giro di pochi anni.

La nostra città continua a perdere abitanti in maniera impressionante, circa 300.000 a partire da fine anni’70, con previsioni identiche anche per i prossimi venti anni. Perdendo oltre 16 abitanti al giorno la nostra città si ritroverà tra pochi anni a contare meno di 450.000 abitanti pur avendo un costruito pronto ad ospitare oltre un milione di persone: questa è una delle grandi sfide che aspettano i nuovi amministratori di Genova, indipendentemente dai colori politici. La scarsa attrattività di Genova si nota soprattutto dalla diaspora di aziende che abbandonano il nostro territorio per spostarsi in altri centri (si pensi alla Boston o alla Saiwa che ha infine abbandonato anche la sede legale di Genova per Milano).

Ci chiediamo quindi, a cominciare ovviamente dalla vallata, quali siano gli obiettivi di sviluppo della città in una ottica di Pianificazione urbana e territoriale a medio lungo termine. Non è possibile ragionare con una visione limitata al solo prossimo ciclo amministrativo.  

Pur ritenendo necessario rimanere equidistante rispetto agli schieramenti politici e alle elezioni amministrative del giugno 2017, l’Associazione Amici di Ponte Carrega ritiene indispensabile esprimere a tutti i candidati le proprie idee e i propri contenuti sulla Val Bisagno con temi che trascendono dal dibattito elettorale e riguardano il futuro della nostra Valle e della nostra città.

In questo testo abbiamo elencato alcuni temi e punti che nel corso degli anni abbiamo studiato e approfondito: 

Il nostro quartiere

  • La nostra identità – chi ritiene che la Val Bisagno sia esclusivamente identificabile come luogo di servizi e come periferia urbana fa un enorme errore di lettura del territorio. La Val Bisagno non può essere ulteriormente avvilita con la realizzazione di altri complessi commerciali e da nuove impattanti costruzioni. Occorre superare il concetto di “costruire sul costruito” e iniziare a parlare di “riuso del costruito” senza aumenti di volume e di “politica del tritolo” (come suggerito da Philippe Daverio), ovvero ripensare alla città considerando anche al fatto di poter demolire gli errori architettonici ed urbanistici del passato anche in considerazione del calo demografico. L’identità della Val Bisagno è complessa e si identifica con un centro storico diffuso in tutta la valle. Molti comuni che un tempo erano autonomi, oggi sono compresi nella “Grande Genova”, ma sono ancora in grado di mantenere un ruolo di forte aggregazione, formando delle vere e proprie comunità con una loro specifica identità. Preservare questa ricchezza dovrebbe essere l’obiettivo di tutte le amministrazioni, al di là di ogni colore politico. L’identità della Val Bisagno sono i suoi versanti, i suoi sentieri e le sue bellezze storico e architettoniche, dal cimitero di Staglieno al più piccolo oratorio posto sull’acquedotto storico. L’identità della Val Bisagno passa anche dal suo torrente, per troppo tempo considerato come un elemento di interferenza o di fastidio tanto da doverlo nascondere. Il Bisagno dovrebbe ritornare ad essere un elemento vitale e caratterizzante della nostra vallata, valorizzandone sopratutto gli aspetti naturalistici e ambientali che nonostante tutto sono sono ancora leggibili. Questo torrente non può più essere ulteriormente coperto o ristretto: è necessario imparare a convivere con la sua presenza e imparare ad ascoltare quanto ha da dirci. Occorre saper meglio cogliere la Bellezza di questi luoghi, riscoprirli, e farli conoscere meglio, così come le diffuse comunità ancora presenti con le proprie peculiarità e tradizioni. Riteniamo che questi temi siano fondamentali per vivere e far vivere un territorio, senza necessariamente essere in contrasto con lo sviluppo dell’economia e del Progresso. Temi che secondo noi rappresentano un valore aggiunto per dare una diversa impronta e rilancio dell’economia e della Città. 
  • Area ex Officine Guglielmetti: per quest’area la Coop Liguria tramite il suo braccio immobiliare Talea, ha promosso un progetto in variante al PUC per togliere gli attuali vincoli in altezza (attualmente il vincolo prevede un’altezza massima di 16 metri) e poter edificare un albergo che andrebbe a impattare sul paesaggio della Val Bisagno mortificandolo, cancellando la vista della Chiesa di San Michele e adombrando lo storico borgo di Ponte Carrega. Per questo progetto chiediamo che non siano concesse varianti al PUC e che un eventuale altro progetto tenga conto effettivamente delle testimonianze storiche e paesaggistiche del luogo, auspicando anche un intervento della Soprintendenza con l’apposizione di vincoli indiretti sull’area, quindi valorizzando il percorso monumentale del noto poeta Camillo Sbarbaro in modo da collegare l’acquedotto storico con il parco dei Forti orientali. Riteniamo che il progetto di riqualificazione delle aree ex Guglielmetti debba essere svolto con un percorso di partecipazione con la cittadinanza al fine di mitigarne gli effetti sul paesaggio della vallata. 
  • Salvaguardia del Ponte Carrega: Si auspica il consolidamento della platea del ponte e il restauro del manufatto, la sua valorizzazione come collegamento tra il Parco dell’Acquedotto e il parco dei Forti occidentali e il Parco dei Forti orientali.
  • Area Casetta: Si ritiene necessario l’acquisizione dell’area della “Casetta” di Salita Migliavacca da parte del Pubblico per dare al quartiere nuovi spazi pubblici pronti fin da subito ad essere trasformati in orti urbani e collettivi;
  • Fondi e primi piani di Piazza Adriatico: chiediamo che non sia ridata l’abitabilità ai locali posti al piano terra di Piazza Adriatico anche dopo la riperimetrazione del Piano di Bacino che seguirà ai lavori di adeguamento idraulico del Rio Torre. Questi locali hanno sempre subito danni a seguito delle alluvioni del 1953, 1970, 1992 e 2011 e anche lo stesso studio idraulico sul Rio Torre indica la persistenza dello stato di alto rischio anche dopo i lavori di adeguamento (pag. 16 della relazione idraulica). In considerazione di questo fatto andrebbe data priorità alla ricollocazione delle persone che ancora abitano ai piani terra (anche in altri appartamenti nella stessa piazza) e alla trasformazione di questi spazi vuoti in cantine e spazi adibiti ad attività sociali ed aggregative.
  • Ordinanza di sgombero in caso di allerta meteo: nelle aree di Ponte Carrega e Piazza Adriatico vige tuttora un’ordinanza di sgombero delle abitazioni al piano terra in caso di allerta arancione e rossa. Nonostante i lavori di adeguamento del Rio Mermi e le opere di captazione delle acque meteoriche di Via Fratelli Chiarella, Viale Gambaro, tale  ordinanza permane in tutta la zona indistintamente. Per quanto riguarda Piazza Adriatico si attende l’adeguamento idraulico del Rio Torre e per quest’area comprendiamo che per i piani terra non sia ancora giunto il momento di revocare tale disposizione ma anzi auspichiamo che rimanga anche dopo i lavori sul rio Torre, a causa della grande pericolosità delle aree. Per sole queste abitazioni riteniamo che debba essere mantenuta l’inagibilità ad uso residenziale e che vengano destinate a scopo sociale cedendole in comodato d’uso ad enti o  associazioni senza scopo di lucro. Per le case di Ponte Carrega e Salita alla Chiesa di Montesignano riteniamo invece che tale ordinanza vada superata, in considerazione anche dell’entità dell’allagamento occorso nel 2011, decisamente inferiore e meno rischioso rispetto a quello occorso in Piazza Adriatico. Inoltre sarebbe auspicabile una maggiore collaborazione con il servizio di Protezione Civile per un effettivo monitoraggio delle zone di pericolo senza procurare evacuazioni degli immobili alla sola proclamazione dello stato di allerta.
  • Rio Torre: oltre il suo adeguamento nell’asta terminale, riteniamo sia prioritaria anche la sistemazione del tratto a monte, tratto di competenza di Autostrade.
  • Vasca abbandonata di raccolta delle acque posta alle spalle del Bricoman: tenuto conto che lo stato dei versanti in sponda sinistra del Rio Mermi è risultato critico già nell’autunno 2014 dopo gli eventi alluvionali, anche con movimenti franosi di una certa entità, si ritiene necessario un intervento straordinario di manutenzione del bosco e la rimozione dei manufatti fatiscenti dell’ex cementificio in uno dei torrenti affluenti del torrente Mermi. Questi lavori li riteniamo necessari al fine di non vanificare i lavori di adeguamento idraulico realizzati recentemente con gli oneri di urbanizzazione del nuovo edificio Bricoman.
  • Adeguamento foce Rio Mermi: per un sensibile miglioramento delle condizioni idrauliche del quartiere, sarebbe auspicabile intervenire in modo definitivo sull’asta terminale del Rio Mermi provvedendo a un aumento del franco idraulico dell’ultimo ponte stradale confluente con il torrente Bisagno.
  • Fondi per il rifacimento e la pedonalizzazione di parte di Piazza Adriatico: Le associazioni e i comitati del quartiere già nel 2015 hanno presentato all’amministrazione le linee guida per l’intervento di pedonalizzazione di parte della piazza Adriatico e di rifacimento della superficie stradale con una pavimentazione drenante, a seguito della destinazione della somma di 112 mila euro derivante dagli oneri di urbanizzazione del Bricoman: si ritiene che sia prioritario portare avanti questo progetto e realizzarlo, implementando i fondi stanziati per un miglioramento dell’intera piazza, centro aggregativo di vitale importanza per il quartiere.
  • Realizzazione delle reti bianche: Piazza Adriatico e Passo Ponte Carrega sono prive di una efficiente rete di smaltimento delle acque bianche: si ritiene sia urgente intervenire e dotare il quartiere di una efficiente rete di collettamento.
  • Scuola elementare Montesignano di Via Terpi: Per non impoverire la vita sociale del quartiere riteniamo sia importantissimo che la scuola di Via Terpi rimanga presidio educativo.

Il Bisagno:

  • Bisagno area protetta: miglioramento delle aree degradate e riconoscimento del parco fluviale del Bisagno attraverso, dove possibile, la rinaturalizzazione degli argini e la promozione di attività di educazione ambientale anche in ambito scolastico.
  • Ferma contrarietà a ulteriori restringimenti o riprofilature del Bisagno, anche dopo la realizzazione del canale scolmatore della Sciorba
  • Pulizia selettiva dell’alveo del fiume coordinato da esperti
  • Scolmatore, rivi laterali e versanti dissestati: è necessario proseguire con la realizzazione dello scolmatore del Bisagno ma allo stesso tempo è necessario intervenire sulla salvaguardia del territorio e dei versanti attraverso una diffusa opera di manutenzione del territorio e di sistemazione dei fronti franosi, a partire dalla frana dei prati Casarile. E’ necessario continuare a cercare fondi per la sistemazione dei numerosi rii affluenti del Bisagno, anche grazie a fondi europei.
  • incentivo all’utilizzo di misure di flood proofing (mobili o immobili) a protezione di alcune zone particolarmente sensibili e a difesa di attività commerciali e abitazioni
  • sostituzione delle paratie fisse poste su Lungo Bisagno Dalmazia e via Adamoli con paratie basculanti
  • implementazione delle aree verdi e umide e difesa del suolo: necessità di ridare spazio al terreno e implementare la permeabilità dei suoli togliendo cemento e asfalto da parchi e posteggi attraverso nuove pavimentazioni drenanti
  • rain garden: incentivare la realizzazione di tetti verdi (SuDS) sulle grandi superfici dei capannoni industriali e abitazioni per trattenere e rallentare il decorso delle acque durante le piogge, riducendo così l’apporto delle acque meteoriche alla rete di collettamento grazie alla evapotraspirazione. 
  • pluviometri/radar: implementazione della rete di monitoraggio con l’ausilio di pluviometri e radar meteo.
  • protezione civile: realizzare piani di emergenza per ogni quartiere, informare e formare la cittadinanza dei comportamenti da seguire in caso di emergenza dal momento della diramazione dell’allerta, con un costante monitoraggio delle condizioni effettive di pericolo e il conseguente ordine di evacuazione.

I nostri versanti:

  • Creazione del Parco dei Forti orientali secondo il progetto proposto dal WWF e valorizzazione dei sentieri e dei collegamenti con la parte occidentale del Parco, l’acquedotto storico, la ciclabile storica e la Ferrovia Genova-Casella.
  • Recupero completo dell’Acquedotto storico, ripristino della pavimentazione di Luserna, restauro dei manufatti lungo il suo percorso, incentivi volti alla creazione di attività di ristoro lungo il percorso.
  • Valorizzazione della rete di beni comuni, storico e architettonici della vallata volti alla loro promozione turistica
  • creazione di un consorzio agrario di gestione delle aree boschive volto alla creazione di una filiera corta del bosco
  • misure a favore dell’agricoltura periurbana sui versanti
  • compostiere di quartiere e nei parchi per favorire lo smaltimento a impatto zero degli sfalci. dotare il municipio di un trituratore a disposizione delle associazioni e comitati per evitare inutili smaltimenti nell’indifferenziata; creare nell’isola ecologica di Volpara uno spazio per lo smaltimento del verde urbano
  • difesa del percorso storico di Sbarbaro, percorsi e creuze storiche anche attraverso il potenziamento dei fondi municipali volti al ripristino delle creuze (70 mila euro all’anno non sono sufficienti)
  • monitoraggio e intervento sui muri in cemento armato e i muri in pietra e implementazione del capitolo di spesa municipale per questi interventi

Il lavoro:

Rappresenta una priorità per tutti gli uomini e le donne. Il Lavoro è dignità e va salvaguardato e promosso nel rispetto delle persone e dell’ambiente: uno sviluppo sconsiderato e senza rispetto dell’ecologia integrale, che comprenda cioè sia le dimensioni umane e sociali, non è progresso ma mera speculazione.

Riteniamo che l’obiettivo sopra descritto sia raggiungibile solo con un presupposto, quello di una migliore qualità urbana a cui corrisponde un’alta qualità di vita. Solo in questo modo la città è in grado di essere attrattiva anche per nuovi investimenti di qualità. Ad esempio la progettazione e la realizzazione del polo universitario alle Gavette (con cui si lavora con gli studenti del Politecnico di Milano), comporterebbe la creazione di un indotto verso la direzione sopra auspicata.

  • non realizzare nuovi centri commerciali scegliendo di difendere il commercio di prossimità.
  • Incrementare la vocazione turistico ricettiva e sportiva della vallata.
  • Opere diffuse per la tutela del territorio.
  • Maggiore manutenzione del verde pubblico e privato, per quest’ultimo con incentivi fiscali per chi converte aree impermeabili, cortili e similari cementificati in aree verdi permeabili
  • Introduzione della valutazione obbligatoria sull’impatto economico preventiva all’apertura di rilevanti strutture di vendita.

Mobilità:

Da quanto tempo si parla di tram in città in vallata, probabilmente dal giorno dopo l’eliminazione dell’ultima linea 12, quel 27 Dicembre 1966, ore 4 e 25 con l’arrivo della Littorina 935, partita dal capolinea di Viale Brigate Bisagno, al deposito di Prato.

La Val Bisagno, sommando i due municipi, la  Media e la Bassa, conta circa 130.000 abitanti, è l’unica direttrice cittadina non dotata di trasporto su rotaia e ha quindi l’assoluta priorità della realizzazione di infrastrutture su ferro che garantiscono un alto livello di confort, qualità, ad alta capacità, sostenibilità, frequenza e che allo stesso tempo riqualifichi sotto molti punti di vista il territorio.

I Tram moderni, presenti in oltre 265 città europee sono confortevoli, comodi, a grande capienza, fino a arrivare ad oltre 350 persone di capienza con una lunghezza che può arrivare oltre i 35 m. Occupano poco spazio a raso (poco meno di 6 m nella versione più piccola) e si sanno adattare anche in contest.

Tram e metrò sono due mezzi praticamente opposti, in virtù dei costi: una metropolitana, classica o leggera, costa 10 volte una moderna linea tranviaria, tenendo conto degli impatti, del segnalamento, delle costosissime opere di scavo, delle distanze di sicurezza, pertanto è da scongiurare un prolungamento dell’attuale metrò in superficie in Val Bisagno.

Quando si parla di Tram si parla prima di tutto di riqualificazione, rigenerazione urbana e soprattutto del concetto di “Effetto Rete”, all’interno di un contesto cittadino. In particolare a Genova dovrebbe partire prima di tutto dalla nostra vallata e da Corso Europa come prevede il PUM 2012 (Piano Urbano della Mobilità) vigente, all’interno di uno schema urbano di rete cittadina che deve attraversare tutto il centro città.

Da escludere del tutto il filobus, anche in versione da 24 m, peraltro non ammessa dal Codice della Strada italiano,  in quanto non apporta assolutamente nulla in termini di qualità del viaggio, comfort, attrattività del mezzo di trasporto, come ampliamene dimostrato dalla letteratura in materia di trasporto e urbanistica.

Un’ultima considerazione in merito alla viabilità, il tram non è un treno e può benissimo circolare in sede promiscua come accade ovunque, ovviamente per tratti non lunghi, ci riferiamo per esempio alla zona di Molassana, Via Piacenza, San Gottardo, portando in questo mondo, anche grazie ai fondi del POR (Piano Operativo Regionale) 2013 – 2020 e ai fondi PON (Piano Operativo Nazionale) ad una riqualificazione della zona, aumento dell’attrattività del mezzo pubblico e in sostanza ad una migliore qualità della vita per tutti.

Riteniamo che una tramvia possa essere realizzata anche senza restringere e riprofilare ulteriormente il Bisagno.

  • Rafforzamento della ciclabile storica (direttrice Borgo Incrociati, via Ponterotto, via Vecchia, Via delle Gavette),della vallata con nuova pavimentazione e bike sharing
  • Miglioramento dei percorsi pedonali già esistenti con ovvi interventi di manutenzione alle pavimentazioni, abbattimento delle barriere architettoniche, ciò che normalmente andrebbe fatto, con valorizzazione degli aspetti urbanistici e storici in cui i percorsi insistono per renderne gradevole la necessaria fruizione: ad esempio, inteventi semplici ma di grande impatto per il cittadino potrebbe essere una migliore cura ed identificazione del percorso e la piantumazione di un filare di alberi lungo le sponde del Bisagno, questo per incentivare l’uso della mobilità pedonale
  • Aumento degli ascensori e impianti di risalita collinari, per esempio Bligny – Via Terpi.
  • Modifica delle tariffe dei mezzi pubblici con introduzione di tariffa a tempo a scalare in modo tale che l’utente possa utilizzare il mezzo pubblico per il tempo effettivamente impiegato, grazie anche alla introduzione del biglietto elettronico. In questo modo si incentiva l’uso del mezzo pubblico contrastando l’evasione.

La socialità e l’aggregazione:

  • Miglioramento e manutenzione degli spazi verdi e aggregativi esistenti nei quartieri e creazione di nuovi, attrezzati secondo le moderne concezioni, con aree gioco per bambini, zone per animali, di dimensione e realizzazione adeguati a una moderna città sviluppata, affinché anche Genova su questo aspetto si parifichi ad altre città europee.   
  • Favorire le misure di convivenza giovani-anziani con l’obiettivo della lotta contro la solitudine e per favorire l’invecchiamento attivo e contemporaneamente trasmettere il bagaglio culturale e umano ai più giovani (asili e doposcuola).
  • Favorire i negozi di vicinato, agevolarne la sopravvivenza e recuperare il piccolo commercio anche favorendo la pedonalizzazione di aree e migliorando la qualità urbana dei quartieri.
  • Contrastare il gioco d’azzardo aumentando le misure premiali per chi rinuncia a tenere le slot machine nei propri locali
  • Aumentare la presenza di orti urbani e collettivi per favorire l’incontro tra giovani e anziani.
  • Favorire la diffusione della figura del “portiere di quartiere” come presidio sociale e servizio per le persone. Questa figura potrebbe essere anche molto importante per l’assistenza alle persone in caso di allerta meteo.

Partecipazione:

  • riforma a livello comunale del ruolo dei municipi con maggiore autonomia decisionale su temi urbanistici attraverso percorsi partecipati
  • promozione di una legge regionale e un regolamento comunale per rendere obbligatori percorsi informativi e partecipativi della cittadinanza per la gestione condivisa del territorio attraverso l’istituzione di una figura di Garante della Partecipazione e dell’informazione
  • aumento dei fondi a disposizione del volontariato per la cura del verde e la cura dell’arredo urbano dei quartieri

Staglieno:

Il Cimitero monumentale di Staglieno è, insieme all’acquedotto storico e ai forti, un patrimonio comune della città:  va potenziata la promozione del cimitero in rete con il resto dei beni comuni della vallata e va istituito un fondo per la cura del verde e il restauro delle opere d’arte e delle gallerie.

Urbanistica:

  • riconosciuto il valore storico artistico della vallata si ritiene sia indispensabile l’introduzione di vincoli paesaggistici al fine di garantire una maggiore tutela del paesaggio,
  • favorire la decostruzione del costruito, attraverso incentivi e detrazioni fiscali non presenti attualmente nel PUC, e favorire il riuso dell’attuale costruito
  • necessità di orientare gli oneri di urbanizzazione solo dopo il percorso partecipato
  • promozione di seminari di tecnica urbanistica per incentivare la conoscenza delle persone su queste tematiche.
  • filari di alberi sulle sponde del Bisagno
  • L’ex Mercato di Corso Sardegna rappresenta uno spazio pubblico di grande importanza per la vallata: si auspica che venga riaperto alla cittadinanza in maniera continuativa come luogo di incontro e aggregazione, salvaguardandone il patrimonio architettonico. Si tratta infatti di uno dei primi esempi in Italia di struttura mista acciaio – cemento armato adibita a mercato.
  • Area Moltini; si ritiene che quell’area, essendo a pochi metri da un asilo e una scuola, non possa essere destinata ad attività industriali dannose per la salute delle persone, tenendo conto che sull’area grava già l’onere della rimessa Gavette.

Salute:

  • Si chiede di rispettare gli impegni presi circa il definitivo spostamento del fangodotto della Volpara,
  • si chiede di monitorare adeguatamente e attentamente i fumi del forno crematorio Socrem
  • installazione di centraline per il rilevamento della qualità dell’aria 
  • creazione di un primo soccorso alla Doria

Questo testo rappresenta la sintesi delle nostre idee e proposte per la Val Bisagno all’interno di un contesto cittadino. Saremmo lieti, compatibilmente con i vostri impegni elettorali, se voleste confrontarvi su questi temi all’interno di un incontro privato presso la nostra sede.

AGGIORNAMENTO DEL 6 GIUGNO 2017:

pubblichiamo la lista dei candidati sindaco e candidati presidenti di municipio che hanno voluto confrontarsi con noi sul merito del documento qui sopra pubblicato e quelli che incontreremo nei prossimi giorni:

Marika Cassimatis; Luca Pirondini e Teresa Carrà (candidata presidente di Municipio); Arcangelo Merella; Cristina Scarfogliero (candidata presidente di Municipio); Roberto D’Avolio (candidato presidente di Municipio); Marco Bucci; Paolo Putti; Gianni Crivello.