Archive for agosto 2014

Gita sociale a Pignone!

Il 30 e il 31 agosto la nostra associazione è stata in visita a Pignone, nelle terre dell’alluvione dell’ottobre 2011. E’ stata una ottima occasione per incominciare a tessere una rete anche con i comitati delle zone colpite dalla alluvione del 25 ottobre 2011. L’incontro con queste realtà è avvenuto grazie al film documentario “Se Io Fossi Acqua” di Luigi Martella, Marco Matera e Massimo Bondielli, proiettato lo scorso anno durante il convegno sul dissesto idrogeologico e diventato fin da subito un film “manifesto” anche per la nostra realtà e per la nostra associazione. I temi contenuti nel racconto dei nostri amici Massimo, Gino e Marco con la partecipazione e le testimonianze degli abitanti di Pignone sono temi che conosciamo bene e di cui abbiamo fatto necessariamente tesoro per ripartire dopo l’alluvione: in particolare il tema della “Resilienza” contenuto nel film è quello che più ci interessa ed è oggi al centro di un progetto che la nostra associazione sta portando avanti con Palazzo Verde, Istituto Marsano e Librotondo. Tutti noi sono stati molto colpiti dal film e impressionati dalle immagini e dai racconti dei Pignonesi. Così è nata la curiosità di conoscere quella realtà e di avvicinarci a loro. Un primo approccio fu fatto nello scorso novembre quando durante la festa di inaugurazione dell’Arci Ponte Carrega ci collegammo in diretta con loro in occasione della proiezione del film. Dedicammo loro, grazie alla voce di Aldo Ascolese, la canzone Dolcenera di Fabrizio De Andrè, contenuta nella colonna sonora del film “Se Io Fossi Acqua” e significativa per entrambe le realtà visto il tema che narra. Ieri il nuovo incontro, a distanza di qualche mese e finalmente dal vivo con alcuni di loro!

Il film si conclude con le riprese e i rumori della sagra dei prodotti tipici (famosa è la Patata di Pignone, presidio Slow Food) che si svolge ogni ultimo fine settimana di agosto. La festa fu fatta anche l’anno dell’alluvione e rappresentò un grande e alto momento di riscatto sociale e comunitario di un paese colpito dalla grande ondata nera di fango e alberi solo qualche mese prima. Allora, durante quel collegamento di novembre 2013, nacque il nostro desiderio di voler conoscere più da vicino questa comunità nell’occasione della festa di fine agosto.

L’occasione è stata anche propizia per la preparazione delle due commissioni consiliari del Comune di Genova a cui la nostra associazione è invitata a partecipare il 2 e 3 settembre e in vista dell’ormai prossimo congresso Mondiale di Mediazione a cui la nostra associazione parteciperà attivamente a Palazzo Ducale in qualità di Istituzione Aderente.

Alcuni soci con Marco Matera, uno degli autori di Se Io Fossi Acqua

Alcuni soci con Marco Matera, uno degli autori di Se Io Fossi Acqua

La Giunta chiede al Governo i fondi per la Val Bisagno

Pubblichiamo la delibera di giunta del 17 luglio 2014 e l’articolo firmato da Anna Maria Coluccia de Il Corriere Mercantile sui fondi Pon destinati alla Val Bisagno.

progetti piano operativo nazionale

mercantile

Basta centri commerciali in Val Bisagno: dateci l’Università!

Pubblichiamo qui di seguito la nostra opinione pubblicata sulla prima pagina de La Repubblica del 18 agosto 2014 e la lettera del Rettore della Università degli Studi di Genova, prof. Comanducci, da cui hanno preso le mosse le nostre riflessioni, pubblicata sempre da la Repubblica l’8 agosto 2014.

UNA REGIONE UNIVERSITARIA COSI’ IL DISEGNO DI COMANDUCCI PUO’ DECOLLARE

La Repubblica art unige 18 agosto 2014

Ipotesi di processo partecipativo

Come noto il gruppo Talea, immobiliare Coop, ha presentato un anno fa un progetto di riconversione delle aree ex-officine Guglielmetti, molto impattante per Ponte Carrega e la Val Bisagno. L’intervento che si vuole realizzare è molto complesso, soprattutto per le caratteristiche del luogo in cui si inserisce il nuovo edificio. L’area da riqualificare è posta in un contesto storicizzato a margine di tessuti urbani consolidati, con gravi criticità dal punto di vista paesaggistico e ambientale. Nel progetto Talea non si riscontra alcuna cognizione di questa complessità,  viene proposto un edificio concepito come un grande oggetto fuori scala che cala dall’alto sul territorio della Valbisagno senza alcun rispetto per le sue caratteristiche naturali e per la sua storia secolare. A nulla sono serviti gli incontri fra cittadini e proponenti per ottenere un miglioramento del progetto. Nella seconda revisione il proponente non risolve le criticità individuate, ma si limita a spostarle in altri punti con altre forme.

Non abbiamo dubbi sulla capacità progettale dei tecnici proponenti, ma forse sono troppo impegnati nella esclusiva funzionalità del nuovo centro commerciale, mettono in secondo piano gli aspetti del paesaggio e della storicità dei luoghi che sono beni comuni non rinnovabili. La regia e la sensibilità con cui viene proposto questo nuovo progetto sembra essere la stessa che ha sostenuto il vicino ecomostro nell’area ex-Italcementi, un edificio voluto grande tre volte il precedente stabilimento, innestato in una valle di pregio paesaggistico con pendici boschive affacciate al parco dei forti e dell’acquedotto storico. Un vero scempio del paesaggio che irresponsabilmente non è stato salvaguardato dai proponenti e nemmeno dalle istituzioni che non sono stati capaci a mediare una soluzione meno impattante. Le idee sullo sfruttamento dell’area sono state limitate al solito capannone, frequentato da tir e autovetture e non si è saputo immaginare altro di innovativo che potesse sfruttare meglio un sito così strategico per lo sviluppo sostenibile della vallata nel senso dell’agenda 21, anche considerato il fatto che nelle alture soprastanti è presente un Sito di Interesse Comunitario (S.I.C.), il comprensorio intorno alla torretta di Quezzi.

Una costruzione che certamente non brilla per fantasia, bellezza e sensibilità per il paesaggio. Almeno si spera che questa impattante costruzione porti nuovi posti di lavoro, ma non è certo nemmeno questo dal momento che non si sa quante attività verranno chiuse a seguito dell’apertura dei nuovi punti vendita.

L’operazione Bricoman nell’area ex Italcementi ha provocato un distacco tra la cittadinanza e la pubblica amministrazione per l’imposizione di un progetto senza concertazione e di forte impatto ambientale.

Per i nuovi progetti riteniamo assolutamente necessario evitare questi errori.

Per l’area Guglielmetti bisogna considerare che il proponente, oltre qualche limatura dell’idea progettuale, non ha dato alternative perché ritenute irricevibili. A fronte di questa rigidità ci siamo rivolti a un affermato studio di architettura, membro della Prince’s Foundation for Building Community (associazione no profit che si occupa di partecipazione e città sostenibili con sede a Londra), lo studio Gallarati Architetti, con i quali abbiamo approfondito le informazioni forniteci da Coop constatandone l’incompletezza.
L’ipotesi Gallarati ha come unico scopo quello di dimostrare che sono possibili altre ipotesi progettuali più sostenibili e rispettosi delle caratteristiche del luogo pur mantenendo le stesse destinazioni d’uso richieste dal proponente. Riteniamo che difronte a interessi divergenti fra tutela del territorio e interessi dei proponenti, onde evitare conflitti si debba ricorrere a una mediazione attuabile tramite un percorso di partecipazione.
Per svolgere questo percorso la nostra associazione si è preparata da tempo coinvolgendo figure di primo piano a livello nazionale. In particolare il professor Massimo Morisi, Preside della scuola di scienze politiche dell’Università degli studi di Firenze, Garante per l’informazione e la partecipazione della Regione Toscana.
La proposta di cui alleghiamo un estratto, prevede una concertazione tra tutti i soggetti coinvolti: Comune, Municipio, cittadinanza e costruttore in tempi rapidi e circoscritti nel tempo come desumibile dal documento allegato.

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PercorsoDiPartecipazione