Cementifera-vigna
Il discorso-manifesto costruito durante il workshop di venerdì 8 novembre e poi rielaborato e infine letto da Eugenio Bracco nella Sala del Minor Consiglio di Palazzo Ducale. Una orazione alta che rappresenta il nostro pensiero e le nostre riflessioni durante il convegno dell’8 e 9 novembre 2013:
L’ Associazione è nata da confronti che fanno scoprire, se non identità assoluta di vedute, forti convergenze.   Da particolare impulso la coscienza di essere quella generazione di mezzo fra due epoche, una industriale dagli effetti pesanti che appartiene al passato e una futura che vorremmo di “riqualificazione” ma che vediamo albeggiare malamente.   Le nostre esperienze (e anche le nostre speranze) vertono su cinque versanti tematici: ECOLOGICO IDROGEOLOGICO LAVORATIVO PAESAGGISTICO DELLA VIABILITA’   In ordine alfabetico.   Infatti sia l’alluvione di due anni fa che i progetti “ex” (GUGLIELMETTI, ITALCEMENTI, MOLTINI), anch’essi in ordine alfabetico, si fondono fra loro e producono un unico, forte e complesso, impatto.   Di ciò bisogna assolutamente preoccuparsi, perché lasciar fare comporta gravi rischi. Lo stesso lavorìo istituzionale non è stato soddisfacente ne’ quantitativamente ne’ qualitativamente ne’ cronologicamente. Tanto più che abbiamo vissuto (almeno qualcuno di noi) qualche passaggio di greve demagogia come “l’AGENDA 21”, l’ipotizzazione di un sistema di sviluppo e rapporti così armoniosi da creare condizioni di vita complessivamente più avanzate per tutti quelli che lo vivevano. Perché è appurato: dove ci sono essenzialità di ordine ambientale e diffuso decoro si vive meglio, si cresce bene, si diventa qualcosa di nuovo e di più.   Il paradosso è che questo luogo, individuato per la quale operazione, e per cui andavano a disporsi anche risorse economiche europee, era….. la Valbisagno…..   Ora, basta guardarsi in giro, soprattutto in zona PonteCarrega (con estensione ai piccoli agglomerati di Laiasso, Campo, S.Sebastiano, Bligny e Sciorba), e si capisce che il senso di marcia è esattamente il contrario. Vien da dire che il cemento, una sorta di vocazione, come se fosse millenaria, al cemento, anche se passa dalla produzione alla colata edilizia, ci resta appiccicata, come se fosse stato sempre così.   Ma io so, ho “testimoni”, che ancora novant’anni fa l’area oggi Bricoman era una grande vigna, nel contesto ricco anche di altre coltivazioni, nella miglior tradizione “bisagnina”, in cui si faceva una grande vendemmia e poi, nella villa Chiarella di Montesignano, un mare di vino…   Anche l’albergo sul Lungobisagno (di per se’ quasi privo di nocività) si presenta con forme invadenti ed esorbitanti.   Genera perplessità pure la contraddizione dell’esaltazione dei beni culturali del sito contrapposta alla determinazione di eliminare quello che è ormai l’ultimo ponte antico sul Bisagno.
E’ stata una grande opportunità, questo Convegno. Anche se mi sento salire da dentro una domanda: qui, con scienziati che conoscono bene i fenomeni, con tecnici che sanno fare, con politici che sono preposti alle decisioni, perché mai c’è bisogno di me e di quelli come me?…
E.B.
GE – Palazzo Ducale, 9/11/MMXIII
(la foto è una ricostruzione fatta dal nostro staff tecnico della località “il Nane” pezzato di vigne ai primi del novecento, nel sito oggi sorge il cantiere per l’edificio Bricoman)