Pubblichiamo stralcio dell’articolo di ANTONIO CIANCIULLO pubblicato su repubblica il 25 aprile scorso e disponibile anche su Triskel 182, e intanto ci chiediamo… ma per la “riqualificazione dell’area ex-Italcementi, nuovo slogan pubblicato su Repubblica – “è un mostro ma porta lavoro” – per il quale si è costruito tre volte sul costruito (agenda 21?) oltre ad aver sbancato una collina per farci posteggi e rampe veicolari, quanti alberi ad alto e medio fusto sono stati abbattuti e quanti saranno rimpiazzati?

Prima del loro abbattimento li abbiamo censiti, al termine dei lavori faremo un bilancio. Vi invitiamo a scriverci per indicare la tua stima di previsione. 

A chi indovina la previsione sarà consegnato un attestato simbolico di “Azzecca Albero di Ponte Carrega

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Quanta aria

Pubblichiamo anche stralcio della lettera Confesercenti riguardante l’articolo di Repubblica “E’ un mostro ma porta lavoro” uscito su repubblica il 22 aprile scorso
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Vedi la risposta di Confesercenti

Per completezza pubblichiamo anche integralmente la nostra memoria che avevamo inviato alla giornalista DONATELLA ALFONSO come corollario dell’intervista.

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Considerazioni sugli interventi di riqualificazione dell’area Ex-Italcementi dell’Associazione Amici di Ponte Carrega

In occasione dell’inaugurazione della nuova piazza intorno al municipio di Molassana non possiamo fare a meno di confrontare questo avvenimento con altri interventi di riqualificazione della Val Bisagno che secondo noi sono molto meno felici e impattanti anche sotto il profilo della salute sociale e della socialità fra le persone.  

Nel caso dell’area ex-italcementi non possiamo far altro che constatare che in cambio di un intervento così impattante il quartiere non ha ricevuto nulla , al di la dei lavori di messa in sicurezza del torrente Mermi, peraltro assolutamente necessari anche per i proponenti.

Il nostro punto di vista su questo intervento rimane quello che abbiamo sempre sostenuto, ovvero che in questo luogo si è costruito tre volte rispetto al costruito, e che per questo intervento non sono stati svolti percorsi di partecipazione della cittadinanza, tanto meno di condivisione del progetto. Qualunque siano stati i processi di approvazione del progetto, di cui non mettiamo in dubbio la legittimità, in assenza di un’autorità garante al di sopra delle parti che sia effettivamente in grado di garantire una corretta comunicazione e una efficace condivisione dei progetti da parte della cittadinanza tutta, questi interventi vengono di fatto imposti e fatti cadere dall’alto da qualcuno che normalmente è la parte finanziariamente più forte. In questo modo è solo il mercato, e non il bene comune, a far decidere l’opportunità o meno di un intervento.

Anche considerando il tema del lavoro questo intervento è critico, perché a fronte di nuove assunzioni non è conosciuto l’impatto che le nuove attività avranno sul tessuto commerciale: di fatto è mancato uno studio approfondito sul commercio, e non si può affermare a priori che questo intervento porti nuovi posti di lavoro o si limiti a spostarli da un’attività cessante (i piccoli esercizi commerciali) verso i nuovi centri strutturati e multinazionali.

Dal punto di vista sociale questi interventi hanno considerato Ponte Carrega e Piazza Adriatico luoghi morti, confondendo i confini delle aree industriali dismesse con il perimetro dell’intero quartiere, che ora rischia di ritrovarsi spaccato da un crocevia di traffico senza aver previsto sufficienti luoghi di aggregazione e socialità (come invece è avvenuto a Fiumara, con almeno un grande parco a fruizione pubblica). Avevamo chiesto una mitigazione dell’impatto e continuiamo a chiederla. L’intervento istituzionale è stato fino ad oggi scarso, deludente, inefficace, nonostante i numerosi incontri con le istituzioni municipali e comunali, quali il vicesindaco e lo stesso sindaco Marco Doria.

A seguito dei lavori di trasformazione del quartiere era prevedibile pensare alla creazione di uno spazio aggregativo e sociale, quale ad esempio, la risistemazione di piazza Adriatico come la Coopsette aveva ipotizzato con il Municipio: quei soldi non ci sono più. Venendo meno questa possibilità avevamo quindi individuato un’area verde (area casetta in salita Migliavacca) dove creare uno spazio pubblico aggregativo su una proprietà che Coopsette avrebbe donato al quartiere, ma a due anni dall’inizio dei lavori e sollecitando continuamente il Comune e il Municipio anche quest’area sembra ormai compromessa.

Oltre a ciò, senza un’area aggregativa e sociale e nonostante le richieste del quartiere, i proponenti chiedevano una variante per raddoppiare i parcheggi di loro pertinenza attraverso la costruzione di un impalcato in struttura di circa 6.600 mq. Il Municipio ha espresso alla unanimità la sua contrarietà alla variante. Dopo la nostra interrogazione in Comune e in Municipio il 7 maggio ci sarà nuovamente un sopralluogo della Commissione Territorio del Comune presso il cantiere.