A seguito della visita dell’on.Mariani (VIII Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici) a Pontecarrega e Piazza Adriatico svoltasi lo scorso 7 giugno, pubblichiamo la mozione sul contrasto al dissesto idrogeologico che sarà discussa alla Camera dei Deputati alla fine del mese di giugno.

>> Mozione dissesto idrogeologico in discussione alla camera_24-28giugno2013 <<

On. Mariani a Pontecarrega

Nella Foto l’On. Mariani e il presidente APC, Fabrizio Spiniello, osservano lo sbancamento della collina in prossimità di zone a rischio idrogeologico, lo sbancamento delle zone verdi servirà per fare spazio alle rampe d’accesso all’edificio per Bricoman.      

Pubblichiamo anche le nostre riflessioni riguardo la mozione, inviate all’on.Mariani:

Gentile On. Mariani,

abbiamo letto e stiamo studiando la mozione sul dissesto idrogeologico che sarà discussa alla Camera alla fine di giugno.

 

Riteniamo sia, come scritto nella mozione, “indispensabile un piano strutturale di messa in sicurezza e di manutenzione del territorio e dei corsi d’acqua finalizzato alla riduzione del rischio idrogeologico”. Analogamente riteniamo anche noi che ciò “rappresenti uno straordinario strumento di rilancio economico e di creazione di occupazione, a partire dalla riattivazione degli investimenti immediatamente cantierabili”, ma è necessario in questo caso, secondo noi, dare una interpretazione precisa di quali siano questi “strumenti di rilancio economico” e quali siano questi “investimenti immediatamente cantierabili” : l’impressione che si ha è quella che in realtà vengano privilegiati pochi interventi molto costosi, piuttosto che i piccoli interventi diffusi sul territorio e sui versanti. E’ chiaro, almeno nell’esempio genovese, che tutti gli investimenti immediatamente cantierabili siano quelli che Le abbiamo illustrato durante il sopralluogo a Pontecarrega e di cui già esiste un progetto “immediatamente cantierabile”, mentre per quanto riguarda il recupero dei versanti e del territorio ciò che ho appena detto non è posibile, dato che si incomincia a parlare di queste tematiche solo oggi. Il disegno che emerge è perciò abbastanza netto e delineato: prima si pensa alle grandi opere, poi alla gestione del territorio e quindi alla prevenzione del rischio. Sappiamo però entrambi che non ci sono risorse per entrambe le idee. Dei due, perciò, l’uno. Pazienza se poi non ci saranno le risorse per affrontare una politica pluriennale di piccoli interventi diffusi sul territorio, almeno si sarà fatta la grande opera. Ma ne siamo proprio sicuri? Prendiamo l’esempio dello scolmatore del Fereggiano: il piano di bacino prevedeva due tipi di interventi. Il primo prevedeva l’allargamento dell’alveo e della tombinatura fino al Bisagno per eliminare la strozzatura e le criticità del tratto sottostradale in cui il Fereggiano si restringe. Prezzo preventivato: 15 milioni di euro.

Il secondo prevedeva invece la realizzazione di un canale scolmatore del Fereggiano: prezzo preventivato 59 milioni di cui solo 45 certi (25 dal Piano Città, 5 dalla Regione, 5 dal Comune e 10 ancora da un mutuo del Comune ) e 14 ancora de reperire. Ma siamo sicuri che questi ulteriori 14 milioni potranno essere un giorno reperiti? Ce lo auguriamo, ma fino ad oggi la situazione è quella che Le sto descrivendo.

Nonostante l’impegno degli amministratori locali si è privilegiato l’aspetto mediatico della questione, si è privilegiata l’opera “immediatamente cantierabile” che rappresenterebbe, dal punto di vista degli amministratori, un evidente “strumento di rilancio economico”, che però, non avrebbe una forte ricaduta sul tessuto economico locale. La grande opera muove grandi risorse, ma necessita di un bando di gara europeo per la sua assegnazione; ricostruire un muretto a secco lungo gli argini di un fiume o per mettere in sicurezza una frana invece ha una ricaduta immediata sulle piccole-medie imprese locali. La grande opera prevede di essere inaugurata nel 2017: tre anni di lavoro. Il lavoro costante sui versanti, il presidio del territorio, può avere una ricaduta pluriennale su una economia locale provata da una crisi che non si risolleverà con facilità nel giro di pochi anni.

E’ pertanto necessario che emerga in maniera univoca l’idea di contrasto al dissesto idrogeologico che la mozione intende perseguire, quale sia la priorità che si intende portare avanti. Una pioggia di denaro su poche opere di impatto può valere una pioggia di denaro su tanti piccoli-medi interventi diffusi su tutto il territorio.

Per la lotta al dissesto andrebbe poi, secondo la nostra opinione di semplici cittadini interessati alla Cosa Pubblica, promosso un profondo e radicale dibattito sul Regio Decreto 523/1904, ancora oggi vigente, ma derogabile da ogni Regione. E’ impensabile parlare di mitigazione del rischio alluvionale se la normativa regionale ligure permette di costruire, in deroga al R.D. 523/1904, fino a tre metri dall’alveo di un fiume.

RingraziandoLa per la cortese attenzione,

La saluto cordialmente.
Fabrizio Spiniello
Associazione Amici di Pontecarrega