MoltiniViaLodiAREA MOLTINI
Ora è ufficiale: l’area Moltini è stata rilevata dal gruppo Ricupoil  per una cifra vicino ai due milioni di euro.

E’ pertanto probabile il trasferimento dei mezzi, da Via Laiasso e quelli dislocati provvisoriamente nelle ex officine Guglielmetti, in Via Lodi.

L’ufficio Bonifiche del Comune ha confermato che le opere di bonifica della ex piombifera stanno andando avanti e sono quasi ultimate.

Nascono ora alcune domande:

In Via Lodi c’è la scuola Mazzini Lucarno (elementari, medie, nido e materna), ora rimasta incastrata tra una rimessa di c.a. 300 pullman (rimessa Gavette) da una parte e da una industria di recupero oli usati dall’altra parte.

E’ venuto il momento di affrontare la questione irrisolta dell’impatto ambientale delle sostanze inquinanti in sospensione a causa dei fumi di scarico degli autobus, in sosta nella rimessa con motore acceso in riscaldamento. Quali conseguenze hanno le polveri che tutti i giorni i nostri ragazzi e bambini (0-14 anni) devono respirare e ingoiare nei polmoni per compiere il loro dovere di studenti?. E ‘sufficiente chiudere le finestre?

Il preside precedente aveva fatto molte segnalazioni ma ci risulta tutte cadute nel vuoto.

Nel prossimo consiglio d’istituto questo argomento è stato inserito all’ordine del giorno.

Ma ora quale ulteriore impatto avranno le attività di Ricupoil, anch’esse così vicino alla scuola?

In ultimo non dimentichiamo il problema, ovviamente “sentimentale“, sulla perdita dei significati del paesaggio che i nostri bambini dovranno affrontare ogni volta che guarderanno dalla finestra. Con la prossima costruzione dell’albergo di Talea (gruppo Coop Liguria) è previsto un edificio alto 35 metri e lungo 45. L’edificio è collocato sopra uno “zoccolo” alto come la massima altezza delle volte della rimessa attuale, nel quale verrà collocato un grande parcheggio di pertinenza e di interscambio, con sotto una grande galleria di vendita. La struttura è collocata difronte alla scuola, sulla sponda sinistra del Bisagno e quasi certamente ostruirà la vista della collina della Chiesa di S. Michele perdendo completamente il senso del luogo, già oggi seriamente compromesso dall’impatto del vicino “ecomostro”, visibile anche se è lo scheletro della struttura è a circa metà della sua lunghezza di costruzione (vedi articoli precedenti).

Tra gli scarichi di fumo, tra i rumori delle auto-spurgo, le code di autoveicoli ai centri commerciali, e senza più il significato del paesaggio, a quali slanci vitali potrà aspirare lo spirito dei nostri figli? Forse aspirerà ai giardinetti sopra lo zoccolo del vicino centro commerciale, ma anch’essi sono incastrati tra un parcheggio di pertinenza e uno di interscambio (dall’auto al carrello), che sarà pagato quasi certamente da noi, come scorporo dagli oneri di urbanizzazione. Per non parlare della rampa a doppia elica per l’accesso al tetto- parcheggio che sarà collocata in prossimità di una rotonda che deve essere già allargata di oltre tre metri, ancor prima di essere realizzata, perché il progetto è già superato con l’aumento dei veicoli previsti dall’apertura congiunta dei due centri commerciali in costruzione.

Tutto questo è certame legale, sono diritti acquisiti di chi ha comprato, a causa di chi li ha concessi.

Chi ha comprato lo ha fatto partecipando a una gara pubblica offrendo uno sproposito, e per quale motivo? si temeva un concorrente?

Cercheremo di capire insieme se tutto questo, oltre a essere legale è anche etico. Non tutto ciò che è legale è anche giusto, occorre capire se in tutta questa strategia di riqualificazione è stato messo al centro “l’uomo” o la logica delle “cose“.  Abituati a vendere, si rischia di vendere anche l’uomo, fino a raggiungere estreme conseguenze.

“- Adesso bisogna ricostruire tutto

E una donna aggiunse:

– Non c’era altro da fare, visto che le cose eravamo noi.

Gli uomini non saranno mai più rimessi al posto delle cose.”

 Tratto da “Oggetto quasi” di José Saramago – premio Nobel per la letteratura 1998