C’era una volta una valle e nella valle un torrente dispettoso

Il torrente aveva il vizio, ogni tanto, di uscire dal suo greto e andarsene un po’ a spasso per quelle  zone a far danno con tanto scalpore.

Alla presenza di quell’acqua, Celti e antichi popoli posero li, case,  ponti e le nuove strade, ma con l’intelligenza di guardare a quelle cose, all’acqua non fu mai dato impedimento.

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Da quei giorni passarono lustri,
nuove fabbriche e grand’ industrie
e poi anche ferrovie
 
Con la strada assai allargata,
non più vigne e non più orti,
ma immondezza e poi il carbone
 
Esaminata la questione,
la presenza di quel Rio,
fu proposto e ben attuato,
lo sparir della collina
per innalzar, più in alto ancora,
il manier di quel padrone.
 
Il castello ora sorge
su quel lotto artificiale
che sovrasta case e strade.
 
Al sicuro se ne sta
a ogni piena sta guardare
quanti invece a valle stanno
più o meno per annegare.
 
Il torrente dispettoso
rafforzò il suo vigore
non più in duecento,
ma in tre anni,
la sua piena si misura!
 
Ma se a monte l’acqua non più sfoga,
oltre e a valle or’si trova!
 
Non più il danno in parti uguali
Ma a spalare tutto quel fango
solo i poveri villani.

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Ogni riferimento a cose e a luoghi è casuale, se qualcuno riconosce analogie significa che questa favola, come quasi tutte le favole, ha un fondo di verità, non sta a noi stabilirlo

La morale della favola la scrisse qualcuno qualche tempo fa: “resta fermo il principio generale, sotteso alla pianificazione di bacino relativamente alle tematiche del rischio idrogeologico, in base al quale qualsiasi intervento, pur se non incluso tra quelli esplicitamente vietati, non deve aumentare la pericolosità di inondazione o di frana ed il rischio connesso, sia localmente, sia a monte e a valle, e non deve pregiudicare la realizzabilità degli interventi di sistemazione e di mitigazione del rischio previsti dal Piano; riguardo alla pericolosità idraulica, non deve inoltre costituire significativo ostacolo al deflusso delle acque di piena o ridurre significativamente la capacità di invaso delle aree stesse.